00 30/06/2008 14:40
Mezzo milione i giovanissimi a rischio
Il diabete non conosce confini. Ora la malattia di tipo 2, quella che fino ad ora era considerata tipica degli adulti, dilaga in età sempre inferiori. Questa forma della malattia, che di solito insorge dopo i 40 anni di età, si presenta sempre più spesso con venti, se non trenta, anni di anticipo. In Italia i soggetti a rischio sono oltre mezzo milione

L'allarme arriva dal 22esimo Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia, in cui emerge con chiarezza che l’epidemia di casi tra giovani e giovanissimi, che fino a poco tempo fa sembrava un problema tipico degli Stati Uniti e limitato a questo Paese, in realtà è sbarcato anche in Europa e quindi anche in Italia. Così, sempre più spesso i ragazzini si trovano alle prese con alle prese con glicemia, insulina e diete già dai banchi del liceo. Grande imputato è lo stile di vita scorretto, la mancanza di attività fisica e l’alimentazione inadeguata.

Secondo uno studio presentato al congresso della Sid, condotto da ricercatori dell'università di Catania su 102 giovanissimi fra gli 8 e i 18 anni, il 15% dei sovrappeso ha una glicemia a rischio, ossia si trova in condizioni di pre-diabete. I giovanissimi in formato “oversize” hanno valori di insulinemia del 45% più elevati rispetto ai loro coetanei di peso normale. Ma non solo. I ragazzini sovrappeso hanno anche la pressione più alta del normale e i trigliceridi del 42% più elevati rispetto ai coetanei in regola con le indicazioni della bilancia.

Lucia Frittitta, coordinatrice dello studio e responsabile dell'Unità di obesità dell'ospedale Garibaldi dell'università di Catania spiega che i bambini in sovrappeso fanno registrare un aumento dello spessore delle carotidi dell'11% rispetto alla norma e una riduzione di quasi quattro volte dell'elasticità dei vasi. “In pratica, sottolinea la specialista, "è come se il sistema circolatorio di questi bimbi avesse 10 o 20 anni di più della loro vera età. E' possibile immaginare che in assenza di un adeguato intervento, la generazione dei nostri figli avrà una aspettativa di vita media inferiore a quella attuale".