Gli Amici Del Male -un gruppo di matti-

paure....

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    Marinolandia
    Post: 1.889
    Registrato il: 19/05/2005
    Utente Veteran
    00 28/03/2008 15:36




    Ultimamente il forum è vuoto.E' morto.Sporadici attacchi di nulla lo assalgono...un giorno Gnolo mi disse su msn che se avevo un segreto da confidargli potevo farlo tramite forum,tanto non l'avrebbe letto nessuno...o se qualcuno per caso l'avesse fatto sarebbe stato così distratto che non gli avrebbe dato importanza...

    tutti noi abbiamo in questo periodo mille pensieri per la testa,più o meno gravi,ma nessuno lo sa... la nostra "unità" s'è "divisa" ormai da molto tempo,molto prima che qualcuno se ne accorgesse, silenziosamente, lentamente...

    Ora tutti staranno pensando: no non è vero ma che dici ecc ecc bla bla....ma ,visto che comunque ormai è come se scrivessi sul mio diario segreto...io scrivo...

    riflettevo sulla paura...

    Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l’apprensione, la preoccupazione, l’inquietudine o l’esitazione sino ad una polarità patologica come l’ansia, il terrore, la fobia o il panico.
    Il termine paura viene quindi utilizzato per esprimere sia una emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. L’esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa.
    Altre costanti dell’esperienza della paura sono la tensione che può arrivare sino alla immobilità (l’essere paralizzati dalla paura) e la selettività dell’attenzione ad una ristretta porzione dell’esperienza. Questa focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici, quasi perseveranti. La tonalità affettiva predominante nell’insieme risulta essere negativa, pervasa dall’insicurezza e dal desiderio di fuga.

    Da dove nasce la paura?

    qualsiasi oggetto, persona o evento può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre una emozione di paura. La variabilità è assoluta, la minaccia può generarsi dall’assenza di un evento atteso e può variare da momento a momento anche per lo stesso individuo.
    Essenzialmente la paura può essere di natura innata o appresa. I fattori fondamentali risultano comunque essere la percezione e la valutazione dello stimolo...

    La “faccia delle paura” si manifesta in un modo molto caratteristico: occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. Questo stato di tensione dei muscoli del viso rappresenta l’espressione della paura che è ben riconoscibile anche in età precoce e nelle diverse culture.
    Le alterazioni psicofisiologiche sembrano differenziarsi fra quelle che si associano a stati di paura intensi, come il panico e la fobia, e quelle invece concomitanti alla preoccupazione e all’ansia. Precisamente, uno stato di paura acuta ed improvvisa caratteristica del panico e della fobia, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, si ha quindi un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l’incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l’attacco. La funzione di questa staticità indotta dallo stimolo fobico sembra quella di difendere l’individuo dai comportamenti aggressivi d’attacco scatenati dalla fuga e dal movimento. Paradossalmente, in casi estremi, tale reazione parasimpatica può condurre alla morte per collasso cardiocircolatorio. Stati di paura meno intensi invece attivano il sistema nervoso simpatico, per cui i pelli si rizzano, ai muscoli affluisce maggior sangue e la tensione muscolare ed il battito cardiaco aumentano; il corpo è così pronto all’azione finalizzata all’attacco oppure alla fuga.

    Sicuramente, la paura ha una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme, preparando la mente il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga. Inoltre, in tutte le specie studiate l’espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere un aiuto e soccorso. Dal punto di vista biologico - evoluzionista sia il vissuto soggettivo, attraverso i processi di memoria e di apprendimento, sia le manifestazioni comportamentali, indifferentemente fuga, paralisi o attacco, che le modificazioni psicofisiologiche (attivazione parasimpatica o attivazione simpatica) tendono verso la conservazione e la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Ovviamente, se la paura viene estremizzata e resa eccessivamente intensa, diventando quindi ansia, fobia o panico, perde la funzione fondamentale e si converte in sintomo psicopatologico.

