Quella notte Ronan aveva davvero cercato di fare la sua parte.
Forse anche troppo, pensò incerto.
Mentre tornava al teatro, uscito dal castello, si fermò a guardare il mare. Stava sorgendo il sole e la pioggia era cessata. Solo una lieve foschia aleggiava intorno al porto. E laggiù, in lontananza, il nero dromone, apparentemente immobile, osservava la città ancora nel sonno.
Ronan ripensò agli avvenimenti di quella notte, e istintivamente iniziò a giocherellare con l’anello che aveva in tasca.
…E il Re del Nord scenderà dalle montagne…
Ripensò alle mani di lei che si chiudevano sulle sue, al suo calore e all’incertezza della sua voce mentre pronunciava le parole con cui si erano lasciati.
Non restate in campagna dopo il tramonto.. Ronan, non da solo almeno, ve ne prego, state attento..
Come salvacondotto, era un bell’anello, alla tenue luce del sole nascente.
Un’elegante doppia treccia di oro di diverse qualità con una piccola ametista incastonata, tagliata a cabochón.
Ronan ebbe la sensazione che quella goccia di viola intenso assorbisse e rilucesse in trasparenza di tutta la luce che aveva intorno.
Lo osservò a lungo, meditando sull’iscrizione incisa nel metallo.
A un certo punto ebbe la tentazione di infilarselo al dito.
Ma non lo fece.
Lo ripose al suo posto e si appoggiò al parapetto di pietra.
Era bagnata e fredda ma non se ne curò. Il suo cuore era ancora acceso di un calore diverso. Qualcosa che non aveva mai provato per nessun’altra donna, nemmeno per Lasya, qualcosa che in parte forse l’aveva cambiato.
Ah, Lasya.. Non c’era da preoccuparsi.. non le avrebbero torto un capello, ne era certo.
Presto te ne tornerai a casa, e potrai scrivere ancora le tue belle lettere al fidanzato segreto che tutti conoscono..
Nessuno ti disturberà.
……………
"
Brutta notte, questa, sergente.. un turno fortunato, il vostro.."
"già.."
"dicono che siano corsari del sud.. è possibile?"
"Non so, amico. Non so. Vorrei che fossero corsari sai?"
"Ehi, l'ultima volta che ho controllato i corsari erano i cattivi, e saccheggiavano la costa."
"Apposta te lo dico. Sarebbero dei corsari parecchio stupidi, a navigare con questo tempo del malaugurio. E li potremmo prendere a colpi di trabucco, così tanto per esercitarci nel tiro.
E invece no, sono qui, ancora una volta battono bandiera mercantile, e di certo non hanno attaccato. Io dieci anni fa ho visto la nave che arrivò. Non posso giurare che sia la stessa, ma le somiglia parecchio.."
"Ma che gente c'è a bordo? Dubito siano Gondoriani."
"Ma figurati...no, sarà qualche meticcio bastardo con la pelle color cenere. Non che li abbia visti l'altra volta."
"Per Osse, che storia..."
"Puoi scommetterci. Non so che commerci abbiano fatto, l'altra volta, ma sono rimasti a lungo, e ha piovuto tutto il tempo, con le conseguenze che immagini. Se succede di nuovo...è la fine. Qui scoppia la rivolta.."
"Guaio...brutto guaio. Possibile che non se ne sia visto uno di quei bastardi?"
"Non finché non se ne sono andat..." interviene un soldato più giovane
"Muto, coglione! " lo apostrofa il sergente,
"Scusatelo, Ronan. Non sa nulla di rango e rispetto. Non sa che tra due uomini liberi che discutono un soldato non interviene così, senza permesso"
"Nessun problema"
"Ancora vino?"
"Molto volentieri, sergente. Se tutti i sottufficiali fossero come voi, sarebbe un piacere servire nell'esercito."
"Troppo buono."
…
Chiacchere e convenevoli.. fingere di non aver colto.. glissare casualmente.. non destare sospetti..
osservare attentamente, ascoltare. Poche domande innocenti. Ronan aveva imparato la lezione, ormai.
Nel tragitto all’interno della rocca aveva memorizzato le difese. Assolutamente inespugnabile. Portoni massicci, chiavistelli, grate frequenti, feritoie, barre spessissime.l
C’era gente in piedi lungo il tragitto, una cosa insolita a quell’ora di notte.
La guardia che aveva portato la sua missiva l’aveva poi accompagnato lungo corridoi e sale riccamente arredate. Occhiaie e sguardi lunghi, ombre e passi echeggianti, qualche occhiata sorpresa di sfuggita.
