Infotdgeova -LiberaMente- Lo scopo di questo forum è principalmente quello di analizzare gli insegnamenti dei Testimoni di Geova in chiave critica, onde evidenziare gli errori e le contraddizioni presenti nelle dottrine e nella prassi del gruppo

Su Giovanni 1:1 mi hanno fatto un'obiezione a cui non so rispondere...

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    Dario.from.CS
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    00 10/06/2008 19:04
    Facendo un'analisi con l'interlineare di Giovanni 1:1, ho ricevuto una risposta che mi ha spiazzato... intanto ecco ciò che avevo postato:




    Questo è un verso molto discusso tra Testimoni di Geova e tutto il resto del mondo cristiano, si tratta di una manipolazione mirata a togliere,rubare la divinità di Gesù e quindi mettere in dubbio la dottrina della Trinità di Dio.

    Giovanni 1:1 TNM 1967

    "Nel principio era la Parola e la Parola era con il Dio e la Parola era dio"

    Giovanni 1:1 TNM 1986

    "Nel principio era la Parola e la Parola era con Dio e la Parola era un dio"

    Giovanni 1:1 CEI, e tutte le altre traduzioni.

    "In principio era il Verbo e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio"

    Analizziamo...

    Si noti innanzi tutto la trasformazione che subisce il testo nelle due traduzioni geoviste.Nell'edizione del 1967 la Parola "era dio", mentre nell'edizione del 1986 la Parola "era un dio", evidentemente avranno trovato qualche rotolo stile "mar morto" che abbia rivelato solo a loro la "verità" ma non risulta che siano stati trovati i rotoli originali scritti da Giovanni, quindi TUTTI ci dobbiamo attenere a quelli copiati dai primi Cristiani, altrimenti dovremmo dubitare che Dio non sia stato capace di salvaguardare la sua "parola"!

    Il comitato scrittori della Watch Tower giustificano questa loro traduzione differente in questo modo:
    ----------------------------------------------------------------------
    Citazione:
    "Alcune traduzioni rendono correttamente il senso del versetto, docendo:"La Parola era un Dio" (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca pag. 40)
    ---------------------------------------------------------------------

    Non mi sembra proprio! Non esiste nessuna autorevole edizione della Bibbia che traduca in questo modo, confrontate oltre la CEI,la King James, La Bible de Jerusalem, La Diodati, La riveduta del Luzzi,Nardoni, Garofalo ecc...

    Ora leggiamo il testo in greco traslitterato cosa dice in realtà:

    Giovanni 1:1 Testo greco

    "En archè(i) én ho Lògos
    In principio era il Verbo

    Kài ho Logos èn pròs tòn Theòn
    e il Verbo era presso il Dio

    Kài Theos èn ho Lògos
    e Dio era il Verbo"


    Analizziamo la terza proposizione:
    Theòs = "Dio" Predicato nominale. Senza articolo.

    èn = "era" Copula.

    ho Lògos = "Il Verbo" soggetto .Con articolo.

    Il fatto che il predicato nominale sia senza articolo indicherebbe , secondo i Testimoni di Geova, che debbe esstere tradotto "un dio". Se ci fosse stato l'articolo, dicono, allora si doveva tradurre "Dio".

    Amici vi propongo il parere degli studiosi, divisi su due fronti che, partendo da punti differenti si ritrovano in accordo nella conclusione.

