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Mondo a spicchi di MEC del 21.11.2007.
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22/11/2007
09:46
Le prime risultanze dopo un quarto di stagione indicano una presenza straniera massiccia ma mediocre e assegnano alle ticinesi una posizione di primo piano.
di
MEC
Siamo a un quarto della stagione e si possono cominciare a intravedere quelle che saranno le risultanze di questa stagione. Lo diciamo con la consapevolezza che i continui cambiamenti di stranieri saranno comunque variabili di un certo conto.
A proposito di stranieri non mi pare di aver visto un gran che, almeno per le compagini che si sono giocate i due punti al Palapenz e all’Elvetico. Se andiamo poi a fare incontri incrociati e debiti confronti, non possiamo certamente stare allegri. La conferma che di giocatori svizzeri in campo ce ne siano troppo pochi è un fatto inoppugnabile e, parallelamente, non so quanti fra stranieri arrivati ce ne siano di quelli che resteranno nella memoria. Il nostro basket è povero, non c’è dubbio, sia in campo maschile sia in campo femminile. Se consideriamo il valore di certi signori e certe signore “Nessuno” che approdano ai nostri parquet, non possiamo che essere convinti di questo status. L’unica squadra che si eleva sopra una media di mediocrità, lo diciamo con il conforto del commento di alcuni tecnici, è l’Olympic che si permette di schierare, almeno per ora, Harold Mrazek come sesto uomo e Trésor Quidome come settimo. Le forze messe in campo dai burgundi sono tali per cui non c’è da dubitare che saranno protagonisti anche in questa stagione. Non che ci fosse bisogno di aspettare il 14 novembre per scoprirlo, ma fino ad oggi i riscontri sulle altre squadre non erano molti. La squadra è stata costruita per l’Europa, o almeno per quel che di competizioni europee esiste per i nostri livelli. L’altro ieri sono stati sconfitti dagli austriaci dello Swans Gmunden che, potrei scommetterci, nessuno ha mai sentito prima di oggi. Da notare che Vogt, unico svizzero della contesa, ha totalizzato 0 minuti, mentre Mrazek alle trasferte non partecipa. Questo per dire come il divario fra il nostro orticello e quanto sta nel mondo del basket sia molto ma molto diverso.
Veniamo alle nostre squadre, falcidiate da infortuni e fughe più o meno tali. In prospettiva io le vedo bene e, considerato come possa essere difficile battere l’Olympic sulla lunga distanza campionatoplayoff, credo si possa batterlo in una partita secca. Fra le squadre che possono fare lo sgambetto ci metterei, oltre al Monthey e al Birstal, anche il Lugano e il Vacallo. Utopia? Non credo perché molto dipenderà dalle scelte che le due società faranno. Per ora il Presidente Barattolo non vuole sbilanciarsi in acquisti: il motivo, lo intuiamo noi più che dirlo o ipotizzarlo lui, è che vuole fare un bilancio a fine andata sul rendimento degli attuali americani. Il progetto di costruzione impone pazienza certosina e voglia di sacrificare qualche risultato in proiezione futura. Perché non c’è solo l’infortunio di Gay a incutere prudenza ma una lettura più ampia del rendimento degli altri due. Quindi il Vacallo potrebbe cambiare faccia, e non poco, in gennaio.
Stesso discorso per i Tigers. Petitpierre non solo ha dubbi, ma li ha in crescendo. La scialba risposta che gli han dato alcuni giocatori contro Ginevra l’ha messo nei dubbi; quale scelta fare per il secondo americano? Pietras ha dimostrato di saperci fare e potrebbe essere un buon punto d’appoggio: ma non è da 40 minuti, non fosse per la facilità con la quale fa i falli. Si tratta quindi di capire se ci vorrà un uomo a tutto campo, con punti e difesa nel pedigree, oppure un lungo per coprire le falle al centro. Non facile ma, azzeccando le scelte, il Lugano potrebbe non dover rimpiangere il ritorno di Greene negli USA.
Per il Riva, primo in classifica, stessa storia, ma più facile forse. È l’anno giusto, si chiedono le momo, per il colpaccio? Il ritorno pimpante e tutto sugo della Augugliaro, la continua crescita di Matea Brezec e la grande attitudine della Smith, aggiunte al ritorno di “Fosforo” Sakova, devono convincere il presidente Markesch e i suoi sponsor a ingaggiare una sostituta della Witthier. Con Quagli, Mazzocchi e Broggini capaci di tenere sempre più concretamente il campo per far rifiatare le altre, il Riva ha un complesso che non dovrebbe avere complessi con nessuna avversaria. Si tratta, ovviamente, di non sprecare i pochi soldi che ci sono. Di brave giocatrici, per il nostro campionato almeno, ne è piena l’America e non solo. Ma un’occasione così potrebbe anche non esserci più, considerato che l’età e la fase di studio di alcune pedine fondamentali potrebbero creare un vuoto il prossimo anno. Quindi…
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