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25/03/2003



Ci sono persone che sono condannate ad amare. Il problema è che queste persone amano così tanto che nessuno riesce ad amarle. Nessuno capisce quanto amore hanno dentro. Nessuno sente la forza del loro amore. E’ una cosa sconosciuta per gli altri, tale parola. E se qualcuno, anche solo in piccola parte, percepisce la natura di quel sentimento, solo la paura può scaturire come risposta. Solo la paura. O l’ignoranza. In fondo, che differenza c’è?

Ci sono persone che sono condannate a soffrire. Perché sanno amare. E nessuno li sa amare. Forse è un equilibrio, una faccenda creata dalla Natura per non far dissolvere il mondo e lasciarlo trasformare in un mucchietto di sabbia senza valore. Sono persone che amano così tanto da bastare per tante altre, vuote e senza vero amore. Li compensano, li aiutano, li equilibrano, li riempiono, li salvano. A costo di perdere se stessi. Fino a perdere la propria anima che brucia maledetta di agonia e di dolore. A costo di crepare di desiderio e d’amore; fino a soffrire una vita intera per una carezza che non arriverà mai.. Perdendosi nell’ipocrisia che quella persona, la amata, sia felice, anche con un’altra persona. Ipocrisia, magra consolazione frutto di un’auto-flagellazione, una sorta di calma vuota nata dal piacere masochistico del soffrire per amore.

Ci sono persone che vorrebbero urlare “ti amerò per sempre”, ma hanno così tanta voce dentro che tacciono per sempre.

Persone che sanno che sono nate per amare, che tutto ciò che li ha portate fino qui è solo frutto dell’amore che si portano dentro, come un maledetto peso, una sofferenza infinita che avrà fine solo quando l’ultima candela perderà la sua luce, che solo la speranza di non amare più tiene in vita.

Ci sono persone che non riescono a fingere. Non ci riescono. Non crescono, non lasciano inquinare il loro cuore. La loro natura li condanna a questa sofferenza. Nulla possono e nulla potranno. Se non attendere che il loro cuore si spegnerà e non li farà soffrire mai più.

Ci sono persone che vorrebbero lasciare tutto e correre da chi amano. Ma hanno talmente tanta energia dentro che non possono farlo, perché tutta la loro compassione non permette loro di imporre il proprio amore.

Ci sono persone che ingoiano il dolore al punto di non avere più fame di altro se non d’amore. E si lasciano morire. E lasciano il loro corpo al sogno di perdersi nel proprio amore. Così grande, così lontano ed irraggiungibile. Così maledettamente doloroso e mortale.

E le urla, il dolore, le notti passate in ginocchio a piangere, davanti ad un dio che non sa amare, davanti quella maledetta idea che quella persona arrivi, così, di colpo, a spezzare per sempre quell’incubo con un abbraccio forte forte, sono solo un piccolo dolore rispetto ad una vita intera di queste persone condannate ad amare. L’illusione, quel sottile filo di speranza, inventato da quel dio sadico, è l’unico sistema per flagellare ancora ed ancora ed ancora il cuore che piange, senza vera soluzione, per lei.