Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

L'inno ad Aton e il Salmo 104

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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
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    Thiatj

    - ḥtm mr r ry.t '3.t
    wts rn n ՚ḫ n itn,
    S3t n m3't -
    00 23/04/2008 21:39
    E' radicata convinzione tra gli egittofili, che la compilazione del Salmo biblico 104, sia stata fortemente influenzata dal testo, appartenente ad Akhenaton, dell'Inno ad Aton.
    Molti vogliono riconoscere in Akhenaton il primo monoteista della storia, alcuni lo definizscono il precursore dell'ebraismo, attribuendo a Mosè una forte influenza derivante dal culto del Sovrano della tarda XVIII Dinastia. Ma forse sono di più coloro che lo ritengono, impropriamente, un eretico, per aver "osato" sfidare Amon e, soprattutto, il suo clero.

    Ne abbiamo trattatopiù volte, ma non abbiamo mai effettivamente raffrontato i due testi in questione, ragion per cui ho pensato di inserirli qui, in rigoroso ordine di "anzianità"


    INNO AL SOLE DI AKHENATON


    Magnifico risplendi tu
    Sull’orizzonte del cielo, Tu sole vivente
    Che determini la vita!
    Tu sorgi dall’orizzonte d’oriente
    E colmi ogni terra della tua bellezza.
    Magnifico, grande e raggiante,
    alto sopra tutti i paesi della terra.

    I tuoi raggi abbracciano le nazioni
    Fino al termine di tutto quello che hai creato.
    Tu sei Ra quando raggiungi i loro confini
    E li inclini per il tuo figlio amato.
    Sei lontano, ma i tuoi raggi sono sulla terra;
    sei nel suo volto, ma la tua via è inesplorabile.

    Quando riposi oltre l’orizzonte occidentale,
    il mondo è immerso nelle tenebre,
    a somiglianza della morte.
    I dormienti sono nelle stanze
    Con il capo velato e nessun occhio scorge l’altro.

    Tutti gli averi che tengono sotto la testa vengono loro rubati -
    Non se ne accorgono.
    Ogni animale da preda è uscito dal proprio covile
    E tutti i serpenti mordono.
    L’oscurità è una tomba,
    la terra giace attonita,
    poiché il suo creatore è tramontato all’orizzonte.

    Al mattino però eccoti di nuovo al di sopra dell’oriente
    E brilli come sole nel dì;
    scacci le tenebre e scocchi i tuoi raggi.
    Le Due Terre sono ogni giorno in festa,
    gli uomini sono desti
    e si levano in piedi, poiché tu li hai fatti alzare.
    Il loro corpo è pulito e hanno indossato abiti,
    le loro braccia si levano in preghiera al tuo sorgere
    la terra intiera compie la sua opera.

    Tutto il bestiame si pasce del proprio foraggio,
    alberi ed erbe verdeggiano.
    Gli uccelli hanno lasciato i nidi,
    i loro voli lodano il tuo Ka.
    Tutti gli animali selvatici stanno all’erta,
    tutto ciò che si agita e ondeggia nell’aria vive,
    poiché sei sorto per loro.
    Le grandi barche risalgono la corrente
    E poi la ridiscendono,
    ogni viaggio è aperto dal tuo sorgere.
    I pesci nell’acqua saltano dinnanzi al tuo apparire,
    i tuoi raggi penetrano nel fondo del mare.

    Tu che fai germinare il seme nelle donne,
    Tu che procuri “il liquido” agli uomini
    Tu che mantieni in vita il figlio nel corpo di sua madre
    E lo acquieti così che le sue lacrime si asciughino -
    Tu, balia nel corpo della madre! -
    Tu che doni il respiro
    Perché tutte le creature possano vivere.
    Quando il bimbo esce dal corpo delle madre
    E respira nel giorno della nascita,
    gli apri la bocca completamente
    e ti preoccupi di quel che a lui serve.

    Al pulcino nell’uovo,
    Che già si fa sentire nel guscio - Tu concedi l’aria e lo fai vivere.
    Hai stabilito per lui il momento
    Quando è tempo di rompere il guscio;
    ed esce allora dall’uovo
    per rispondere al termine fissato,
    cammina già sui suoi piedi, quando esce dall’uovo.