Corridoi oscuri, marmorei, con alte finestre e lunghi drappi di pesante velluto.
Il valletto l’aveva poi introdotto in un ampio salone deserto e buio, vicino agli appartamenti dei conti, con un largo camino acceso e numerose alcove ricchi di tendaggi. Lo stesso che aveva visto dalla balconata il giorno in cui era salito dalle segrete.
E lì, vicino al camino, proprio mentre osservava le balconate in cui si era nascosto, la dama gli aveva teso l’agguato.
Ed erano finiti dietro un pesante tendaggio, al riparo da sguardi indiscreti.
Lei era vicinissima, affascinante come non mai, un misterioso calore che emanava dal suo corpo, dalla sua voce, dai suoi modi e le sue mani stringevano delicatamente quelle di ronan, quasi un abbraccio, un contatto spregiudicato che infrangeva ogni regola dell’etichetta di corte.
E in quel momento ronan si rese conto che avrebbe davvero voluto baciarla.
"Speravo in un messaggio come il vostro, Messere. E´ una notte lunga e fredda, e le vostre parole mi hanno scaldato il petto."
"Mia signora... io.. spero che un giorno queste parole possano sciogliere il ghiaccio che avvolge il vostro cuore, e che vi rende cosi´ irragiungibile e cosi´ ambita."
La dama aveva sorriso, avvicinando un poco il volto a quello di Ronan.
"Sono dunque solo un trofeo per un attore ed avventuriero?" sussurrò.
Era chiaro che sperava di sentire un si.
"Il piu´ambito, Signora."
La dama si scostò un poco, guardando di lato.
"E non temete le spade di uomini nobili e potenti, che potrebbero ordinare la vostra morte per aver fatto loro concorrenza?"
"Non temo nulla, signora, su questa terra. Non temo nulla, se non un vostro rifiuto. Quello mi darebbe una morte lenta ed orrenda."
"Ronan, messere, mi siete diventato caro, in breve tempo. Non desidero che vi accada del male. La tempesta che si abbatte su queste scogliere presto travolgera´ anche la corte. Vi prego, restatemi fedele, e ne vedrete la fine. la grandezza ci attende, Ronan. L’alba che seguira´ sara´ radiosa, ed io e voi entrermo nei libri di storia, assieme a pochi altri. Salvatori della patria, e fedeli alla Corona di Arnor.."
"Signora, preferirei essere dimenticato dalla storia, e divenire il vostro servo senza nome e senza volto, che essere ricordato solo come un vostro amico."
La frase aveva avuto un certo effetto, complice l’atmosfera di intrigante segretezza.
"Chiedetemi ciò che volete.” Incalzò l’attore.
“Quanto desiderate, lo farò mio con tutto me stesso. e ciò che chiedete, o anche ciò che non osereste chiedere, io lo cercherò per voi con tutte le mie forze.”
“ Ditemi cosa posso fare per aiutarvi nei vostri nobili intenti, affinchè possa dimostrare ciò che provo per voi.”
“Come potrei a questo punto allontanarmi da voi, mia signora?” le domandò senza attendere una risposta.
“Sarei un pazzo, non capite? Mai ho conosciuto dama come voi, ne' mai la conoscerò. Voi, siete differente.. siete unica, inestimabile.
Solo voi unite grazia ineffabile a talenti tanto preziosi, e siete bella come l'alba del giorno e gentile d'aspetto come un cigno, seppur forte e tagliente come acciaio temprato nel fuoco e nel ghiaccio..
e la vostra bellezza vale ancor più per i vostri modi di così incantevole fascino e poesia"
Lady Aìni aveva assunto un atteggiamento di lusingata indifferenza quasi voltando il capo, ma Ronan ebbe la luciditá per vederla, forse, lievemente arrossire. Esitare. Appena tremare.
L´attore prese di nuovo coraggio per continuare a fare la sua parte.. Ma stava davvero recitando? In realtà Ronan in quel momento era davvero rapito dalla dama, affascinato com’era dalla sua voce, dal suo sguardo, dal suo corpo, così vicino.
Dopotutto non era difficile fingere, forse perché, alla fin fine, non stava fingendo affatto. O forse invece qualcosa lo stava aiutato, ispirandolo a trovare le parole giuste, e soprattutto, negli occhi e nella voce, la forza e la prontezza necessarie.
" Non è mia intenzione esservi solamente fedele.”
Disse l’attore.
