Ecco l'articoletto (articolone) sul Melo, e quindi, sulla simbologia e magia della Mela
Tralascio, come sempre la parte "medica" e, se avete ricettine con le mele, postate pure che facciamo una bella raccolta e poi, se volete, le mettiamo nel sito!
IL MELO E LA MELA
Il melo è l’albero della Grande Madre, l’immagine arborea che riflette i misteriosi segreti della Donna.
Nei disegni della sua ruvida corteccia, sulle pagine incise delle sue foglie, sono conservati i ricordi mai perduti delle lontane dimore divine, le eco sussurrate dei regni fatati, che spirano silenziose lungo i sentieri velati di nebbia.
Nella perfezione del suo frutto sono racchiusi misteriosi indizi che fanno da guida nel viaggio verso il Confine, verso la luminescenza dell’Altromondo.
I Celti lo consideravano l’albero della Conoscenza e della Magia per eccellenza, depositario di Saggezze provenienti dalle sottili regioni dell’Anima, alle quali il melo, e specialmente il suo frutto, erano inestricabilmente legati. La mela, infatti, era uno dei più importanti simboli dell’Altromondo, ma non solo; essa era anche ciò che richiamava il cuore a ricongiungersi con Esso e il nutrimento spirituale, che poteva guarire da ogni ferita, alleviare ogni dolore e condurre in particolari stati d’essere in cui si poteva sperimentare e vivere la Divinità.
Numerosissimi sono i miti nei quali essa appare come un magico emblema delle dimensioni fatate, donato da Donne provenienti da isole lontanissime, eppure raggiungibili in un solo battito di ciglia. Soprattutto la tradizione celtica conserva una moltitudine di racconti nei quali il protagonista, di solito un uomo dal cuore e dallo spirito luminosi, deve affrontare un arduo cammino alla ricerca di Isole esotiche costellate di gentili meleti dai poteri miracolosi.
Questi poteri richiamano ciò che si può ottenere con l’elevazione dell’Anima e l’annullamento, anche momentaneo, della personalità, ovvero ciò che, secondo le leggende, un solo morso di mela avrebbe potuto provocare. L’eterno Nutrimento, la percezione di canti e musiche capaci di incantare, la completa Guarigione di corpo e mente e l’acquisizione della Vista, ovvero la capacità di “aprire le Nebbie” dell’Illusione, sono soltanto alcuni di essi, che pure potrebbero bastare per vivere senza subire il peso della Vita stessa per l’eternità.
Per questo si dice che la mela porti l’Eterna Giovinezza e l’Immortalità.
Attraverso i suoi doni, che potrebbero far raggiungere la percezione dell’Anima Antica, l’esistenza perde la sua apparente vacuità, il tempo perde la sua importanza e la singola vita appare come ciò che potrebbe essere in realtà: un piccolo e breve respiro, un battito di cuore preceduto e seguito da molti altri, l’anello di una lunga catena luminosa ed un magico Cammino, il cui scopo, forse, è proprio il raggiungimento di questa Consapevolezza.
La vicinanza tra la mela e l’Altromondo risulta ancora più chiara nella letteratura arturiana, in cui si narra la regale dipartita del grande Artù. Questi, adagiato da Morgana La Fata e dalle sue sorelle su una barca scura, viene condotto ad Avalon, luogo sacro in cui la saggezza delle Donne è adoperata per curare ferite mortali e per rigenerare lo spirito. Qui, il sovrano viene amorevolmente guarito e rimesso in forze, perché possa tornare tra gli uomini quando di lui vi sarà bisogno.
Le Donne di Avalon sono sacerdotesse del Sacro Femminino e Morgana, la più sapiente, è spesso chiamata la Signora delle Mele. Come la mela, ella cura e avvelena, conosce i poteri di vita e morte, incarna il bianco ed il nero e del divino frutto condivide il potere sottile.