    Quanto sono numerose le tue opere
    Che si nascondono allo sguardo,
    tu unico dio, del quale non esistono eguali!
    Hai creato la terra secondo il tuo desiderio, da solo,
    con uomini bestiame e ogni animale,
    con tutto quello che sta sulla terra,
    con tutto quello che si muove sui piedi
    con tutto quello che sta in alto e si muove con le ali.

    I paesi stranieri di Siria e Nubia,
    e con essi la terra d’Egitto -
    hai collocato al posto dove si trovano e ti preoccupi dei loro bisogni,
    tutti hanno nutrimento e il termine della loro esistenza è stabilito.
    Le lingue sono diverse nei discorsi
    E così pure i lineamenti;
    il colore della pelle è differente, poiché tu distingui i popoli.

    Nel mondo sotterraneo crei il Nilo
    E lo porti poi in superficie a tuo piacimento,
    per mantenere in vita gli uomini che tu hai creato.
    Sei il signore di tutti che per tutti si affatica,
    tu padrone di ogni terra che per te si schiude,
    tu sole del giorno, potente nell’alto!
    Tu mantieni in vita anche le terre più lontane,
    hai posto un Nilo anche nel cielo
    perché possa giungere a loro
    e infrangere onde sui monti, come il mare
    e rendere umidi i loro campi con ciò di cui hanno bisogno.
    Quando sorgi essi si risvegliano e rivivono per te.
    Crei le stagioni perché le tue creature si possano sviluppare -
    L’inverno, per dar loro frescura,
    il caldo dell’estate perché godano della tua presenza.
    Hai posto lontano il cielo per salire fino a lui
    E osservare tutto quello che hai creato.

    Sei unico quando sorgi,
    in tutte le tue forme di apparizione come Aton vivente,
    che brilla e risplende,
    lontano e vicino;
    tu crei milioni di esseri da te solo - Città, villaggi, e campi coltivati,
    ruscelli e fiumi.
    Tutti gli occhi si vedono di fronte a te,
    quando ti levi sulla terra come sole del giorno.

    Quando tramonti, il tuo occhio non è più qui,
    quello che tu hai creato per loro,
    così non vedi te stesso come unico, ciò che hai creato - anche allora resti nel mio cuore
    e non c’è nessuno che ti conosce
    al di fuori di tuo figlio Neferkheprure Uanre
    al quale hai fatto conoscere il tuo essere e la tua forza.

    Il mondo sorge al tuo cenno, come tu lo hai creato.
    Quando ascendi nel cielo essi vivono,
    quando tramonti, essi muoiono;
    sei il tempo stesso della vita, tutti vivono per te.
    Gli occhi posano sulla bellezza fino a quando non scompari,
    ogni opera viene tralasciata quando declini ad occidente.
    Colui che si leva rafforza ogni braccio per il re
    E ogni piede si affretta.

    Da quando hai creato il mondo, lo fai sorgere
    Per tuo figlio che è nato dal tuo corpo,
    il re del duplice Egitto, Neferkheprure Uanre,
    Figlio di Ra, che trae vita da Maat,
    il signore del diadema, Akhenaton, grande nella sua esistenza,
    e la grande sua sposa e regina, che egli ama,
    la signora di entrambi i paesi, Nefertiti,
    che è piena di vita e giovane
    per tutta l’eternità.



    * Testo tratto da: “AKHENATON - La religione della luce nell’Antico Egitto” di Erik Hornung pubblicato da Salerno Editrice