    (1) Un primo gruppo di studiosi sostiene che la mancanza dell'articolo nei nomi concreti (come in questo caso( metta in risalto la natura e la qualità di essi, il nome , cioè , è preso in senso qualitativo. Perciò "Theos " di Giovanni 1:1 è un' "essere divino" o di "natura divina"
    Con questo, però non si vuole affermare un'infriorità del Verbo nei confronti del Padre. Il Verbo è un'" essere divino" nel senso che possiede "l'essere comune che è proprio sia al Verbo che al Padre" (Schnackenburg)

    (2)Un secondo gruppo di studiosi nega che si possa dare a "Theos" di Giovanni 1:1 un valore qualitativo per due motivi:

    a)Se Giovanni avesse voluto dire che il "Verbo" è "divino" non avrebbe usato il sostantivo "Theos" (Dio) ma l'aggettivo "Theios" (divino), che compare altrove nel nuovo Testamento, quindi parla che esisteva nel vocabolario di quei tempi!
    b)L'articolo è omesso per motivi grammaticali. Infatti, "Theos" è un predicato nominale che precede il verbo e quindi rifiuta l'articolo, secondo la "regola di Colwell":" Un complemento predicativo determinato prende l'articolo quando segue il verbo, rifiuta l'articolo quando precede il verbo".

    La mancanza dell'articolo in Giovanni 1:1 non rende, preciò, né indeterminato né qualitativo il predicato nominale "Theos",poichè questo precede il verbo. In tale posizione il predicato è indeterminato solo quando il contesto lo richiede.
    E... il contesto del Vangelo di Giovanni non solo non lo richiede, ma lo esclude!

    (3) Per tutti gli studiosi, la mancanza dell'articolo non giustifica la traduzione dei Testimoni di Geova nella loro "Traduzione del Nuovo Mondo" ("un dio") che è grammaticalmente scorreta e non corrisponde al pensiero di Giovanni quale risulta infatti dal contesto :

    a)L'articolo è omesso, non per negare la l'identità di natura tra le due persone, ma per distingure il Verbo dal Padre. Distinzione che sarebbe stata impossibile se "Theos" fosse stato preceduto dall'articolo,infatti "Se l'articolo è usato sia con il predicato nominale che con il soggetto,essi sono intercambiabili" (Robertson).

    Cioè, ci sarebbe stata un'identificazione tra soggetto e predicato, come nel caso di 1 Giovanni 3:4

    He hamartìa estìn hè anomìa
    il peccato è la violazione della legge


    Che può essere tradotto ugualmente bene " La violazione della legge è peccato" perchè il soggetto ("il peccato") e il predicato ("la violazione della legge") , esssendo entrambi preceduti dall'articolo si identificano. Il peccato e la violazione della legge sono la stessa cosa secondo il contesto.

    Allo stesso modo, se "Theos" di Giovanni 1:1 fosse preceduto dall'articolo, ci sarebbe un'identificazione tra Dio ("tòn Theon") della seconda proposizione (il Padre) e il Verbo ("Theos" della terza proposizione). Cioè, tutta la Deità sarebbe il Verbo. E questo non é vero, perchè la seconda proposizione ("il Verbo era presso Dio") dice chiaramente che il Verbo non è tutta la Deità.

    b)Che il "Theos" della terza proposizione sia senza articolo per motivi grammaticali e per distinguere il Padre dal Verbo e non per negare l'identità di natura tra le due divine Persone, è dimostrato da Giovanni 20:28 in cui Tommaso chiama Cristo:


    Ho Kyrios mu kài ho Theos mu
    Signore mio e Dio mio.


    Qui "Theos" è riferito a Cristo e ha l'articolo ("ho") perchè la grammatica lo permette e non si da possibilità di equivoco.
    Se alla fine del vangelo di Giovanni Cristo è Dio, all'inizio del vangelo non può essere "un dio".
    Se la grammatica e il contesto escludono che Giovanni 1:1 possa tradursi "un dio", perchè i Testimoni di Geova si ostinano a tradurre in questo modo?.....Rispondono:
    -----------------------------------------------------------------
    Citazione:
    "Non è ragionevole; perchè come può la Parola essere con Dio e nello stesso tempo essere lo stesso Dio?"(Interlineare greco-inglese stampata dalla Watch Tower pagg. 1158-1159)

    ----------------------------------------------------------------------
    Ecco dunque il vero motivo:"Non è ragionevole".
    La traduzione geovista, quindi non si basa sull'autorità della Scrittura e sulle regole della grammatica, ma su una dottrina preesistente, su un pregiudizio razionalista:"non si può accettare ciò che la mente non comprende perfettamente". Tutto deve essere "ragionevole", cioè a misura della mente umana, anche Dio!
    !!

