00 09/04/2008 14:56




R.CARETTONI



DIGERITA LA DELUSIONE DI COPPA IL LUGANO SI RIFARÀ NEI PLAYOFF?

di

RENATO CARETTONI.




La finale di coppa è stata metabolizzata e sia Vacallo che Lugano stanno guardando oltre e si stanno concentrando sui playoff: il Vacallo navigando sul velluto di una stagio­ne dove ha già raggiunto un grandissimo e pre­stigioso traguardo (ma l’appetito vien mangian­do!), il Lugano con la rabbia di chi ha fallito i primi due (Coppa della Lega e Coppa Svizzera) e si avventa sull’unico piatto rimasto in tavola, quello che, se alla fine riesci a farlo tuo, ti ripa­ga delle precedenti delusioni. Ritornando sulla coppa si può disquisire a lungo sul fatto che l’ab­bia vinta il Vacallo o che l’abbia persa il Luga­no... Va bene: è la stessa cosa, tutto è relativo, inutile discutere. È chiaro che Rodrigo Pastore con il suo staff ha preparato tutto alla perfezio­ne, tutto è andato senza intoppi, come previsto: quelli del Vacallo conoscevano i giochi del Lu­gano forse meglio di qualche giocatore del Lu­gano stesso! Quindi in base a questo potremmo affermare che ha vinto il Vacallo e aggiungo an­che che è stata una vittoria meritatissima.
Prima della partita si diceva che il Lugano era favorito, ma che in una partita secca tutto era possibile per una squadra con meno potenziale e (forse) meno talento. Ma il campo ha dimo­strato che prima di tutto il basket è un gioco di squadra e il Vacallo ha vin­to di squadra: una forma­zione organizzatissima in cui ogni singolo giocatore ha fat­to il suo lavoro con grande disciplina. Ma possiamo cer­tamente dire anche che la partita l’ha persa il Lugano: lo stesso Pastore a fine par­tita si era mostrato sorpreso dell’assenza di contromosse da parte luganese. È stata questa assenza di con­tromosse una situazione che ha sorpreso un po’ tutti. Generalmente si paragona la battaglia tat­tica di una partita di basket a una partita a scacchi dove c’è una mossa e poi una contromos­sa e così via fino alla fine. Invece il nulla asso­luto in questo senso è stato proposto dal Luga­no che forse ha pensato di poter vincere facil­mente senza bisogno di «tatticheggiare» più di quel tanto: grave errore di presunzione? È cer­tamente vero che in questo senso la partita è sta­ta persa dal Lugano. Mettendo assieme la gran­de preparazione della partita del Vacallo e l’as­soluta non preparazione (almeno così è parso) da parte del Lugano, ecco che ne è nata una par­tita a senso unico, come quella di 10 anni fa do­ve i motivi erano gli stessi anche se con prota­gonisti diversi.
Il Lugano si sta guadagnando la poco simpa­tica immagine di squadra «non da partita sec­ca »: infatti ricordiamo la partita gettata con­tro il Boncourt nella Finale di Coppa della Le­ga di due anni fa, la finale di Coppa sprecata contro il Monthey pure due anni fa, la finale di coppa gettata di quest’anno (ma questo non deve togliere nemmeno un millesimo di merito ad un grandissimo Vacallo). Tre indizi fanno una prova! Può consolare il fatto che quando invece c’è un’ulteriore possibilità allora i bian­coneri si esprimono al meglio: ricordo in cam­pionato vinto due anni fa dopo i due fallimen­ti nelle Coppe.
Ci sono anche qui tre indizi principali: quest’an­no come due anni fa il Lugano ha fallito le com­petizioni con finale a partita secca; quest’anno come due anni fa il coach è Andrea Petipierre; quest’anno come due anni fa il potenziale della squadra che il club gli ha messo in mano è da far paura ad ogni avversario. Tre indizi fanno una prova! Vacallo e Friburgo non saranno giu­stamente d’accordo ma il Lugano non può non vincere il campionato! Beh: buon divertimento! Il bel vedere non è lontano!
Intanto, in NBA, Boston è ad una vittoria dalla matematica sicurezza di avere il miglior record della regular season che significa sempre avere sino alla fine un’eventuale gara-7 in casa. La squadra è certamente fortissima ma sulla stra­da della finale troverà verosimilmente nella fi­nale di Conference i Detroit Pistons che stanno pure andando fortissimo. Anche qui ci sarà da divertirsi.
Ad Ovest la situazione di complica: l’equilibrio è impressionante e ci sono ben 6 squadre che possono ancora ambire ad aggiudicarsi quella posizione che Boston ha già messo in cascina ad Est: New Orleans (attualmente in testa), San An­tonio, Los Angeles Lakers, Utah, Houston e Phoe­nix daranno vita a un finale di regular season tutto da gustare. I Bulls di Thabo Sefolosha so­no invece (li tiene in vita solo la matematica) oramai fuori dai playoff dopo una stagione co­stellata da troppi alti e bassi, dagli infortuni e dal cambio di allenatore. Per Sefolosha un pas­so avanti nel sempre difficile secondo anno in NBA a livello individuale, ma un passo indietro a livello di risultato di squadra: non farà quei playoff che l’anno scorso lo videro protagonista nella serie che portò lui ed i Bulls ad eliminare i campioni in carica dei Miami Heat.


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