L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Il falcetto e la falce

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    Elke
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    Anziana dell'Isola
    00 18/07/2008 22:52
    Sono strumenti che mi hanno sempre affascinato, che per me sono sempre stati un po' permeati di mistero, come i vecchi attrezzi che si possono trovare nelle case di campagna abbandonate: sono lì da chissà quanto tempo, chissà che storie hanno avuto, cosa hanno visto, in che maniera si sono consumati ecc.
    (Sì va beh, poi c'è anche il fatto che una delle guerriere Sailor ha la "Falce del Destino" e che io a 10 anni ero una fan accanita di Sailor Monn.

    Comunque, il falcetto è uno strumento vecchissimisshimo: la madre terra, Gaia, lo donò al figlio Kronos per evirare il padre e liberarsi della tirannia che le imponeva; era uno strumento di ossidiana o di pietra, non di metallo
    L'equivalente latino di Kronos, Saturno, era originariamente una divinità agricola (il suo nome deriverebbe dal verbo latino seminare se non ricordo male)che si dice regnò durante l'Età dell'Oro.
    Un falcetto lo usavano i druidi per recidere i rami del vischio, il figlio del fulmine, la pianta forse più vicina simbolicamente al cielo dove gli dèi hanno dimora; per secoli e secoli lo si è utilizzato per tagliare le spighe mature, e compiere così il sacrificio dello Spirito del grano, che lo si immaginasse maschile o femminile. Lo sento come uno strumento fortemente legato ai cereali quindi, fonte principale di sostentamento nei tempi passati, e al sole, che con il grano condivide la natura "dorata"; non per niente infatti il falcetto dei druidi era dorato (non penso fosse tutto d'oro, e penso di averlo anche letto da qualche parte, perchè l'oro si piega facilmente).
    Alcuni lo associano alla luna, per la sua forma a spicchio, così come anche la falce.
    In un poema norreno c'è un episodio molto curioso: Odhinn è in viaggio alla ricerda dell'idromele che dona l'ispirazione poetica, ed arriva in un campo dove 9 servi stanno tagliando del fieno, e chiede loro se vogliono che affili le loro falci. Questi acconsentono ed Odhinn tira fuori la cote e affila tutte le lame in maniera così perfetta che i servi gli chiedono di vendere la pietra per affilare; lui pone un prezzo molto alto ma tutti sono disposti a pagare, così tira la cote in aria e tutti saltano per prenderla, ma nella foga si tagliano la gola l'un l'altro con la falce (sì lo so, la mitologia norrena è un po' violenta.)
    Strumenti di sacrificio dunque, ma utili per la sopravvivenza degli uomini...
    Cosa percepite voi? Come lo sentite, quali tradizioni conoscete a riguardo?


    ...per lasciare agli esseri umani la scelta di scomparire nel tempo dell'eternità o vivere nell'eternità del tempo.

    Haria

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    Morgana_LaFata
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    00 21/07/2008 21:05
    Che gioia parlarvi del "falcet"...è così che lo chiammiamo noi che veniamo dalle montagne [SM=g27822] ...non è una falce piccola come quella druidica bensì grande e pesantissima...

    Nelle montagne friulane delle mie radici il "falcet" è uno strumento che ancora oggi è indispensabile, conservato gelosissimamente e tenuto attentamente alla larga da mani inesperte poichè è estremamente pesante, pericoloso ed affilato...Presente in ogni casa e fattoria viene usato per falciare i prati e raccogliere il fieno, un lavoro sfiancante ma che lascia una strana energia addosso [SM=g27823] Mi hanno isegnato da poco ad utilizzarlo, da noi è tradizionalmente associato alla luna perchè si crede che esso, necessario a compiere tutti quei lavori rigurdanti la terra e la coltivazione, possa richiamare con la sua forma le energie lunari tanto importanti e ben conosciute dai contadini...Anche la sua pericolosità è a volte "esagerata" per intimorire i bambini e i ragazzi più giovani, lo si ammanta di un aura "sacra", si pensa infatti che i ragazzi potranno acquisire l' abilità necessaria a maneggiarlo solo quando avranno dimostrato l'interesse e la maturità per apprendere i segreti della coltivazione e della raccolta...

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    fairygoldmoon
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    Fanciulla dell'Isola
    00 22/07/2008 09:18
    Non lo conoscevo, il falcetto, fino a che non sono venuta a vivere qui in montagna, dove c'erano vecchi attrezzi di mio nonno. Rimasi affascinata dalla forma e dall'uso che mia madre mi narrava se ne faceva, dal momento che mi sembrava complicato tagliare a quel modo l'erba o il grano. Mi parlava poi della falce mia nonna materna, che ricordava i suoi giorni di fatica assieme al marito sui campi che coltivavano, sui prati.
    Lo vedo come strumento rituale, il falcetto, e non solo richiamo a quello dei druidi, ma per come obbliga a lavorare piegati verso la terra, in un atteggiamento di ringraziamento e di sottomissione alla Madre Terra.



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    Artemisianelbosco
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    Guardiana
    Madre dell'Isola
    00 23/07/2008 17:49
    Piccolo inciso: io non credo (e non sono la sola), che la Terra chieda a nessuno di sottomettersi o inginocchiarsi, ma semplicemente di portare rispetto.

