-Kaname-chan 12/03/2008 23.44:
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Te ovviamente puoi pensarla in modo diverso, ma vietando a due omosessuali di sposarsi non sei né liberale né democratico, sei più simile a un integralista islamico o a un seguace di una dottrina totalitaria come il fascismo o il comunismo, apportatrici di una loro morale da imporre a tutti, anche se l'eventuale morale diversa non facesse danni a nessuno: ma appunto, proprio perché non conforme, da sradicare/vietare
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-Kaname-chan, 14/03/2008 23.10
Io voglio la libertà di tutti non la loro schiavitù sotto una morale e un'etica imposta dall'alto. Quello che ognuno crede ha il diritto di continuare a crederlo, senza però imporlo a un altro né impedendo a qualcun altro il libero perseguimento della propria libertà. La legge pubblica non deve essere vincolata a un'etica collettiva particolare bensì deve rispettare i diritti individuali delle persone affinché siano libere di perseguire la loro felicità nel rispetto dei diritti altrui.
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-Kaname-chan, 14/03/2008 23.04
I musulmani considerano immorale e indegno di una nazione fedele che si pratichi pubblicamente un culto diverso dal loro, hanno quindi ragione? Perché qui o si trova un sistema di valori universale applicabile a tutti oppure abbiamo la dittatura della maggioranza o della minoranza che sa imporsi, ergo auspichiamo il massacro dei miscredenti nella Umma islamica cosicché i musulmani possano compiere quanto la loro morale gli chiede
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A quanto sembra, sebbene sono da ammirare i tuoi cenni filosofici ma, però, poiché allo stesso tempo mai ti accingi a rilevare con eguale interesse anche l’importante incidenza della religiosità e della morale naturale insite nell’uomo, da cui invece, sono entrambi idonee a cercare nella verità il rapporto complementare esistente, tra la religione e la filosofia o a dire, tra fede e ragione, si giunge perciò mediante queste alla comprensione delle conseguenti ripercussioni nei vari sistemi ideologici e politici occidentali, mostri appunto per tal tua indifferenza verso quell’innata morale naturale e anche religiosa, specie se riferita al cattolicesimo, d’avere un concetto piuttosto semplicistico e alquanto incongruente della laicità da una parte, sennonché dello Stato moderno dall’altra.
Faccio perciò un mio breve excursus informativo, non certo con la mia sciocca pretesa di istruire qualche forumista o te che di sicuro, volendolo, sei o potresti ancor di più essere altrettanto informata, quanto piuttosto il ricordarci assieme taluni punti cardini che caratterizzano la sostanza e la forma della laicità e dello Stato sovrano moderno; quelli usciti dalla cultura occidentale avvalorata, soprattutto, dalla preponderante influenza del Cristianesimo e non certo dal male radicato nell’Ateismo con le sue diverse ideologie materialiste di destra e di sinistra (nazismo e marxismo) che già a priori escludono Dio dalla realtà tangibile nella quale l’individuo vive e si organizza poi nell’umana società.
Tu sai, infatti, che per
“Stato moderno”, nato giustappunto nella cultura occidentale, e forte proprio in virtù dei valori racchiusi nello scrigno del millenario Cristianesimo, s’intende anzitutto quello pensato dagli illuministi e iniziato nelle linee proprie delle filosofie tedesca e francese, più tardi italiana, russa e via-via comprese ed affermatesi poi in tutta l’Europa; filosofie e ideologie motivate soprattutto al dare un nuovo significato e al fare una netta separazione, quindi allo stabilire l’autonomia tra i poteri confessionali della religione cristiana, di cui quelli preminenti della Chiesa Cattolica, e i poteri aconfessionali in funzione della società laica, per la
res publica. L’idea di questo tipo di Stato poi, fu esportata oltreoceano, specie a qualificare l’attuale sistema democratico nordamericano.
