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C'è vera continuità tra Wojtyla e Ratzinger
di Salvatore Izzo
Vaticanista dell’Agenzia Giornalistica Italia
CITTA’ DEL VATICANO - Diverso dal suo grande predecessore per temperamento, esperienze e formazione culturale, e dunque con un proprio stile originale, Joseph Ratzinger ha scelto una linea di continuità con il pontificato di Karol Wojtyla, il Papa che lo aveva chiamato a Roma. "Giovanni Paolo II - sono parole del Cardinale Angelo Comastri, vicario per la Citta' del Vaticano - ha sentito in modo straordinario il comando di Gesù 'andate e predicate a tutte le genti', e per questo ha intrapreso i suoi grandi viaggi internazionali, che lo hanno portato in tanti luoghi e situazioni, sempre spinto dall'urgenza delle parole di San Paolo, 'guai a me se non annunciassi il Vangelo'. Lo stesso ammonimento che Benedetto XVI ripete a tutti noi".
Ad unire i due Pontefici è dunque la ricerca di "una nuova apologetica, adatta alle esigenze di oggi, impegnata - come aveva detto il Papa polacco - nel conquistare non argomenti, ma anime, e cioè nel difendere e promuovere il Vangelo, non noi stessi". "Il successo del cristianesimo non si misura nella sua influenza sulla politica, l'economia, l'informazione: la sua chiave di comprensione più autentica sta nel dono che Cristo fa di se stesso alla Chiesa e che i cristiani sono chiamati a perpetuare, diffondendo nel mondo l'amore di Dio", ha detto il Cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schonborn, che ha concluso Domenica, presiedendo una Messa nella Basilica di San Pietro, il primo Congresso apostolico mondiale della Divina Misericordia e con esso le celebrazioni per il terzo anniversario della morte di Papa Wojtyla.
Una ricorrenza che è servita proprio a ribadire la grande continuità tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E' significativo che questo aspetto sia stato colto più dai fedeli, che seguono Benedetto XVI con lo stesso affetto riservato a Giovanni Paolo II ed accorrono numerosissimi ad ogni appuntamento con lui, che non dai commentatori che in questi giorni hanno parlato senza mezzi termini di dewojtylizzazione della Chiesa: "In un'epoca che brucia eventi e personaggi alla velocità della luce, anche di Karol Wojtyla sembra non esserci piu' traccia", ha scritto un grande quotidiano nazionale. "Contrapporre le due figure è strumentale. Giovanni Paolo II ha sempre nutrito una grande stima nell'allora Cardinale Ratzinger: aveva la certezza di aver affidato alle mani più competenti e sicure un settore decisivo ed essenziale per la vita della Chiesa qual è la Congregazione per la Dottrina della Fede", ha replicato il vescovo Rino Fisichella, rettore della Lateranense.
Anche solo passandole in rapida rassegna, emerge del resto che le svolte impresse dal nuovo Papa affondano in realtà le loro radici nel pontificato precedente, al quale, da Cardinale, Ratzinger aveva dato un decisivo apporto. Ad esempio, la richiesta forte di una presenza dei cattolici nella società italiana a difesa dei valori, che caratterizzò il Pontificato di Giovanni Paolo II a partire dall'intervento al Convegno Ecclesiale nazionale di Loreto del 1985, è stata fatta propria da Benedetto XVI che ha voluto ribadirla l'anno scorso a Verona e in piu' occasioni ha parlato di valori non negoziabili. Ugualmente il Motu Proprio "Summorum Pontificum", che autorizza l'uso del messale latino per gruppi stabili di fedeli che lo richiedano, rappresenta uno sviluppo del documento "Ecclesia Dei" di Giovanni Paolo II, che aveva già concesso queste celebrazioni come indulto. E la lettera ai vescovi del mondo che accompagna il Motu Proprio chiarisce che l'intento di Benedetto XVI è lo stesso che mosse molte scelte del predecessore: "Fare tutti gli sforzi, affinchè a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità, sia reso possibile restare in questa unità o ritrovarla nuovamente". Ancora: l'affermazione che il dialogo ecumenico e quello interreligioso debbono proseguire per il bene dell'umanità, ma essi non possono cancellare il mandato missionario della Chiesa Cattolica, è in linea con l'Istruzione "Dominus Iesus" la cui paternità Wojtyla si era pubblicamente attribuito. Il Battesimo di Magdi Allam e la visita alla Moschea Blu di Istanbul, con l'immagine di quella silenziosa preghiera, sono poi gesti entrambi coerenti con la fiera rivendicazione della libertà religiosa come un diritto irrinunciabile, con la quale Wojtyla ha contribuito in modo decisivo alla caduta dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est.
Anche la lettura del Vaticano II non come un momento di rottura della Tradizione ma come un suo sviluppo, proposta da Papa Benedetto nel suo primo discorso di Natale alla Curia Romana, ha raccolto gli insegnamenti di Wojtyla, che questa tesi propose al Sinodo Straordinario del 1985, convocato a venti anni del Concilio. E c'è infine continuità pure nei viaggi internazionali che Ratzinger ha voluto iniziare prima mantenedo la promessa del suo predecessore a recarsi a Colonia per la Giornata Mondiale della Gioventu' (nonostante siano note le sue riserve su questo tipo di incontri) e poi recandosi in Polonia proprio per rendere omaggio a Wojtyla. Nei giorni scorsi, il Cardinale Arcivescovo di Cracovia, Stanislao Dziwisz, ha ricordato lo straordinario rapporto di quel Papa con i giovani, che egli aveva definito sentinelle del mattino e ai quali aveva affidato il compito della nuova evangelizzazione. "Gesù - ha detto Dziwisz - sarà proclamato con la forza e l’entusiasmo ancora una volta nella Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà in luglio a Sydney, dove con il Pietro dei nostri giorni, Benedetto XVI, sarà presente in spirito anche Giovanni Paolo II, iniziatore di questi raduni". "Singolarità di una successione pontificale: al posto del missionario del mondo - commenta sul suo blog il vaticanista del ‘Corriede della Sera’, Luigi Accattoli -, viene chiamato il Cardinale teologo che per 23 anni l'aveva aiutato a cercare le parole per la missione.
Forse in quella ricerca l'aveva anche trattenuto da qualche eccesso di zelo e ora quel dialogo su ogni questione si prolunga a parti rovesciate: dove una volta il Cardinale teologo invitava alla prudenza, oggi il Papa teologo avverte la spinta del Papa apostolo. Che quel dialogo si prolunghi per molti anni in modo che la grande anima di Papa Wojtyla - è l'auspicio di Accattoli - possa restituire con misura traboccante quanto aveva ricevuto dall'amico fidato, come ebbe a chiamarlo".
- Petrus -