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Al Salone del Libro ci sarà Israele... e la sinistra contesta

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    bentoribeiro
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    00 18/01/2008 12:24
    Quando uno pensa alla letteratura, alle sue fiere, ai suoi saloni, pensa, se in vena di ottimismo, a un mondo ecumenico pieno di intellettuali, curiosi del libro, editori in cerca di affari e talenti. Invece può capitare che anche i libri diventino tema caldo, bersaglio politico.

    Per rendersene conto basta guardare alla campagna di boicottaggio che sta montando attorno al Salone del libro di Torino, una campagna partita adesso per un evento che si terrà a maggio e che di norma ha la forma dell’innocua kermesse. Una campagna che prevede di tutto, dalle pressioni sul marketing al boicottaggio delle case editrici che accetteranno di esporre alla fiera sino all’eventualità di dar vita a un salone alternativo e concorrente di quello ufficiale. Insomma un ostracismo in piena regola che circola come un tam-tam su Internet in siti e blog di quell’area che si è soliti definire come «dei movimenti» che finisce per scatenare dibattito e imbarazzo sulle pagine di giornali come Liberazione.

    Ma qual è il motivo della contesa? Il Salone del libro ha escluso case editrici di una parte politica, invita autori razzisti o xenofobi, chiude le sue porte ad acclarati scrittori politicamente scomodi? Niente di tutto questo. Semplicemente, come succede ogni anno, alla manifestazione è invitato un Paese come ospite d’onore. E quest’anno è toccato a Israele, in occasione dei sessant’anni dalla sua fondazione. Peccato che la semplice esistenza di Israele sia considerata da alcuni un’offesa alla giustizia. Nonostante processi di pace, risoluzioni Onu, prove provate del fatto che si tratti di uno stato democratico, la semplice presenza di uno stand con la bandiera della stella di Davide appare intollerabile. Cosa importa poi che tra gli scrittori invitati spicchino nomi come David Grossman, Amos Oz, Edgar Keret o Abraham Yehoshua, intellettuali noti per la loro attenzione al mondo palestinese, al dialogo?

    Per alcuni, a esempio il segretario provinciale del PdCi Vincenzo Chieppa, non c’è garanzia intellettuale che tenga: Israele è uno Stato oppressore, la cui presenza è inconcepibile se non vengono invitati contemporaneamente anche i palestinesi. Tant’è che ha inviato una lettera alle istituzioni torinesi e al presidente della Fondazione per il Libro, Rolando Picchioni, per chiedere di rivedere la scelta «aggiungendo quale ulteriore ospite d’onore della manifestazione l’Autorità Palestinese rappresentata dai numerosi intellettuali e scrittori che fanno di quell’area del mondo un autentico giacimento culturale patrimonio di tutta l’umanità». Come se invitando il Pakistan fosse obbligatorio invitare anche l’India. Oppure come se qualcuno, non approvando la campagna militare in Irak, decidesse di boicottare gli scrittori statunitensi, compresi quelli a cui quella campagna militare non piace per nulla.

    Un ragionamento di buon senso, questo, che alcuni intellettuali gauchiste come Stefania Podda hanno cercato inutilmente di portare avanti in nome della cultura. Tanto più che dal Salone del libro fanno sapere che l’hanno prossimo l’ospite d’onore sarà l’Egitto come capofila, ma che ad «andare in scena» sarà l’intero mondo culturale arabo. Tutto inutile. Un pezzo di sinistra tra cui si annovera Maurizio Musolino, direttore della Rinascita, il settimanale dei Comunisti italiani, tira dritto nello sforzo di mobilitare una campagna che affossi il salone: «Scelta vergognosa. Eppure non sorprende. Sappiamo che non sarà la sola iniziativa che dalla prossima primavera proporrà la nascita dello Stato di Israele come momento centrale di dibattiti e iniziative culturali. Siamo pronti ad un vero e proprio bombardamento mediatico».

