BASKET CONNECTION - PER LAURA IL FORUM SUL BASKET DAL 1997

Quando Basket City soffiava gli assi alla Nba

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    Walker - Lugo
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    00 29/06/2008 11:01
    Quando Basket City soffiava gli assi alla Nba



    Vent'anni fa, nell'estate dell'88, Virtus e Fortitudo piazzavano tre colpi in Usa A Bologna arrivavano le stelle Sugar Richardson, Johnson e Gilmore

    - Corriere di Bologna -

    Quei favolosi anni Ottanta erano così favolosi, in città, perché la sera si stava fuori, i locali erano pieni, il centro era pulito (e ripulito), in tasca c'erano due lire e Basket City stava diventando, appunto, Basket City. I denari li avevano anche i presidenti e le società, che ancora non erano delle «essepià» ma costole — un po' autonome, a dire il vero — delle «case madri». In ogni caso il portafoglio era pieno e nel-l'estate del 1988, dopo il leggendario «sorpasso» dell'Aquila alla Vu — la Fortitudo che veniva dall'A2 buttò fuori la Virtus al primo turno di playoff — l'avvocato Porelli decise di rilanciare il programma bianconero.
    Era, guardandola vent'anni dopo, l'ultima estate d'un'era che sembrava eterna. E invece, quante cose cambiarono.
    C'erano le superpotenze e il Muro era ancora in piedi, Bologna ritrovò quell'anno la serie A nel calcio e forse anche quella gloria spinse Basket City ad alzare una cresta un po' afflosciata. Porelli strinse subito la mano a Dan Peterson: era lui, pluridecorato allenatore alla Virtus e a Milano ma fermo da un paio d'anni, il consulente di mercato. Un general manager? Non proprio, ma quasi. Ci sentivamo tutti di rialzare la testa, alla Vu come alla Effe. E cosa disse subito Peterson? «Bisogna ridare slancio», trovando l'avvocato con un'idea suggestiva, folle, ambiziosa, clamorosa, una visione. Portare alla Virtus il genio di Micheal — così, all'anagrafe — Ray Sugar Richardson.
    Ora, Sugar era una prima scelta nel draft del '78, selezionato dietro Larry Bird, stella d'impensabile grandezza nella Nba prima di cadere nel tunnel della droga. Si può paragonare solo a Michael Jordan. Qui vinse due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, il primo trofeo internazionale bianconero, pennellando basket. Ma, come scrisse Gianfranco Civolani, «io che lo vidi in campo a New York al massimo del suo splendore, vi dico che a Bologna giocò al 30% del suo talento». Con lui, Porelli prese Clemon Johnson (oggi allenatore, come Sugar), vecchio drago d'area campione Nba con Philadelphia nel 1983, e diede la bacchetta in mano a Bob Hill, coach consigliato proprio da Peterson. Fu il grande capolavoro di Porelli, che convinse David Stern, commissioner Nba, a riabilitare Sugar dalla imperitura radiazione per droga comminata nel 1986. «Gli dissi che lo volevo alla Virtus per riportarlo in alto, e che avevo bisogno di lui. Gli promisi che avrei preso Sugar e lui revocò la squalifica», dirà. E Richardson racconterà (parole raccolte da Gentilomi e De Carvalho nella sua biografia): «Quando incontrai Porelli per la prima volta capii subito che era una persona molto, ma molto, potente. Scelsi la Vu per lui, per il coach e per farmi una nuova vita».
    Sugar sconvolse subito Bologna, con la Virtus fu amore a prima vista — «Welcome home Sugar» scrissero i tifosi la prima notte sui muri del palazzo in piazza Azzarita — e lo fu pure con le discoteche, l'Hobby One in primis, con le bolognesi d'ogni ceto ed età, alla faccia della bella moglie Leah, che due anni dopo lo lasciò. La storia è arcinota e non finì bene perché vinte le coppe, stravolti i derby, baciato in fronte Bianchini, rispediti in Fossa i rotoli di carta igienica, snobbati gli ululati «Sugar tossico », ci fu il misterioso divorzio nel '91. «C'era ricascato». «Fu incastrato ». I partiti erano questi, sotto i portici. Ma lui, Sugar, fu la scintilla per l'escalation trionfale che portò Basket City ad issarsi a comune dominatore della pallacanestro europea.
    E per non star dietro, com'era legge in città, la Fortitudo rispose con Artis Gilmore, certamente meno personaggio di Sugar, certamente meno talento di Sugar, ma egualmente mostro sacro della Nba con le sue 17 stagioni fra i pro. Porelli piglia Richardson? Ecco Gambini che rilancia e firma A-Train per 400 mila dollari. È il giorno della marmotta, a Bologna, visto, rivisto e rivissuto per un ventennio.
    Erano i favolosi anni Ottanta, quando Basket City soffiava gli assi alla Nba avendo la potenza di far riabilitare un vecchio califfo emigrato in Israele dove tutti i peccati erano mondati. Ma era a Bologna, il grande basket. Qua si costruivano trionfi e stelle, quelle con i tubolari al ginocchio con la banda blu, o nera, orizzontale, quelle con le scarpe di pelle e il fondo scuro di gomma, quelle delle t-shirt col tondo con la «V» o con la «F» nello scudo, quelle dei braghini inguinali e degli sponsor ricamati sulla canotta, quelle che gli allenamenti sono a porte aperte e i ragazzini, finita la scuola, potevano entrare in Furla o al Madison per vederli, quelle che si girava con la sciarpa legata al polso o col berretto da baseball, logo davanti e retina trasparente dietro. Quelle che ci piacevano tanto, nell'estate dell'88, con i sogni americani d'una città che si sentiva grande.
    Daniele Labanti