Da qui deriva allora una prima considerazione per chiarire che tali presupposti filosofici e culturali, con relative ideologie e pratiche politiche, non sono mai stati concepiti né accolti, per es, dalla pertinace mentalità islamica, nella quale grossomodo persiste tuttora una nozione atavica e duratura di ciò che noi occidentali, anche perché l’abbiamo sperimentato sino all’alba illuminista, classifichiamo col termine,
Stato Teocratico, del quale invece, di fatto, per i musulmani, coincide perfettamente con l’inciso,
”Islamismo”; un asserto complesso e unico nel suo genere. Questi, è un apparato che abbina l’aspetto religioso e sociopolitico nell’azione o moderatrice od oltranzista verso i propri cittadini, ma che è tanto più propenso all’integralismo tirannico praticato con le varie forme di violenza istituzionalizzata e che è tanto più sistematica con le repressioni sociali, fisiche e culturali, quanto più il potere conferitogli nel binomio pensato dal
profeta, come un tutt’uno ideologico tra culto religioso e prassi politica, e da lui istituito quale sistema di regime oligarchico, è minacciato nella propria identità ed esistenza.
Per altro verso poi, seppure con ben differente ed opposta visione ideologica, nella quale appunto non c’è posto per Dio né per una qualunque religione se non soltanto quelle fittizie o controllate dagli stati dittatoriali per chetare la domanda esistenziale, innata e sempre presente nell’uomo verso il trascendente, esiste ed avviene ancora in alcuni governi assolutisti indoeuropei o dell’estremo oriente da cui, per es, emerge il prepotente totalitarismo della dittatura cinese, con quello stile che gli è proprio, ossia ad essere uno
Stato Ateocratico dove già i concetti di democrazia e di laicità, sono un tabù.
Il tuo concetto di Stato moderno, dunque, è “semplicistico” perché non tieni conto quali parametri stanno alla base della democrazia occidentale, con le valenze e i limiti che essa comporta. È vero: lo Stato sovrano moderno si fonda sul principio della democrazia mediante la quale ad ogni cittadino (uomo o donna, giovane o vecchio, sposato o singolo, separato o convivente, contro-natura o eterosessuale, se credente o ateo, se di quello o d’altro partito, se d’ideologia liberale o socialista, se per queste o per altre caratteristiche) è garantito – dicevo - il suo primo elementare diritto di esprimere liberamente le proprie idee specie quelle che, partendo dai valori etici e morali anzitutto di provenienza culturale cristiana e di fede cattolica, acciocché poi anche a costruire ideologie d’indirizzo liberale o socialista o d’altro tipo, operano allora al corretto senso della libertà, della giustizia, dei diritti e dei doveri, delle uguaglianze sociali e di quant’altro interessi l’emancipazione umana, con le quali si elaboreranno in seguito le diverse prassi sociopolitiche ed economiche valide sia per il singolo sia per la collettività.
Dall’altra però non t’accorgi che, del moderno Stato occidentale è altrettanto vero il suo governare in conformità di quei principi etici e morali, cosiddetti “laici” ma invero “laicisti”, non tenuti però nei parametri derivanti dalla
Legge Morale Naturale - quella che tu, pur credendola universale, le neghi tuttavia la sua rilevanza per la formazione degli Stati - insita nell’ontologico umano, ma semmai dedotti, di solito, in conformità di quelli stabiliti dal potere dei governi di turno che in tal senso poi, calcolano e stabiliscono d’autorità le “loro” leggi. In aggiunta va pure detto che, le stesse leggi statali non provengono nemmeno dal peso politico di quelle morali e politiche sociali elaborate dall’opposizione né dalle varie minoranze, ben’anche se a loro lo Stato sovrano riconosce il diritto di contestare democraticamente e pubblicamente quelle medesime leggi statali promulgate e obbligatorie per tutti, ma delle quali per i contestatori diventano l’oggetto prioritario di critica proprio perché le ritengono inappropriate e non sempre coerenti con i principi dettati dalla stessa Costituzione italiana, o addirittura ingiuste. Si dovrebbe dubitare di questa logica? Forse "si". È un “no” perentorio, se si guarda con realismo e onesta coscienza che cosa succede con i cambi di governo dove, comunemente, molte leggi varate dal potere della precedente maggioranza parlamentare e governativa, sono annullate e sostituite dal potere di quelle dei parlamentari subentrati alla guida del nuovo governo... democratico!
