Infotdgeova -LiberaMente- Lo scopo di questo forum è principalmente quello di analizzare gli insegnamenti dei Testimoni di Geova in chiave critica, onde evidenziare gli errori e le contraddizioni presenti nelle dottrine e nella prassi del gruppo

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    Aronne73
    Post: 24
    Registrato il: 26/06/2008
    Utente Junior
    00 10/11/2008 14:57
    qualche delucidazione su i sette tempi, e le settanta settimane, interpretate dai tdg...
    con eventuale confutazione...
    grazie [SM=x570872]
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    Robenz
    Post: 1.180
    Registrato il: 30/09/2006
    Utente Veteran
    00 10/11/2008 15:50
    Troppo lungo vedi comunque:
    Interessante lo specchietto che trovate in questo link anche la spiegazione:

    www.missione-popolare-libera.it/letteratura/le-70-settimane-di-Daniele/le-settanta-settimane-di-dan...

    Versione SWT invece:

    www.testimonidigeova.net/Sette%20tempi.htm

    incollo:
    Come generalmente ammesso, Daniele 9, 24-26 riporta una profezia cronologica detta "delle settanta settimane" che indusse gli antichi ebrei a calcolare il tempo della venuta del Messia precisamente quando Gesù si manifestò come tale. Questa sorprendente profezia era la base delle attese messianiche degli ebrei di quel tempo.

    Questa constatazione indusse il gruppo di "studenti della Bibbia" che si radunavano attorno a Charles Taze Russel, il promotore degli attuali testimoni di Geova, a chiedersi se nel libro di Daniele non potesse trovarsi una profezia cronologica che permettesse di individuare il tempo del ritorno del Messia nella gloria del suo regno. La loro attenzione si soffermò sul capitolo 4 di Daniele dove viene riportato e spiegato il sogno di un grande albero da parte del re babilonese Nabucodonosor. L’albero viene tagliato ed il suo ceppo legato fino a che "sette tempi passeranno su di lui" (Daniele 4, 13(16)), dopo di che sarebbe stato liberato ed avrebbe potuto ricrescere al suo antico splendore. Daniele spiegò al re Nabucodonosor che i sette tempi in cui l’albero sarebbe stato mortificato rappresentavano il periodo in cui egli, colpito da follia, avrebbe perso il suo regno per poi ricuperarlo alla fine di tale periodo.

    Gli "studenti della Bibbia" sapevano benissimo che molte profezie della Bibbia hanno due adempimenti, uno tipico e l’altro antitipico. Tale fatto è riconosciuto anche dai commentatori della Bibbia versione CEI che, in una nota in calce al capitolo 24 del vangelo secondo Matteo, che contiene il famoso discorso profetico di Gesù, scrivono che "Gesù parla della fine di Gerusalemme e della fine del mondo (...). La catastrofe di Gerusalemme, fine di un mondo, era figura della fine del mondo". Essi notarono inoltre che la descrizione del grande albero contenuta in Daniele 4, 7-9(10-12) è sorprendentemente simile a quella del regno di Dio o del regno del Messia che si trova in altre parti della Bibbia. Ecco i testi:

    Daniele 4, 8 e 9 (11 e 12): "Quell’albero era grande, robusto, la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere fin dall’estremità della terra. I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti e vi era in esso da mangiare per tutti: Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra".

    Ezechiele 17, 23: "... lo pianterò sul monte alto d’Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico: Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami".

    Marco 4, 30 a 32: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio e con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra" (vedi anche Matteo 13, 31 e 32 e Luca 13, 18 e 19).

    La morale del sogno di Nabucodonosor e del suo adempimento viene inoltre indicata con queste parole:

    "Così i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole ed insediarvi anche il più piccolo degli uomini" (Daniele 4, 14 (17)).

    Ancora una volta la dichiarazione si può paragonare a quanto scritto in Ezechiele 17, 24 circa il regno messianico ed, inoltre, il Messia stesso è presentato nella Bibbia come "umile" (Zaccaria 9, 9) , "umile di cuore" (Matteo 11, 29).

    Di conseguenza i testimoni di Geova identificano il sogno profetico di Daniele 4 come una profezia relativa all’avvento del Regno di Dio, in adempimento della preghiera insegnata da Gesù: "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno" (Matteo 6, 9 e 10).

    Vediamone ora l’aspetto cronologico.

