00 12/11/2007 00:09
ci risiamo, eccone un'altro.
la lista continua, ed e' nera.
sarebbe il caso di dire che la signora in nero stia imparando a palleggiare, la morte entra a pieno titolo sui campi di calcio, negli scontri tra polizia e ultras,ormai inevitabili ogni domenica.
da una parte e dall'altra, in sicilia e' toccato ad un ragazzo in divisa, ferito da un "tifoso".
adesso un'altra vittima dell'esasperazione, della paura, di un errore umano indotto da tensioni sempre piu' grandi, figlie di una guerra che si combatte da anni.
la "mentalita" ultras spinge i propri adepti all'odio verso gli avversari e verso le forze dell'ordine, che giorno per giorno tentano di fare il loro lavoro.
le ragioni e le colpe ci sono in entranbi gli scheramenti, questo e' innegabile,ma la situazione sta' cambiando.
dopo l'ennesimo morto ci si sta' spingendo oltre, si sta' prendendo una strada che non porta indietro, l'odio e' cresciuto in maniera tale ed e' sfociato nella veria e propria guerriglia, nella caccia all'uomo, nell'assalto alle caserme.
questa situazione e' insostenibile per un paese che, forse un po' ingenuamente, si definisce civile. ci sono sicuramente altre ragioni, altre motivazioni che differiscono dal semplice tifo, e sono ragioni prettamente politiche.
sono tornato da poco dal palazzetto, dove gli "ultras" presenti delle opposte fazioni hanno esposto i vessilli al contrario e si sono limitati a chiedere la liberta' per i loro compagni e per i tanto idolatrati diffidati, eletti a status sociale, unica condizione che la loro "mentalita'" gli impone di riconoscere e venerare.
questo succedeva su un campo di basket, lontano dagli stadi, dove forse ogni domenica si alza sempre piu' forte il coro "noi non siamo carabinieri".
quello che sta' succedendo esula da tutte le credenze politiche e idiologiche, esula dallo sport e da tutte le regole. qui si sta' parlando di vere e proprie sommosse, dovremmo capire che la situazione e' piu' grave di quanto si possa pensare, la violenza e' esplosa, e se anche si riuscira' a porvi un freno, avra' in futuro un precedente, una strada gia' segnata da percorrere.
e questo fa' veramente paura.
bisognerebbe ricordarsi forse che alla base di tutto c'e' uno sport, fatto di regole (a volte colpevolmente poco certe) e di ideali.
la morte non c'entra.
e se provate per un secondo a chiudere gli occhi, ed a pensare che nel resto del mondo si muore per epidemie e fame, mentre da noi un ragazzo, con una sciarpa o una divisa, debba morire per una stupidissima partita di calcio, forse vi rendete conto che i problemi piu' gravi ce li abbiamo proprio noi, indegni di definirci civili e democratici
[Modificato da Ice click 12/11/2007 00:10]
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_Ice_