    La paura comunque ha un alto valore funzionale, finalizzato alla sopravvivenza. Per esempio, ricordarsi che quel tipo di animale rappresenta un pericolo perché aggressivo e feroce oppure velenoso, costituisce un innegabile vantaggio. Oppure, preparare il proprio corpo ad un furioso attacco o ad una repentina fuga può in certi casi garantire la sopravvivenza. Infine, anche uno stato di “paralisi da paura” può salvarci dall’attacco di un feroce aggressore che non attende altro che una nostra minima reazione...

    alla fine la paura è una cosa buona o no?

    si potrebbe pensare che meno la si "vive" e meglio si "vive" ma a volte è proprio lei che poi ti fa apprezzare meglio (a freddo) la VITA.
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    Dott.ssa Silvia
    Post: 515
    Registrato il: 17/05/2005
    Utente Senior
    00 28/03/2008 17:17
    la descrizione di paura che hai dato sembra quella dei libri di psicologia affettiva...



    alla fine la paura è una cosa buona o no?

    si potrebbe pensare che meno la si "vive" e meglio si "vive" ma a volte è proprio lei che poi ti fa apprezzare meglio (a freddo) la VITA.


    rispetto a questa tua frase finale invece, ho riflettuto su cosa spinge le persone a credere che la paura ti faccia apprezzare meglio (a freddo) la vita.

    Non so se ho interpretato bene, ma con "a freddo" credo che tu non ti riferisca a quella paura che si prova dopo un incidente stradale scampato, da un film dell'orrore o quando ti sei accorto di esserti perso il cellulare...

    Credo che tu ti riferisca ad uno stato d'animo paradossalmente elettrizzante che nella giusta dose ti fa sentire VIVO, e "a freddo" in quanto coscienza di aver paura...aver paura di perdere una persona, aver paura di non riuscire a, aver paura di una delusione...quella paura che ti tiene sul filo del rasoio, di cui hai paura ma che ti fa sentire vivo e ti da la carica giusta.


    Io non so cos'è, so solo che molte cose che faccio e pensieri che gravitano nella mia mente hanno sempre una spiegazione ultima, che è la mia paura di soffrire. Io la vivo come un blocco in alcuni casi, e per questo non mi permette di agire e di comportarmi come mi comporterei se non avessi paura di soffrire...in altri casi invece la vivo come un'anticipazione, una minaccia...chissà illusoria forse... che mi attiva ed elettrizza fino ad estremizzare quel famoso stato di vigilanza di cui tanto si parla...anche quando non ce ne è proprio il bisogno...e forse in questi casi è un'ostacolo alla mia vita.


    La paura di soffrire è il mio più grande handicap.
    ^Silviett@^
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    Marinolandia
    Post: 1.891
    Registrato il: 19/05/2005
    Utente Veteran
    00 28/03/2008 17:32
    già, la descrizione scientifica che ho riportato sopra ovviamente non me la sono inventata,diciamo che ho letto parecchio in giro e alla fine ho creato un pensiero di senso compiuto...
    per il resto,quando dico "a volte è proprio lei che poi ti fa apprezzare meglio (a freddo) la VITA" intendo un po tutte le medaglie della faccia...o facce della medaglia...quante ne avrà poi non lo so...

    in particolare: sentirsi ancora più vivi dopo aver provato paura ed essere scampati a ciò che la generava, apprezzare ancora di più la vita dopo averla rischiata,apprezzare ancora di più la vita (che è una cosa stupenda cristo) dopo aver rischiato di perdere qualcuno a cui tenevi molto...


    se poi per paura si pensa "cascare con la bici" o "perdere il portafoglio" siamo fuoristrada,parlo di un altro livello di emozioni
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    pezzo69
    Post: 241
    Registrato il: 08/10/2007
    Utente Junior
    00 28/03/2008 17:58
    Marino, stavo per rispondere, poi mi sono reso conto che il livello della discussione era troppo alto....
    Cmq appena ho un attimo, rispondo a quello che dici nelle prime tre righe del post iniziale...
    [Modificato da pezzo69 28/03/2008 18:01]


    www.myspace.com/pezzo69


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    art.pollo
    Post: 1.439
    Registrato il: 18/09/2003
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    00 28/03/2008 22:31
    Prima di tutto, complimenti a marino, che ha rimesso in moto una discussione sicuramente interessante, cosa che al forum mancava da un pò.