    Ma in fondo non sono tanto le prese di posizione «ufficiali» a far venire un groppo in gola agli amanti del confronto culturale quanto, piuttosto, tutto il cascame che ne è conseguito su Internet. Nei siti militanti si va da chi vede gli intellettuali israeliani come una quinta colonna del governo che li usa per rifarsi una verginità, a chi vorrebbe boicottare tutto ciò che viene da Israele, a chi si diverte con stelle di Davide che finiscono nel cestino. Una logica dell’odio che non può che spaventare. Soprattutto se la si mette in relazione con altre logiche dell’odio che fanno sbarrare i portoni delle università.

    il giornale.it



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    00 19/01/2008 11:31
    nn è una grande noviyà, purtroppo [SM=x100071] [SM=x100071] !!!

    sono gli stessi coglioni che hnno fatto il casino al papa, gli stessi che nn hanno fatto andare l'ambasciatore in itaGlia di Israele a discutere di medio-oriente all'università a pisa e via discorrendo .....

    sono loro i democratici, hanno la verità in bocca, la superiorità morale della sinistra ..... hanno veramente rotto i maroni !!!!

    e, come ai "bei" tempi del terrorismo, sono sempre e solo "compagni che sbagliano" e vengono coperti da tutta la sinistra .... tristezza, nn cambia mai nulla !





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    bentoribeiro
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    00 19/01/2008 11:40
    in qs caso poi la contestazione è ancora + assurda!
    Ogni anno si invita una nazione...



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    00 19/01/2008 11:55
    ma la nazione la devodono decidere loro !!!!

    e solo nazioni esempio di democrazia, chesso, la cina .... o meglio cuba !!!!!

    [SM=x100096] [SM=x100096] [SM=x100096] [SM=x100096] [SM=x100096] [SM=x100096]





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    bentoribeiro
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    00 05/02/2008 18:12
    Fazio e Dandini dite qualcosa sulla fatwa

    Il silenzio della tv dopo le accuse agli organizzatori per la decisione di avere Israele come ospite d'onore


    Il Giorno della Memoria, una settimana fa, avete riempito i vostri programmi di toccanti testimonianze sulla Shoah e adesso niente, neanche una parola per condannare il boicottaggio contro gli scrittori ebrei o per prendere le distanze da Tariq Ramadan.

    Mi rivolgo a Lei, Fabio Fazio, al suo autore più prestigioso, Michele Serra, a Giovanna Zucconi, che ogni settimana consiglia ottimi libri, mi rivolgo a voi perché «Che tempo che fa», considerata a ragione una delle rare trasmissioni in cui si parla ancora di cultura, non lasci passare sotto silenzio l'appello lanciato da gruppi della sinistra antagonista contro la Fiera del Libro, «colpevole» di aver invitato a Torino gli scrittori di Israele come ospiti d'onore.

    Mi rivolgo a lei, Serena Dandini, che ogni domenica sera ospita nel suo salotto televisivo grandi scrittori e artisti famosi, chiedendole di pronunciarsi, dire parole chiare, senza tentennamenti, su questo clima di intolleranza suscitato da alcune minoranze bellicose che amano però riempirsi la bocca della parola «pace».

    Mi rivolgo a voi, Piero Dorfles e Neri Marcorè, a voi e al vostro programma domenicale «Per un pugno di libri» perché interveniate a spiegare al vostro giovane pubblico che questi sciagurati boicottaggi non solo confondono in maniera subdola la responsabilità del singolo scrittore con le posizioni politiche di uno Stato ma, sotto sotto, mettono in discussione il diritto stesso all'esistenza di Israele. Mi rivolgo a lei, Corrado Augias, il cui impegno dichiarato, come dice lei, «è solo fare e indurre a fare qualche ragionamento», perché inviti nella sua trasmissione quotidiana i responsabili della Fiera di Torino Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni a spiegare la loro scelta. Giorni fa ha chiamato Giulietto Chiesa a raccontare le sue deliranti convinzioni sul complotto dell'11 settembre. Bene. Spero trovi il modo di offrire ospitalità anche a chi ha civilmente deciso di offrire a Israele un proprio stand nazionale, come è successo negli anni passati con altri Paesi, in coincidenza con il 60˚ anniversario della fondazione di quello Stato.

    Raitre si distingue per essere una rete ancora attenta ai problemi della cultura ma anche alle Buone Cause, al politicamente corretto, al dialogo, al diritto d'espressione, alla supremazia dei Valori; proprio per questo si ritiene l'ultimo avamposto della tv intelligente e della sinistra progressista. Ecco, sarebbe bello se voi, i conduttori più prestigiosi, buttati al vento gli alibi semantici, senza tante ipocrisie, magari sfidando un po' di impopolarità, ci diceste se gli scrittori d'Israele sono o non sono degni di essere invitati in Italia a una manifestazione di libri.

