In questa legislatura non ci sono i tempi. Per quelle norme i pompieri scioperarono
Ieri la decisione dei capigruppo: «Tutto rimandato alla prossima legislatura»
LUCA PETERMAIER
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TRENTO. Su questa riforma si sono scatenate polemiche, lanciate accuse e proclamati scioperi. Tutto per niente. Il disegno di legge che doveva dare un nuovo assetto alla protezione civile trentina non si farà. Almeno in questa legislatura. Lo ha deciso ieri la riunione dei capi gruppo convocata dal presidente del consiglio provinciale Pallaoro. Il motivo? Banale: manca il tempo. O meglio, i tempi (stretti) ci sarebbero anche, ma costringerebbero la commissione a lavorare anche in pieno agosto: meglio rimandare.
La riforma tanto caldeggiata dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai tocca da vicino soprattutto il ruolo dei vigili del fuoco permanenti che nelle intenzioni della giunta provinciale diventeranno in futuro un corpo di super specialisti, chiamati ad intervenire solo in casi di estrema gravità. Tutto il resto, incendi boschivi, ricerche persone, roghi di sterpaglie, aperture porte, insomma quelli che vengono definiti come “soccorsi ordinari” verranno gestiti dai vigili del fuoco volontari, che in Trentino sono rappresentati da 239 corpi: in media più di un corpo per Comune, un esercito di «appassionati», non pagati e mossi da grande generosità che rappresenta un orgoglio per la Provincia.
Da mesi il Corpo permanente lamenta di aver chiesto invano chiarimenti alla giunta sul nuovo ruolo dei pompieri di Trento dentro il nuovo quadro di riforma, nel tentativo di capire i confini di intervento propri e dei volontari. Loro, i vigili del fuoco permanenti, non hanno accettato il silenzio proveniente da piazza Dante sui contenuti della riforma e così, nei mesi scorsi, si sono spinti fino a proclamare quattro giorni di sciopero, una decisione senza precedenti in Trentino.
Di fronte alle polemiche il presidente Dellai non è indietreggiato neanche di un millimetro e infatti sembrava ormai certo che la riforma - benché cadesse come calendario verso fine legislatura - sarebbe stata approvata. E invece qualche inghippo in commissione ne ha bloccato l’iter fino a convincere i capigruppo che, forse, era meglio rinviare alla prossima legislatura.
La terza commissione avrebbe dovuto concludere la discussione sulla riforma il primo luglio, poi il passaggio in aula sarebbe dovuto avvenire il 22 luglio. Condizionali d’obbligo, visto che - a causa delle lungaggini del Pup - il calendario è saltato. Arrivati a questo punto, per approvare le nuove norme, la commissione e il consiglio dovrebbero mettersi al lavoro anche in agosto inoltrato. I capigruppo non se la sono sentita di chiedere un simile sforzo ai colleghi e dunque tutto è stata rimandato alla prossima legislatura. E se poi vince il centro destra? Chissà.
Rino Visintainer, funzionario del corpo dei pompieri permanenti, non gioisce ma non ne fa nemmeno un dramma: «Che ci sia bisogno di riformare il sistema questo è certo - spiega - ma sull’attuale progetto non posso dare giudizi visto che nessuno ci ha ancora sottoposto il testo ufficiale. Se sono contento che tutto sia slittato? Forse sarà l’occasione per ridiscutere meglio alcune parti del testo, il tempo aiuta».
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Cappelletti: «Sono deluso, ci avevo lavorato sei anni»
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TRENTO. «Nella politica italiana chi viene dopo butta tutto a mare. Speriamo che in questo caso non sia così». E’ di incredulità e quasi un po’ di rabbia la reazione del presidente dei corpi dei vigili del fuoco volontari trentini Sergio Cappelletti alla notizia del rinvio - a data da destinarsi - della tanto discussa riforma della protezione civile.
A quelle norme lui, Cappelletti, ha lavorato quasi sei anni. «Sono stati anni di incontri, discussioni anche notturne, sforzi fatti per mettere assieme una riforma di cui il trentino ha assoluto bisogno. Scoprire che in questa legislatura non si farà nulla perché non ci sono i tempi è un po’ avvilente».
Cappelletti rappresenta i 239 corpi di volontari del Trentino, una marea di persone a cui la riforma delegava gran parte dei normali interventi a cui sono chiamata i pompieri, limitando l’opera dei permanenti di Trento ai soli casi in cui è richiesta una particolare specializzazione tecnica: «Dico solo che io e i volontari credevamo e crediamo molto in questa riforma. Forse è perfettibile, ma credo sia una buona legge e considero un errore non aver trovato il tempo per approvarla. Il timore, a questo punto, è che alla prossima legislatura si verifichino altri slittamenti o che la prossima maggioranza non la consideri più una priorità: credo sarebbe un errore».
Articolo tratto dalla Cronaca di Trento e provincia - pagina 16 - del quotidiano TRENTINO di VENERDÌ, 11 LUGLIO 2008
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