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Lettura degli Episodi della Caduta dal Paradiso e di Caino ed Abele. Due visioni differenti della Vita a confronto. Riferimenti Biblici.

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    soffiodipoesia
    Post: 19
    Registrato il: 22/10/2008
    Utente Junior
    00 28/10/2008 17:51

    Nota: Il Testo appare piuttosto lungo. Ma vi sono diverse citazioni di passi Biblici che lo allungano.


    Caduta dal Paradiso e Caino e Abele: ulteriore approfondimento e riferimenti biblici.


    Carissimi amici.

    Quello che vorrei fare con questo testo è approfondire la questione della Caduta dal Paradiso Terrestre, e di Caino e Abele.


    Caduta dal Paradiso


    Innanzitutto il Paradiso Terrestre appare, comunque, come Luogo di Inconsapevolezza. Non certo come Luogo in cui ci fosse coscienza e consapevolezza.





    Tralasciando l'inizio della Genesi, nel Capitolo 2 si legge:


    Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. (Genesi 2,9)


    Qui si vede che vi sono due alberi: quello della Conoscenza e quello della Vita.


    Si prosegue poi, poco oltre:


    Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». (Genesi; 2,16-17)


    Qui si vede subito che l'albero “vietato” è quello della Conoscenza, non quello della Vita.

    Vedremo tra poco cosa questo implica.


    Ora viene “generata” Eva:


    Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Allora l'uomo disse:

    «Questa volta essa
    è carne dalla mia carne
    e osso dalle mie ossa.
    La si chiamerà donna
    perché dall'uomo è stata tolta».

    (Genesi; 2, 18-23)


    Ma prosegue ancora come:


    Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

    (Genesi; 2, 24-25)


    Qui già si vede un dato importante: erano nudi ma non provavano vergogna. Mancava infatti la Consapevolezza.



    Il Capitolo Terzo di Genesi è dedicato alla Caduta.


    Subito si inizia in questo modo:


    Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».

    (Genesi; 3,1-5)


    Appare il simbolo del Serpente. Provate subito a vedere come cambia il tutto se cominciamo a considerarlo “Peccato” o “Conoscenza”.

    Ma poi si prosegue, con un altro elemento davvero interessante:


    Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

    (Genesi; 3,6-7)


    Qui appare un elemento interessante: dopo aver mangiato dell'albero della Conoscenza, l'Uomo prende coscienza della sua sessualità.

    Anche questo sarà un elemento da approfondire.


    Si termina con:


    Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».

    Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».

    Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

    Allora il Signore Dio disse al serpente:

    «Poiché tu hai fatto questo,
    sii tu maledetto più di tutto il bestiame
    e più di tutte le bestie selvatiche;
    sul tuo ventre camminerai
    e polvere mangerai
    per tutti i giorni della tua vita.
    Io porrò inimicizia tra te e la donna,
    tra la tua stirpe
    e la sua stirpe:
    questa ti schiaccerà la testa
    e tu le insidierai il calcagno».

    Alla donna disse:

    «Moltiplicherò
    i tuoi dolori e le tue gravidanze,
    con dolore partorirai figli.
    Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
    ma egli ti dominerà».

    All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,
    maledetto sia il suolo per causa tua!
    Con dolore ne trarrai il cibo
    per tutti i giorni della tua vita.
    Spine e cardi produrrà per te
    e mangerai l'erba campestre.
    Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
    finché tornerai alla terra,
    perché da essa sei stato tratto:
    polvere tu sei e in polvere tornerai!».

    (Genesi; 3,8-19)

    Qui è la “caduta”: Dio maledice il Serpente, e lo condanna ad essere “schiacciato” dallUomo


    Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.

    (Genesi; 3,22-24)


    Qui appaiono già diversi elementi interessanti.

    Alcuni li ho fatti notare poco fa.

    Alcune letture identificano la “Mela” (o il frutto della Conoscenza del Bene e del Male: alcuni traducono la Mela), con il Sesso. Non è un caso che anche tutti quei film dal titolo: “Il tempo delle Mele”, “Le Mele sono mature” e così via, ed espressioni del tipo: “Cogliere la Mela”, lo lasciano alludere.

    Questa interpretazione viene subito confutata dallo stesso Testo Biblico. Infatti, l'Albero della Vita non viene mangiato. Ma viene mangiato quello della “Conoscenza del Bene e del Male”.


