00 01/08/2008 17:36
Di Claudio Fracassi

Non lasciatevi ingannare dal titolo. Quei briganti di cui parla, in realtà sono eroi. Giovanissimi. La «meglio gioventù» di quegli anni febbrili ed esagerati che furono gli anni del Risorgimento italiano. Mentre Giuseppe Mazzini, il pericoloso sovversivo ricercato dalle polizie di mezza Europa, governava al Quirinale e Giuseppe Garibaldi comandava un pittoresco ma disciplinato esercito di volontari, centinaia di ragazzi e ragazze arrivarono da tutta Italia e dalle principali capitali europee per difendere Roma dall’attacco straniero, combattendo in nome della patria e della libertà. Furono vinti dalle cannonate dei francesi, corsi in aiuto del papa. Ma quei «giovani briganti» scrissero una meravigliosa pagina di storia. Il 9 febbraio 1849, fu proclamata la Repubblica romana, che praticava il suffragio universale, promulgava leggi di grande valore sociale e preparava, attraverso aspri dibattiti parlamentari, una Costituzione fortemente innovativa. Che aboliva la pena di morte, separava lo Stato dalla Chiesa, dava la libertà agli ebrei rinchiusi nel ghetto, affermava il diritto all’insegnamento e l’inviolabilità del domicilio.
Con uno stile narrativo incalzante, fresco, televisivo, Claudio Fracassi riporta in vita le speranze, le paure e i sogni di quei giovani scellerati che in 150 giorni consumarono la loro avventura: gloriosa, commovente, pazzesca, futile. (g.v.)







Chi non conosce la storia è costretto a riviverla.
"Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare" (Friedrich von Schiller)