L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Le Tre Leggi del Cammino

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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 30/06/2008 03:12

    Anche se questa discussione potrebbe ricordare le Tre Vie del Graal, è comunque molto diversa, sebbene sempre di tre "Cammini" si parli.
    Queste tre Vie sono esposte splendidamente nel testo di Davide Melzi, "Ipotesi sulla Guarigione", e riguarderebbero tutti coloro che vivono sulla Terra... ognuno dei quali sceglie consciamente od inconsciamente (o crede di non scegliere nulla) una di queste tre Leggi, sulla quale basa la propria vita, sia essa utile od inutile.
    Vi riporto il pezzo....

    "Secondo varie tradizioni antiche, l'umanità non soggiacerebbe sempre agli stessi tipi di legge. Ogni individuo, a seconda delle sue scelte e del suo destino, potrebbe seguire quelle che potremmo definire legge del "caso", legge del "destino", legge della "volontà".
    Quest'ultimo tipo sarebbe di gran lunga il più raro, dato che riguarderebbe solo quei pochissimi individui che, avendo di fatto superato la condizione umana, possederebbero a pieno diritto una volontà reale ed effettiva, con la quale potrebbero influenzare lucidamente e coscientemente la corrente degli avvenimenti, rispetto alla quale essi sarebbero ormai esterni e superiori.
    La legge del destino sarebbe invece quella che conduce l'esistenza di quanti, pur non avendo ancora raggiunto il ricongiungimento con la loro essenza profonda, avessero perlomeno preso coscienza della necessità di intraprendere un cammino indirizzato a tale meta; nei loro confronti, dunque, si potrebbe supporre che la sfera del mondo sottile nutra ancora un certo interesse; ciò non implicherebbe che essi siano destinati ad un'esistenza facile e gradevole; anzi forse proprio il prendere in considerazione un significato superiore per la propria vita, potrebbe condurli a prove, cimenti e lotte interiori ed esteriori molto più duri ed impegnativi di quelli dell'uomo comune.
    In ogni caso si potrebbe dire che esista ancora per loro una "fortuna" che li conduce, e quindi tutto ciò che a loro capita sarebbe inserito in un "disegno" fatale, anche se magari l'individuo in questione non ne avesse piena consapevolezza.
    Ma in questa epoca, in cui, secondo le previsioni dei popoli arcaici, molta gente sarebbe ormai abbandonata dalle forze sottili, e nessuna Dea tesserebbe più per loro, come ritenevano gli antichi, le sorti della fortuna, la maggioranza degli individui potrebbero seguire il terzo tipo di regola, la legge del caso. La loro esistenza potrebbe anche non avere alcun senso nè valore profondo.
    Si potrebbe congetturare che per questa umanità snaturata le terapie naturali, ed un ipotetico tentativo di guarigione magica, non avrebbero alcuna efficacia; (...)"

    tratto da "Ipotesi sulla Guarigione", di Davide Melzi. Edizioni della Terra di Mezzo

    In seguito l'autore paragona queste tre vie ai tre Regni ultraterreni della dottrina medievale, descritti poeticamente da Dante ne La Divina Commedia, seppur tali tre Regni debbano essere intesi in modo "universale" e privati di tutte le connotazioni cristiane.
    Quindi la regola del caso sarebbe associata all'Inferno, la regola del Destino al Purgatorio, nel quale si lotta per un'ascesa ai Regni superiori del Paradiso, al quale forse apparterebbero coloro che hanno fatta propria la regola della volontà.




    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    "Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
    Lord Dunsany

    Il Tempio della Ninfa

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    007arcobaleno
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    Fanciulla dell'Isola
    00 12/07/2008 15:59

    Molto interessante! Un Maestro che ho frequentato alcuni anni fa proponeva esattamente questo insegnamento, aveva scritto anche un libro intitolato "gli uomini del destino"

    Spesso nello sciamanesimo, come anche nel taoismo o nella "quarta via" di Gurdjief si parla di "livelli energetici",
    in sostanza, se ho intuito correttamente, si dice che più il nostro livello energetico è alto, come quantità ma soprattutto come qualità di energia, e più noi ci avviciniamo al nostro centro, che è l' Origine, ciò che appunto da origine ad ogni potere creativo.
    La possibilità di influenzare o meno gli eventi quindi dipenderebbe da questo.

