00 26/09/2008 08:56
da madonienews.it del 26 settembre 2008

I risultati della prima campagna di ricerca forniranno dati sulla cultura materiale e sul paleoambientale dell’area madonita



Nuove testimonianze e reperti d’eccezione che attestano la presenza umana nelle basse Madonie a partire dal Neolitico medio,  affiorano dal cuore della terra. A renderlo noto è un gruppo di docenti e studenti archeologi siciliani e spagnoli che per due settimane hanno lavorato nel «Vallone inferno», una zona a 800 metri sul livello del mare, nei pressi di Scillato. Nei giorni scorsi sono stati presentati i primi risultati dell’indagine. Presenti, oltre al sindaco Antonino Battaglia, anche il rettore dell’università di Palermo, Giuseppe Silvestri, il docente di Topografia antica, Oscar Belvedere, e il collega Josep Maria Vergès dell’Univerisità spagnona di Tarragona.

“Il sito posto all’interno del “Vallone inferno”, una naturale via di comunicazione tra le basse e alte Madonie” spiega l’esperto Oscar Belvedere “è costituito da un deposito stratificato all’interno di un riparo sotto roccia, dove sono stati rilevati in sezione diversi livelli antropizzati che attestano una frequentazione del riparo a partire dal Neolitico medio”. Sono tornati alla luce alcuni reperti ceramici dipinti, appartenenti alla «facies culturale tricromia». Ma anche manufatti in pietra, resti faunistici, carbonizzati di legno e microvertebrati. Preziosi ritrovamenti che presto saranno analizzati per meglio definire una ricostruzione diacronica dei cambiamenti ambientali avvenuti nelle ultime migliaia di anni nel territorio madonita. La campagna di ricerca archeologica, inserita nell’ambito dello studio del territorio della colonia greca di Himera e condotto a partire dagli anni Ottanta dal dipartimento di Beni culturali archeologici dell’Università di Palermo, ha visto la collaborazione della Soprintendenza archeologica del capoluogo. “È auspicabile” ha detto Oscar Belvedere “una futura collaborazione  con gli Enti locali, tra cui l’Unione dei Comuni “Val d’Himera settentrionale” e l’Ente Parco madonita, logico interlocutore per uno studio dei mutamenti dell’ambiente naturale e della cultura materiale madonita”. Il rettore ha assicurato che qualora ciò avverrà l’Ateneo continuerà ed amplierà i propri interventi di ricerca e valorizzazione nel territorio delle Madonie.


-26 settembre 2008-