00 10/08/2008 18:48
il mio settimo anno a Hogwarts
Capitolo 1

Finalmente buone notizie

Amy non vedeva l’ora di tornare a scuola, o meglio non vedeva l’ora di tornare a scuola per rivedere i suoi amici. Durante l’estate aveva dovuto declinare l’invito di uno di loro perché, dopo il matrimonio di suo zio in un paesino dell’Irlanda, i suoi genitori avevano deciso di restare in quel posto infernale, come era solita chiamarlo Amy, per staccare la spina dal lavoro, o meglio dal resto del mondo!
In quella piccola cittadina l’età media degli abitanti si aggirava intorno ai 70 anni; l’unica eccezione erano le due famiglie che abitavano accanto alla villetta dove Amy soggiornava e che erano entrambe composte da genitori che sembravano usciti da una pubblicità e da quattro marmocchi urlanti a testa. I bambini non facevano altro che urlare per tutto il giorno così Amy, per evitare quelle pesti, cercava di passare meno tempo possibile in casa. Il suo posto preferito, dove restare in santa pace, era un piccolo parco giochi, l’unico della città, dove poteva leggere tranquillamente, senza nessuno che la disturbasse. I ragazzini che abitavano nel suo quartiere, infatti, sembrava fossero gli unici bambini della città e in giro non c’era mai anima viva, fatta eccezione per qualche vecchietta con le buste della spesa.

Quel giorno, un giorno qualsiasi, uno dei giorni tutti uguali che trascorrevano così lentamente che sembrava che qualcuno avesse fatto rallentare il tempo, Amy se ne stava seduta su un altalena, per terra, accanto a lei, una borsa azzurra e l’ennesimo libro letto durante quelle vacanze, forse il ventesimo, quando, con uno stridio, un gufo atterro accanto a lei. La ragazza prese la busta legata alla zampa dell’animale e come aveva immaginato e un po’ sperato non era dei suoi amici, non che un loro messaggio non le avrebbe fatto piacere, ma era la lettera di Hogwarts che aspettava da ormai quasi due mesi, e, se era arrivata, significava che non doveva mancare poi tanto al 1° Settembre. Un po’ più allegra, tornò a casa e accese la televisione per la prima volta dall’inizio della vacanza, se così si poteva veramente chiamarla, e dal telegiornale locale, mezz’ora di notizie sulla straordinaria produzione agricola di quell’estate, apprese che mancava solo una settimana all’inizio della scuola. Rincuorata, dopo che durante la cena i genitori le avevano annunciato che sarebbero partiti di lì a due giorni, salì nella sua camera e cominciò a fare le valigie. Quasi tre ore dopo il baule era ancora pieno solo a metà, era veramente faticoso fare tutto senza magia e dire che ormai era maggiorenne e le sarebbe bastato prendere la sua bacchetta e pronunciare un incantesimo, se non fosse stato che la sua bacchetta si trovava nel suo appartamento di Londra. Essendo ormai mezzanotte Amy decise di andare a letto e continuare il giorno successivo; si preparò e, mentre tirava giù le coperte del letto, un rumore richiamò la sua attenzione. Era come se qualcuno stesse tirando dei sassi contro i vetri della finestra. Si avvicinò e vide che a produrre quel ticchettio era il becco di un piccolo uccello che evidentemente cercava di richiamare la sua attenzione. Aprì la finestra e subito la bestiolina entrò e volò sul letto. Questa volta, invece, erano sicuramente notizie dei suoi amici, il minuscolo gufo, infatti, era Leotordo, l’animaletto di Ron. Amy prese la lettera che l’animale portava, ma aspettò un po’ prima di aprirla. Durante l’estate aveva scritto spesso ai suoi amici e loro le avevano sempre risposto dicendo che era tutto ok, che non vedevano l’ora di rivederla e che non facevano mai niente di che. Amy era convinta che quest’ultima affermazione non fosse del tutto vera, sicuramente dicevano così per non far capire che in realtà si divertivano anche senza di lei. Questo, pensò la ragazza, era assolutamente normale, erano in vacanza e passavano le giornate tra amici e capiva che non volevano darle un ulteriore dispiacere. Se solo i suoi l’avessero lasciata andare alla Tana! Avrebbe trascorso il suo tempo non sui libri, ma giocando a Quidditch con Harry, Ron e Ginny e a chiacchierare con la sua migliore amica Hermione. Alla fine Amy si decise ad aprire la lettera, una calligrafia storta e disordinata, senza dubbio quella di Ron.