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    stemack
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    00 01/07/2008 01:34
    periodi ruggenti
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    Walker - Lugo
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    00 01/07/2008 21:55
    sigh
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    Davide
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    00 02/07/2008 11:45
    Ne ho solo sentito parlare perché nel '91 la Glaxo incrociò la Virtus di Sugar ai quarti di coppa Italia, mi pare.
    Diciamo che senza quel periodo probabilmente non avremmo visto i vari Danilovic, Rigaudeau, Myers, Murdock, Rivers, Savic, Nesterovic... e... Conlon... eh eh.
  • vincuz
    00 04/02/2009 10:07
    che tristessa... xke senza basket city non esiste basket italy bisogna riconoscere
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    basket80
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    Matricola
    00 02/12/2009 20:05
    con tutto il rispetto per bologna:

    1.
    richardson era un cocainomane che l'nba aveva radiato dopo alcune stagioni fallimentari. al college aveva giocato in un'universita' di 4o livello (montana) perche' a NY non se lo filava nessuno.
    in italia fece un paio di stagioni super ma non puo' essere paragonato a un mcadoo per prestigio, longevita' e risultati. e te lo dico da romano che odia milano (cestisticamente)!
    vediti il documentario whatever happened to michael ray e poi ne riparliamo
    alt.tnt.tv/specials/michealray/frame_index_exclude.html

    2. clemon johnson era un gran pivot ma non lo definieri una stella ne' dell'nba ne' del ns campionato
    le sue medie in italia furono di 12-13 punti a partita e 9-10 rimbalzi
    web.legabasket.it/player/?id=JOH-CLE&team=570

    3. artis gilmore??? ma per favore...e' arrivato a 40 anni quando era ormai in pensione da almeno 7-8 stagioni. infatti l'anno DOPO torno' in fretta in america e gioco' nella partita delle vecchie glorie NBA che all'epoca facevano durante il weekend dell'all star game.
    partita talmente ridicola che faceva schifo pure agli americani e l'hanno poi sostituita con quella dei rookies contro quelli al secondo anno.
    che acquistone eh??? lo definirei una vera meteora...tra l'altro lo vidi giocare a roma contro la virtus e fece ridere. mike bantom gli girava intorno tipo boa...e infatti non mi ricordavo male
    195.56.77.208/game/?id=52953

    un saluto
    [SM=x49421]
    [Modificato da basket80 02/12/2009 20:07]
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    torricelli
    Post: 1
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    Matricola
    00 25/08/2010 20:49
    Comunque Richardson nell'Nba (ed era l'Nba degli anni Ottanta, di Magic, Bird ecc) se non erro fu premiato un anno come miglior difensore della Lega, una o due volte fu primo nelle palle recuperate a fine stagione, e un anno si piazzò secondo o terzo negli assist. Non male per uno che fece un college di quarto livello e che a New York non se lo filava nessuno..Poche chiacchiere: arrivò in Italia una stella di prima grandezza della Nba, oltretutto a un'età ancora relativamente giovane, non certo decrepito e a fine carriera. Tanto che 5 anni dopo, a Livorno, portò una squadra mediocre e mal assortita ai playoff giocando praticamente da solo, una cosa che capita di vedere molto raramente, e oggi impensabile.

    Comunque altra epoca, gli anni Ottanta. Se si pensa che in quello stesso periodo, c'era in A1 pure un'altra basket city, Livorno appunto. E considerando quanto fosse per dimensioni, popolazione e ricchezza economica di molto inferiore a Bologna, il fatto che avesse due squadre in serie A1 è a dir poco stupefacente!
    Cose irripetibili, oggi senza una forza economica importante non si fa neppure la B....
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    SteveH
    Post: 10.172
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    00 26/08/2010 15:21
    il titolo è ovviamente un pò pompato. In Italia (che era il miglior campionato europeo) venivano dall'NBA o grandi giocatori a fine carriera (comunque ben motivati, il massimo esponente fu McAdoo) o chi aveva avuto difficoltà ad emergere ma comunque grandi talenti.
    Gli unici tentativi di competere con l'NBA cercando di soffiare prime scelte NBA appena uscite dal college, furono fatti dalla Roma di Ferruzzi nel 1989, che strappò Brian Shaw ai Celtics dopo l'anno da rookie e ingaggiò Danny Ferry, scelto dai Clippers, anche perchè il giocatore si rifiutava di giocare in una franchigia tanto disastrata (già allora [SM=g27828] ). Pagato il buy-out l'anno dopo andò ai Cavs.
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    basket80
    Post: 11
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    Matricola
    00 14/09/2010 19:02
    Come ho detto Richardson fece un paio di stagioni super ma secondo me non e' stato un giocatore simbolo di Bologna.
    Molto piu' lo e' stato Danilovic per risultati e stagioni giocate
    la forza di Bologna secondo me era sempre nel gruppo non nel talento del singolo (tipo treviso per intenderci...che aveva o kukoc o del negro)...

