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Addio a Richard Wright, uno dei padri dei Pink Floyd

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    bentoribeiro
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    00 16/09/2008 09:07
    LONDRA - E' morto a 65 anni Richard Wright, uno dei fondatori - insieme a Roger Waters, Syd Barrett e Nick Mason- dello storico gruppo dei Pink Floyd. Il decesso del tastierista, che aveva un cancro, è stato anunciato dalla famiglia. Wright aveva incontrato Waters, Mason e Barrett, che uscì dal gruppo dopo circa due anni ed è morto nel 2006, al college a Cambridge, dove erano tutti studenti. Fondarono prima un altro gruppo che si chiamava Sigma 6, successivamente diventato Pink Floyd.

    LA SUA FIRMA - Wright è l'autore di alcune canzoni come The Great Gig In The Sky e Us And Them e On the Run nel disco del 1973 The Dark Side Of The Moon, che sono entrate nella storia del rock. Lasciò la band agli inizi degli anni '80 per dedicarsi all'attività di solista, per poi rientrare nel gruppo per partecipare al nuovo cd A Momentary Lapse of Reason, all'indomani della dolorosa separazione, nel 1985, tra Roger Waters e il resto del gruppo, capitanato da David Gilmour, il virtuoso chitarrista subentrato nel 1968 a Syd Barrett. Wright ha dato anche un contributo importante alla nascita dell'ultimo grande album dei Pink Floyd, The Division Bell.

    PADRI DELLA MUSICA PSICHEDELICA - I Pink Floyd, impegnati in un primo periodo in una continua ricerca di sonorità psichedeliche e sperimentazioni elettroniche, sviluppate nel disco The Piper at the Gates of Dawn, uscito nel 1967, raggiunsero in seguito il successo mondiale grazie a canzoni come Wish You Were Here e Money, e con concept-album quali The Dark Side of the Moon e The Wall.

    ARCHITETTO MANCATO - La lotta di Richard Wright contro la malattia è stata «breve», come ha comunicato la famiglia. Nato in una famiglia benestante nel quartiere di Hatch End a Londra, Wright frequenta da studente il London College of Music, dove ha il suo primo contatto con la musica. Abbandona però le lezioni di pianoforte dopo appena due settimane per iscriversi alla facoltà di architettura al politecnico di Regent Street. Qui conosce Roger Waters e Nick Mason, ma ben presto abbandona gli studi per seguire la sua passione per la musica. Nel 1965 i tre, insieme a Syd Barrett, fondano i Pink Floyd. Dopo l'uscita di Syd Barrett, Wright diventa il compositore melodico del gruppo. La somiglianza della sua voce con quella del chitarrista subentrato a Barrett, David Gilmour, viene sfruttata per creare in alcune canzoni effetti sonori entrati nella storia della musica.

    L'ESILIO - Wright, che ha contribuito in modo decisivo all'elaborazione dicelebri brani dei Pink Floyd, come A Saucerful of Secrets, Echoes, e Shine on You Crazy Diamond, fu di fatto esiliato da Waters durante la registrazione del mitico doppio The Wall (divenuto un film sotto la regia di Alan Parker). A convincere alla cacciata il padre-padrone del gruppo erano stati i problemi personali di Wright, il divorzio e, probabilmente, un eccessivo uso di cocaina (peraltro sempre smentito dall'interessato). Wright continuò a suonare nelle tournée del 1980 e 1981, ma solo come musicista stipendiato. L'album successivo, The Final Cut (1983), è l'unico a cui Rick Wright, ormai definitivamente allontanato dal gruppo, non contribuisce. Nonostante questo, lui e il batterista Nick Mason sono i soli componenti del gruppo ad aver suonato in ogni concerto dei Pink Floyd, posto che The Final Cut non ebbe alcun tour promozionale.

    IL RITORNO - Wright fu richiamato da Gilmour per dare una mano durante le session conclusive di A momentary lapse of reason (1987) per venir reintegrato a pieno titolo come membro del gruppo con l'album Delicate Sound of Thunder (1988). Nell'album successivo, Division Bell (1994), scrisse cinque canzoni e cantò Wearing the Inside Out, certificando la sua personale rinascita artistica. Da un punto di vista strumentale i Pink Floyd devono a Richard Wright la costruzione del «muro sonoro» sul quale si stagliavano gli epici assoli di Gilmour.

    corsera.it






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    MaTheo!
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    Rovinato
    00 16/09/2008 09:22
    addio e grazie!

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    Astanblanfemininkutan Melingheli stik e stuk Malingut!






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    bentoribeiro
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    00 17/09/2008 09:34
    http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-09-17/11.spm
    Se ne va Richard Wright, un pezzo dei Pink Floyd

    Cari Italians,
    lunedì sera passo a prendere il mio amico Giometti per andare a Milano alla Salumeria della musica. Suonerà Keith Emerson, uno dei miti dei miei teen. Giometti mi saluta e mi dice che è morto Richard Wright, tastierista e co-fondatore dei Pink Floyd. La contentezza di vedere da pochi metri uno degli idoli della mia infanzia si mescola alla malinconia. Se n’è andato un pezzo della mia vita.
    A quante feste si spegnevano le luci, le tapparelle abbassate a creare un effetto notte di primo pomeriggio, e partiva Us And Them come lento da cucco par excellence. Un brano lungo che sconfinava nei successivi fino alla conclusione della facciata 2 di The Dark Side Of The Moon, sognante colonna sonora della mia timidezza nell’invitare a ballare la ragazza che mi pareva la più carina della festa. Odiosa timidezza che indulgeva nella lunghezza del brano, come quando vorresti tuffarti in acqua ma ti trattiene la paura del freddo e continui a contare. Conto fino a tre poi mi butto, 3 diventa 5, poi 10, 15 mentre fissi l’acqua che ti tenta e non hai il coraggio di tuffarti. Spesso, in questo esitare, il battito del cuore mi diceva che il disco era finito e m’ero giocato la ragazza carina che nel frattempo aveva stretto con qualcun altro. In quell’esitare titubante le note del piano, caldo come il contatto della ragazza che avrei voluto stringere nel lento, si fondevano con le lunghe note della Stratocaster di Gilmour e il sax di Dick Parry, pigramente sognanti e quasi ipnotiche. Sembrava che il tempo si stoppasse e, quando la musica finiva, faticavo a risvegliarmi. Non ho mai conosciuto personalmente Rick Wright, né lui può sapere l’effetto su di me dei suoi accordi di piano, mutuati da Miles Davis, in The Great Gig In The Sky o il bellissimo finale di Hammond in A Saucerful of Secrets. È però parte integrante della mia adolescenza, quindi della mia vita, soprattutto nei suoi anni più spensierati. La sua dipartita mi lascia un vuoto malinconico.

    Roberto Savastano , rob1960@virgilio.it



    A quante feste si spegnevano le luci, le tapparelle abbassate a creare un effetto notte di primo pomeriggio

    io a qualcuna di qs feste ci sono stato...come sono cambiate le cose...
    [Modificato da bentoribeiro 17/09/2008 09:34]