Ergo; da ciò ancora un’altra considerazione, poiché c’è proprio qui un punto cruciale su cui bisognerebbe tutti riflettere seriamente e che di solito all’opinione pubblica sfugge per un suo torpore d’indolente coscienza sociale o per apatica abitudine individuale a non volersi scomodare: infatti, di consuetudine, la morale dettata dalla maggioranza non sempre si fonda in base alla
verità oggettiva da cercare e da approfondire nella perseverante costanza di tutti, sia dalla maggioranza sia dall’opposizione e dalle minoranze, ma è invece che essa presunta verità la si cerca, la si misura e la si afferma anzitutto per via del consenso legato all’interesse conveniente, utilitaristico e mutevole della gente. È quel “consenso” che, quanto più sarà allargato tanto più diventa criterio oggettivo di potestà legislativa prima e di politica sociale e governativa poi.
Orbene, questo medesimo processo democratico avviene anche all’interno dei partiti politici e della stessa maggioranza governativa da tali partiti composta, e nella quale maggioranza s’imporrà il concetto d’etica e di morale, quindi di relative politiche e di leggi statali, che di più prevarranno rispetto a quelle morali diverse credute da un’opposizione parlamentare pur forte o dalle varie minoranze sociali che ancora non hanno il consenso maggioritario della totalità del popolo. Neppure della migliore “democrazia” usata dallo e nello Stato moderno, dunque, si può affermare in assoluto quanto, seppur con altro riferimento, ha bene azzeccato il sommo Poeta:
“Tanto gentile e tanto onesta pare”.
In verità però, non sono nemmeno assoluti questi tanto decantati e divinizzati termini nel nostro Occidente europeo: e la “laicità” e la “democrazia”
In tutto ciò allora, è pure assodato che anche nelle democrazie esiste l’aspetto totalitario, non già perché lo Stato impone a tutti i cittadini delle leggi soggettivate dai pochi che rappresentano il paese con il regolare permesso di governare, bensì all’obbligata osservanza di quelle leggi statali che diventano valide per ogni cittadino in quanto vincolate alla logica oramai
oggettivata dalla maggioranza del popolo, ovverosia, di riconoscere esso il diritto della potestà al proprio parlamentare, l’effettiva ed operativa possibilità di governare, dopo il libero voto democratico espresso dalla stessa popolazione.
In ultima analisi insomma, e insisto, ciò sta significando che: l’Etica e la Morale non derivano dal presupposto della Verità bensì dalla volontà cangiante – il famoso “libero arbitrio” confuso con licenziosità e cattivo uso della libertà – di una maggioranza popolare che vuole una morale a suo uso e consumo.
In tutto ciò allora, è pure assodato che anche nelle democrazie esiste l’aspetto totalitario, non già perché lo Stato impone a tutti i cittadini delle leggi soggettivate dai pochi che rappresentano il paese con il regolare permesso di governare, bensì all’obbligata osservanza di quelle leggi statali che diventano valide per ogni cittadino in quanto vincolate alla logica oramai
oggettivata dalla maggioranza del popolo, ovverosia, di riconoscere esso il diritto della potestà al proprio parlamentare, l’effettiva ed operativa possibilità di governare, dopo il libero voto democratico espresso dalla stessa popolazione.
In ultima analisi insomma, e insisto, ciò sta significando che: l’Etica e la Morale non derivano dal presupposto della Verità bensì dalla volontà cangiante – il famoso “libero arbitrio” confuso con licenziosità e cattivo uso della libertà – di una maggioranza popolare che vuole una morale a suo uso e consumo.
Quanto invece a ciò che ancora io ti ho accennato all’inizio, il tuo dire lo trovo allo stesso tempo assai “incongruente”: perché?
A questo punto è lampante il perché, infatti, basta rileggere con più attenzione i tuoi post fatti di quella logica illogica da cui desumi la tua opinabilità… e poi anche perché… ora sono stufo di scrivere, ma di cui mi riserverò di continuare a suo tempo e con calma per argomentare con la mia altrettanta opinabilità le varie, anche tue, contraddizioni emerse da quell’altro su indicato e importante aspetto: di chi
impone con prepotenza – come affermi tu - agli altri le proprie idee, anziché di esprimerle liberamente – come affermo io – e di proporle agli altri pacatamente benché costoro siano di qualsiasi appartenenza religiosa e ideologica o tanto meglio di cultura e anzitutto di fede cattolica…
Mmm… notare, tra l’altro, che non ti sto
imponendo le mie idee, bensì solo di esportele e d'invitarti a leggerle, quindi, di confutarmele con pertinente plausibilità se trovi dei punti contraddittori.
… continua