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Sweeney Todd - Tim Burton

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    hiara
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    jedi
    00 22/02/2008 01:45
    al cinema a breve...
    Premetto che non amo i musical, e non sono neppure annebbiata dal mito Burton/Depp, ma questa volta come in altre il duo funziona. La musica ha un'ironia talmente mesta da far prevalere il buio e l'angoscia, intervallato da sprazzi di sangue rosso. Il personaggio di Depp è diverso dai suoi soliti: spettrale, architetta la sua vendetta partendo dall'amore perduto doppiamente, ma con il passare del tempo si svuota di quell'amore e diventa una sorta di automa nelle mani dell'ira.
    Bella voce Johnny Depp, più arrabbiato e sopra le righe del solito come dicevo, brava come sempre la musa-moglie di Burton Elena Boham Carter e gli altri cantanti -attori
    i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste
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    andrea997
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    maestro jedi
    00 22/02/2008 09:54
    beh chiudere jhonny deep in uno stereotipo è tutt'altro che giusto.
    io credo che sia uno degli attori di grande calibro, più mutevole che si sia mai visto.
    ha interpretato tutto e tutti, generi diversi, sceneggiature diverse ed è stato sempre un uomo diverso.
    quindi dire che l'hai trovato "diverso dal solito" mi pare una cosa normale.
    io lo adoro come attore -un po meno di quanto avrei potuto adorarlo se fosse stato una donna...ma è un altro discorso-
    il film lo vedo stasera...poi ne riparliamo =)
    ciau!


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    zinz@n
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    utente cinemando
    jedi
    00 25/02/2008 14:08
    Eppure secondo me c'è qualcosa che non quadra in questo "Sweeney Todd". Ok Depp e tutti gli attori canterini. Ok le scenografie (fresche di Oscar) anche se il film è quasi tutto ambientato negli interni. Ok il tocco Burtoniano inconfondibile (e tutti quelli che provano a emularlo -tipo Guillermo Del Toro- puzzano di plagio che andrebbe denunciato). Ma stavolta non tutto gira come dovuto. Trama semplice, ma nei musical spesso è così, perchè ciò che importa è altro: la suggestione del canto, il movimento dei personaggi (i musical sono quasi sempre "ballati"), la capacità di fare progredire una storia in maniera diversa rispetto ai canoni narrativi del cinema "parlato". Allora cosa manca? Partiamo dal canto: meste e ironiche le liriche come diceva hiara, ma in diversi momenti si ha l'impressione che girino a vuoto, che la tragicità dei personaggi non venga scandagliata fino in fondo e che le musiche (lontane dall'enfasi gotica di Danny Elfman), estremamente classiche, non siano che un semplice accompagnamento, a tratti un pò ingombrante, delle vicende dei protagonisti. E poi le immagini. Belle, bellissime, come vorremmo sempre vederle da Burton. Virate in un grigio-blu che fa apparire tutti come degli zombie. Però a volte anche qui si ha l'impressione che Burton giri con il freno a mano tirato, come se non si trovasse a proprio agio con il musical (strano se si ripensa agli strepitosi siparietti della "Fabbrica di cioccolato"). A tratti questi momenti (l'85% di tutto il film) mancano di respiro, si desidererebbe più movimento, più audacia eppure quello che poteva essere il trionfo del gotico e del barocco perde in partenza la sfida con "Sleepy hollow". Mi sono soffermato solo sui difetti, perchè con un regista così, forse sono quelli che rimangono più impressi. Il film ovviamente vale il prezzo del biglietto. Un film che parla di "persone che si nutrono di altre persone", con alcuni riferimenti facilmente trasferibili alla nostra triste epoca. Ottimi i comprimari (i "Potteriani" Rickman e Spall) e Sacha Baron Cohen, il suo barbiere è sorprendente, ottima la Bohnam-Carter (difficile ormai immaginarsela in ruoli diversi), Depp si conferma uno dei massimi attori in circolazione e bella l'idea di far schizzare il sangue a fiotti. Intendiamoci, forse per prevenire la censura non si è voluto esagerare con le scene sanguinolente, ma in due o tre momenti il rosso del sangue che sgorga dalle gole delle povere vittime è l'unico colore che riesce a squarciare le cupe tonalità fredde della fotografia e dei personaggi.

    voto: 7
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    andrea997
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    maestro jedi
    00 25/02/2008 14:26
    ok, parliamo di tim burton e ok è un raccontatore di fiabe, cupe, dark ed a volte un po horror ma questa volta il fine è differente.
    appoggio in pieno quello che dice zinzan ed aggiungo un paio di cose.
    la storia si sposta da un estremo all'altro partendo alla burton, proseguendo alla tarantino, finendo alla scorzese...
    c'è qualcosa che non torna.
    all'inizio ho creduto di vedere una storia mirata a far trionfare la vendetta...poi l'ho vista virare su false righe di attualità "cannibale" per poi arrivare al tripudio di follia e dolore...
    insomma sono rimasto sviato...sono uscito dal cinema chiedendomi se il film mi fosse piaciuto o meno ma anche ora non l'ho mica capito.
    credo che sia il peggior film di burton anche se un paio ancora mi mancano, addirittura peggiore di ed wood -che io non ho particolarmente apprezzato- anche se il musical quello era e quello doveva essere, quindi non c'era via di fuga.

    io un 6 glielo dò ma pensavo assolutamente meglio.
    ah, io l'avrei anche vietato ai minori a dirla tutta...un po per gli schizzi di sangue ma soprattutto per le cadute a testa in giù dei corpi con rispettivo "CRACK" che faceva un po raggelare il sangue.


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    hiara
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    jedi
    00 01/03/2008 16:56
    non ho mai rinchiuso johnny depp in uno stereotipo...però è innegabile che il Depp dei film di Burton spesso abbia delle caratteristiche ricorrenti: stralunato, folle, dolce, un po' borderline. dei difetti in questo film ci sono sicuramente. personalmente ho apprezzato molto liriche e canzoni, la loro classicità a contrasto con quegli elementi surreali (quei crack di cui parla andrea, il sangue a fiotti, così finto: sono elementi stilistici eccessivi che personalmente mi attraggoo e che trovo tipicamente burtonini, seppur usati da altri).
    un difetto (ma neppure troppo) è la mancanza di sfumature, o meglio il fatto che tutti i sentimenti positivi alla fine si perdano in una specie di pozzo nero. un pessimismo inusuale per burton, che però a me in questo casoi è parso necessario: un siontomo dell'automazione dell'uomo, una specie di contraltare della dolcezza umana che colpisce il non umano Edward in Edward mani di forbice.

    A me è piaciuto, l'ho trovato espressivo, reale pur nel suo essere posticcio, e molto affine a quello che è sempre stato il mio film di Burton preferito "Edward", appunto, pur essendo diversissimo.Vedete la diversità di gusti? La fabbrica di cioccolato l'ho trovato appena grazioso, e le canzoni tradotte in italiano abbastanza bruttine
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