    Ora credo sia interessante cercare di capire cosa questa conoscenza sia. Appare qui un'idea di “discernimento”. Discernere gli opposti.

    Senza mangiare questo albero, non è possibile discernere, comprendere, avere gli estremi.

    Il Buddhismo parla di eliminazione del dualismo, della dualità. Nel “Sutra del Cuore”, infatti, si dice, al finale (il Mantra che viene dato):

    “Gate, Gate, Paragate, Parasamgate Bodhi Svaha”, che significa: “Andati, andati, andati dall'altra parte, andati al di là dell'altra parte, Illuminazione (grazie all'illuminazione), Evviva (per qualcuno si potrebbe pensare anche “Alleluia”)”. Quindi, questo significa che lo scopo dell'illuminazione è eliminare la propria separazione, unire.

    Ma tutto ciò va fatto in maniera consapevole, non per ignoranza.

    L'Uomo dovrà divenire consapevole della separazione per poter comprendere e superare.

    È come dire che, in questo Mondo, la percezione dualistica è necessaria per poterla superare.


    L'uomo mangia l'albero della conoscenza. E subito prova vergogna della sua nudità, e si copre.

    Questo potrebbe avere due interpretazioni. La prima è data anche da un discorso di tipo “Fisico”. Tutti noi abbiamo entrambi i sessi presenti, almeno sino ad un certo punto. Poi,. Uno dei due diviene dominante e l'altro “recessivo”. Nel caso di un uomo, la sessualità maschile è dominante e quella femminile recessiva. Viceversa per la Donna.

    Talvolta, anche i caratteri recessivi emergono di forza. Non è un caso che molte donne hanno caratteristiche mascoline, e viceversa uomini hanno caratteristiche molto femminee.

    Nel caso di omosessualità vi è proprio un'inversione: il carattere dominante non è quello che appare ma quello opposto.

    In questo caso, l'interpretazione potrebbe essere che l'Uomo, attraverso la Conoscenza, si rende conto di cosa è la sessualità, e la teme. Si rende conte che ha in sé la potenza di portare e generare vita. Cosa che prima non aveva., anzi, ne era inconsapevole.

    Ora la consapevolezza giunge all'Uomo. Ed egli non può più ignorare. Prende coscienza che Eva è una donna, e della sua natura di essere sessuale.


    Questa una possibile interpretazione. Ma è interessante pensare che nella Bibbia “due è uno”. Quindi, Eva e Adamo sono in realtà la stessa persona.

    Che, dopo aver mangiato il frutto, diviene cosciente della sua femminilità. Prima c'era, ma non ne era consapevole (infatti, non aveva problemi con la nudità). Ora c'è, e ne diventa consapevole. Diviene consapevole che ha anche una componente femminile. E questo lo turba.


    Ancora, si può provare a leggere la “nudità”, come la “parte intima del proprio sviluppo di personalità”. Prima l'Uomo non aveva segreti di nessun tipo, ora esiste una parte di sé che è nascosta, che non vuole rivelare. Forse l'inconscio.

    È decisamente l'inizio del cammino di conoscenza.


    Infine, Dio “scaccia” l'Uomo dall'Eden.

    O, meglio, è l'Uomo che lascia l'Eden di inconsapevolezza dove era finito, ed inizia un cammino verso la consapevolezza.


    Osho dice, a proposito: “Ora che hai mangiato il frutto, mangia l'intero albero. Non lasciarne nemmeno una foglia”. Il cammino è a senso unico. E non vi è possibilità di ritorno.

    L'Uomo viene scacciato dal Paradiso Terrestre. Diviene consapevole. Ora lavorerà la Terra e vivrà del suo lavoro. Ora, quindi, “lavorerà la Terra della Conoscenza Interiore”. Credo che appaia questa come Terra da lavorare. Il Suolo è soltanto un simbolo di un “suolo” interiore.

    Di un Paradiso nel quale occorre tornare, ma con maggior consapevolezza.


    Anche, si può leggere che, dopo che si ha conosciuto la sessualità e la differenziazione tra Maschile e Femminile, occorre viverla appieno. E qui ancora Osho ne parla. Per poi, nuovamente, “andare oltre”. Lo stesso Osho dice: “Il Buddha ha superato la sessualità perché era Buddha, non il contrario!” (Vale a dire, non è divenuto Buddha perché ha superato la sessualità). Occorre “Cadere dal Paradiso”, in questo senso, per divenire Uomini Nuovi.


