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Il titolare Emanuele Zanon messo in ginocchio dalle incursioni della banda che ha preso di mira il suo deposito in via del Lavoro
L'Arena giovedì 28 febbraio 2008 provincia pag. 27

È un martire della criminalità. In sei mesi il suo deposito di prodotti per l’edilizia ha subito tre furti, sufficienti per metterlo economicamente in ginocchio. Emanuele Zanon, 28 anni, titolare dell’Into-Color di viale del Lavoro è rimasto sconsolato soprattutto ieri mattina, quando si è accorto che i ladri erano tornati a far man bassa nella sua ditta, portando via una serie di accessori. Bottino di circa seimila euro. Poca roba rispetto a quello del 17 febbraio scorso, quando dal capannone erano spariti merce e macchinari per un valore di 80mila euro che, sommati al materiale sottratto sei mesi fa (15mila euro) e alle attrezzature portate via l’altra notte, fa in totale 100mila euro in prodotti vari.
«Sono sconcertato soprattutto da come sono andate le cose», racconta Zanon, «perché due settimane fa i ladri hanno usato una tecnica che fa pensare che conoscessero molto bene il capannone». Infatti, erano arrivati con un furgone del quale sono rimaste le tracce dei copertoni sul terreno. Poi, avevano sfasciato il sistema d’allarme rendendolo inoffensivo. A quel punto avevano fatto razzia di merce e macchinari e, parte del bottino, era stato caricato su un vecchio furgoncino della ditta che Zanon avrebbe portato a demolire pochi giorni dopo. Sapevano addirittura dove era appese le chiavi e sapevano bene che nel serbatoio non c’era gasolio. Nello stesso capannone, hanno preso le taniche con la nafta per far partire il mezzo.
«È chiaro», spiega Zanon, «che questa è opera di qualcuno che ci conosce, ma sulla vicenda stanno indagando i carabinieri. Io sto invece avendo problemi seri, perché far fronte a queste continue razzie è diventato molto complicato sul piano economico».
L’azienda non è neanche assicurata contro il furto, anche perché il sistema di allarme avrebbe dovuto garantire una certa sicurezza e blindarla dalle incursioni dei ladri. «Quando parlo di danni fino a 100mila euro», spiega Zanon, «faccio riferimento soltanto al materiale che mi è stato sottratto. Non è compreso in quel conto il danneggiamento subito dalle strutture».
Ora tocca agli investigatori risalire alla banda che ha compiuto i furti. Lavorano sulle impronte digitali lasciate sul volante del furgone rubato nel piazzale del capannone domenica 17 febbraio e poi ritrovato a Buttapietra. Qualora si arrivasse a identificare i responsabili, più difficile sarà invece ritrovare la merce che, in questi casi, prende il volo immediatamente. Non è escluso che gli autori facciano parte di una banda che mette a segno furti su commissione e che abbia avuto già prima di entrare in azione contatti con i ricettatori pronti a rivendere il materiale rubato.
Luigi Grimaldi