00 22/11/2007 16:46
EMPOLI Cresciuto nella Juve, aspetta la sfida di domenica al Toro con ansia ed emozione
Marchisio è pronto al derby

EMPOLI - Seppure Empoli e Torino siano divise da alcune centinaia di chilometri a qualche azzurro - ovvia­mente di scuola juventina - il match di domenica offre l'intrigante sapore del derby. E chi meglio di Claudio Marchisio può rappresentare la pat­tuglia 'anti Toro' che quest'anno si ve­ste di azzurro? Lui di scontri stracit­tadini ne ha giocati a decine, per cui nel ricordarli c'è solo l'imbarazzo del­la scelta. Semmai non deve stupire la ritrosia con la quale racconta l'ulti­mo.

« Era l'ultimo anno di Primavera
- ricorda - e stavamo perdendo 1-0. Per loro avava segnato Bottone, che ora è nel giro della prima squadra, e su di noi ormai incombeva il disastro della sconfitta quando, proprio al no­vantesimo, calciai una punizione e per fortuna Zammuto, che ora gioca nel Piacenza, segnò il gol del pareg­gio » .
Ci pensa sopra un attimo il ventu­nenne costretto a rinunciare all'Un­der 21 per una borsite al tallone sini­stro e rimasto a casa a curarsi ed al­lenarsi proprio per essere a disposi­zione di Gigi Cagni - semmai avesse intenzione di schierarlo - e poi si mette lui a far domande. «Quello pa­reggiato è stato l'ultimo derby - attac­ca - ma perché non mi chiedete del primo? » Presto fatto, parliamone.

«Avevo solo 7 anni ed essendo di fe­de bianconera fin dalla nascita en­trai in campo deciso a spaccare il mondo. Vincemmo 4- 1, con tre gol miei e uno frutto di un mio cross. Per il Toro andò a segno Vailatti, che gio­ca ancora lì e che domenica saluterò con gioia, perché è un mio grande amico. Tra l'altro non posso dimenti­care che in tribuna a vedere il match c'era Claudio Nené, gran campione della Juve e del Cagliari, che alla fi­ne venne negli spogliatoi e mi fece un mare di complimenti. Che giorna­ta! »
A proposito di Torino e degli amici, ma loro da che parte stanno? « Alcuni sono tifosi bianconeri e altri granata e domenica tutti mi attendono al var­co, come d'altra parte accadrà anche ai vari Giovinco, Volpato e Piccolo, anche se quest'ultimo non potrà esse­re della partita per un problema mu­scolare. Per cui è facile intuire come in tutti noi arda il sacro fuoco della rivalità cittadina. Anche se in verità quel che interessa più a me e a tutti i miei compagni vecchi e nuovi è ag­guantare un successo che varrebbe oro». In che senso? «Fino ad ora ave­vamo il calendario difficile - spiega ­
e qualche passo falso ci poteva an­che essere perdonato. Da ora in avanti invece dobbiamo fare sul serio e metter fieno in cascina, perché i punti che dobbiamo fare da qui a Na­tale ce li ritroveremo poi a maggio, quando tutto sarà più difficile. Per cui dobbiamo rimbocarci le maniche e darci dentro » . Ma il tallone? « Sta bene - conclude - anzi, ogni giorno che passa mi sento meglio, per cui sono pronto. E se il mister mi farà giocare darò l'anima, e non certo per la storia del mio derby personale, ma solo per contribuire a tirar fuori l'Em­poli da una classifica che non meri­ta. Se poi il successo arrivasse per un mio gol, sarebbe proprio il massimo».

Antonio Bassi/atc



PARLA MARIANINI La sosta è servita per imparare la lezione
«L’Empoli ha ripassato»

EMPOLI - Pensare positivo e lavorare sodo, magari fin quasi a notte, com'è accaduto ieri pomeriggio dopo un'ora buona di palestra, un bel po' di corse e una vivace partitella conclusasi solo quando il colpire il pallone pareva una sorta di scommessa. E ciononostante volti sereni in giro dopo tanto 'massa­cro', perché il gruppo è anima­to solo dalla vo­glia di tornar presto in campo per affrontare una bella serie di spareggi sal­vezza. E quando la mente è sgombra da strani pensieri anche i ri­cordi più amari finiscono nel dimenti­catoio. Vedi il caso di Francesco Ma­rianini, uno al quale solo a sentir par­lare del Torino dovrebbe salire un po' di sangue alla testa. Tutta colpa di quel suo gol, solare e regolarissimo, negatogli sotto la Mole da un arbitro malconsigliato dal suo assistente con la bandierina in mano. Ritiene di ave­re ancora un conto aperto con la squa­dra granata per quel gol clamorosa­mente negato? « Ma ci mancherebbe altro - ribatte il centrocampista azzur­ro - quella ormai è acqua passata. Ap­partiene a un campionato che è finito, per cui non c'è proprio nessuno spiri­to di rivalsa contro una squadra che poi in fondo mica ha colpe per quel 're­galo' che si ritrovò a raccogliere pro­prio nel giorno della gran festa dei suoi cento anni di vita. No, no, quel­l'eposodio l'ho già dimenticato, anche perché ora io e i miei compagni dob­biamo pensare a questa stagione, cer­cando di renderla più bella e interessante con un bel successo dome­nica prossima. Nessun rancore particolare dunque, anche se tutta­via rimane il fatto che, sfortunatamente per lo­ro, i granata arrivino a Empoli nella domenica sbagliata».