    Dario Piraino




    Le religioni che chiamiamo false erano una volta vere.

    Ralph Waldo Emerson

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    Dario.from.CS
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    00 10/06/2008 19:08
    Ecco la risposta di un forista, che mi ribadisce il fatto che il testo greco sarebbe tutto attaccato come una sola parola, quindi impossibile trovare le maiuscole...




    minuscolo-maiuscolo...

    ... peccato però che il versetto "Kài Theos èn ho Lògos" in realtà sia scritto come "KAITHEOSENHOLOGOS". Guardatevi i più vecchi manoscritti a noi pervenuti.

    Stessa cosa per "Ho Kyrios mu kài ho Theos mu" che in realtà è scritto: "HOKYRIOSMUKAIHOTEHOSMU"

    Sono tutti scritti in maiuscolo e tutto attaccato! Come si fa a capire cosa è maiuscolo e cosa non lo è? Chi lo ha stabilito? I primi padri della Chiesa subito dopo gli apostoli. Costoro apostatarono dalla vera fede in quanto erano per lo più gnostici e di cultura greca o romana. Molti di loro si erano fatti prendere dalle filosofie platoniche o simili.

    E tanto per capirci... entrambi i versetti, ma non sono gli unici NON SONO AFFATTO due versetti pro trinità, visto che nel primo citato, manca lo spirito santo e nel secondo mancano sia il figlio che lo spirito santo. Questo non significa che in Gesù non ci sia la natura divina. Infatti ci si è guardato bene da citare una traduzione che riporta che la Parola era divina! Poi ci si contraddice riportando il versetto "presso Dio". Ciò che è presso, non è in. Comuni accezioni per presso sono: accanto, vicino, nelle immediate vicinanze.

    Inoltre, diversi copisti del periodo dei primi padri della Chiesa non erano affatto eruditi biblici, anzi l'esatto opposto. Prego leggasi Bart Ehrman, professore emerito, cosa dice nel suo libro "Gesù non l'ha mai detto". Mentre i copisti ebraici erano dei professionisti, quelli cristiani non lo erano affatto. Per cui quando andavano a copiare qualcosa commettevano molto spesso degli errori mastodontici che nessun erudito in lingue classiche dell'epoca avrebbe mai commesso!

    Le forzature cattoliche tipo far dire a Gesù Io Sono sono delle inesattezze, delle forzature prese dal VT per voler far dire qualcosa a Gesù che non ha mai non solo detto, ma nemmeno inteso voler dire. Da cosa si deduce che il Io Sono sia per forza con la s maiuscola? Dalla dottrina della trinità? Ma per cortesia! I primi padri della Chiesa, quelli che non avevano ancora apostatato dai veri insegnamenti di Cristo (vale a dire gli apostoli) sapevano bene chi fosse Cristo, vedasi Pietro che disse che era il Figlio di Dio e non Dio il Figlio. La trinità disonora Dio. Chiedete ad uno studioso ebreo cosa rappresenta lo spirito santo per gli ebrei dell'epoca e di oggi. Come fa nel corso dei secoli un oggetto o una cosa, a trasformarsi in una persona? Costantino promosse il dogma della trinità. Costantino era un pagano dedito alla preghiera a varie divinità pagane e all'epoca, come dimostrano gli storici, nell'area del mediterraneo c'erano diverse culture che credevano in varie trinità di dei.



    Chi mi può illuminare sulla reale visione di questa scrittura?

    Grazie...
    Dario Piraino




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    Ralph Waldo Emerson

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    Agabo
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    00 10/06/2008 19:29
    Cerca in questa mia pagina se c'è qualcosa che possa servirti:

    www.testimonigeova.com/giovanni_1_1.htm

    e il ppt intitolato "Gesù è Dio?" in quest'altra pagina:

    www.testimonigeova.com/altriargomenti.htm

    Agabo.