    Castaneda diceva: "alla fine è tutto solo una questione di impeccabilità, energia",
    l' impeccabilità infatti viene intesa come quel comportamento, (diverso per ognuno), che ci porta a raffinare la nostra energia.

    In tutta questa faccenda però, e in particolare nella possibilità di "creare il nostro destino", c'è un particolare sul quale ultimamente sto riflettendo moltissimo.
    Quando dico "io creo" chi sta parlando? Il mio ego, la mia anima o il mio spirito?

    Mi sono posto questa domanda perchè a volte mi è capitato di raggiungere un certo potere sugli eventi, e poi , dopo essermi montato un po' la testa, ho sbattuto il naso contro il muro.

    Nei testi di castaneda si parla di alcuni sciamani di livello altissimo i quali potevano fare qualsiasi cosa,
    materializzare oggetti e creare eventi di ogni tipo, eppure "di per se stessi non facevano nulla".

    Il punto è che il potere più è elevato e più "non è nostro",
    vi siete mai chiesti chi ci ha dato la vita?

    Se ci illudiamo di poter usare la bacchetta magica per soddisfare il nostro ego rischiamo veramente di prendere un granchio.
    Quando il nostro livello energetico si alza si sente di più la "connessione" tra il nostro Centro e tutto ciò che lo circonda, o per usare una parola sola con la Madre.
    Questi sciamani quindi non "sceglievano" cosa fare bensi "sentivano cosa fare".
    è come se la Madre concedesse loro certi poteri soltanto perchè sentivano chiara e forte la sua voce, al punto che essi non agivano più in funzione dell' ego, cioè della separazione, ma in funzione dell' Unità.

    Credo quindi che sia giusto lavorare per raggiungere la padronanza di sè stessi e del nostro destino, ma che nel fare questo potremmo scoprire che il vero potere è assai diverso da come spesso lo immaginiamo.






    Sforzati sempre e in tutto di ottenere allo stesso tempo l' utile per gli altri e il dilettevole per te.

    Mullah Nassr Eddin

    (incontri con uomini straordinari)

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    Tana81
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    00 04/09/2008 14:14
    Sempre in ritardo arrivo... scusate io so poco di questo argomento, ma mi pare di avere capito che in un certo senso il livello energetico è il mezzo per il quale ognuno di noi percore uno di quei tre cammini "caso" "destino" e "volontà". Detto questo potrebbe venirmi spontaneo dire che chi cammina secondo la legge del caso è praticamente condannato a continuare su quel cammino (anche il riferimento a un eventuale paragone con l'inferno ci sta bene, infatti da li non si avanza al livello successivo); mentre chi segue il cammino del "destino" ha sicuramente ricevuto (per bontà della Natura ?) un bagaglio di energie più sottili che lo rendono consapevole, almeno in parte, di un progetto e di una meta ben precisi. Quest'ultimo a differenza del primo, avendo coscenza, potrebbe decidere di passare al cammino secondo la legge della "volontà" allenando le proprie energie e sensibilizzandole con discipline antiche, le stesse praticate ad esempio dagli sciamani... ho capito bene?
    Appena ho tempo vedo se trovo qualcosa riguardo a questa sorta di "allenamenti"... sempre e solo se ho afferrato il concetto... [SM=g27835] [SM=g27835] [SM=g27835]
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    007arcobaleno
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    Fanciulla dell'Isola
    00 28/09/2008 16:34

    scusate io so poco di questo argomento, ma mi pare di avere capito che in un certo senso il livello energetico è il mezzo per il quale ognuno di noi percore uno di quei tre cammini "caso" "destino" e "volontà".