    in quegli anni giravano parecchi bidoni e gilmore e' stato uno dei peggiori (a roma abbiamo avuto nimphius e gervin ormai 70enne...)

    ciao
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    torricelli
    Post: 2
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    Matricola
    00 17/09/2010 09:24
    Re:
    basket80, 14/09/2010 19.02:

    Come ho detto Richardson fece un paio di stagioni super ma secondo me non e' stato un giocatore simbolo di Bologna.
    Molto piu' lo e' stato Danilovic per risultati e stagioni giocate
    la forza di Bologna secondo me era sempre nel gruppo non nel talento del singolo (tipo treviso per intenderci...che aveva o kukoc o del negro)...

    ciao



    Ah se la metti così va già meglio. Io parlavo di talento puro. E in quel senso Richardson ha ben pochi eguali. Se invece si parla anche di risultati, chiaro che nella storia della Virtus Danilovic sarà sempre più simbolo di Sugar, ha giocato in un periodo in cui avevano uno squadrone, tutt'altra cosa rispetto alla pur competitiva Knorr di fine anni Ottanta-inizio Novanta, con cui ha vinto non so quanti scudetti e una coppa campioni!

    Ciao

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    basket80
    Post: 16
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    Matricola
    00 27/09/2010 22:54
    Giocatore simbolo di Livorno???

    io dico alessandro fantozzi!
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    torricelli
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    Matricola
    00 27/09/2010 23:21
    Beh della Libertas sicuramente Fantozzi, non si discute nemmeno.
    Per la PL probabilmente Addison, e non solo perchè fortissimo: al derby revival di due anni fa, ha voluto assolutamente partecipare, è montato sull'aereo ed è tornato a Livorno dicendo "Sentivo giusto dover fare questo viaggio nella memoria: non ho più rimpianti", dimostrando di esser molto legato a quell'ambiente, quindi direi simbolo della Pl senza dubbio..
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    Davide
    Post: 87.281
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    00 30/06/2021 00:42
    basket80, 02/12/2009 20:05:

    richardson era un cocainomane che l'nba aveva radiato dopo alcune stagioni fallimentari. al college aveva giocato in un'universita' di 4o livello (montana) perche' a NY non se lo filava nessuno.
    in italia fece un paio di stagioni super ma non puo' essere paragonato a un mcadoo per prestigio, longevita' e risultati. e te lo dico da romano che odia milano (cestisticamente)!
    vediti il documentario whatever happened to michael ray e poi ne riparliamo
    alt.tnt.tv/specials/michealray/frame_index_exclude.html


    Stavo per bannare questo utente e cancellare i suoi post (sapeste quante c*gate trovo ancora dopo quasi 20 anni! E ovviamente non me ne posso assumere la responsabilità) e invece...



    en.wikipedia.org/wiki/Whatever_Happened_to_Micheal_Ray%3F

    Vorrei chiedere a "basket80" come cavolo era a conoscenza del documentario che definire "vintage" sarebbe un eufemismo, ma tant'è...
    Le perle di BC. 🧐
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    fossadeileoni89
    Post: 9.623
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    00 30/06/2021 23:53
    Che pippasse lo si sapeva da sempre
    Pure la fossa fece un adesivo a riguardo in quegli anni




    " Lo vidi fermarsi, togliersi la bandiera biancoblù dalle spalle e fare per buttarla in mare, imprecando. Poi si bloccò, strinse quello straccio nel pugno, ci guardò e riannodandosela al collo, ci disse: ricominceremo un'altra volta, come sempre"

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    Iuzzolino
    Post: 5.675
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    00 01/07/2021 14:22
    Cosa c'era scritto?
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    fossadeileoni89
    Post: 9.668
    Età: 34
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    00 20/09/2021 23:40
    Iuzzolino, 01/07/2021 14:22:

    Cosa c'era scritto?





    " Lo vidi fermarsi, togliersi la bandiera biancoblù dalle spalle e fare per buttarla in mare, imprecando. Poi si bloccò, strinse quello straccio nel pugno, ci guardò e riannodandosela al collo, ci disse: ricominceremo un'altra volta, come sempre"

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    Davide
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    Sesso: Maschile
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    00 04/10/2021 11:24
    Mi dissocio!
    Mi dissocio!