    SALMO 104

    Benedici il Signore, anima mia,
    Signore, mio Dio, quanto sei grande!
    Rivestito di maestà e di splendore,
    avvolto di luce come di un manto.
    Tu stendi il cielo come una tenda,
    costruisci sulle acque la tua dimora,
    fai delle nubi il tuo carro,
    cammini sulle ali del vento;
    fai dei venti i tuoi messaggeri,
    delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
    Hai fondato la terra sulle sue basi,
    mai potrà vacillare.
    L'oceano l'avvolgeva come un manto,
    le acque coprivano le montagne.
    Alla tua minaccia sono fuggite,
    al fragore del tuo tuono hanno tremato.
    Emergono i monti, scendono le valli
    al luogo che hai loro assegnato.
    Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
    non torneranno a coprire la terra.
    Fai scaturire le sorgenti nelle valli
    e scorrono tra i monti;
    ne bevano tutte le bestie selvatiche
    e gli ònagri estinguono la loro sete.
    Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
    cantano tra le fronde.
    Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
    con il frutto delle tue opere sazi la terra.
    Fai crescere il fieno per gli armenti
    e l'erba al servizio dell'uomo,
    perché tragga alimento dalla terra:
    il vino che allieta il cuore dell'uomo;
    l'olio che fa brillare il suo volto
    e il pane che sostiene il suo vigore.
    Si saziano gli alberi del Signore,
    i cedri del Libano da lui piantati.
    Là gli uccelli fanno il loro nido
    e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
    Per i camosci sono le alte montagne,
    le rocce sono rifugio per gli iràci.
    Per segnare le stagioni hai fatto la luna
    e il sole che conosce il suo tramonto.
    Stendi le tenebre e viene la notte
    e vagano tutte le bestie della foresta;
    ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
    e chiedono a Dio il loro cibo.
    Sorge il sole, si ritirano
    e si accovacciano nelle tane.
    Allora l'uomo esce al suo lavoro,
    per la sua fatica fino a sera.
    Quanto sono grandi, Signore,
    le tue opere!
    Tutto hai fatto con saggezza,
    la terra è piena delle tue creature.
    Ecco il mare spazioso e vasto:
    lì guizzano senza numero
    animali piccoli e grandi.
    Lo solcano le navi,
    il Leviatàn che hai plasmato
    perché in esso si diverta.
    Tutti da te aspettano
    che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
    Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
    tu apri la mano, si saziano di beni.
    Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
    togli loro il respiro, muoiono
    e ritornano nella loro polvere.
    Mandi il tuo spirito, sono creati,
    e rinnovi la faccia della terra.
    La gloria del Signore sia per sempre;
    gioisca il Signore delle sue opere.
    Egli guarda la terra e la fa sussultare,
    tocca i monti ed essi fumano.
    Voglio cantare al Signore finché ho vita,
    cantare al mio Dio finché esisto.
    A lui sia gradito il mio canto;
    la mia gioia è nel Signore.
    Scompaiano i peccatori dalla terra
    e più non esistano gli empi.
    Benedici il Signore, anima mia.



    Avrei voluto evidenziare le parti comuni, ma piùà li leggo, più mi rendo conto che dovrei evidenziarli interamente.

    A guardar bene, una differenza la si riscontra. Ed oserei definirla sostanziale.
    Nel leggere il primo non si può far a meno di restare coinvolti e dall'enfasi e dal sentimento trasmesso dall'autore. Il secondo appare quasi ... "forzato", proprio come se l'autore abbia inteso elaborare, partendo da un testo già esistente, un qualcosa di "personalizzato", faticando a trovare sinonimi per non ripetersi.

    Ammetto la mia posizione di parte, la quale probabilmente offusca la mia obiettività; quindi sarò lieta di accogliere, in merito, anche il vostro parere
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    -Kiya-
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    00 23/04/2008 22:25
    Un introduzione storica e alcune precisazioni sono doverosi.

    Innanzitutto c'è da dire che i Salmi sono contenuti nell'omonimo Libro de Salmi, in altre versioni Libro della Sapienza, facente parte dell'Antico Testamento. Questo per quanto concerne la Bibbia cristiana. E' però da tener presente che in realtà il Libro dei Salmi, ovvero il Tehilim, appartiene alla Bibbia ebraica e, come vuole la tradizione, sarebbe stato redatto da Davide. In realtà uno studio della critica moderna ha datato i Salmi all'incirca fino al 600 a.C., tramandati dal 1000 a.C. attraverso la tradizione orale, e stabilito che sono stati scritti da numerosi autori, i più rimasti ignoti.