Ciao Amy,
come va? Mi è molto dispiaciuto che tu non sia potuta venire a casa mia con gli altri quest’estate. Comunque questa mattina sono arrivate le lettere di Hogwarts e abbiamo deciso di andare a Diagon Alley Venerdì mattina, vieni con noi?
Aspettiamo tue notizie.
Ah dimenticavo, Hermione, Harry e Ginny ti salutano.
Ron

Non appena ebbe finito di leggere, Amy prese un foglio di pergamena dal fondo del suo baule, si sedette alla scrivania e scrisse un messaggio di risposta.

Certo che vango con voi! Non vedo l’ora di rivedervi. Non so come ho fatto a resistere in questo posto, ma per fortuna è finita, dopo domani, o meglio domani ormai visto che è mezzanotte passata, finalmente torno a casa. A venerdì allora. Alle 10 davanti alla Gringott. Un saluto a tutti.
Amy

Si alzò per legare la lettera alla zampetta di Leotordo che non aveva fatto altro che saltellare e strillare per tutto il tempo in attesa della risposta. L’animale volò via nella notte, Amy lo seguì con lo sguardo finché non diventò che un puntolino nella notte e poi venne inghiottito dal buio. Finalmente Amy andò a dormire, stanca ma felice sul serio per la prima volta in due mesi. La mattina dopo parlò di nuovo con i suoi genitori di Diagon Alley; questi le dissero che sarebbe dovuta andare da sola sia Venerdì che il primo Settembre poiché loro avevano un importantissimo incontro di lavoro. Amy risalì nella sua stanza e ricominciò a fare i bagagli. Mentre piegava i vestiti pensò alla sua famiglia. I suoi genitori non le facevano mai mancare niente, o, per precisione, niente che potesse essere comprato. Tuttavia erano dei genitori assenti e, a volte, sembravano quasi indifferenti ad Amy. Per esempio, si erano presi una pausa di due mesi dal lavoro, ma non potevano prendere un permesso per un giorno per andare a salutarla alla stazione il primo Settembre? Ormai, tuttavia, c’era abituata, i suoi lavoravano per un’importante azienda di Londra ed erano sempre via per affari. Vergognandosi un po’, provò una fitta di gelosia per Ron e Ginny che avevano una mamma semplicemente fantastica, ma pensò anche a Harry che aveva pochissimi ricordi dei suoi genitori, morti quando lui aveva appena un anno. Scacciò questi pensieri e finì di fare le valigie. L’indomani, Amy e i suoi genitori, partirono presto e intorno alle 10, dopo poco più di un’ora di volo, erano già a casa. Alle 11.30 i suoi genitori erano di nuovo in viaggio per una conferenza. Le avevano lasciato un bel po’ di denaro per le spese scolastiche e l’avevano lasciata con un semplice
– Ciao tesoro – anche se si sarebbero rivisti solo a Natale. Appena se ne furono andati cominciò a sistemare i bagagli, ma non a disfarli, si limitò a cambiare i vestiti estivi con le uniformi di Hogwarts e qualche vestito più pesante, Venerdì poi avrebbe aggiunto i nuovi libri di testo e tutto il resto. Dopo aver pranzato decise di fare una passeggiata. Camminò per più di un’ora e alla fine, quasi senza volendo, si ritrovò davanti alla “Testa di Porco”. Decise di entrare e prendendo posto in un piccolo tavolino in un angolo si sentì veramente a casa, anche se il posto non era un granché, si sentiva a suo agio, circondata da maghi e streghe. Ordinò una burrobirra e cominciò a leggere “La Gazzetta del profeta”, che aveva trovato già sul tavolo.
Dopo circa un quarto d’ora, entrarono due ragazzi.
- Ciao Amy -
- Ciao Dean, Seamus –
Dean e Seamus erano due compagni, del suo anno, del Grifondoro.
- Come va? – disse Dean
- Tutto bene. Andate a Diagon Alley? –
- Si – rispose Seamus – Tu invece? Hai già comprato tutto? –
- No, vado domani con Ron, Hermione e Harry e Ginny –
Ai nomi Harry e Ginny, Dean aveva fatto una faccia strana, Ginny era stata la sua ragazza, ma parve riprendersi subito e domando – Allora come mai sei qui? –
- Così, facevo un giro, abito qua vicino -
- Ah ecco –
- Bhè allora noi andiamo. Ci vediamo Lunedì sul treno – fece Seamus
- Ciao – aggiunse Dean
- Ciao –
I due ragazzi si avviarono verso il fondo del locale e sparirono dietro ad una porta, dove Amy sapeva che si trovava l’ingresso di Diagon Alley. Avrebbe voluto seguirli, ma non lo fece, convinta che senza Hermione, che le ricordava dei libri e degli ingredienti per le pozioni, avrebbe spesso tutti i soldi per comprare un cappello intarsiato di diamanti o qualcosa del genere. Decise allora di tornare a casa e subito dopo aver cenato andò a letto non vedendo l’ora che fosse domani.