    Riporto un brano:

    "Dal punto di vista dell' uomo comune" disse don Juan "la magia è un' insieme di sciocchezze, oppure uno spaventoso mistero che travalica la sua comprensione. E qui non sbaglia, non perchè sia una verità assoluta, ma perchè l' uomo comune non ha l' energia sufficiente per trattare con la magia."
    Fece un' attimo di pausa, prima di continuare. "Gli esseri umani nascono con una quantità di energia limitata", proseguì don Juan "un' energia dispiegata sistematicamente a partire dal momento della nascita, per adeguare la nostra percezione al contesto storico e culturale in cui viviamo".
    "Credo che la percezione umana sia cambiata nel tempo. Il contesto e l' epoca storica decidono quali campi di energia usiamo, sceglendoli tra una quantità incalcolabile.Tutta la nostra energia viene assorbita in questo modo.
    "Mettiamola così" riprese."Non è tanto che si apprenda la magia col tempo, quanto che si apprenda ad accumulare energia. Questa energia ti metterà in grado di maneggiare alcuni campi di energia che al momento ti sono inacessibili. La magia è dunque l' abilità di usare campi di energia non necessari per la percezione del mondo di tutti i giorni, che noi conosciamo.La magia è uno stato di consapevolezza, è l' abilità di concepire qualcosa che sfugge alla percezione ordinaria."
    "Quel che ti ho mostrato," continuò don Juan, "tutto ciò che ho sottoposto alla tua attenzione, non era che un' accorgimento per convincerti che c' è più di quanto appaia a un primo sguardo. Non c' è bisogno che qualcuno venga ad insegnarci la magia, perchè in realtà non c' è nulla da imparare. Occorre solo che un maestro ci convinca dell' incalcolabile potere che abbiamo sulla punta delle dita. Che strano paradosso! Ogni guerriero sulla via della conoscenza crede, una volta o l' altra, di star acquisendo cognizioni magiche, ma tutto quel che fa è lasciarsi convincere del potere nascosto dentro di sè, che riuscirà a raggiungere."


    Tratto da "Il potere del silenzio" di Carlos Castaneda





    Alcuni uomini si adattano alla realtà, altri la creano~


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    007arcobaleno
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    Fanciulla dell'Isola
    00 13/06/2009 20:48

    Mi è arrivato via mail un brano che parla della possibilità di creare il destino e che, come avevo intuito nei post prececenti, pone il problema della connessione con il tutto e quindi del fatto che solo l' intuito può dirci se le nostre azioni sono in armonia con ciò che ci circonda.
    Da questo punto di vista ho notato spesso un paradosso nell' insegnamento sciamanico: da un lato si propone la via del guerriero, basata sullo sforzo sostenuto per raggiungere i propri obbiettivi e dall' altro si parla di abbandono. In modo particolare mi ha colpito una frase di Castaneda che dice:

    "libertà è gioia, efficienza e abbandono di fronte ad ogni sorte.



    LA LEGGE DI ATTRAZIONE

    fonte: www.carlaparola. org


    Cerchiamo di puntualizzare il discorso sulla Legge dell’Attrazione.

    Quando parliamo di questa Legge, chiaramente ci riferiamo all’Attrazione che una Energia ha verso un’altra Energia e, soprattutto, facciamo riferimento alla Forza che è in noi e che ci permette di attrarre altre forze naturalmente in sintonia con noi.

    In questo ultimo periodo si è molto parlato della Forza di Attrazione e questo ci fa capire che non siamo slegati dall’Universo, che non siamo esseri isolati, ma facciamo parte di un Tutto. Questo Tutto è composto da tutto: è positivo, negativo e neutro.

    Non intendo per positivo e negativo il bene e il male, ma semplicemente intendo che la stessa situazione, così come ogni persona, ha in se il positivo, il negativo, il neutro.

    A seconda di come noi vibriamo in quel momento, attiriamo la stessa vibrazione: se vibriamo positivamente attiriamo il positivo, oppure, il negativo se siamo sulla lunghezza d’onda negativa.

    Questo vale per qualunque evento o persona che noi incontriamo.

    E’ necessario chiarire bene perché sul concetto della Legge dell’Attrazione si è fatto un “mercato”, quasi un uso consumistico.