Ovvero? «E' semplice intuire il senso delle mie parole - commenta il 'mara­toneta' azzurro - perché in questa so­sta abbiamo sgobbato come non mai proprio per arrivare a domenica nelle migliori condizioni psicofisiche, prima dedicandoci a un bel ripasso atletico e ora puntando sul discorso tecnico- tat­tico. Per cui è sicuro che domenica in campo scenderà l'Empoli dei giorni migliori ovvero la squadra che ha sa­puto rimontare sul Palermo fino a bat­terlo sonoramente o che ha compiuto la grande impresa di andare a scon­figgere il Milan addirittura nel suo sta­dio o ancora agguantare un incredibi­le quanto straordinario pareggio con la Roma sul filo della sirena » . Vien da pensare dunque a un Torino vittima predestinata? «Un momento, io non sto solo parlando del match di domenica prossima - conclude Francesco Maria­nini da Pisa - ma intendo guardare an­che più lontano, nel senso che nel prossimo mese ci attendono al­tri incontri con squadre alla no­stra portata. Fi­no a ora abbia­mo fatto i feno­meni con le grandi e ceduto le armi alle pro­vinciali, mentre fin da subito dobbia­mo invertire la rotta visto che ci tro­viamo ad affrontare alcune delle no­stre dirette concorrenti nella corsa al­la salvezza. E' arrivato il momento dunque di strappare punti importanti pesanti non soltanto al Toro, ma pure al Parma, al Cagliari e al Genoa, con tre gare su quattro da giocare di fron­te ai nostri splendidi tifosi. Anche a lo­ro infatti, oltre che a noi stessi, voglia­mo regalare belle soddisfazioni, così da abbandonare in fretta quell'ultimo posto in classifica che, essendo imme­ritato, in effetti rischia di togliere a tut­ti un briciolo di giusta serenità » .

Antonio Bassi/atc




EMPOLI, ECCOLO Pronto a tornare, in forma, e cattivo al punto giusto
Pratali: Darò il 110%
EMPOLI - Sano, pronto e cattivo. Sem­brerebbe il titolo di un classico we­stern all'italiana, mentre invece altro non è che l'identikit di Francesco Pra­tali, smanioso di tornare a fare il suo mestiere di difensore centrale in un Empoli che si avvia a vivere una delle settimane più importanti della sua sta­gione.


«In effetti stiamo guardan­do al match col Torino come se si trattasse di un vero e pro­prio spareggio salvezza - com­menta l'azzurro - per cui nulla di strano che io per primo non veda l'ora di scendere in campo a giocarmi una fetta del nostro futuro » .

In verità dopo la lunga sosta, proble­ma ormai dimenticato, c'era già stato un 'assaggio' col campionato. «E' vero ­confessa - ma forse in quell'occasione la smania di tornare a giocare ha avu­to la meglio sulla prudenza. Ma dome­nica prossima andrà tutto bene, questo è sicuro. Sono ormai diversi giorni che nel lavoro sono accompagnato da sen­sazioni estremamente positive, confor­tate oltretutto dal ripasso atletico svol­to nella settimana passata, un'occasio­ne importante soprattutto per uno co­me me che aveva bisogno di recupera­re ancora qualcosa. Ora mi sento dav­vero al massimo e quindi potrò dedi­carmi fin da oggi pomeriggio al discor­so tecnico e tattico annunciato dal mi­ster ».

Ma torniamo un attimo al titolo del film. Sano dunque? « Di sicuro - ribatte il difensore - perché quel piccolo pro­blema che mi aveva assillato quando ancora mi allenavo da solo oggi è solo un ricordo, per cui posso tranquillamente dire di essere fisicamente al cento per cento. Anzi, per dirla tutta fino in fondo, in una sorta di calendario tutto mio proprio la sfida col Toro doveva essere l'occasione giusta per il rien­tro ». E pure pronto? « Per fortuna non ho dovuto faticare più di tanto per rientrare al meglio in un gruppo che in gran parte conoscevo. Con i nuovi poi ho familiarizzato alla svelta, sono tutti bravi e quindi in grado di dare una mano per raggiungere tutti insie­me il traguardo di un altro anno anco­ra in serie A » . E infine anche cattivo?

«La grinta e l'aggressività sono le armi che hanno sempre caratterizzato i mo­menti migliori dell'Empoli - spiega il 'Pampa' - per cui da quelle dobbiamo ripartire per dare una svolta al nostro campionato. Non dico che fino ad og­gi siano state dimenticate, anzi. Però se poi le cose non sono andate come dovevano vuol dire forse che in qual­cosa abbiamo sbagliato. A partire da me naturalmente, perché è innegabile che se per tre mesi sono stato a guar­dare invece di essere in campo a lotta­re le mie responsabilità non sono sta­te certo inferiori a quelle di tutti gli al­tri ».

Con Pratali l'Empoli sarà sicura­mente più forte. «Fermi tutti - ribatte deciso - io sono a disposizione e pron­to a dare il centodieci per cento di tut­to me stesso, ma nel calcio non è mai un singolo giocatore a decidere. So­prattutto se si tratta di un difensore, perché se magari parlassimo di un Ibrahimovic forse tutto sarebbe diver­so. Per cui è giusto concludere che so­lo tutti insieme, squadra, dirigenti e pubblico, potremo uscire a testa alta da questo periodo non proprio felicis­simo » . Cosa c’è di meglio di uno spa­reggio per tornare a sorridere? «In ve­rità penso che sarebbe più giusto guar­dare anche un po' più lontano - con­clude il difensore - nel senso che ci ap­prestiamo ad affrontare diversi scontri diretti, tre dei quali in casa. Dobbiamo sfruttarli al meglio senza sbagliarne uno, anche se in verità tre punti dome­nica ci farebbero fare non solo un bel balzo in classifica, ma anche un gran volo nel morale. Ecco perché è quello il vero spareggio salvezza».

Antonio Bassi/atc

fonte: corriere dello sport