    Aldo Grasso
    05 febbraio 2008









    Dialogo e proteste
    Cestinare senza discutere
    La Fiera del Libro di Torino e il boicottaggio

    Sollecitato a scrivere sull'inqualificabile contestazione dell'invito rivolto quest'anno a Israele — come è accaduto in passato e accadrà in futuro nei confronti di altri Paesi — a partecipare quale ospite d'onore alla Fiera del Libro di Torino, mi ero astenuto. Mi ero astenuto perché ritengo che si possa e debba discutere di ciò che magari avversiamo ma consideriamo degno e dunque avente il diritto di esser preso in considerazione, ma non di proposte, proteste, affermazioni o negazioni insensate e inaccettabili, che vanno semplicemente considerate irricevibili e cestinate. Un proverbio viennese dice che certe cose non vanno neppure ignorate, perché già ignorarle è troppo. Discuterne, anche rifiutandole, contribuisce a dar loro consistenza e spessore, come una signora che si fermasse per strada a dimostrare la sua virtù a uno screanzato che l'apostrofasse con termini irripetibili.

    Tale è il caso della penosa pagliacciata contro l'invito di Torino. Purtroppo se ne è già discusso tanto, gonfiando il pallone, e non saranno certo queste mie irrilevanti righe a far troppo danno ulteriore. Non è il caso, in questa circostanza, di chiamare in causa grandi problemi, il diritto di Israele a una piena e riconosciuta esistenza, il diritto dei palestinesi a un loro Stato e a piena dignità di vita dovunque vivano, anche in Israele, né la grandezza letteraria degli scrittori invitati quest'anno, quali Yehoshua. Non è neppure il caso, in tale circostanza, di criticare o approvare la politica dell'uno o dell'altro governo israeliano o di altro Paese, arabo o no, o dell'autorità palestinese, come non sarebbe il caso di discutere la guerra in Iraq o il carcere di Guantanamo se a Torino fosse il turno degli Stati Uniti e dunque di Philip Roth o DeLillo anziché di Oz o di Grossman. Quando, due settimane fa, la giuria del Premio Nonino, di cui faccio parte, ha premiato — su proposta di Peter Brook, il grande regista di famiglia ebraica — Leila Shahid, rappresentante dei palestinesi presso la Francia, l'Unesco e l'Unione Europea, nessuno si è sognato di protestare, ma anche se qualche scervellato l'avesse fatto, non avremmo perso certo tempo a rispondergli. Così si sarebbe dovuto fare in questa circostanza. Liberissimo ognuno, ovviamente, di boicottare la Fiera del Libro di Torino ossia di non andarci, perché non è un obbligo di legge. Ma se qualcuno dovesse cercare di impedire con la forza ad altri di andarvi, dovrebbe esserne impedito con quella forza che, nelle democrazie, è monopolio dello Stato e non della piazza, alla quale si appellano — anche di recente in Italia — solo demagoghi di basso rango.

    Claudio Magris
    05 febbraio 2008



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    00 06/02/2008 10:40
    Assurdo, davvero stiamo regredendo ai tempi bui del medioevo. Ci manca solo che ri-istituiscano la santa inquisizione e poi ci siamo.
    Personalmente non credo di avere commenti intelligenti da fare su un tema tanto assurdo: nel 2008 ci permettiamo ancora di selezionarci in base all'appartenenza etnica e/o politica, facciamo saltare governi con bombe o con colpi di testa, rinunciamo alla cultura preferendole qualsiasi altra forma di potere.
    Peccato. Alcuni dei libri più emozionanti che ho letto ultimamente appartengono a scrittori israeliani e palestinesi/afghani assieme: Oz e Hosseini per citare solo i più conosciuti, ma anche le donne stanno sfavillando!
    Proprio non ci arrivo a capire...

    Comunque grazie Bento! Mi piacerebbe trovare anche qua qualche libreria nella quale, oltre al profumo di carta stampata (uno dei più "inebrianti" che conosca!) si respirasse anche il piacere di chi vende a fare il suo lavoro e ad andare oltre il "dovere". Devi essere davvero bravo. [SM=x100074] [SM=g27768]



    non sono una spaccaballe...
    è che mi disegnano così!
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    bentoribeiro
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    00 06/02/2008 11:51
    Grazie x i complimenti [SM=x100082] tuttavia credo che chiunque abbia passione x quello che fa troverà un sacco di soddisfazioni.