Il nome stesso di Avalon deriva sia dal gaelico Emhain Abhlach, sia dal gallese Ynis Afallach o Ynis Afallon, come anche dal bretone Avalenn e dallo scozzese Fallach o Abhall; tutti nomi che letteralmente significano “Isola delle Mele”, “Isola del Meleto” , “Terra delle Mele”, o semplicemente “Mela”. Poiché la mela è la Guida del cammino e la sua risoluzione, il “mezzo” e la realizzazione stessa di ciò a cui si anela, il viaggio verso l’Altromondo e, al contempo, la Sua Essenza vibrante.
Questo Cammino viene sempre compiuto attraverso le acque, come le stesse leggende tradizionali raccontano; acque che il Viandante deve solcare per raggiungere l’Isola Sacra. E questa magica connessione tra i reami magici e l’acqua si ripete stranamente anche tra l’acqua stessa e la mela. L’unione questi due elementi, infatti, è in grado di produrre onde di energia molto intense e penetranti che sembra possano influire sulle emozioni e sulle fibre dell’organismo, richiamando particolari e piacevoli stati d’essere. Per questo motivo i meleti cresciuti vicini a corsi d’acqua dovrebbero essere attraversati con cuore aperto e infinito rispetto, perché proprio tra le dolci curve degli alberi la magia potrebbe manifestarsi potente, insoliti incontri potrebbero verificarsi inaspettatamente e l’Altromondo potrebbe rivelarsi molto più vicino di quanto si pensi.
Particolari caratteristiche della mela, ritenute sacre dagli antichi, sono i simboli che appaiono quando la si recide in due metà. Tagliata orizzontalmente, infatti, essa rivela, nel suo centro, una stella a cinque punte, o un fiore a cinque petali, a seconda di come lo si voglia intendere. Tagliata verticalmente, invece, il cuore del frutto svela il divino aidoion muliebre, la forma distinta della vulva, il sacro fiore della Donna.
Come altri frutti che richiamano questo delicato disegno dalle dolci labbra socchiuse e dai semi ben visibili (il fico ed il melograno), la mela nasconde l’essenza femminina ed un richiamo alla donna perché ritrovi la piena consapevolezza del suo arcaico legame con la Madre. Essa è il frutto della Dea in quanto Donna, e della Donna in quanto umano riflesso della Dea.
Questo potrebbe essere il motivo per cui ad offrirla è sempre una figura femminile, Fata e Regina dei mondi sconosciuti.
La superficie scarlatta, la polpa dolce come miele, la forma rotonda e sensuale della mela, erano anche un antico invito all’amore, un voluttuoso dono che la donna rivolgeva all’amato per richiamarlo, nel corpo e nel focoso spirito, ad unirsi a lei.
Nella mela, l'eterna bellezza muliebre, la dolce e tiepida fiamma, il languido desiderio che si anima nel ventre sacro.
Ed il fremito del giovane prescelto che, incantato, annuiva all’invito e mordeva il frutto.
Considerando la mela rossa, è evidente la presenza, in un solo frutto, dei tre sacri colori della Triplice Divinità: il bianco dolce della polpa, che richiama la Fanciulla in fiore, la buccia vermiglia, effige della Madre, e i semi neri, strumenti di morte e rigenerazione che appartengono all’oscura Strega.
Tra i celti questi colori simboleggiavano la Dea Sovranità, la quale, non a caso, teneva tra le mani una bacchetta o un ramo a cui erano appese tre mele. Questo prezioso oggetto veniva da essa donato a colui che avrebbe ricoperto il ruolo di Re Sacro, ovvero all’uomo che, per nobiltà di spirito ed armoniosi intenti, veniva scelto per guidare il regno nel rispetto delle Antiche Tradizioni.
Una mela d’oro era anche il dono che la Grande Madre, nella forma di una bellissima Fanciulla in groppa ad un cavallo nero, offriva ai poeti. Esso era portatore d’Ispirazione divina e di profondo incantamento, elementi necessari per la composizione delle Opere poetiche.
Il legame del melo con l’Altromondo ed il suo potere di facilitare i contatti tra le due dimensioni, rendevano questo frutto particolarmente allineato con la festività di Samhain, il momento in cui la vicinanza tra i due mondi è al culmine.