    Anche la Costola da cui viene generata Eva secondo alcuni è “il Velo della Tenda”. Il quale rappresenta la conoscenza svelata, appunto quella della dualità dei sessi.


    Questo è andare verso la Vita. A questo punto, dopo questa Consapevolezza, l'Eden diviene troppo piccolo, e occorre tutta la Terra. La Caduta del paradiso, per alcuni, è anche l'espansione dell'Uomo, che trova piccolo un angolo di Paradiso inconsapevole, ed ha bisogno tutta la Terra per potere compiere il suo cammino.


    Viene però detto, che, se l'Uomo mangerà questo frutto, ne morrà.

    Nel Vangelo di Tommaso si inizia con: “Egli disse: “Colui che scoprirà l'interpretazione di queste parole, non gusterà la Morte””.

    Forse c'è analogia. Nel senso che, da una parte, si muore se si accede alla conoscenza, dall'altra, non si muore se si scopre il significato delle parole di Cristo.

    Qui mi appare, combinando le due cose, come un dire che occorre la Morte per poi tornare rinnovati ad una percezione superiore del proprio Essere. Occorre morire alla vecchia percezione, occorre morire, per rinascere. Il tutto, in chiave simbolica, afferma che, per poter “risorgere” a nuova conoscenza, occorre sperimentare la “Morte” alla vecchia Vita.

    Solo camminando attraverso questa esperienza non si gusterà più la Morte.


    Alla fine, Dio sbarra la strada all'albero della Vita. In questo caso, appare decisamente come una figura che ostacola la conoscenza, un ostacolo alla conoscenza. Si potrebbe andare ancora oltre, ma per il momento mi fermo.

    Dopo aver constatato quanto davvero si può andare “oltre” nel leggere i Testi Sacri, se non si accettano interpretazioni “dogmatiche” date da altri come le uniche vere!



    Caino e Abele.


    Il Capitolo Quarto della Genesi si occupa dell'episodio di Caino ed Abele.


    Interessante notare che, descrivendo i due figli di Adamo ed Eva, si dice che:


    Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.

    (Genesi; 4,1-3)


    Il Primogenito è Caino. Poi segue Abele.

    Interessante notare le attività dei due figli: il primo è dedito alla pastorizia, il secondo all'agricoltura.

    Questo fatto già avvalora l'idea che “ribalta” l'interpretazione classica. Caino coltiva il suolo, Abele alleva greggi.

    Leggendo in maniera simbolica, appare che Caino coltiva la “proprioa terra interiore”, coltiva il terreno che permette al seme di crescere. Caino coltiva conoscenza.

    Abele pascola greggi. Il gregge, per definizione, è l'insieme di persone che si muovono insieme, senza discernimento (non è un caso che, per affermare che una persona è autonoma ed indipendente, si dice che “esce dal Gregge”). Abele, quindi, viene sin da subito a rappresentare la persona che impone leggi e regole, che non permette alle persone di pensare e capire autonomamente. Rappresenta colui che impone. Inoltre, il gregge distrugge il suolo. Quindi rappresenta colui che lavora contro la coltivazione di conoscenza.


    Ma dopo, tutto ciò appare anche più chiaramente:


    Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo».

    (Genesi; 4, 3-7).


    Caino offre frutti della Terra. Abele agnelli sacrificati.

    Caino, che ha coltivato la terra, offri i suoi frutti. Simbolicamente, Caino ha lavorato interiormente, ed è in grado di offrire quanto ha realizzato.

    Ma Jahvè non accetta tutto questo. Accetta soltanto chi vuole risposte preconfezionate.

    E preferisce l'offerta di Abele. Il quale, offrendo un primogenito di agnello, offre, in fondo, tutta la futura sua discendenza, che viene eliminata in un colpo. Offre la distruzione della Vita e della Conoscenza. Il virgulto, da sempre, è lo sviluppo, la crescita, la possibilità di guardare avanti, verso il futuro, verso la conoscenza.

    Abele offre la sua distruzione, offre la morte della conoscenza, Offre l'uccisione della possibilità di crescere, e l'accettazione di risposte preconfezionate. Offre la Morte, mentre Caino offre la Vita.

    Jahvè si compiace di Abele, ma non di Caino.

    Qui è abbastanza chiaro come Jahvè rappresenti la negazione della conoscenza e dello sviluppo della persona. Rappresenta il Dogma, la Chiusura, la negazione della conoscenza.

