Ultimamente il forum è vuoto.E' morto.Sporadici attacchi di nulla lo assalgono...un giorno Gnolo mi disse su msn che se avevo un segreto da confidargli potevo farlo tramite forum,tanto non l'avrebbe letto nessuno...o se qualcuno per caso l'avesse fatto sarebbe stato così distratto che non gli avrebbe dato importanza...
tutti noi abbiamo in questo periodo mille pensieri per la testa,più o meno gravi,ma nessuno lo sa... la nostra "unità" s'è "divisa" ormai da molto tempo,molto prima che qualcuno se ne accorgesse, silenziosamente, lentamente...
Ora tutti staranno pensando: no non è vero ma che dici ecc ecc bla bla....ma ,visto che comunque ormai è come se scrivessi sul mio diario segreto...io scrivo...
riflettevo sulla paura...
Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l’apprensione, la preoccupazione, l’inquietudine o l’esitazione sino ad una polarità patologica come l’ansia, il terrore, la fobia o il panico.
Il termine paura viene quindi utilizzato per esprimere sia una emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. L’esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa.
Altre costanti dell’esperienza della paura sono la tensione che può arrivare sino alla immobilità (l’essere paralizzati dalla paura) e la selettività dell’attenzione ad una ristretta porzione dell’esperienza. Questa focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici, quasi perseveranti. La tonalità affettiva predominante nell’insieme risulta essere negativa, pervasa dall’insicurezza e dal desiderio di fuga.
Da dove nasce la paura?
qualsiasi oggetto, persona o evento può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre una emozione di paura. La variabilità è assoluta, la minaccia può generarsi dall’assenza di un evento atteso e può variare da momento a momento anche per lo stesso individuo.
Essenzialmente la paura può essere di natura innata o appresa. I fattori fondamentali risultano comunque essere la percezione e la valutazione dello stimolo...
La “faccia delle paura” si manifesta in un modo molto caratteristico: occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. Questo stato di tensione dei muscoli del viso rappresenta l’espressione della paura che è ben riconoscibile anche in età precoce e nelle diverse culture.
Le alterazioni psicofisiologiche sembrano differenziarsi fra quelle che si associano a stati di paura intensi, come il panico e la fobia, e quelle invece concomitanti alla preoccupazione e all’ansia. Precisamente, uno stato di paura acuta ed improvvisa caratteristica del panico e della fobia, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, si ha quindi un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l’incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l’attacco. La funzione di questa staticità indotta dallo stimolo fobico sembra quella di difendere l’individuo dai comportamenti aggressivi d’attacco scatenati dalla fuga e dal movimento. Paradossalmente, in casi estremi, tale reazione parasimpatica può condurre alla morte per collasso cardiocircolatorio. Stati di paura meno intensi invece attivano il sistema nervoso simpatico, per cui i pelli si rizzano, ai muscoli affluisce maggior sangue e la tensione muscolare ed il battito cardiaco aumentano; il corpo è così pronto all’azione finalizzata all’attacco oppure alla fuga.
Sicuramente, la paura ha una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme, preparando la mente il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga. Inoltre, in tutte le specie studiate l’espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere un aiuto e soccorso. Dal punto di vista biologico - evoluzionista sia il vissuto soggettivo, attraverso i processi di memoria e di apprendimento, sia le manifestazioni comportamentali, indifferentemente fuga, paralisi o attacco, che le modificazioni psicofisiologiche (attivazione parasimpatica o attivazione simpatica) tendono verso la conservazione e la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Ovviamente, se la paura viene estremizzata e resa eccessivamente intensa, diventando quindi ansia, fobia o panico, perde la funzione fondamentale e si converte in sintomo psicopatologico.
La paura comunque ha un alto valore funzionale, finalizzato alla sopravvivenza. Per esempio, ricordarsi che quel tipo di animale rappresenta un pericolo perché aggressivo e feroce oppure velenoso, costituisce un innegabile vantaggio. Oppure, preparare il proprio corpo ad un furioso attacco o ad una repentina fuga può in certi casi garantire la sopravvivenza. Infine, anche uno stato di “paralisi da paura” può salvarci dall’attacco di un feroce aggressore che non attende altro che una nostra minima reazione...
alla fine la paura è una cosa buona o no?
si potrebbe pensare che meno la si "vive" e meglio si "vive" ma a volte è proprio lei che poi ti fa apprezzare meglio (a freddo) la VITA.