    Visita:

    "MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
    "Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
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    Dario.from.CS
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    00 10/06/2008 19:31
    Re:
    Agabo, 10/06/2008 19.29:

    Cerca in questa mia pagina se c'è qualcosa che possa servirti:

    www.testimonigeova.com/giovanni_1_1.htm

    e il ppt intitolato "Gesù è Dio?" in quest'altra pagina:

    www.testimonigeova.com/altriargomenti.htm

    Agabo.




    Grazie tante!! [SM=x570905]


    Dario Piraino




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    Ralph Waldo Emerson

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    (Mario70)
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    00 10/06/2008 20:11
    Re: Re:
    Dario.from.CS, 10/06/2008 19.31:



    Grazie tante!! [SM=x570905]






    Che fosse scritto tutto attaccato e maiuscolo è vero, sta al traduttore postumo tradurre di conseguenza in base alla lingua nella quale traduce.
    Di solito dove il nome è preceduto dall'articolo, il nome è preso in senso nominativo quindi è scritto in maiuscolo, ma questa regola non è sempre vera, comunque in giovanni 20:28 l'articolo c'è ed anche la tnm si adegua di conseguenza mettendo la maiuscola.
    La cosa che i tdg non capiscono (o non vogliono capire) è cosa significa che Cristo è "qualitativamente dio" o "divino".
    Se io ti dicessi che tu sei qualitativamente uomo o umano, tu cosa capiresti?
    Che sei un uomo.
    Ma il discorso non viene accettato con la parola Dio!
    Ciao caro e buone ricerche.
    [Modificato da (Mario70) 10/06/2008 20:13]