    Sugli scrittori "mediorientali" mi trovi d'accordo (e nn dimenticare tra gli altri Yehoshua e Grossman che consiglio di acquistare soprattutto in questo periodo di stupido boicottaggio).


    ps prima di aprire la libreria ho fatto due settimana di stage alla libreria Mondadori di Fidenza dove trovai ottimi "libristi" soprattutto Laura, inoltre, avendo alcuni parenti a Reggio e provincia, posso informarmi [SM=g27777]



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    IAIA7577
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    00 06/02/2008 12:20
    Re:
    bentoribeiro, 06/02/2008 11.51:

    Grazie x i complimenti [SM=x100082] tuttavia credo che chiunque abbia passione x quello che fa troverà un sacco di soddisfazioni.

    Sugli scrittori "mediorientali" mi trovi d'accordo (e nn dimenticare tra gli altri Yehoshua e Grossman che consiglio di acquistare soprattutto in questo periodo di stupido boicottaggio).


    ps prima di aprire la libreria ho fatto due settimana di stage alla libreria Mondadori di Fidenza dove trovai ottimi "libristi" soprattutto Laura, inoltre, avendo alcuni parenti a Reggio e provincia, posso informarmi [SM=g27777]




    Quindi ti sei "formato" da queste parti, eh?! [SM=x100074]
    A Reggio esisteva una libreria-edicola favolosa "LA VECCHIA REGGIO" il cui proprietario godeva di una meritatissima fama di conoscitore di libri, nel senso che se tu entravi e nn ti ricordavi né autore né titolo ma sapevi la trama (anche a grosse linee) lui riusciva a tirarti fuori il libro che cercavi, QUALUNQUE!! Nn ho idea di quanto riuscisse a leggere e a ricordare, soprattutto. Poi questo fantastico luogo è stato chiuso e ora rimane la pur sempre meritevole "LIBRERIA DELL'ARCO", sempre in centro a Re, luogo assai ameno e "figo" dove trovi di ogni ma in cui lavorano per lo più ragazzi universitari che, quindi, ruotano un casino e nn c'è una figura di riferimento com'era l'altro.
    Qua a Parma vado spesso alla Feltrinelli e alla Mondadori: specialmente alla Mondadori trovo ottimi consigli, se ben indirizzati dalle mie richieste, e cosa ancora più importante, trovo TUTTO, anche edizioni minori e nn troppo vendute...
    Hai letto qualcosa di Claudel? "Le anime grigie" mi ha molto colipita e anche "Io me ne vado", che più che colpita mi ha decisamente commossa. Ecco, Claudel è stata una piacevole scoperta sotto consiglio di un titolare della Feltrinelli! [SM=x100074]
    Però se vuoi darmi qualche consiglio anche tu, molto volentieri!! E la prima volta che torno a Sondrio una bella visitina non me la toglie nessuno!!



    non sono una spaccaballe...
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    bentoribeiro
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    00 06/02/2008 17:38
    Claudel nn lo conosco, ho letto ora la recensione di Io me ne vado e Le anime grigie: sembrano libri forti, emozionali; devo confessarti che questo genere di letteratura la prendo a piccolissime dosi



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    bentoribeiro
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    00 06/02/2008 17:48
    Londra, 5/2/08. - In una lettera, Tariq Alì scrittore e politologo pakistano residente in Gran Bretagna, ha reso noto di aver disdetto la sua partecipazione alla Fiera del Libro di Torino quando ha appreso che l'ospite d'onore dell'edizione di quest'anno sarà lo stato di Israele che celebra proprio quest'anno i sessanta anni della sua nascita. "Ma sono anche sessanta anni di quella che i palestinesi chiamano la Nakba, "la catastrofe". "Perchè la Fiera del Libro di Torino non ha invitato in pari misura anche i palestinesi?" chiede Tariq Alì. "Potevano invitare 30 scrittori israeliani e 30 palestinesi (e vi posso assicurare che ci sono ottimi poeti e novellisti tra essi). "L'Occidente è blindato verso le sofferenze dei palestinesi. La guerra contro il Libano o i quotidiani reportage dal ghetto di Gaza non vedono alcuna iniziativa ufficiale in Europa. So bene che in Francia è virtualmente impossibile criticare Israele, in Germania ancora di più per motivi speciali. Mi rattristerebbe se anche l'Italia si mettesse sulla stessa strada" (MS)