“Sarebbe un oltraggio a voi, e a ciò che provo, soprattutto ora, se il momento che giunge è così importante e pieno di pericoli. Io vorrei agire.. vorrei fare qualcosa.. di più. vorrei proteggervi, stringervi ancora a me, Milady, non soltanto ora, per servirvi, onorarvi, e allo stesso tempo trovare in voi rifugio, conforto e ardore. Perchè affrontare per voi il pericolo sarà un nulla, se terrò nel petto il vostro nome e i vostri intenti. Vi auguro che il vostro cuore almeno una volta palpiti e soffra per me, così come il mio s'agita e sanguina per voi, solo perchè in tal modo abbiate la misura del fuoco che arde e scalda questo mio sangue. Dite cosa desiderate, milady, perchè possa mostrarvi quanto follemente questo giovane sconsiderato vi ama e vi desidera, e possa accordare il suo animo alla vostra musica, così che ritrovi il senno e possa addormentarsi la notte pensando a voi dolcemente, invece che struggersi fino all'alba consumandosi nell'insonnia crudele dell'incertezza."
La dama fisso’ Ronan negli occhi, prendendogli improvvisamente la faccia tra le mani.
Non era uno sguardo romantico, né dolce. Era invece carico di fierezza ed energia come quello di un maestro d’armi davanti al suo campione prima del duello decisivo di un torneo importantissimo.
"Messere. Avete colpito. Avte colpito senza pietá e ve ne ringrazio. La pietá che toglie onore. La pietá che si riserva ai deboli ed agli inferiori. Non ne avete usata con me.
Ora, prima di lasciare, distrutta, il campo di questa battaglia. Prima di cedervi il terreno e dire vostra la Giornata, tenteró un ultimo assalto"
"Dite..."
"La corona é tutto. La corona non deve cadere in mani sbagliate. Gli eretici vanno fermati, a qualunque costo. Uomini piú saggi di me e di voi hanno giá provveduto, ma da soli non possono finire quel che hanno iniziato. Ci richiedono forza, dedizione, e discrezione. Nulla di ció che, io lo so, voi VEDETE ma NON CAPITE, accade contro la corona. Ma il conte, i valar lo proteggano, é un semplice, generoso, meraviglioso uomo di azione, e non uno stratega. Per quanto i suoi sforzi siano valorosi, essi sono goffi, e rischiano di danneggiare lui per primo. Il conte ha bisogno di uomini fedeli, che lo sostengano nelle sue azioni e guidino la sua mano affinché non colpisca dove non deve. Uomini come voi. Acuti, valorosi, ma con la spada al servizio della mente, e non vice versa."
"Io posso essere quest’uomo, se voi lo desiderate. Ma solo se posso esserlo al vostro servizio, milady."
Ora erano di nuovo vicinissimi, viso a viso.
Ronan sentì l’odore gradevole del suo respiro.
"Messere, non posso chiedere di piú ai valar.
La vostra fedeltá vale piú di molti cavalieri armati. La metterete, incondizionatamente, al mio servizio? Farete ció che vi chiedo per il bene del Conte, della sua famiglia e della prosperitá di Lond Arador? Non esiterete ad agire secondo istruzioni, sapendo che la Corona di Arnor ve ne sará grata, per anni a venire, ed io per sempre?"
"Lo farò. Sarò più fedele di un vostro servo. Ma voi mi state torturando, e non lo merito.
Abbiate la grazia, mia Signora, di completare l'incanto che m'avete teso sul cuore.
Stringetevi a me, ora che nessuno può vedere.
e baciatemi. Allora nessuno, nemmeno il Re o la Contessa in persona potrebbero strapparmi da voi.
solo un bacio segreto.. ve lo chiedo.. a sigillo del vostro incantesimo, prima che la marea salga. e travolga ogni cosa..."
……
Il sole stava sorgendo. Era ancora basso sull’orizzonte, sotto le alte nubi scure che presto l’avebbero nuovamente celato.
Ronan ripensò di nuovo ai lunghi momenti di passione con la dama.
Il suo fascino infinito, la malia dei suoi occhi, il sapore dei suoi baci, i suoi capelli morbidi, il suo corpo, la sua pelle, il suo respiro..
Infine, dopo alcuni minuti, infastidito da alcune gocce di pioggia, si volse di nuovo verso la strada e s’incamminò lentamente per una via silenziosa, in direzione del teatro.
Il cielo era già plumbeo.
[Modificato da Ashtarazor 27/08/2008 18:10]