Chiunque piglierebbe per matto un individuo che - da giugno a settembre - va a sentirsi 4 concerti dello stesso cantante: ne avrebbe pienamente ragione e difatti non voglio sottrarmi al giudizio implacabile di quanti possano pensarlo.Quantomeno stavolta siamo in due, i matti, io e Gigio Bill, ad aver assistito alle medesime date in giro tra Puglia e Basilicata (Marina di Leporano, Ostuni, Barletta e ieri Brienza) per cui volentieri divido la pazzia con un altro "degregoriano" doc!
Se c'è un qualcosa, un elemento, un "quid" che ci ha portato (credo di poter parlare anche a nome suo) a sobbarcarci (sobbarcarsi) sei ore di macchina tra andata e ritorno è sicuramente e senza ombra di dubbio il PIACERE di ascoltare dal vivo una delle migliori tourneè che Francesco De Gregori abbia mai proposto, almeno da quando ho cominciato ad ascoltarlo (direi idolatrarlo, ma questo è un altro discorso
).
Alessandro Valle ci ha detto, tra una Bud e quattro chiacchiere: "Ormai tra noi musicisti s'è creata una chimica particolare, sul palco ci capiamo anche solo con lo sguardo".
Voleva dire "alchimia" ma forse "chimica" rende meglio l'idea degli elementi che reagiscono (interagiscono) tra loro e provocano una magica reazione che è sotto gli occhi e nelle orecchie di quanti si gustano due ore zeppe di 24 canzoni.
Dissento da chi sostiene di annoiarsi con RIMMEL, ALICE, GENERALE perchè queste sono canzoni che devono avere una loro parte imprescindibile ed intoccabile e, se vogliamo, in ogni caso sono sempre suonate in modo nuovo ed inedito.
Non trovo nulla di diverso da una scaletta di concerto di fine anni '80 o '90 in cui campeggiavano parecchi pezzi di MIRAMARE o TERRA DI NESSUNO, appena usciti, rispetto ad oggi con solo 4 canzoni pescate dall'ultimo PER BREVITA' CHIAMATO ARTISTA, una sola presa da PEZZI e nessuna da CALYPSOS.
Aggiungete delle (secondo me) strepitose versioni di FESTIVAL, BATTERE E LEVARE, CERCANDO UN ALTRO EGITTO, CAPO D'AFRICA, per non parlare poi del trittico al pianoforte e penso sia davvero una forzatura continuare a rimpiangere tempi passati e richiederli da un artista che (è sotto gli occhi di tutti) a 57 anni si diverte a cantare e, soprattutto, a suonare, a fare musica.
Per quanto riguarda poi la qualità degli arrangiamenti, può bastare, a mio modestissimo parere, anche solo FESTIVAL , VIVA L'ITALIA per apprezzare la grande versatilità dei musicisti, alcuni dei quali (vedi Valle e Bardi) prendono e lasciano mandolini, pedal steel guitar, acustiche a 6 e 12 corde, elettriche, violini come fossero noccioline.
Ieri sera ero in estasi osservando l'assolo di Bardi su FESTIVAL: è inutile o forse no che io ribadisca qui l'immensa stima nei suoi confronti ma è doveroso soffermarsi sulla grazia e l'intensità con cui davvero accarezza le corde della chitarra.C'era tutta la sofferenza e il tormento della canzone nei suoni della Fender.
Insomma, chissà adesso se aspetteremo un anno, o tre o quattro prima di tornare a calcare transenne o seggiolini ma non importa più di tanto: il tempo non ha senso.Quel che conta è riuscire a far emozionare sempre.E in questo De Gregori è Maestro.Anzi, Principe.
[Modificato da Frank2 22/09/2008 20:24]
"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."