    Dichiarazioni di gratitudine per quanti in Italia si sono opposti alla presenza di Israele come ospite d'onore della prossima Fiera del Libro di Torino arrivano da Hamza Barqawi, presidente dell'Unione Generale degli Scrittori e dei Giornalisti Palestinesi in Siria. L'Unione è tra le organizzazioni di scrittori arabi che hanno annunciato la volontà di boicottare l'evento piemontese, in programma dall'8 al 12 maggio.
    Barqawi, presidente e portavoce della Segreteria generale dell'Unione, ha spiegato ad ADNKRONOS INTERNATIONAL che il gruppo "ha preso visione dei dettagli" del programma di Torino e, sulla loro base, "lo condanna nel modo più assoluto".
    Il presidente dell'Unione degli scrittori palestinesi fa quindi appello agli intellettuali arabi ed europei e alle case editrici perchè boicottino la Fiera, in quanto i suoi organizzatori "sfruttano la cultura a beneficio di Israele".

    www.infopal.it

    [SM=x100090]



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    bentoribeiro
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    00 04/03/2008 18:32
    Anche l’Iran boicotta le Fiere del libro
    Per protesta contro l’invito rivolto a Israele

    TORINO—La guerra di Gaza getta benzina sul fuoco delle polemiche su Israele come Paese ospite d’onore alla Fiera del Libro di Parigi (che aprirà i battenti il prossimo 13 marzo, alla presenza di Nicolas Sarkozy e di Shimon Peres) e su quella di Torino (dall’ 8 al 12 maggio). Ieri, il governo iraniano ha annunciato il suo boicottaggio alle due manifestazioni, un’iniziativa che segue quelle già assunte da Siria, Giordania e Arabia Saudita. Lo ha annunciato ieri mattina Ehsanollah Hoijati, il portavoce del ministero della Cultura che si occupa della partecipazione dell’Iran alle diverse manifestazioni culturali: «Così come i nostri atleti si rifiutano di gareggiare con avversari israeliani, anche i nostri editori e scrittori si rifiutano di prendere parte alle manifestazioni culturali ed editoriali come quelle di Parigi e Torino, dove un Paese aggressore è stato scelto come invitato d’onore».

    Anche l’Arabia Saudita, attraverso un rappresentante che ha chiesto l’anonimato, ha annunciato ieri il suo boicottaggio al Salone di Parigi. «Purtroppo — commenta il direttore della Fiera del Libro di Torino Ernesto Ferrero—abbiamo a che fare con prese di posizione che non hanno nulla a che vedere con i libri né con la Fiera di Parigi o quella di Torino. La situazione internazionale è certamente drammatica, ma ci si chiede perché iniziative culturali volte a favorire il dialogo e lo scambio tra le culture non possano restare al di fuori di tutto questo». Intanto, fonti vicine all’ambasciata israeliana a Roma hanno fatto sapere che lo scrittore Abraham Yehoshua, che con David Grossman e Amos Oz rappresenta la «triade » degli autori più conosciuti e amati anche in Italia, potrebbe essere presente all’inaugurazione della kermesse torinese insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva annunciato la sua partecipazione proprio in seguito alle polemiche contro la scelta del Paese ospite alla XXI edizione.

    corsera.it



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    00 05/03/2008 10:35
    Ciao Bento!! [SM=x100085]
    Domenica sera a "che tempo che fa" c'era ABRAHAM YEHOSHUA (mi pare me ne avessi parlato proprio tu tempo fa... [SM=g27768] ): intervista entusiasmante, proprio come lui! Che carica ha, che brillantezza, che presenza intellettuale! Veramente un bel personaggio!
    Comunque credo che, cominciando da "fuoco amico" inizierò a leggerlo.
    Parlava, ovviamente anche lui, del boicottaggio riservato all'imminente fiera del libro ed è inutile che ripeta i suoi commenti (peraltro molto sobri).
    Io nn sono mai andata, ma è un po' che mi ronza in testa di farci un salto, anche perché così coglierei l'occasione per visitare una città sconosciuta.
    Mi dai qualche drittina, per favore?
    Grazie! [SM=g27776]



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    bentoribeiro
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    00 05/03/2008 10:42
    http://www.fieralibro.it/

    sul sito trovi proprio tutto.

