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Franco Sensi
“Il dolore provocato dalla notizia della scomparsa di Nils Liedholm ha scosso tutta la famiglia della Roma, perché la traccia lasciata a Trigoria dal tecnico svedese è ancora viva e presente. Liedholm ha portato nel nostro club una cultura, un modo di interpretare il calcio, la voglia di distinguersi attraverso la zona, lo spettacolo. E’ stato il primo a pretendere un cambio di mentalità nel Paese del catenaccio e della speculazione tattica. La Roma degli anni ottanta, la sua Roma, ha creato le basi per una crescita decisiva e ha dettato l’impronta che ancora oggi porta la nostra squadra a cercare i risultati secondo una logica che sposa un calcio positivo e spettacolare. Io ho tifato per Liedholm e ho voluto Nils al mio fianco, perché sapevo di poter sfruttare in pieno questo esempio, nella linea di una continuità che ritenevo necessaria per arrivare al successo nel rispetto di una tradizione”.
“L’unica consolazione, in un momento del genere, è rappresentata dalla certezza che Nils resterà vivo per tutti i romanisti come simbolo vincente e unico. La Roma, con lui, vinse il titolo italiano, giocando un calcio di alto livello tecnico. Quella Roma entrò nell’elite del calcio europeo. Liedholm è nella storia del calcio e nella nostra storia, per sempre”.

Rosella Sensi
"Non posso credere che non ci sia più l’uomo per il quale ho cominciato a sentirmi orgogliosa di essere romanista. Avevo sette anni, forse sei, era l’epoca dei primi passi di Nils con la Roma e già la squadra veniva portata ad esempio per la qualità del suo gioco. Sono cresciuta frequentando l’Olimpico con mio padre, mia madre e le mie sorelle, trepidando per quella squadra fino a vederla campione d’Italia. Sono i ricordi centrali nella memoria di una tifosa che non potrà mai scordare un’epoca così significativa e importante. Poi, da consigliere della Roma, ho ritrovato Nils al mio fianco, consigliere voluto da mio padre e mio primo esempio o riferimento. Oggi per la Roma è un giorno di grande tristezza, un pezzo della nostra storia diventa, purtroppo, solo un meraviglioso ricordo".

Luciano Spalletti
"Nils Liedholm è stato un protagonista assoluto del calcio mondiale. Con lui se ne va uno stile professionale unico fatto di semplicità, umanità e grande carisma. E’ una persona che ho ammirato profondamente."

Francesco Totti
"Dopo il Presidente e il Capitano è scomparso anche l’Allenatore del penultimo scudetto. L’ho incontrato e conosciuto e ho potuto apprezzare una persona di grande ironia ed umanità. Una perdita grandissima per il calcio e per la Roma."

Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma,
"Ricordo una persona dolce ed affettuosa, oltre che un grandissimo competente di calcio", ha detto Rossi ad Apcom. Indimenticabili, per Rossi, gli innumerevoli aneddoti raccontati da Liedholm nei tantissimi ritiri passati assieme. "Raccontava anche cose che sembravano inverosimili, ma con una bravura ed un'autorità tale da renderle più che mai credibili", ricorda Rossi. "Come quando ci ricordò di un difensore della Sampdoria che a distanza di anni lo rimproverò per avergli procurato un infortunio alla gamba che lo costrinse addirittura ad interrompere la carriera: un infortuno che il difensore si procurò per avere abboccato ad una finta fatta con gli occhi da Liedholm. Almeno così raccontava il Barone, che, anzi, invitava i suoi giocatori a cercare di sbilanciare gli avversari con lo sguardo". E Rossi ricorda bene anche la 'versione' scaramantica dello svedese. "Quando andavano a giocare a Milano dovevamo alloggiare nella zona... d'influenza del mago Mario Maggi, amico di Liedholm. Il Barone, poi, aveva l'abitudine di non dare la formazione fino all'arrivo nello spogliatoio dello stadio. Una volta mi chiese di portare con me delle foto analizzate e toccate dal mago e che avrebbero dovuto indicargli la miglior formazione da schierare. Mi fece mettere le foto su un tavolone e così decise la formazione". Usanze che portarono, secondo il ricordo di Giorgio Rossi, anche a qualche scontro con i giocatori. "Una volta Ciccio Graziani si infuriò perché Liedholm decise di non farlo giocare per dar retta alle indicazioni del mago, che decideva quale giocatore avesse influssi positivi e chi invece negativi". Scaramanzia che toccava a tutti: "Anche noi che non giocavamo - ricorda Rossi - dovevamo passare per le attenzioni del mago. Tutti avevamo un portafortuna al collo, mentre i giocatori lo portavano nelle calze".

Bruno Conti
"Gli devo la carriera da calciatore e la mia formazione umana. Nils Liedholm è stato la mia vita calcistica e umana. È l'allenatore con cui ho iniziato ed esordito ed è stata la persona che mi ha insegnato l'importanza del lavoro e al contempo del sapersi prendere in giro e sdrammatizzare. Gli devo la carriera da calciatore e la mia formazione umana".