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parziale stop alla globalizzazione

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    vinkor
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    00 30/07/2008 20:12
    è pericoloso dipendere dal cibo e prodotti industriali d'importazione?

    www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/negoziati-wto/guerra-cibo/guerra...

    il fallimento dei negoziati di Doha sanciscono una frenata alla globalizzazione
    sostanzialmente è stato un braccio di ferro tra USA-Europa e Cinindia per i dazi sui prodotti agricoli ed industriali

    in cambio di un abbassamento dei dazi sui prodotti industriali da parte di Cinindia che interessa agli USA ed Europa per esportare nei paesi emergenti, questi pretendono che USA ed Europa non aiutino i loro produttori agricoli in modo che i paesi emergenti possano esportare cibo nei paesi ricchi

    per il resto i dazi medi sono appena del 7%, ma ci sono punte protettive di Cinindia del 20% sui prodotti industriali

    la grande vittima di questo fallimento di accordi è l'Africa che non riuscirà ad esportare i suoi prodotti agricoli

    dato l'aumento del prezzo dei prodotti agricoli e l'aumento del costo del petrolio,
    ci si chiede se questa globalizzazione sia ancora conveniente e non invece pericolosa

    e non solo per il cibo d'importazione (enti governativi italiani hanno già lanciato l'allarme sulla scarsità delle riserve immagazzinate di cereali essenziali come il frumento) ma anche per i prodotti industriali che possono diventare troppo cari per l'aumentato costo del trasporto dovuto alla lievitazione del prezzo del petrolio

    sicuramente la globalizzazione è inarrestabile, ma può produrre grossi problemi a paesi come il nostro che rinunciassero alla produzione agricola o industriale di certi settori

    inoltre pavento una grossa crisi nel settore auto europeo ed americano con l'arrivo da Cinindia e non solo (vedi Logan romena) di auto a basso prezzo che entrano facilmente con l'eliminazione quasi totale dei dazi
    da noi la FIAT rischierebbe il fallimento appena evitato
    salterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro con l'indotto e perderemmo l'ultima multinazionale rimastaci (oltre alle Generali e Unicredit Group di un altro settore)

    io stesso che sono in procinto di cambiar auto e attualmente mi trovo con pochi soldi per averli investiti nelle mie case, ho fatto un pensierino sulla Logan dopo aver coltivato l'idea di una Fiat 500 o Panda
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    vinkor
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    00 30/07/2008 20:14
    effetti positivi e negativi della globalizzazione
    - la globalizzazione ha facilitato il commercio internazionale eliminando i dazi e rendendo possibile ai consumatori l'acquisto dei beni più convenienti sul mercato mondiale
    - ha favorito i paesi poveri con la delocalizzazione delle industrie e quindi la creazione di posti di lavoro in quei paesi, portandoli via ai paesi di origine
    - ma la presenza di aiuti statali (statunitensi ed europei) ai propri agricoltori non ha favorito le esportazioni agricole dei paesi più poveri, in primis quelli africani che uscirebbero dalla miseria se questi aiuti fossero cancellati
    - c'è però da chiedersi se non sia pericoloso per un paese non produrre alimenti perchè in caso di emergenza, forte aumento dei prezzi, impazzimenti del clima, rivoluzioni, ecc.. i paesi potrebbero rimanere senza cibo!
    - parimenti aver delocalizzato tutta l'industria potrebbe costituire un pericolo per l'aumento del costo del trasporto e per le altre ragioni addotte per gli alimenti

    insomma a mio parere ogni paese dovrebbe mantenere all'interno le produzioni di base e strategiche per non dover dipendere da altri in caso di emergenza e subire rischi pesanti

    per il resto che dire? la globalizzazione porta anche alla sparizione delle tradizioni e dei costumi perchè le multinazionali preferiscono un cittadino unico che consumi un prodotto unico (non c'è bisogno della costosa differenziazione dei prodotti)

    oramai è tardi per invertire una tendenza già avviata prepotentemente

    tempo addietro partecipai ad una conferenza in cui si parlava del futuro del pianeta
    ebbene venne fuori che:
    - la Cina sarà la fabbrica del pianeta
    - l'india sarà l'ufficio
    - gli USA saranno il laboratorio di ricerca e la fabbrica d'armi
    - il Sudamerica sarà la campagna coi prodotti agricoli
    - l'Africa rimarrà una tragedia unica
    - l'Europa un continente di pensionati rincoglioniti (non sono d'accordo perchè con l'arrivo dei giovani extracomunitari l'età media sta scendendo di brutto)

    penso che la legge della domanda e dell'offerta riuscirà ad equilibrare il pianeta ma ci vorranno ancora molti decenni
    il problema principale è l'aumento della popolazione e del giusto benessere che arriva anche al terzo mondo ma che porta al rialzo dei prezzi, alla carenza dei beni ed all'inquinamento globale

    quando ero giovane io (40 anni fa) già si discutevano questi problemi e ricordo che il MIT di Boston fece uno studio serio secondo il quale, in ogni caso, saremmo arrivati al disastro in pochi decenni
    ora i nodi vengono al pettine e spero che si riesca ad invertire la tendenza
    si tratta di consumare tutti di meno e quindi di inquinare di meno, migliorando la distribuzione delle risorse in modo più equo

    ma vai a dire ad uno statunitense (5% della popolazione) che debba consumare meno del 30% attuale e poi convincere Cina ed India a non imboccare la strada del consumismo
    infatti questi tre paesi decideranno le sorti del pianeta in base alle decisioni che sapranno prendere al riguardo
    per il momento stanno andando tutti nella direzione sbagliata in modo molto preoccupante

    ci siamo persi una grande occasione con Al Gore che se fosse stato eletto presidente come meritava, avrebbe invertito la politica economica statunitense

    Cina ed India sono lanciate al consumismo, però si stan rendendo conto che rischiano pure loro
    basta guardare il cielo sopra Pechino!