Ho cercato di postarli in eventi, ma il rank utente non me lo ha consentito, posto qui....
Il 13 giugno si è inaugurata la mostra dal titolo “Agli Dei Mani. Da una necropoli di Augusta Praetoria, aspetti del rituale funerario” allestita nel sottosuolo archeologico del MAR-Museo Archeologico Regionale.
Il percorso di visita si sviluppa adeguando l'impianto attuale che labirinticamente si insinua tra i resti della Porta Principalis Sinistra e le fondamenta della cinta muraria nord articolandosi tra i resti murari delle fondazioni del convento delle Visitandine e le trasformazioni della Caserma Challant.
L'occasionalità della mostra temporanea,
aperta fino al prossimo mese di giugno 2009, è data dal recente rinvenimento di uno straordinario corredo funerario proveniente dalla Tomba 1 nella necropoli prediale di età romana di Saint-Martin-de-Corléans. Il sito, più conosciuto per la fase Eneolitica e per le stele antropomorfe (due delle quali sono esposte al MAR), in realtà è estremamente importante e ricco di informazioni sulle tipologie funerarie anche per l'epoca romana.
I recenti scavi, condotti dalla Direzione restauro e valorizzazione del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali in previsione della realizzazione del parco archeologico, hanno riportato alla luce, sotto il manto stradale, cinque tombe romane di cui la Tomba 1 è la prima ad essere esposta.
Si tratta di una tomba ad incinerazione, probabilmente appartenente ad una domina, con un corredo funerario di circa una quarantina di pezzi in ottimo stato di conservazione: bottiglie, piatti, ciotole, lucerne, monete e resti metallici relativi ad una cassetta “antenata” dei moderni beauty cases…
SEZ. 1 Il gran rogo,
SEZ. 1/A Al di là della soglia,
SEZ. 2 Dove abitano le paure e i sogni vani
SEZ. 3 L'orrendo nocchiero, l'Acheronte,
SEZ. 4 Il Tartaro e il suo guardiano,
SEZ. 5 Voci dalle ombre
SEZ. 6 Le stele dal territorio,
SEZ. 7 Il corredo - I volti delle ombre,
SEZ. 8 Pianto antico
SEZ. 9 Il mondo ai vivi,
SEZ. 10 La ricerca,
SEZ. 11 I restauri
IL PERCORSO
Dedicata agli Dei Mani, anime dei Trapassati divinizzate, la mostra segue un percorso emozionale che prendendo le mosse dalla fossa di incinerazione nel momento che precedeva la deposizione del corredo si sviluppa attraverso la ricostruzione onirica dell'oltretomba tratta dalle opere virgiliane ed in particolar modo dal VI libro dell'Eneide (discesa agli inferi di Enea) e dal poemetto pseudo-virgiliano “culex” in cui schematicamente l'aldilà è descritto con sequenze che vengono scenograficamente ricostruite nel sottosuolo.
Il vestibolo area dei mali e delle passioni dell'uomo in cui imperano il pianto, i rimorsi, le malattie, la vecchiaia, la paura, la fame, il bisogno, la morte, la fatica, il sonno, i piaceri dei sensi, la guerra, la discordia. Al centro del vestibolo sotto un grande olmo stanno i sogni vani (Eneide, VI, 282-284: “Nel mezzo spande i rami, decrepite braccia, un olmo oscuro, immenso, dove si dice cha abitino a torme i sogni fallaci, che aderiscono sotto ciascuna foglia”).
L'Antinferno custodita da cerbero, vi si trovano i morti “prematuri: bambini morti poco dopo la nascita, morti per morte violenta, condannati a morte ingiustamente, suicidi (gli unici che ricordano e vivono nel rimpianto del passato), suicidi per amore e i giovani morti in combattimento.
Il Tartaro, collocato al di là del viret del convento per meglio integrare il percorso con l'architettura del luogo, ha una porta che si apre su un baratro profondo nel quale sono gettate le anime dei dannati.
I reperti, appositamente restaurati dalla Direzione ricerca e progetti cofinaziati, si “sveleranno” oltrepassando un breve viale delle Anime in cui attraverso una “selva” di iscrizioni riprodotte su teli saremo vis-à-vis di fronte ad ironiche e mordaci interpretazioni della morte:
“Qui è sepolto Leburna, maestro di recitazione, che visse più o meno cent'anni: sono morto tante volte, ma così mai. A voi lassù auguro buona salute”
“Sono fuggito, sono fuori. Speranza, Fortuna vi saluto. Non ho più niente a che spartire con voi. Prendetevi gioco di qualcun altro”
“ecco qua il tuo asilo. Ci vengo controvoglia, eppure bisogna”
“Ho vissuto come ho voluto. Per quale ragione sia morto, lo ignoro”
Il percorso prosegue verso l'uscita come se si partecipasse al rientro del corteo funebre: incontri con ritratti e con i consueti “bisbiglii” …ma sussurrati in latino!
La seconda parte del percorso della mostra abbandona il piano emozionale per entrare più scientificamente “dentro” al significato della riscoperta archeologica e prosegue con dettagliati e approfonditi riferimenti sulla necropoli romana di Saint Martin de Corléans ed il senso storico, antropologico e sociale dei ritrovamenti.
Una sezione video sarà dedicata alle operazioni di microscavo e di restauro archeologico dei reperti e una sarà dedicata al futuro parco archeologico.
La mostra è prevista con la durata di un anno per poter adeguatamente coinvolgere sia il pubblico delle mostre estive, quindi prevalentemente i turisti, che la comunità locale e permettere alle scuole di partecipare ai laboratori e alle attività che attorno ad essa verranno organizzate dalla prossima rentrée scolastica.
Un ciclo di conferenze approfondirà nel corso dell'anno il delicato e scomodo argomento della morte nella società contemporanea: gli stretti rapporti con il mondo scolastico hanno infatti fatto emergere che su questo tema gli adolescenti si stanno interrogando e stanno faticosamente elaborando le loro riflessioni.
Un piccolo volume di approfondimento sul concetto dell'universalità della morte e le sfaccettate ritualità ad essa connessa con riferimenti agli aspetti mitologici fino alla sua musealizzazione nei siti archeologici della regione verrà allegato nella famosa rivista ARCHEO nel mese di giugno.
P.S. l'ex caserma Challant, sede del Museo Archeologico Regionale, si trova in piazza Roncas, a pochi minuti a piedi dalla centrale piazza Chanoux.
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Aut viam inveniam aut faciam.