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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    Polymetis
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    00 10/06/2008 20:14
    Non capisco cosa c’entri la risposta che hai postato con quanto avevi scritto. Nella tua “requisitoria” non avevi affatto parlato di maiuscole, e dunque non capisco perché ti è stato replicato qualcosa su questo punto: o m’è sfuggito qualcosa nella lettura?
    Chiariamo:
    a)E’ verissimo che i manoscritti greci sono scritti in maiuscolo e in lettere attaccate
    b)La distinzione tra “eruzione dei copisti ebraici” ed “erudizione dei copisti cristiani” dimostra che il signore in questione non ha mai studiato filologia. In primis perché non è vero che il testo ebraico sia stata tramandato con maggior accuratezza di quello greco, come testimoniano le numerose varianti, sia all’interno della tradizione masoretica sia all’interno fuori di essa (es. Qumran). Inoltre la capacità di copiare un testo non c’entra nulla con l’essere degli “eruditi biblici”, anzi la prima cosa che ti insegnano a filologia classica è che i migliori copisti sono i semianalfabeti, perché riportano lettera per lettera senza che il loro cervello intervenga nella comprensione del testo facendogli immaginare delle parole che non ci sono. Più una persona conosce la lingua del testo che copia, e più la sua mente è portata a leggere l’inizio della parola immaginando erroneamente il resto, o a scambiare due parole simili ma comunque sensate. Nulla di tutto questo avviene se si mette un coreano a trascrivere un testo latino, e infatti quando furono digitalizzati per la prima volta i testi classici (nell’era pre-scanner) le università americane si servirono di asiatici.
    c)I suoi giudizi sui Padri della Chiesa sono clichè del peggior tipo, quel signore usa parole come “filosofie pagane”, “gnosticismo” e “platonismo” senza sapere neppure cosa sta dietro a questi nomi, o cosa abbia scritto Platone, di cui siamo certi non ha mai letto una riga. Definire un Padre della Chiesa uno “gnostico” è una contraddizione in termini, perché lo gnosticismo è una delle correnti ereticali contro cui i Padri della Chiesa si sono battuti maggiormente, e per definizione tautologica chi è gnostico automaticamente non è un Padre della Chiesa, visto che tra le posizioni più eclatanti dello gnosticismo c’è la negazione dell’Antico Testamento, la negazione dell’incarnazione, ecc. (tutte cose molto poco cattoliche)
    d)Quei Padri della Chiesa che l’autore critica ferocemente facevano parte del cristianesimo da ancor prima che la Chiesa avesse quel corpus di scritti chiamato Nuovo Testamento, che nella sua forma attuale non è attestato prima del IV secolo, scritti come Ebrei e Giacomo sono entrati nel canone solo a queste date. Vale a dire che la Chiesa, e i Padri, credevano alla divinità di Cristo e alla Trinità da ancor prima di avere il Nuovo Testamento che il nostro amico vorrebbe usare come metro per giudicarli. Evidentemente crede che il Nuovo testamento sia un libro caduto rilegato dal cielo nel I secolo e ignora che è una creazione interna alla Chiesa modellatasi progressivamente tra II e IV secolo, con la spiacevole conseguenza che se i Padri della Chiesa erano degli apostati allora il Nuovo testamento è stato messo insieme da degli apostati, anzi per voler dare la ciliegina sulla torta la prima attestazione del canone del NT attuale è in uno scritto del principale difensore della Trinità, cioè una lettera festale di Atanasio del 367 d.C.
    Se non è d’accordo con questi dati, chiedigli di mostrarti dove starebbe il NT attuale con tutti e soli i 27 libri che attualmente lo contengono prima di questa data.
    e)E’ del tutto ridicolo sostenere che i copisti cristiani commettessero più errori degli eruditi pagani loro coevi. I testi antichi della letteratura classica ci sono giunti con un numero di varianti del tutto simile a quella del Nuovo Testamento (ovviamente in proporzione: se nel testo del NT abbiamo più varianti è perché ci rimangono molti più manoscritti)
    f)Da dove si deduce che quel Io Sono è assoluto? Dal fatto che quella riga di greco è un errore grammaticale. Non so quanti di voi abbiano una formazione classica, ma sperando almeno in una formazione liceale, cioè nel fatto che tutti abbiano studiato almeno latino, cercherò di spiegarmi facendo appello alla vostra memoria. Ricordate che cos’è la consecutio temporum? In breve, come in tutte le lingue, se lego due frasi il tempo della frase antecedente influenza il verbo che devo usare nella conseguente. In italiano non posso dire “prima di prendere il treno, fui andato a casa”, devo dire “prima di prendere il treno, andai a casa”. In greco è lo stesso: a seconda del tempo del verbo che precede, e del tipo di costrutto in base all’analisi del periodo, possiamo dire che quella frase in greco è un errore, non si costruirebbe così, a meno che Giovanni non voglia per l’appunto staccare Gesù dalla temporalità, e cioè non dire che “c’era”, ma che “è”. La frase con l’ “Io sono” assoluto è un pugno nell’occhio in greco esattamente con in italiano, ed è fatto apposta.
    h)La vexata quaestio sulla religiosità di Costantino ha appassionato il mondo accademico per decenni, e non saranno certo delle scialbe battute a risolverlo. Comunque oggi la critica, nonostante i TdG non facciano altro che citare pubblicazioni di trent’anni fa per illudersi di aver ragione, è concorde nel ritenere sincera la conversione dell’imperatore. E quando dico “la critica” intendo gli specialisti della questione. Per uno sguardo sulla questione si può leggere con profitto dal classico recentemente aggiornato M. Sordi, I cristiani e l’impero romano, Milano, 2004, Jaca Book, pag. 172 e seguenti (nella nota di pagina 172 c’è una copiosa bibliografia sulla cosiddetta “questione costantiniana” e la valutazione di tutti i presunti simboli solari durante il regno di Costantino).
    g)Non esiste nel mondo pagano qualcosa di simile alla Trinità cristiana, e questo l’ho spiegato mille volte ai TdG e agli sbandieratori di quell’opuscolo capolavoro di sempliciottagine chiamato “Dovreste credere nella Trinità?”. Il paganesimo coevo non conosceva alcun culto di tre dèi che fossero considerati un solo dio, bensì di semplici culti ternari con tre divinità ben separate. Inoltre questi culti ternari non hanno carattere panellenico bensì sono siti in singoli santuari, dove ad esempio si tributava culto a Leto e dunque per associazione di suoi figli Diana ed Apollo. Ma questi sono fenomeni locali, di dèi associati in singoli santuari perché avevano funzioni simili o perché imparentati, non esiste alcuna Trinità (se non nelle fantasie della storia delle religioni della prima metà del novecento e dell’ottocento). Come già detto l’ossessione di vedere delle “trinità” ovunque è tramontata da cinquant’anni, esattamente come espressioni senza senso che si trovavano nei saggi del secolo scorso del tipo “trinità platonica”, terminologia ascientifica onnipresente nelle citazioni paleolitiche riportate negli opuscoli TdG (quando al contrario in Platone non esiste nessuna Trinità, e ve lo garantisco personalmente visto che mi sono laureato su di lui). Se qualcuno è in grado di mostrarmi una Trinità nel mondo pagano coevo al cristianesimo si faccia avanti, io sono qui a sentire che fonti antiche vuole citare e ho tutta la biblioteca della mia università per controllarle una ad una, dai frammenti di papiro di Ossirinco alle opere di Plutarco.
    ---------------------
    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
    Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
    (Κ. Καβάφης)
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    Dario.from.CS
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    00 10/06/2008 21:07
    Poly...sei un carro armato...e chi ti ferma a te!Ho letto...e riprenderò la lettura per cercare di documentarmi anche su termini che non avevo mai sentito...
    Questa è la dimostrazione che la convinzione geovista di avere la conoscenza della Bibbia a differenza di tutti gli altri è davvero la palla più grande che ci han fatto credere!