    Quello stesso Jahvè il quale impediva lo sviluppo della conoscenza e della coscienza, che impediva che l'Uomo potesse mangiare il frutto della conoscenza, ora gioisce della distruzione della vita, del Futuro, della possibilità di sviluppo umano. Quindi, appare come una figura che blocca la crescita, e non che la aiuta.


    Segue poi l'uccisione di Abele:


    Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».

    (Genesi; 4,8-12).


    Caino porta il fratello in Campagna. Appare evidente come non voglia, quindi, nascondersi agli occhi di Jahvè. Infatti, la campagna è apertura. Ma è anche libertà. È visione che non copre lo sguardo. Caino, quindi, sceglie per “eliminare” Abele un simbolo di apertura. L'eliminazione di Abele, quindi, è un andare verso la Vita e la conoscenza.

    Uccidendo Abele, Caino uccide l'incapacità di andare avanti, il tornare indietro, il regresso della personalità, l'incapacità di progredire, l'uccisione di conoscenza. Uccidendo Abele, Caino uccide chi ostacola la Vita, per andare invece verso la Vita.


    Naturalmente, Jahvè interviene con il “solito” strale. Ma Superego è “Mente che biasima” (Nafs an Lawwama” nella Psicologia Islamica), e quindi il Biasimo di Jahvè, il quale sempre più si può associare al Superego, appare ancora.

    Compresa la minaccia che il suolo non darà più frutti.

    Anche qui mi appare un'interpretazione simbolica: Se non fai come dico io, non avrai più alcun frutto della Terra.

    Ovviamente, se non starai nell'ambito degli schemi impoisti dal Superego, avrai difficoltà a afer qualsiasi cosa. Soprattutto quando, per molto tempo, hai seguito i dettami imposti da chi vuole controllarti.


    Ma occorre anche andare a Oriente, per continuare il Cammino di Conoscenza.


    Qui, l'Oriente potrebbe anche essere simbolico: il cammino di conoscenza che procede verso Oriente potrebbe indicare anche il Buddha, o forse altro ancora. Potrebbe indicare che la discendenza viene da Oriente. Potrebbe indicare la Mezzaluna Fertile, potrebbe puntare ai Popoli del Passato.


    Infine, possiamo anche citare i versetti dove si afferma:


    Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.

    (Genesi; 4, 14-16).


    Caino si nasconde dal Signore. Sente la terra che gli manca da sotto i piedi. Va altrove.

    Ma, letto in modo simbolico, sta acquisendo consapevolezza. La mancanza di un Superego che biasima gli crea un vuoto. Jahvè gli dice che la Terra non produrrà più frutti. Mentre i frutti vi saranno ancora.


    Questo mi suona come può risuonare la voce di un Capo di una Struttura, che afferma che non vi è vita al di fuori.

    Ancora, è il superamento del dualismo. Jahvè pone dualismo, pone la scelta tra lui e il Mondo. Appare ancora l'idea di un Paradiso separato dal Mondo.

    Ma, tuttavia, siamo in un'ottica completamente differente. Siamo nell'ottica del superfamento della dualità. Il “Parasamgate”. Siamo, forse, anche nella Via del Bodhisattva, di colui che torna per aiutare tutti a superare il dualismo.

    Il dualismo sta finendo. Caino in parte vacilla, ma poi prende deciso la Via del Paese di Nod, si dirige ad Est, forse “verso la Civiltà”.


    Conclusioni; e se si accetta l'Interpretazione Canonica? Tutta la Vita ssume valore negativo!


    Questa interpretazione di questi Passi Biblici appare esattamente ribaltare quella “Canonica”.

    La quale tuttavia, se accettata, crea delle conseguenze.


    I – l'Uomo disobbedisce a Jahvè, e supera i suoi limiti. Ci viene detto, insomma, che i limiti non vanno superati, invece che compiere ricerca interiore per andare oltre!


    Se accettata, questa considerazione dice due cose. La prima, che vi sono dei limiti di conoscenza che non possiamo valicare. E questo blocca lo Spirito di Ricerca. È vero, se vi sono dei limiti di conoscenza invalicabili, allora è lecito imporre il “Mistero” laddove non si voglia che uno indaghi.

    Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, durante un Convegno di Scienziati, invitava a non cercare di penetrare i segreti del Big Bang (l'esplosione che secondo le più accreditate Teorie si suppone abbia dato origine a questo Universo), in quanto questo coincideva con l'atto creatore di Dio.