    Il libro si divide in Inni e Canti. Naturalmente il Salmo 104 è compreso tra gli Inni. Se ne conoscono diverse versioni, differenti per forma, ma pressocchè uguali per i contenuti (almeno in quelle ancora disponibili), dovute ai continui rimaneggiamenti subiti dalla Bibbia, a partire dal XIII secolo d.C.
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    pyccolo
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 04/02/2012 10:47
    Re:
    -Kiya-, 23/04/2008 21.39:



    INNO AL SOLE DI AKHENATON




    Tu che fai germinare il seme nelle donne,
    Tu che procuri “il liquido” agli uomini

    Ammetto la mia posizione di parte, la quale probabilmente offusca la mia obiettività; quindi sarò lieta di accogliere, in merito, anche il vostro parere



    Mi pare evidente la notevole somiglianza fra i due inni; suppongo che non possa attribuirsi al caso... in essi il filo conduttore del fluire dei pensieri sembra configurarsi come appartenente ad un'unica mente.

    Risulta evidente come la cultura dell'epoca ignorasse il contributo femminile, che noi oggi sappiamo sostanziale, nel concepimento della vita.
    La donna era vista come "la terra" entro la quale il seme aveva modo di svilupparsi.
    L'assenza di fertilità era attribuita sempre alla donna, ritenuta incapace di accogliere il seme e farlo "germogliare".
    Per questo le donne ritenute sterili si recavano presso templi per ottenere che il loro seno fosse fertile... naturalmemente vi provvedevano i sacerdoti e se, dopo breve tempo, la donna rimaneva incinta, si ringraziava la divinità per averle "aperto il seno" (aperto dal sacerdote [SM=x822723] ), capace ora di accogliere e nutrire il "germoglio" dell'amato sposo.
    Così erano tutti felici e contenti.




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    sargon.
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    EgiTToPhiLo/a
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    00 04/02/2012 11:55
    Inno a Aton
    E' d'uopo ricordare che l' unico testo completo dell' inno è scritto nella tomba sud 25 di Ay ad Amarna.
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    pyccolo
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 04/02/2012 13:01
    Re: Inno a Aton
    sargon., 04/02/2012 11.55:

    E' d'uopo ricordare che l' unico testo completo dell' inno è scritto nella tomba sud 25 di Ay ad Amarna.



    Che significa che "è scritto nella tomba"?
    E' impresso in essa o in essa inciso su qualche tavoletta o scritto su pergamena?



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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
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    00 04/02/2012 13:14
    Era scritto in geroglifico sulle pareti della tomba Amarniana di Ay.
    Ay, durante il Regno di Akhenaton, fu personaggio di spicco, in qualità di Thiatj (Vizir).
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    Dubhe_Aivlis
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    EgiTToPhiLo/a
    Artista del Re
    00 04/02/2012 14:52
    (...senza parole...)
    Bhe, volendo si potrebbe dire che questi versi si siano "trascinati" fino ai tempi della "scappatella" dall'Egitto grazie a Mosè... :D
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    sargon.
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    EgiTToPhiLo/a
    Artista del Re
    00 04/02/2012 15:15
    In effetti il ruolo di Ay non è mai stato chiarito. Con Akhenaton i visir furono Aper El, Ramose e Nakhtpaaten, con Tutankhamon Usermont e Tutu. Ay non appare mai con l' abito classico del visir, il shenet.
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    pyccolo
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 04/02/2012 15:27
    Re:
    sargon., 04/02/2012 15.15:

    In effetti il ruolo di Ay non è mai stato chiarito. Con Akhenaton i visir furono Aper El, Ramose e Nakhtpaaten, con Tutankhamon Usermont e Tutu. Ay non appare mai con l' abito classico del visir, il shenet.



    Perdonerete la mia ignoranza (ho una conoscenza molto sommario degli Egizi), chi sono i "visir" e perchè questo ruolo era importante?


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    sargon.
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    EgiTToPhiLo/a
    Artista del Re
    00 04/02/2012 15:47
    I visir rappresentavano il potere esecutivo reale. Nel Nuovo Regno vi erano due visir, del nord e del sud.
    Nella tomba di Rekhmire, la TT100, sono illustrati i "Doveri del Visir".
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