    Nella sua profezia sul tempo della fine, Gesù aveva parlato di "tempi dei pagani" (Luca 21, 24), che altre versioni della Bibbia denominano "tempi dei gentili" o "tempi fissati delle nazioni". Egli disse che "Gerusalemme" sarebbe stata calpestata fino alla fine di quei tempi. Gerusalemme é biblicamente considerata la sede del trono di Geova, la "città del grande Sovrano" (Salmo 47 (48), 2). Il periodo in cui viene calpestata corrisponde a quello che va dalla deposizione dell’ultimo re d’Israele all’assunzione al potere del Messia, alla fine dei tempi.

    Questo è attestato nella profezia di Ezechiele 21, 30 e 31:

    "A te, sconsacrato, empio principe d’Israele, di cui è giunto il giorno con il tempo della sua iniquità finale, così dice il Signore Dio: Deponi il turbante e togliti la corona: tutto sarà cambiato: ciò che è basso sarà elevato e ciò che è alto sarà abbassato: In rovina, in rovina, in rovina la ridurrò e non si rialzerà più finche non giunga colui al quale appartiene il diritto e al quale io lo darò".

    Gli studiosi della Bibbia sono concordi nell’identificare il principe d’Israele con l’ultimo re di Giuda, Sedechia, deposto dal re di Babilonia Nabucodonosor e come "colui al quale appartiene il diritto" il Messia Gesù Cristo (confronta con Genesi 49, 10).

    Quando avvenne la deposizione del re Sedechia secondo la cronologia biblica? Per accertare la data biblica, indipendentemente da altre date proposte dai vari studiosi le cui speculazioni vanno considerate in second’ordine, occorre tenere conto che l’esilio a Babilonia cessò nel settimo mese del primo anno del regno di Ciro (538-537 prima della nostra era), quindi nel 537. Per i riferimenti biblici vedi Esdra 1, 1 a 5 e 3, 1 e 6. L’esilio a Babilonia, sempre secondo la Bibbia che è la nostra regola, indipendentemente dalle speculazioni dei vari studiosi, durò settant’anni. Ciò risulta da Geremia 25, 11:

    "Tutta questa regione sarà abbandonata alla distruzione e queste genti resteranno schiave del re di Babilonia per settanta anni".

    Oppure in Geremia 29, 10:

    "Pertanto dice il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo"

    cioè a Gerusalemme. Altro riferimento alla durata di settant’anni della desolazione di Gerusalemme si trova in Daniele 9, 2:

    "...io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni".

    Ne consegue che, secondo la cronologia biblica che convenzionalmente siamo costretti a ritenere prevalente rispetto ad ogni altra considerazione, l’anno in cui fu distrutta Gerusalemme e venne deposto l’ultimo re di Giuda, Sedechia, è il 607 prima della nostra era (537 + 70 = 607). Dopo di allora non vi fu mai più un re che regnasse in nome di Geova né in Palestina ne in alcun altro paese della terra. Gesù asserì che al suo tempo il periodo di incontrastato dominio umano su tutti i paesi della terra continuava ancora dicendo:

    "Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti" (Luca 21, 24).

    I testimoni di Geova ritengono che tali tempi siano i "sette tempi" della profezia di Daniele e che essi troveranno compimento quando si realizzerà quanto profetizzato in Daniele 7, 13 e 14: "Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo uno, simile ad un figlio di uomo (il Messia); giunse sino al vegliardo (Dio) e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto".

    Quanto sarebbero dovuti durare i "sette tempi"? La risposta venne innanzi tutto da una valutazione di un passo dell’Apocalisse:

    Apocalisse 12, 6 e 14: "La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. (...) Ma furono date alla donna le ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo...".

    Se tre tempi e mezzo fanno 1260 giorni, sette tempi equivalgono a 2520 giorni (1260 x 2). E’ però evidente che non si trattava di giorni letterali, anche perché nessuno venne insediato come re 2520 giorni dopo la deposizione del re giudeo Sedechia avvenuta nel 607 prima della nostra era.

    I testimoni di Geova notarono che nella profezia delle settanta settimane di Daniele capitolo 9, relativa alla venuta di Cristo, si doveva contare un anno per ogni giorno. Questo è ammesso anche dai commentatori della versione biblica della CEI che, in nota a Daniele 9, 24, scrivono:"Si tratta di settimane di anni...". La stessa norma è richiamata altre due volte nella Bibbia:

    Numeri 14, 34: "...sconterete le vostre iniquità per quarant’anni, un anno per ogni giorno...".