    Accettare che vi sono dei limiti di questo tipo alla Conoscenza significa accettare la guida di questa o di quell'altra Chiesa, di questo o di quell'altro Maestro, senza mettere nulla in discussione.

    Come diceva Krisnamurti, l'unico Maestro è quello dentro di noi, il nostro Maestro Interiore.


    II – Il “Mito” del Peccato Originale


    Dalla Caduta del Paradiso nasce il Mito del Peccato Originale. Esiste un Peccato originale, che ha dato origine alla Sofferenza dell'Uomo. L'Uomo nasce peccatore. E deve sottoporsi al Battesimo per togliere questa macchia da sé. Ancora una volta, esiste un qualcuno esterno che prende in carico la sua salvezza.


    III – Il Senso di Colpa


    L'idea della Caduta dal Paradiso fa nascere il Senso di Colpa. L'Uomo che ha paura di Dio, si nasconde, lo teme, non osa guardarlo.

    Se questo viene così letto, ciò genera il timore per qualsiasi Autorità, che farà del Peccato la sua forza per controllare la persona.


    IV – La Terra come elemento negativo, la vita come sofferenza


    Se accettiamo l'interpretazione canonica della Caduta dal Paradiso, il nostro cammino sulla Terra è una punizione. Siamo qui per scontare una “colpa” che noi tra l'altro non abbiamo mai commesso.

    Ne deriva una Vita come sofferenza, il lavoro come punizione (in questa concezione, il Paradiso Terrestre è il luogo del “non lavoro”, visto anche come “Non lavoro interiore”, come “accettazione di risposte prestabilite”), e la Terra come quella “Valle di Lacrime” di cui si parla in “Salve Regina”: quella Valle di Lacrime dove si “Geme e si piange”.


    Concludendo: due Visioni dell'Esistenza a confronto: Ricerca o sottomissione; valore o non valore all'Esistenza stessa


    Insomma: l'accettazione dell'interpretazione canonica di questi passai biblici fornisce a tutta l'esistenza una visione oscura e triste, e comunque negativa. Prospetta una Vita di sofferenza e considera il dover soffrire a tutti i costi come una necessità.

    Che la Sofferenza siaprerogativa di questo Corpo, appare abbastanza ovvio.

    In fondo, anche i Quattro Fondamenti del Buddhismo, (o i Quattro Pilastri del Buddhismo, come sono anche chiamati), iniziano con un: “Esiste la Sofferenza”.

    Ma continuano con: “La Sofferenza ha una Radice”, e con: “Esiste un sentiero che conduce fuori dalla Sofferenza”, per finire con: “Esiste l'estinzione della Sofferenza”.


    E questo Sentiero, di cui si parla, è quello della Conoscenza e della Consapevolezza. Non certamente il Sentiero dell'ignoranza e del rifiuto della Conoscenza. È il sentiero della Libertà e non quello della Sottomissione.


    Abbiamo quindi due visioni di questi episodi della Bibbia: una che dà valore e significato all'Esistenza, ed un'altra che, invece, ne dà un valore negativo e di sofferenza. Una che dà valore alla conoscenza e l'altra che la nega. Una che dà all'Uomo la voglia di scoprire e l'altra che nega la scoperta. Una che rende l'Uomo libero e l'altra che lo fa vivere con l'ossessione del Peccato, che porta con sé da sempre.


    Ognuno può sceglie l'interpretazione che vuole. Ma da questo implica avere una differente visione della Vita. Scegliere una o l'altra interpretazione cambia il significato del perché siamo qui e di quale è il nostro compito di conoscenza.

    Nel mio caso, la scelta è quasi obbligata. Ma ognuno può scegliere liberamente, questo è sicuro!

    Tuttavia, molto dipenderà da cosa si sceglie!




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    speranza!
    Post: 1.184
    Registrato il: 06/03/2006
    Utente Veteran
    00 28/10/2008 19:15

    Molto interessante questa visione alternativa che ribalta l'interpretazione consueta,
    superando le perplessità che essa produce.

    [SM=g1543902]


    Speranza



    "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". (Kant)
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    Vecchia Marziana
    Post: 1.060
    Registrato il: 17/02/2008
    Utente Veteran
    00 28/10/2008 19:33
    E’ intrigante anche questa teoria:
    www.mimmademaio.com/eden.htm
    Nonna Pina