Mercredi 18 juillet 2007, Madame Catherine Picard, présidente de l'UNADFI et membre de la MIVILUDES, a été condamnée par la Cour d'appel de Rouen pour avoir diffamé les Témoins de Jéhovah.
Les faits remontent à octobre 2005. Dans une interview au journal La Dépêche, Madame Picard comparait les Témoins de Jéhovah à un " mouvement mafieux ". Elle les accusait de " détournement sur les dons et legs ". Elle affirmait que les membres du siège des Témoins de Jéhovah à Louviers " effectuaient du travail déguisé " et ne payaient pas les charges sociales.
La Cour d'appel relève que " de tels propos, jetant une suspicion et le discrédit sur le mouvement des Témoins de Jéhovah (...) ont porté atteinte à l'honneur et à la considération des associations locales pour le culte des Témoins de Jéhovah qui bénéficient du statut d'association cultuelle, et revêtent un caractère diffamatoire à leur égard ".
L'arrêt ajoute que Madame Catherine Picard " a, de façon outrancière et par une présentation tendancieuse jeté le discrédit sur les Témoins de Jéhovah et, ce faisant, tenu des propos excessifs, dépassant les limites admissibles de la libre opinion et exclusifs de toute bonne foi ".
La Cour d'appel souligne que Madame Picard, en sa qualité de spécialiste des sectes et co-auteur de la loi About-Picard, " était une personne parfaitement informée du fonctionnement du mouvement des Témoins de Jéhovah, et ne méconnaissait pas le statut cultuel des associations utilisées par ces derniers ".
Ainsi, les propos mensongers de représentants du lobby anti-sectes sont de nouveau sanctionnés. Les Témoins de Jéhovah constatent avec satisfaction que la justice a défendu l'honneur et la réputation de leur religion.
TRADUZIONE di Filippo Delemme
Mercoledì 18 luglio 2007, la signora Catherine Picard, presidente dell' UNADFI (Unione Nazionale delle Associazioni delle Famiglie e degli individui vittime delle Sette) e membro del MIVILUDES, (Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le sette) è stata condannata dalla Corte d'appello di Rouen per aver diffamato i Testimoni di Geova. I fatti risalgono all' ottobre 2005 e fanno riferimento ad una intervista al giornale “La Dépêche”. La signora Picard equiparava i Testimoni di Geova ad un "movimento mafioso". Li accusava di "occultamento delle donazioni e delle contribuzioni volontarie dei fedeli". Affermava che i Testimoni di Geova a Louviers "effettuavano lavoro in nero e non pagavano gli oneri fiscali e sociali". La Corte d'appello rilevava che " tali affermazioni, -che alimentano il sospetto ed il discredito sul movimento dei Testimoni di Geova (...) hanno messo in pericolo l'onore e l'onestà delle Congregazioni locali per il culto dei Testimoni di Geova (Sale del Regno) che beneficiano dello statuto d'associazione cultuale - e rivestono un carattere diffamatorio". La sentenza aggiunge che, la signora Catherine Picard , in modo oltraggioso e con una presentazione tendenziosa ha discreditato i Testimoni di Geova e, così facendo, ha esagerato nelle affermazioni, superando i limiti ammissibili della libera opinione, né tanto meno si può dire di avere affermato ciò in buona fede. La Corte d'appello ha sottolineato che la signora Picard, nella sua qualità di specialista delle sette e collaboratrice della legge About-Picard, "era una persona perfettamente informata del funzionamento del movimento dei Testimoni di Geova, essendo anche a conoscenza dello Statuto Cultuale dell'associazione dei Testimoni di Geova.". Così, le false accuse dei rappresentanti della lobby anti-sette sono nuovamente sanzionate. I testimoni di Geova prendono atto della sentenza con soddisfazione. La giustizia ha difeso l'onore e la reputazione della loro religione.
Considerazione:
In molti post ho letto accuse più gravi di questa paladina dei diritti dell'uomo, forse è arrivato il momento di muoversi...
Chi ha orecchio intenda.
Filippo Delemme