Titolo: LE PAROLE DELLA MONTAGNA
Escursioni nelle vette letterarie
Autore: Andrea Giardina
Pagg. 300
€ 11,40
Editore: Baldini & Castoldi, Milano 2003
Nonostante la montagna sia il luogo del silenzio, è, in realtà, un luogo estremamente ricco di “parole” e “pensieri”.
In questo libro testi, poesie e brani si susseguono in un alternarsi di autori che testimoniano la profonda cultura e la ricerca meticolosa di Andrea Giardina.
E' interessante scoprire come la montagna, sia stata nei secoli scorsi soggetto di vita, di letteratura e di poesia, non solo appannaggio degli alpinisti.
Infatti le vette, per quanto inospitali, fredde e pericolose, sono guardate sempre con particolare reverenza, da scrittori e poeti, quali luoghi di spiritualità, di fuga; il silenzio come luogo dell'anima, come strumenti per misurare le qualità umane quali il coraggio, l'altruismo; infine, da molti, vedi i popoli himalayani, come dimora degli dei.
Non stupisce quindi che la montagna sia soggetto di racconti, poesie, ritratti, fin dall'antichità; e come tutti i grandi poeti e scrittori abbiano scritto almeno un testo ispirato alla montagna.
Il libro inizia con una parte squisitamente letteraria dove fan bella mostra il Petrarca e Leonardo da Vinci, assieme a Goethe e Proust, ai quali senza tema di sfigurare si affiancano le più belle pagine di Buzzati e Quintino Sella. E poi Cassola, Carducci, Erri De Luca, Rigoni Stern, Pavese e tanti altri in un turbine di età, stili letterari, periodi storici diversi ma tutti accomunati da un motivo di fondo: la Montagna.
Nella parte finale gli scritti degli alpinisti più famosi ricordano che la montagna è anche alpinismo, e allora ecco Wympher e Mummery, Messner e Bonatti nelle loro pagine più belle.
Il libro si conclude o meglio si congeda con quattro scritti tra i quali il celeberrimo:
«
Addio, monti sorgenti dall'acqua, ed elevati al cielo, cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari torrenti, de' quali si distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!» (Alessandro Manzoni - Promessi Sposi)
E' senz'altro un libro che non deve mancare tra i libri di montagna della propria biblioteca; un libro scritto con il cuore e non con chiodi e piccozze, uno spaccato culturale di tre secoli che stimola la curiosità, la ricerca e lo studio.
Ultimo inciso: tra i prezzi dissennati ai quali purtroppo ci stiamo abituando finalmente un prezzo onesto!!
Giovanni Busato
Arsiero, settembre 2003
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L'albero ha sempre un destino di grandezza. Tale destino lui lo propaga.
L'albero fa grande ciò che lo circonda.
(da un sms di Rita in visita nelle foreste casentinesi)