La mela era considerata una Porta Magica attraverso la quale si poteva passare oltre il velo del visibile, per incontrare spiriti ed entità fatate ed ascoltare i loro segreti messaggi; ed era un frutto di Morte, sia per il suo potere di avvelenare e rigenerare, sia perché simbolo e magico strumento d’Iniziazione. La Conoscenza che essa offriva, infatti, richiedeva un sacrificio, seppur momentaneo, e la sperimentazione della morte stessa (si pensi alla splendida fiaba di Biancaneve).
Durante la notte di Samhain si usava tagliare delle mele in un calderone pieno d’acqua che avrebbe così rappresentato la vita e la morte, il passaggio dall’una all’altra e la rigenerazione spirituale.
In Scozia, nel tempo della raccolta delle mele, alcune di queste venivano lasciate sugli alberi, perchè i bimbi non ancora venuti al mondo avessero di che nutrirsi durante il loro viaggio, che dall’Altromondo li portava al ventre della loro mamma. E per lo stesso scopo venivano poste delle mele sulle tombe dei defunti, nonostante il loro viaggio li avrebbe portati nella direzione opposta, ovvero nell’Aldilà.
Sempre nella tradizione celtica, il melo era uno degli alberi più amati e faceva parte dei cinque Alberi Signori. Il suo, era uno dei nove legni usati per i sacri fuochi, ma veniva tagliato e bruciato di rado perché l’abbattimento di un melo era considerato un atto gravissimo che, in contesti profani, comportava l’uccisione del responsabile.
In Bretagna due mele potevano placare le tempeste più violente; bastava contemplarle all’interno di una scatola, intonando canti e litanie per incantare il vento, ed in seguito passarle di mani in mani tra i presenti al rituale.
Per i suoi poteri legati all’amore, alla seduzione femminile al languore e al desiderio erotico, che ne facevano il frutto sacro alla splendida Dea Afrodite, la mela era anche utilizzata dalle Streghe nei loro riti amorosi e per confezionare talismani che avrebbero propiziato la lunga vita e la gioiosa giovinezza interiore.
Se anticamente l’offerta di una mela ad un uomo, rivolta da una donna, poteva simboleggiare il dono della divina Saggezza, dell’Immortalità e dell’Amore, con la venuta del cristianesimo essa assunse connotati decisamente negativi, poiché fu proprio questo gesto, compiuto da Eva, che causò il peccato originale e tutti i mali dell’umanità.
In effetti la Bibbia non parla esplicitamente di una mela, ma solo del “Frutto proibito”. Ciò nonostante, la simbologia della mela, che è fonte di divina Conoscenza, appare conforme alla vicenda narrata nell’Antico Testamento, ed inoltre è interessante notare che l’origine latina della parola “mela”, ovvero “pomum”, letteralmente significa proprio “frutto”; motivo per cui potrebbe essere vera la sua associazione e sovrapposizione al misterioso Frutto biblico.
Ciò che traspare dalla mela è qualcosa che le semplici parole non possono descrivere, ma che lo spirito percepisce nitidamente.
Essa è il Cammino Iniziatico verso la contemplazione del Divino. È la Chiave magica grazie alla quale si acquisisce l’arcaica Sapienza delle Donne.
L’intero percorso del Viandante è contenuto al suo interno, così come le diverse fasi della sua vita, di nuovo rappresentate dai suoi tre emblematici colori.
Mordendo la mela, attraversando il rosso e il bianco, si incontra il nucleo mortifero; ma questo nero nucleo altro non è se non un seme, ovvero la promessa della nuova vita dopo la morte, della rigenerazione dopo l’annullamento.
Interrato, al sicuro nella bruna ed umida terra, esso muta in germoglio. E nel quieto tepore un nuovo e splendido melo sorge dall’oscurità.
Allo stesso modo noi attraversiamo le fasi della mela e percorriamo il Sentiero verso il suo Centro pulsante.
E nel dolce amore che ci allieta, ricerchiamo nel profondo la nostra Origine, la vivida mandorla che ci ha generati e, attraverso di essa, la ricongiunzione con il sacro ventre della Dea.
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Bacinissimi!
Violet