Mancini e Spalletti rivali anche per il terzo tempo
Il tecnico nerazzurro contro l'imposizione della regola: "Magari uno, a fine gara, è nervoso e non ha voglia di farlo". L'allenatore giallorosso sposa invece l'iniziativa e racconta di quando fu ospite di Ferguson dopo i sette gol presi a Manchester
I giocatori di Fiorentina e Inter si salutano dopo la partita. Ansa
MILANO, 4 dicembre 2007 - Rivali dirette nella lotta allo scudetto, Inter e Roma "litigano" anche per il terzo tempo e si dividono sull'opportunità o meno della neonata regola. Una semplice questione di forma, sia chiaro. Ma tant'è che, se nessuno mette in dubbio la bontà dell'iniziativa, c'è chi, come Roberto Mancini e Delio Rossi, non trova giusta l'imposizione del saluto a fine gara. E c'è invece chi, come Luciano Spalletti, che sposa l'idea senza mezzi termini e la considera "corretta anche se imposta".
NERVOSISMO - Ma andiamo con ordine: Mancini e Delio Rossi dunque. Il tecnico nerazzurro sulla questione ha le idee chiarissime: "Il terzo tempo è un bel gesto - ha detto - però secondo me non dovrebbe essere imposto, ma dovrebbe essere spontaneo. Magari uno a fine gara potrebbe essere nervoso perché ha perso e potrebbe farlo contro voglia". Come il Mancio la pensa Delio Rossi, rivale dei nerazzurri proprio domani sera a San Siro: "Non trovo giusto il fatto che venga deciso dall'alto, meglio l'iniziativa dei giocatori, anche di un singolo". E poi ancora: "Parto dal presupposto che al 90', col risultato del campo, è finito tutto. Quello che è successo dentro il campo, giusto o sbagliato che sia, dovrebbe essere finito tutto al 90'. In quel contesto, quindi, è giusto che ci sia il terzo tempo. Però la scelta di salutare l'avversario deve venire dal singolo calciatore".
OH YES - Diversa l'opinione di Luciano Spalletti, pronto a sposare il fair-play anche in casi estremi come quando, sconfitto con la sua Roma a Manchester per 7-0, il tecnico giallorosso fu ospite di Alex Ferguson: "Dopo i sette gol presi - ha raccontato Spalletti - Ferguson mi ha ospitato nel suo salotto, io ci sono andato e abbiamo parlato tranquillamente. È molto interessante quello che ha fatto la Fiorentina e faccio i complimenti alla società, a Prandelli e ai giocatori, perché dopo avere perso la partita hanno mantenuto quegli intendimenti ed erano sereni. Da questi comportamenti bisogna prendere molto e copiare. Contano poco i dettagli, l'importante è che la gente abbia intenzione di abbassare i toni rispetto a ciò che è stato fatto in alcuni casi". La Roma potrebbe proporre il terzo tempo già contro il Cagliari? "Queste cose bisogna iniziare a farle, parlare conta relativamente e pure il metodo conta poco. L'essenziale, ripeto, è farle e mandare un bel messaggio di intesa, persuasivo verso chi ci vede e bisogna sentirlo dentro. Ne parlavo con i calciatori e ho visto la loro disponibilità". Intanto, da gennaio la stretta di mano a fine gara sarà obbligatoria: "Se inizieranno dai settori giovanili, allora ritengo corretto che possa essere anche imposto".
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