Quattro passi in Valnontey (AO), tra i primi colori d’autunno
Ci tenevo molto a questa passeggiata di tutta tranquillità, primo mezzo test montano, dopo oltre un mese di inattività assoluta. Dopo un lauto pranzo con l’irrinunciabile panino lardo di arnad e fontina, in località Leùtta, tra i larici mossi dal vento, ci incamminiamo per la Valnontey. E’ bello tornare qui, anche se la mia mente avrebbe voluto tornarci per altre camminate, ma anche una piccola passeggiata così è un toccasana per il mio spirito. Tanto desiderata che ogni passo ed ogni respiro in questa amata valle è una boccata di ossigeno inimmaginabile.
I larici stanno cominciando a cambiare colore, il vento li scuote e miriadi di aghi ci piovono addosso. C’è gente in giro, ma non tantissima, nonostante questo non vediamo animali, sono ancora in quota nonostante il freddo. Freddo che, nelle notti passate, ha creato nei pressi delle fontane, fantastiche costruzioni di ghiaccio, incastonando in gemme trasparenti gli ultimi fiori dell’anno. Arriviamo ai casolari di Valmiana, scaldati dal sole ancora alto, e proseguiamo nel bosco, fino al Ponte dell’Erfaulet. Come vorrei proseguire, salire ai casolari dell’Herbetet, o al Money…ma a parte l’ora tarda, è bene che ricominci ad andare in montagna con calma e per gradi..
Due foto dal ponte, poi cerco e ritrovo la bella radura con la sorgente dove giocavo da piccolo. Che meraviglia, che pace, che solitudine. Mi sdraio con gli occhi al cielo, che risalta azzurrissimo e contrasta coi rami arancioni dei larici che stanno sopra di me. Mi addormento quasi, cullato dal sole, mentre il vento scuote le cime degli alberi, respiro profondamente l’aria dell’autunno.
Mi sveglio quando una velatura passa davanti al sole, rinfrescando l’aria. Sono quasi le 16, è ora di prendere la via del ritorno. Ci re-incamminiamo quindi, l’alta valle è già in ombra, i torrenti di fusione dei ghiacciai del Gran Croux e della Tribolazione sono in parte gelati, e così molte delle cascate sui lati della Valnontey, meraviglia. Si avverte l’inverno che bussa alla porta, anche se quel che si respira ora prepotentemente è l’autunno.
Il vento si è un po’ calmato, scendiamo con calma, spero di avvistare la mia amica volpe che ho saputo essere una presenza fissa da queste parti, ma sarà l’ora, sarà il freddo, sarà che manca la mia porta-fortuna :* ma non si fa vedere..
Giungiamo a Valmiana inseguiti dall’ombra della Testa della Tribolazione e del Gran Croux, allungata dai raggi di un sole che ormai viaggia basso sull’orizzonte. Una bevuta alla fontana tra le baite, poi proseguiamo, mentre cammino affiorano bei ricordi di un pomeriggio speciale di un’estate fa.
Attraversiamo il Grand Eyvia, per seguire il sentiero che passa per la torbiera di Pra su Pià, ormai in ombra, ritrovando un ultimo, fugace sole a Valontey, dove arriviamo alle 17, giusto in tempo per salutarlo mentre sparisce dietro le creste del Lauson.
I piedi e le gambe dolgono un po’, perché sono fuori allenamento, ma sono contento per questa semplice passeggiata, per aver respirato l’aria d’autunno, per il mio ritorno tra i monti proprio in questa valle che ha visto la nascita della mia passione e non solo….
Anche quattro passi in una valle famigliare sono qualcosa da ricordare, senza grandi vette, senza grandi dislivelli, senza chissà quali imprese, anche queste piccole cose mi fanno essere contento per ciò che sa dare una giornata passata in Montagna, specie se desiderata da tempo.
Ecco le fotine:
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"Ci sono delle persone che si incontrano, prima si assaggiano... poi vedono se possono camminare insieme, come noi adesso.." M. Rigoni Stern