00 21/03/2009 06:53
Omicidio Sandri: no al rito abbreviato
Alle ore 12 di un altro giorno non qualunque, Luigi Spaccarotella entra in aula. Telecamere spente, flash oscurati, silenzio assordante, varca la soglia di quella porta laterale e ha un abito nero, la cravatta blu, lo sguardo basso. Uno sguardo che non guarda: i parenti di "Gabbo". «Io l’ho visto in faccia, ma lui non ha alzato gli occhi - dice Daniela, mamma di Gabriele Sandri -. Si doveva mettere in ginocchio e chiedere perdono, invece non ci ha guardati negli occhi, ci è passato davanti come fossimo noi i colpevoli». L’11 novembre 2007 è ancora pulsante. E lo sarà sempre. Ieri, davanti ai Giudici della corte d’Assise di Arezzo, è andata in scena la prima udienza del processo contro Luigi Spaccarotella, l’agente imputato per omicidio volontario per la morte di Gabriele. Un primo atto fatto di deposizioni altrui e non sue. E di rabbia. In aria Luigi Spaccarotella (difeso dall’avvocato Federico Bagattini che punta sull’accidentalità del secondo sparo che sarebbe partito mentre l’agente correva), sarà sentito il 23 o il 24 aprile mentre oggi, una volta respinta la richiesta di rito abbreviato condizionato, è il momento dei colleghi che quell’11 novembre erano di pattuglia con Spaccarotella. In aula sono presenti dieci tifosi (compostissimi) della Lazio, amici di Gabbo; e ci sono, oltre a mamma Daniela, anche papà Giorgio e il fratello Cristiano. Viene ricostruita la dinamica, nella quale si racconta di Spaccarotella che spara il primo colpo in aria: tutti concordi i testimoni, che ricordano le parole dell’imputato: «Sì - ecco il racconto dei colleghi -, ho sparato un altro colpo, in aria». Poi, frammenti sparsi («Non era uno dalla pistola facile, quando ha saputo che il tifoso era morto si è messo a piangere, ha avuto un mancamento»), ma a un certo punto un testimone non ricorda bene: «Mi pare di aver visto che riponesse la pistola nella fondina dopo il primo colpo». Compito Ed è allora qui che Giorgio Sandri, papà di Gabriele, commenta: «Mi sembra che abbiano fatto il compito a scuola - dice uscendo dall’aula -, a parte il penultimo che aveva dimenticato la poesia: ha detto che aveva rimesso la pistola nella fondina e poi dopo ha iniziato a correre». Oggi, altra udienza coi dipendenti dell’Area di servizio Badia al Pino. Spaccarotella non ci sarà.
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