    Quanto al falcetto, mi ha sempre tanto affascinato. Nelle mie estati dai nonni nel bellunese, ricordo bene i falciatori intenti a fare il fieno sotto al sole rovente, ed è vero: un alone di mistero, fatica, sudore e silenzio circondava quegli uomini chini e ripetitivi, nei gesti, nei visi, nella postura.
    Uso abitualmente un piccolo falcetto con l'impugnatura di legno rosso, per raccogliere l'erba per i conigli, le mie officinali nei boschi, le aromatiche in giardino. E' piccolino, ma mi piace tanto. L'ho comprato tanti anni fa, insieme ad una cote grigia, e devo direi che non c'è null di più comodo, utile e 'mistico' per lo scopo che ha. Inutile citare di nuovo il legame che questo oggetto ha con la Luna nel nostro immaginario. La sua forma, il suo risplendere alla luce, il suo utilizzo nei campi.. proprio come la Luna..


    la zia Artemisia






    Quando le Donne non parlano,
    la voce della Donna Selvaggia si tace.
    E tace il naturale e il selvaggio nel mondo.
    Tacciono i canti e le danze e le creazioni.
    Tacciono l'amore, e le voci della consapevolezza.
    CPEstes
    )O(
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    fairygoldmoon
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    Fanciulla dell'Isola
    00 24/07/2008 08:46
    Ne sono convinta anch'io, cara Artemisia... la mia era una impressione di un gesto voluto dall'essere umano consapevole del dono, al limite, non una richiesta della Terra! [SM=g27822]


    Le statue splendenti d'oro e d'avorio non suscitano in noi maggior venerazione dei boschi sacri e del loro stesso silenzio.

    -- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XII --
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    Eilan72
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    Guardiana
    Fanciulla dell'Isola
    00 25/07/2008 20:55
    Da piccola ero affascinata dal movimento della falce.
    Un simpatico signore veniva a tagliare il prato del nostro vicino di casa, un grande prato rallegrato da alcuni alberi da frutta, dove l'erba cresceva fino ad arrivarmi in vita e dove (per la gioia del vicino [SM=g27827] ) adoravo correre; quando veniva a falciarla, la vedevi crollare inesorabilmente a terra, lasciando un morbido tappeto di steli coricati.
    Ricordo la felicità quando mi ha fatto provare ad usarla e, con molta apprensione, ha guidato i miei movimenti per impedirmi di farmi del male; per tagliare l'erba bisogna far oscillare la falce, come per cullare un bambino, lo trovo molto rasserenante... quasi ipnotico.
    Quanto vorrei poterlo fare ancora!


    Come la mela dolce rosseggia sull'alto del ramo,
    alta sul ramo più alto: la scordarono i coglitori.
    No, certo non la scordarono: non poterono raggiungerla.

    ... Saffo ...

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    Elke
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    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 31/07/2008 04:37
    Durante il mio soggiorno sul lago ho avuto l'occasione di falciare un po' d'erba ed ho pensato che in effeti, come ricordato anche da voi, è un lavoro ritmato, faticoso anche, che ti assorbe. Un po' come può essere il tessere (anche se in questo devi a volte tenere il conto dei fili ecc.) od attività simili che occupano le mani e la parte più superficiale della mente per far così emergere i profondi pensieri ed uno strano stato di sospensione.

    Il falcetto come la luna che cala, che sacrifica le spighe per la vita dell'uomo, come la Luna sembra sacrificare ogni mese sè stessa per rinascere a nuova vita; in questo caso a me viene ovvio associare le varie Dee, come Inanna (parte luminosa con Ereskigal parte buia), che per loro propria volontà accedono alla morte e la superano, per tornare sulla terra più luminose che mai. Se dunque ciò che compie il sacrificio(l'uomo / Ereskigal) e ciò che muore e rinasce è la stessa cosa (il grano / Inanna) è ovvia allora l'associazione fra tutti gli Spiriti/ Divinità (maschili e femminili - od androgini -) ed il grano; come anche con i vari Re Sacri che d'estate cadono come l'erba falciata o perdono il loro potere.

    Il pane che si ricavera dal grano, andrà ad alimentare altri uomini, così la falce non sarà mai ferma ed il ciclo agricolo continuerà...mi chiedo come fosse invece per quei raccoglitori/cacciatori paleolitici che non avevano ancora messo in atto l'agricoltura; allora il modo di pensare alla vita ed alla divinità doveva essere profondamente diverso..

    E' molto interessante ciò che hai scritto, Morgana, riguardo alla consuetudine di lasciar maneggiare la falce solo agli "uomini" e non ai bambini. In effetti per loro sarebbe difficile maneggiarla, ma potrebbe anche essere interpretato come un'antico retaggio, secondo il quale forse i bimbi devono stare lontani da quest'attrezzo per non incorrere nel sacrificio...

    E' splendido notare come la vita nutra la vita, e come la morte in realtà sia solo un passaggio di stato, un cambiamento fra i tanti che gli Esseri viventi devono attraversare.
    [SM=g27838]


    ...per lasciare agli esseri umani la scelta di scomparire nel tempo dell'eternità o vivere nell'eternità del tempo.

    Haria

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    Morgana_LaFata
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    Apprendista
    00 01/09/2008 18:00
    La tua ultima frase cara Elke non potrebbe essere più vera...il falcetto è comunque molto diverso dalla falce, che io a stento maneggio poichè alta e pesantissima...eppure la forza fisica non aiuta, saper maneggiare questi attrezzi è proprio un'arte...intelletto e abilità.