    Ci sono teorie che insegnano, per esempio, che per ottenere una cosa è sufficiente concentrarsi su questa cosa, immaginarla, visualizzarla come se fosse già concreta.

    Tutto questo perché il nostro volere attrae il concretizzarsi della situazione.

    Non è così, non funziona così.

    Possiamo attrarre una situazione, ma non è detto che sia la più giusta per noi.

    Spiego ancora meglio.

    Noi viviamo immersi in un mare di vibrazioni, di frequenze. La nostra Mente ha come base la vibrazione terrena e quindi noi facciamo pensieri terreni, logici, concreti.

    C’è però in noi anche la parte istintuale, la vibrazione superiore, che chiamo: vibrazione divina.

    E’ la vibrazione che ci mette in contatto con l’Universo, la vibrazione che sola “sa” ciò che noi non sappiamo, perché la Mente, anche quella della persona più intelligente e saggia, ha il limite del tempo e dello spazio.

    La Mente non può sapere ciò che accadrà domani, a quali eventi andremo incontro.

    E’ per ciò che tutto il nostro volere, ipotizzare, voler attrarre eventi, ha i limiti del pensiero mentale.

    La parte divina non ha invece questo limite perché è la parte che trascende la razionalità, è l’Istinto dentro di noi che ci suggerisce di fermarci, o di accelerare, di andare in una direzione o in un’altra.

    Quando noi raggiungiamo la frequenza del divino, non abbiamo desideri, non “vogliamo” perché abbiamo affidato la nostra Vita nella mani della Vita stessa.

    Ci siamo abbandonati al fluire della Vita, consapevoli e certi che sceglie per noi e ci porge il meglio.

    Questo è un passo che dobbiamo fare e che può essere difficile perché siamo abituati a controllare gli eventi. Ci sentiamo bravi se controlliamo le situazioni.

    Non dico che il “volere” sia sbagliato, assolutamente no.

    Attraverso i sogni, le aspettative, i desideri, impariamo a conoscerci meglio, ci mettiamo alla prova, misuriamo le nostre capacità di realizzare gli eventi.

    Tutto questo, ripeto, attiene alla parte terrena di noi, fa capo alla Mente.

    Non possiamo perciò pensare che in questo caso subentri la Legge di Attrazione e quindi si possa attirare quello che è il meglio per noi.

    No. Attiriamo quello che le nostre condizioni mentali ci permettono di attirare, senza sapere se è questo sia il meglio o no.

    Non possiamo saperlo semplicemente perché non conosciamo il futuro e non sappiamo quale alternativa la Vita tiene in serbo per noi.

    Insisto nel dire che non si deve fare della Legge dell’Attrazione un mercato, non bisogna concentrarsi su qualcosa allo scopo di attrarlo; si deve semplicemente essere consapevoli che nel momento in cui siamo in armonia con noi stessi, quando vibriamo alla frequenza del divino, cessa il nostro desiderio di avere. Diveniamo così consapevoli che è la Vita che ci porge quello che è meglio per noi.

    Sta poi a noi gestire gli incontri, gli eventi, con la logica, con la concretezza terrena.

    Abbiamo capito che volere e cercare di suscitare gli eventi attiene ancora alla base terrena del vivere e non dà un risultato sicuro.

    Possiamo sicuramente attrarci un lavoro, ma non è detto che sia il meglio, non è sicuro che sia proprio quello che la Vita aveva previsto per noi.

    Ci sono quindi due modi di vivere. Uno è il modo di chi vuole controllare la Vita, vuole avere, vuole impegnarsi per ottenere. Ripeto: non è un modo sbagliato di vivere perché un individuo che vibra su questa frequenza è giusto che agisca così.

    Il secondo modo è di chi ha compreso che la Vita và lasciata nella mani della Vita e che lo scopo della Vita altro non è se non quello di portare la nostra Energia, il nostro Essere, il nostro Se, a vibrare in modo armonico.

    [SM=g27838]
    Arcobaleno




    [Modificato da 007arcobaleno 13/06/2009 20:49]