Era la prima, Berta. Duncan rimane uno dei giocatori più decisivi della NBA.
Ieri notte ho guardato un po' di New Orleans - Dallas e mi sono convinto ancora di più che l'MVP di quest'anno è Chris Paul. È davvero un mostro, ogni volta che Dallas tentava di rimontare, direttamente o indirettamente era sempre Paul quello che li ricacciava indietro: con canestri pazzeschi in penetrazione, con dei 2+1, scarichi per il piazzato da 3 di Stojakovic o Pargo, cannonate per Chandler o West sotto canestro, insomma, c'era sempre il suo zampino. Tra l'altro devo riconoscere che gli Hornets, per quanto non mi siano mai stati simpatici da quando sono andati a New Orleans, giocano davvero un gran bel basket: difendono abbastanza bene e attaccano in maniera cestisticamente spettacolare. Cosa vuol dire? Che non fanno il circo come a Golden State, ma non sono neanche pragmatici come gli Spurs. Cercano sempre la soluzione migliore e non la più pirotecnica per andare a canestro, ma grazie al genio cestistico di Paul e all'ottimo lavoro di Scott in panchina (e glielo devo riconoscere, io che sono sempre stato un suo detrattore) riescono spesso a farlo in maniera esteticamente sublime: insomma, se devono fare un alley-oop non si tirano indietro, ma solo se sono certi che questo porti 2 punti sicuri e sia la soluzione migliore per fare canestro. Per uno che ama il basket come sport è qualcosa di fantastico, per uno che ama il basket come spettacolo e/o intrattenimento è una buona occasione per vedere della bella pallacanestro senza annoiarsi come con gli Spurs (anche perchè sono certo che dopo un po' anche costui si sarà annoiato dal run&gun "senza se e senza ma" di Nelson e soci).
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"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un pò dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività... Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma nè di un incendio del Reichstag, nè di un golpe sul palazzo d'Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti". (Indro Montanelli, 1994)