    Ezechiele 4, 6: "...sconterai l’iniquità di Giuda per quaranta giorni, computando un giorno per ogni anno."

    Ecco allora perché i 2520 giorni o "sette tempi" vengono intesi come 2520 anni , con inizio nel 607 prima della nostra era e termine nel 1914, in quanto l’anno iniziale e l’anno finale sono parte di anni e valgono come un solo anno.

    Nel 1914 per i testimoni di Geova si è quindi verificato il decreto di Dio rivolto a Cristo che si legge nel Salmo 109 (110), 2: "Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: ‘Domina in mezzo ai tuoi nemici.’ ". Satana ed i suoi angeli ribelli vennero scacciati dalla presenza di Dio e sono iniziati sulla terra i guai del tempo della fine, come si legge in Apocalisse 12, 12: "Esultate dunque o cieli e voi che abitate in essi. Ma guai a voi o terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi, pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo".




    Buon studio!!

    La parola agli esperti!
    [Modificato da Robenz 10/11/2008 15:57]
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    Robenz
    Post: 1.181
    Registrato il: 30/09/2006
    Utente Veteran
    00 10/11/2008 15:53
    ancor più sintetico
    www.rapimento.com/profezie/70settimanedaniele_.htm

    incollo:

    "Settanta settimane sono fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la trasgressione, per metter fine al peccato, per espiare l’iniquità e addurre una giustizia eterna, per suggellare visione e profezia, e per ungere un luogo santissimo. Sappilo dunque, e intendi! Dal momento in cui è uscito l’ordine di restaurare e riedificare Gerusalemme (ventesimo anno del regno di Artaserse - 445 a.C.) fino all’apparire di un unto (Gesù), di un capo, vi sono sette settimane; e in sessantadue settimane essa sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi. Dopo le sessantadue settimane (in tutto 69 periodi di 7 anni, equivalenti a 483 anni - di 360 giorni l'uno - . Dal 14 Marzo 445 a.C. al 6 Aprile 32 d.C. giorno in cui Gesù entra in Gerusalemme fa 173.880 giorni, come i 476 anni di 365 giorni, dal 445 a.C. al 32 d.C. più 116 giorni degli anni bisestili, più 24 giorni dal 14 Marzo al 6 Aprile fa 476 x 365 = 173.740 + 116 + 24 = 173.880, corrispondendo alla profezia di Daniele, includendo gli aggiustamenti relativi all'anno zero e la differenza fra il calendario Giuliano e quello Gregoriano) , un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui (Gesù Cristo). E il popolo d’un capo che verrà (Anticristo), distruggerà la città e il santuario (Gerusalemme); la sua fine verrà come un’inondazione; ed è decretato che vi saranno delle devastazioni sino alla fine della guerra. Egli stabilirà un saldo patto con molti (il patto con Israele che garantirà la Pace e Sicurezza in Palestina, dando inizio al periodo di sette anni della Tribolazione) , durante una settimana (Tribolazione di sette anni); e in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e oblazione (dopo tre anni e mezzo farà qualcosa di abominevole nel tempio ricostruito); e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore (Anticristo); e questo, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore (Ritorno di Cristo in Gloria per liberare Israele)" (Dan 9:24-27)

    La traduzione letterale di settanta settimane è: "settanta settenari" dove la parola settenario intende un periodi sette anni.

    Cosa si deve adempiere in questi 490 anni? Innanzi tutto bisogna affermare che questa profezia è rivolta al popolo d'Israele in modo esclusivo, non ai Gentili (i non Ebrei).





    ciao
    [Modificato da Robenz 10/11/2008 15:54]
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    Ancientofdays
    Post: 762
    Registrato il: 22/11/2005
    Utente Senior
    00 10/11/2008 16:24
    Prima però occorre che tu capisca bene i 7 tempi.
    Ed io mi propongo di aiutarti. [SM=x570880]


    607, 1914 e “tempo della fine” in pillole.


    “607 A.E.V.” - E’ la data fondamentale di supporto all’intero apparato cronologico-profetico dei Testimoni di Geova. Questa data è riconosciuta SOLO dai Testimoni di Geova (solo loro credono che Gerusalemme sia stata distrutta nel 607), essendo sconosciuta in ambito storico accademico e priva di significato per OGNI storico, studioso, biblista, archeologo, antropologo, numerologo, mago, sciamano e perfino ignorata dalla cabala napoletana e da chi gioca al superenalotto.