    La paura ha mille facce come dice massimo, la paura è la stessa che ti fa star male, o magari subito dopo benissimo. Ti da la capacità di apprezzare meglio le cose, di guardare tutto da una prospettiva diversa, quando serve.
    Sinceramente credo che la paura sia anche uno stimolo. Non ci piace essere noiosi, avere certezze, a tutti noi un minimo piace rischiare, piace mettersi in gioco. Ci piace provare paura spesso, ci piace cercare un nostro limite. Questa sensazione è cosi complessa, amabile se facile da controllare se dominabile... irruenta, devastante se fuori dal nostro controllo.

    Come sempre, parlo per me e per chi conosco davvero, la vera paura è per le persone che ci circondano, per qualcosa che si spera mai non accada sempre, per la loro salute e via dicendo.

    Le altre paure le vedo meno importanti.

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    gNoLoo
    Post: 1.786
    Registrato il: 18/05/2005
    Utente Veteran
    00 29/03/2008 13:39
    bella discussione, ma secondo me stiamo andando fuori strada..

    mi spiego meglio, rischiamo di confondere "paura" con "dolore"

    la paura non ha nulla di positivo, è "il vedere come prossimo e verosimile ciò che temiamo, però ingrandendolo", e riprendendo il discorso di Marino è un'emozione solo attuale, ed è l'emozione che precede il dolore.

    E' il dolore ciò che ti fa stare prima male, e poi benissimo. La paura ti fa star solo male, perchè essendo un nostro stato d'animo e non un dato oggettivo, non ha una "fine" concreta.

    Quoto uno dei miei filosofi preferiti per spiegarmi meglio...

    "La vita è dolore per esistenza. Infatti volere significa desiderare, e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione, per la mancanza di qualcosa che non si ha e si vorrebbe avere. Il desiderio risulta quindi, per definizione, assenza, vuoto, indigenza: ossia dolore. Nessun oggetto del volere, poi, una volta conseguito, può dare appagamento durevole bensì rassomiglia soltanto all'elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento. Ciò che gli uomini chiamano godimento fisico e gioia psichica, è nient'altro che una cessazione di dolore. Mentre il dolore, identificandosi con il desiderio, è uno stato primario e permanente, il piacere è solo una funzione derivata del dolore."


    E' il dolore quindi, secondo me, l'origine della paura. Poi però la paura finisce nel momento in cui si manifesta il dolore, quando soffriamo per qualcosa che è accaduto, per un timore che poi si è realizzato, la paura non esiste più, in quel momento non temiamo più nulla.

    Ed è il dolore che ti fa apprezzare meglio, se volete a freddo, la vita e le cose positive.

    Sarebbe inumano non provare mai paura, perchè equivarrebbe al non aver mai provato dolore, o al non averlo mai visto da vicino.
    Però si può vivere allontanando il più possibile le paure, accantonandole da una parte senza dargli importanza...certo che poi nel momento in cui si manifesta il dolore è come se ti schianti contro un muro senza aver tentato di frenare, però se contro questo muro sei destinato a schiantartici, tanto vale godersi almeno il viaggio...





    PS: forse l'errore è considerare il forum come specchio del nostro essere uniti. Perchè se così fosse, io starei soffrendo di solitudine [SM=g27828]
    non parlerei di unità che non c'è più, quanto di diversi interessi, impegni sempre maggiori, tempo libero sempre minore. L'unità c'è sempre, e si manifesta sia nei momenti di bisogno, quando sai che puoi contare sull'aiuto di qualcuno anche se magari "fisicamente" non lo vedi da mesi, sia nei momenti di gioia, quando senti di voler condividere con gli stessi di sempre la tua gioia.
    Come disse una volta il saggio merica, "un tempo si usciva per stare insieme, adesso si esce per fare qualcosa" ... e non dico che sia sbagliato, è un'esigenza oggettiva che abbiamo un pò tutti dato che stiamo tutta la settimana a lavorare o a studiare senza mai un secondo libero. Io sono ancora uno di quelli che ha piacere di uscire anche (chiaramente non esclusivamente) per stare insieme e basta, e credo di non essere l'unico se è vero che ancora riesco a ritrovarmi con qualcuno da ipotesi o in un piazzale vuoto in piedi a bere una birra e mangiare bruscolini!