00 15/06/2008 14:12
dopo l'uscita di Rocky Balboa


Rocky è il paladino degli emarginati, un uomo che ha sconfitto la povertà combattendo per i suoi ideali. Crede che il suo eroismo sia attuale?
Quando ho scritto il film, pensavo soprattutto ad un pubblico di miei coetanei. Ma il grande consenso dei giovani mi ha convinto di quanto sia ancora forte il suo messaggio di fede e di speranza. Ho voluto raccontare una storia sulla vita e sugli eroi, che fanno piccole cose e credono in se stessi fino in fondo. I ragazzi s’identificano ancora in lui, lo applaudono e prendono a modello il suo coraggio.

La scena in cui Rocky siede davanti alla tomba della moglie Adriana, ricorda molto “I cavalieri del Nord Ovest”, un film di John Ford dove John Wayne è protagonista. Ha voluto rendergli omaggio?
John Ford era un grande regista con il pregio della semplicità. Anche io volevo fare un film senza troppi movimenti di macchina, carrellate o zoom, che fosse il più possibile immediato. Mi interessava soltanto comunicare i sentimenti del personaggio. Sua moglie non c’è più e Rocky combatte una battaglia personale contro il dolore. Con il suo classico cappello, di fronte alla lapide di Adriana, alla fine può dire: “Adesso ce l’ho fatta”.

E riguardo a John Wayne?
Wayne è stato il primo uomo che ho conosciuto ad Hollywood. Recitava con gran naturalezza, in modo chiaro e diretto. Mi piacerebbe si potesse fare anche oggi allo stesso modo, ma il cinema attuale non lo consente.

Quanto si è allenato per prepararsi al ring?
Molto, perché sono decisamente invecchiato! Ho dovuto cambiare filosofia rispetto al passato, dedicando maggiore attenzione al sollevamento pesi e meno all’attività di body builder. Mi sono fatto male: dita rotte, mani rotte, ma ne è valsa la pena perché non sono mai stato tanto grosso!

Lei si sente un italiano?
Al cento per cento. Il mio stile di vita, fisico e artistico, viene tutto da questa terra.

Si sente molto legato al suo personaggio?
Direi proprio di sì, perchè lo considero una parte di me. Ci sono voluti molti anni per realizzare questa conclusione alla sua vicenda. Inizialmente alla MGM non hanno apprezzato l’idea di un altro capitolo. Con l’arrivo di un nuovo direttore la situazione è uscita dal suo stallo. Provavo una gran paura e temevo che il fallimento mi avrebbe precluso altri progetti. Poi, quando ho riscontrato l’affluenza di giovani nelle sale, ho sentito soddisfazione e sollievo. Credere in se stessi è indispensabile per ottenere buoni risultati.

Cosa può dirci sull’ultimo capitolo della saga di Rambo che ha in progetto?
E’ del tutto diverso da “Rocky”. “Rambo” racconta di oscurità ed isolamento, di un uomo silenzioso che affronta ogni giorno i suoi demoni. Non è facile da realizzare, ma cercherò di farlo. Prima, però, vorrei portare a termine alcune idee, tra le quali un film sulla morte dei due rappers 2pac e Notorious B.I.G.

Che tipo di allenamento ha intenzione di seguire?
Rambo è una specie di bestia, che ha perduto ogni contatto con la civiltà. Voglio creare un incrocio tra un gorilla e un atleta animalesco. Al momento, comunque, mi interessa soltanto mangiare un bel po’ di schifezze.

Qualche anno fa, girava voce di un match all’ultimo sangue tra Rocky ed un pugile alieno…
Niente di più assurdo! L’unico alieno che ho incontrato sullo schermo è Dolph Lundgren. Lui sì, che è fuori dal mondo. Ma tra le proposte più insensate che mi hanno fatto, ricordo l’idea di far combattere Rocky contro Rambo. Sicuramente avrebbe vinto il secondo: troppo spietato.

Cosa pensa degli attuali film sul pugilato, come “Million Dollar Baby” o “Cinderella Man”?
Molto belli, ma non proprio quello che ci si aspetterebbe da una storia di boxe. Per rientrare appieno nella categoria, i cazzotti li devi dare e ricevere davvero!


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[Modificato da ROCKY77 15/06/2008 14:13]