    “1914 E.V.” - L’inizio del “tempo della fine”. E’ la data più importante di tutta la dottrina dei Testimoni di Geova; risulta della data fondamentale “607 A.E.V.” come punto di partenza, e dal capitolo 4 di Daniele come supporto per il calcolo.



    Ed ora , ecco come si arriva al 1914 E.V. partendo dal 607 a.E.V. :

    Daniele capitolo 4 parla di “7 tempi”.
    In realtà “7 tempi” non significano “7 tempi”, bensì “7 anni”.
    Ma “7 anni” non vuol dire realmente “7 anni”, bensì “7 anni di giorni”
    Ma i “giorni” in un “anno di giorni” non devono essere in numero di 365 o 366 per i bisestili, bensì di 360.
    Ma con i “giorni” negli “anni di giorni” non si deve intendere “anni di giorni in cui i giorni significano “giorni” , piuttosto si deve intendere “anni di giorni in cui i giorni significano “anni”.
    Ma questa volta gli “anni” devono contare giorni di 365 anni e di 366 per i bisestili.

    Chiaro fin qui ?
    Quindi è evidente anche per uno sprovveduto che “7 tempi” vuol dire in realtà “7 anni” che si devono intendere come “7 anni di 360 giorni”, che in realtà significa “7 anni di 360 giorni in cui giorni significano “anni”.
    Per rendere il concetto ancora più chiaro, comprensibile anche per un bambino delle elementari, possiamo dire che “tempi” non sono affatto “tempi”, ma in realtà sono “anni” che non sono affatto “anni” , ma in realtà “anni di 360 giorni” , che non sono però “anni di 360 giorni in cui “giorni” significa “giorni” ma in definitiva sono “anni di 360 giorni in cui giorni significa “anni”; anche se nonostante tutto in origine erano chiamati “tempi”.

    Fin qui facile no ? [SM=x570872]
    Ma nei calcoli occorre ricordarsi che non esiste ”anno zero” nel passaggio da A.E.V. a E.V. Russell si era sbadatamente dimenticato di questo particolare o forse aveva le pile della calcolatrice scariche.

    Volendo riassumere tutto in un paio di semplici, chiare e intuitive formule matematiche diremo: 7x360 = 2520 ---> -607+2520= 1914



    Ci siamo ?
    C’è però un’ultima precisazione.
    Il libro di Daniele profetizzava che sarebbe rimasto “sigillato” fino al tempo della fine, che inizia nel 1914 E.V. come si deduce chiaramente dalla spiegazione precedente.
    Russell dovette escogitare un espediente per “dissigillare” la profezia di Daniele prima dell’inizio del tempo della fine - 1914 E.V. - per poter annunciare al mondo che il libro di Daniele sarebbe stato “sigillato” fino all’inizio del tempo della fine.
    Russell riuscì evidentemente a “dissigillare” il libro di Daniele prima che iniziasse il tempo della fine , anche se ufficialmente il libro era ancora “sigillato” in quel momento, perchè altrimenti come avrebbe potuto conoscere il tempo fino a cui il libro sarebbe rimasto “sigillato”, e che segnava l’inizio del tempo della fine, se prima dell’inizio del tempo della fine il libro era ancora “sigillato”.
    [SM=x570868]


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    Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



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    Agabo
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    00 10/11/2008 18:02
    Re:
    Aronne73, 10/11/2008 14.57:

    qualche delucidazione su i sette tempi, e le settanta settimane, interpretate dai tdg...
    con eventuale confutazione...
    grazie [SM=x570872]



    Qui i "Sette Tempi" o "I Tempi dei Gentili":

    www.testimonigeova.com/lacronologiadel1914.htm

    Riguardo alle 70 settimane i tdG adottano lo stesso criterio di molti altri, cattolici compresi. Ma, alcuni errori di computo li si trova nella cosiddetta "Cronologia del periodo persiano". Insomma, pur facendo un guazzabuglio nel computo degli anni di regno dei re persiani, alla fine riescono in qualche modo ad arrivare + o - alle date proposte da altri (tali date vanno dal 6 al 2 a.C per la 69a settimana). Gli errori di cui parlavo li puoi conoscere leggendo questa pagina:

    www.testimonigeova.com/cropersiana.htm

    Agabo.

    www.testimonigeova.com

    www.sessantottino.altervista.org/ (Vota il sito)



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