    Ci sono stato diverse volte, se puoi evita la domenica. Un altro consiglio: la Fiera è come una gigantesca libreria dove trovi praticamente tutta l'editoria ma la cosa più interessante sono gli incontri quindi trova qualche autore che vuoi conoscere/ascoltare e scegli quel giorno (compatibilmente con i tuoi impegni) [SM=x100074]

    Se poi riesci a fare un weekend, la domenica potresti dedicarla alla città che è veramente molto carina



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    00 05/03/2008 10:58
    Re:
    bentoribeiro, 05/03/2008 10.42:

    http://www.fieralibro.it/

    sul sito trovi proprio tutto.

    Ci sono stato diverse volte, se puoi evita la domenica. Un altro consiglio: la Fiera è come una gigantesca libreria dove trovi praticamente tutta l'editoria ma la cosa più interessante sono gli incontri quindi trova qualche autore che vuoi conoscere/ascoltare e scegli quel giorno (compatibilmente con i tuoi impegni) [SM=x100074]

    Se poi riesci a fare un weekend, la domenica potresti dedicarla alla città che è veramente molto carina



    Vedrò se e come riuscirò ad organizzarmi: un we mi sembra utopistico a causa del lavoro, ma magari sabato pomeriggio e domenica gliela fò!!
    GRAZIE!! [SM=g27777] [SM=x100085]



    non sono una spaccaballe...
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    bentoribeiro
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    00 07/05/2008 12:24
    Lo strano bestiario alla Fiera del Libro
    Approssimandosi la Fiera di Torino, schiviamo per un momento le polemiche su Israele, Napolitano, Vattimo e gli antagonisti pro Palestina, e parliamo dei veri protagonisti: i libri e chi li fa. Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale della Garzanti, lo spiega in I mestieri del libro (con prefazione di Stefano Mauri) con spunti divertenti, curiosità e aneddoti di vent’anni di vita tra volumi e tipografie. Per chi si appresta a passare il fine settimana tra gli stand del Lingotto, ecco un piccolo vademecum per comprendere gli strani personaggi in cui vi imbatterete.
    Gli editori. «Una signora chiede che cosa faccia un editore: scrive libri? No, risponde l’editore, quelli li scrivono gli autori. Allora li stampa? No, quello lo fa il tipografo. Li vende? No, lo fa il libraio. Li distribuisce nelle librerie? No, quello lo fa il distributore. E allora che fa? Risposta: tutto il resto». (battuta raccolta da Umberto Eco che la leggenda attribuisce a vari maestri dell’editoria, da Arnoldo Mondadori a Valentino Bompiani).
    Gli scrittori. «Diciamo che gli autori sono persone facilmente innervosibili, facilmente dedite ai sospetti e molto sole» (Erich Linder). «Si scrive un libro quando non si ricorda l’inutilità di scrivere libri. È una fortuna: senza di questo addio alla storia della letteratura che - strana sorte - è pure una cosa utile anche se è fatta di cose inutili» (Massimo Bontempelli).
    I librai. «Qualunque sciocco può scrivere un libro, ma ci vuole un vero genio per venderlo» (J. J. Ballard). «Accidenti, quanti libri! Sono tutti diversi? (Barbara Stanwyck a Gary Cooper in Colpo di fulmine).
    Il linguaggio degli agenti letterari. (Della serie, cosa ci si inventa pur di vendere un autore a un editore. Ecco la frase e il suo vero significato): «Ha un grande potenziale = non so proprio quanto possa vendere»; «sto aspettando un’offerta = non ho ancora ricevuto un’offerta»; «un libro tranquillo = un libro noioso»; «ha magnifiche descrizioni = è noioso e inutile»; «c’è molto interesse = lo sto proponendo a tutti»; «facile da promuovere = l’autore/autrice è carino/a e/o farebbe molto volentieri un viaggio in Italia a spese dell’editore»; «è molto diverso dai precedenti = gli altri suoi libri non hanno venduto molto».
    Con queste premesse, non stupitevi di quello che vedrete e dei discorsi che sentirete e ricordatevi che comunque «il mondo è fatto per finire in un bel libro» (Stéphane Mallarmé).

    caterina.soffici@ilgiornale.it



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    IAIA7577
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    00 09/05/2008 12:19
    Come sta andando Bentino? Sai qualcosa? [SM=x100111] [SM=x100116]



    "è meglio essere ottimisti e avere torto piuttosto che pessimisti e avere ragione"
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    bentoribeiro
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    00 09/05/2008 12:22
    sembra bene, l'importante è che nn accadono incidenti provocati da qche fesso