    Grazie, davvero!


    Dario Piraino




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    Ralph Waldo Emerson

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    berescitte
    Post: 5.856
    Registrato il: 13/07/2004
    Utente Master
    00 11/06/2008 00:51
    Aggiungo
    Se i TG dicono
    "Non è ragionevole; perchè come può la Parola essere con Dio e nello stesso tempo essere lo stesso Dio?"(Interlineare greco-inglese stampata dalla Watch Tower pagg. 1158-1159)

    (a parte il fatto che non ho trovato la citazione a quelle pagine)

    Io direi
    E' giusto adoperare la ragionevolezza come criterio ultimo del giudizio critico. Essa deve fare da supporto a qualsiasi fede. Ed è poprio la ragionevolezza (ovvero la logicità) che permette di scoprire le incongruenze geoviste e di altre fedi.
    E questa obiezione citata è ragionevole se dalla cristianità si predicasse di Dio sotto un unico aspetto, per esempio la sola divinità o la sola personalità. Se di due Persone, indicate come distinte, si predicasse che sono una unica persona si direbbe qualcosa di autocontraddittorio; un qualcosa che la ragionevolezza comanda di rifiutare. E lo stesso se si indicassero due divinità dicendo che si tratta di un solo Dio.
    Ma questo non è il caso del testo biblico. I TG sanno benissimo che il NT usando l'espressione theòs spessissimo intende dire "o Patèr", indicando cioè la Persona del Padre e non sua la natura che è indicata dalla parola che dice divinità. E' questo il caso di Giovanni 1,1 che parla sia di due Persone divine, il Padre e il Figlio, sia della natura divina della seconda.
    Così alla obiezione citata si risponde che quando il testo dice che la Parola era con Dio vuole dire che la Persona del Figlio era in comunione ontologica con il Padre e quando aggiunge che la Parola era Dio intende dire che non aveva una natura autonoma e separata ma conviveva nella stessa natura divina del Padre.

    Poi si potrebbe fare un simpatico contropiede alla osservazione rilevando che quindi ha un valore determinante per la ragionevolezza dei TG il distinguere il peso specifico di parole del tipo "con" e "presso" quando si parla dei rapporti tra il Figlio e il Padre. E ottenuta risposta favorevole ricordare che in Giovanni tutte le volte che si trova l'espressione "en teò" o "en to Patrì" (ad es. Gesù dice più volte di essere "nel" Padre e il Padre "in" lui, fino a dire "Io e il Padre siamo uno" Gv 10,30 - NM)invece di tradurla "in Dio" la WT la modifica con "unito a Dio" e "unito al Padre". Il che non è affatto ragionevole. Anche se si intuisce la... ragione della manovra. E non solo non è ragionevole ma è anche un adoperare doppio peso e doppia misura se si affianca alla obiezione succitata, una cosa che Geova detesta (cf Proverbi 20,10 e 2o,23)

    E' anche interessante notare come i TG, nel risponderti, non solo hanno svicolato, come ha notato Poly, ma non abbiano tenuto alcun conto delle validissime osservazioni presentate dai biblisti e da te postate: ad es. quelle sul predicato nominale che di natura sua "caret articulo" (Zerwich) e perciò chi dice che per far diventare Dio anche il Figlio ci doveva essere l'articolo, pretende che Giovanni avesse sgrammaticato a bella posta; o sulla confusione che si creerebbe se anche il secondo theòs avesse l'articolo divenendo contemporaneamente sia Figlio che Padre; o sul confronto con l'esclamazione di Tommaso che è formidabile; o sull'esistenza di theios come aggettivo che significa la qualità divina* e che Giovanni avrebbe potuto usare se avesse voluto indicare nel Verbo la aggettivante qualità e non la sostanziale divinità ecc...
    _______________________________
    * Parola questa che hanno "tradotta" con qualità divina credendo di leggerla in Colossesi 2,9, dove però non esiste la parola theiòthes, come loro immaginano, ma theòteos che significa "divinità" o "deità" (un sostantivo e non un aggettivo!).



    [Modificato da berescitte 11/06/2008 01:12]
    ----------------------
    est modus in rebus
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    studente_
    Post: 3
    Registrato il: 06/08/2008
    Utente Junior
    00 11/08/2008 03:20
    se un nome viene usato come predicato e viene prima del verbo essere e del soggetto in greco lo puoi tradurre anche come un aggettivo (anche in italiano)
    e Dio era la Parola
    ovvero
    Divina era la parola
    un Dio per me non è corretto a meno che non l'interpreti come interpreteresti la frase " sei proprio un dio a giocare a carte"

    è anche vero che quei due theos vicini danno da pensare come se nello stesso tempo la parola fosse vicina a Dio ,quindi distinta come la persona di Gesù è distinta dalla persona di Dio Padre , e nel contempo la Parola sia Dio ,l'unico Iddio come è Dio per il tutto Dio padre e Dio per il tutto lo spirito santo

    Oh non è che la trinità se la sono inventata così in una notte di sana pianta ,magari è un errore ma dietro ci sono fior fior di ragionamenti e scritti
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    ilnonnosa
    Post: 164
    Registrato il: 14/01/2008
    Utente Junior
    00 11/08/2008 08:40
    Re: Aggiungo
    berescitte, 11/06/2008 0.51:

    Se i TG dicono
    "Non è ragionevole; perchè come può la Parola essere con Dio e nello stesso tempo essere lo stesso Dio?"(Interlineare greco-inglese stampata dalla Watch Tower pagg. 1158-1159)

    (a parte il fatto che non ho trovato la citazione a quelle pagine)


    La citazione dell'Interlineare della Watch Tower pp. 1158, 1159, si riferisce all'edizione del 1969; mentre nell'Interlineare edizione 1985 questa frase non viene riportata.

    Ciao. Ilnonnosa