Be"BRUTTA cosa trascorrere l'autunno sulla riva del fiume e scoprire che il moribondo s'è riavuto e il cadavere non passerà. La profezia di Berlusconi è fallita. Quella sulla durata dell'esecutivo in cui si è esercitato a lungo. Sempre più elastico, seguendo il ritmo di rotture e ricuciture, temporali e schiarite nella maggioranza. Fino al low profile di "non cadrà necessariamente in questi giorni ma non possono durare a lungo". Ieri, a Palazzo Madama, la Finanziaria è passata. Aveva ragione, il Cavaliere, "wait and see": bastava aspettare, vedere quel che sarebbe accaduto. Solo che non si è visto quello che lui prevedeva. Un'attesa lunga, la sua, animata da una girandola di previsioni. Dalla certezza della crisi ai più dignitosi esercizi di cautela: "La maggioranza potrebbe venir meno, a breve".
Era il 6 settembre. Due giorni dopo il "patto di Gemonio" sulla legge elettorale. Già lì, Silvio aveva assicurato: "Prodi cadrà". Il 6, al Giornale della Libertà di Michela Brambilla, regala la prima illuminazione: una Finanziaria incentrata sull'aumento fiscale farà cadere "presto" il governo. Dimentico del precetto manzoniano secondo il quale è meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell'errore, dichiara: "Non ho dubbi, prevarranno i diktat dell'estrema sinistra, un altro aumento della pressione fiscale farà traboccare il vaso e lasceranno definitivamente Palazzo Chigi. Gli elettori non aspettano altro".
Passano i giorni. Berlusconi delinea la sua strategia. La campagna acquisti nel "bacino di orfani" del Pd, nuovi ostacoli sulla strada della maggioranza in Senato, la ricucitura con gli alleati, Udc in testa. Strappo di Dini dal Pd, per Silvio è una svolta. A chi gli ricorda che Dini non avrebbe fatto precipitare il governo senza garanzie sul dopo-Prodi (magari pretendendo un governo istituzionale), risponde ottimista: "La maggioranza imploderà lo stesso, presto". Guarda con appetito ai parlamentari che rischiano di restare fuori dalla fusione Ds-Margherita. E' il 21 settembre.
Due settimane dopo, ribadisce il concetto. La crisi è "molto probabile", dice a La Stampa. Ai suoi rivela: l'ultimo atto del governo verrà consumato "durante la Finanziaria". Pensa, ovviamente, ai numeri risicati del Senato. Crisi entro gennaio, quindi. Perché "ne sono convinti gli italiani", la maggioranza "non può continuare a governare se ad apprezzare il governo sono meno di due italiani su dieci". E' il 4 ottobre, il giorno del "Wait and see". Aspettiamo e vediamo. La spallata è vicina - spiega - è scontato che un tot di senatori della maggioranza si opererà per far cadere il governo. Sarà "uno smottamento" della maggioranza.
Berlusconi aspetta lo smottamento lavorando ad allargare la Cdl. Il vantaggio per il centrodestra - dice - è di oltre 15 punti percentuali. Assicura che, anche votando con questa legge elettorale, non ci sarebbero problemi ad avere la maggioranza sia al Senato che alla Camera. Senza posa il lavoro di riavvicinamento a Casini. Ma Udc e Lega preparano un piano di riserva. Come a dire: va bene, Prodi cadrà, ma se si votasse nel 2009 "non si può stare 18 mesi ad aspettare - dice Maroni - meglio andare avanti con le riforme". Detto, fatto: alla Camera, in commissione Affari costituzionali, Lega e Udc votano con la maggioranza e isolano Fi.
Metà ottobre, campagna acquisti. Circolano i nomi, certi veri e certi no. "El senador" Luigi Pallaro incontra Berlusconi (ma giura lealtà a Prodi) poi riferisce: "E' convinto che cadrà, gli ho risposto che anche la coda del cane si muove sempre ma non cade". Silvio però non ha dubbi: sull'inevitabilità della crisi e sull'impossibilità di evitare il voto anticipato con un governo istituzionale. Ma è meglio limitare i rischi. E allarga le trattative a tutti i possibili interessati a un cambio di governo. Un dubbio, finalmente: sui tempi dell'imboscata. Prima o dopo la Finanziaria? Gli piace di più la prima ipotesi. Dentro Fi si sussurra che l'esercizio provvisorio è possibile, anzi auspicabile. Un parlamentare vicino al Cavaliere: "Di qui a tre settimane, sarà tutto finito".
Clemente Mastella dice "meglio votare in primavera", la maggioranza fibrilla, Berlusconi va al compleanno della portavoce di Maroni, Isabella Votino. E' il 20 ottobre, repetita iuvant: "Prodi cadrà sulla Finanziaria". Alla festa, canta accompagnato dal fido Apicella. Incontra Vespa: "Credimi, Bruno, da tempo non vedevo tanta condivisione intorno a me". Si assicura un'ospitata a Porta a porta per riproporre il numero del contratto con gli italiani, "magari lo chiamo in un altro modo ma è qualcosa di simile". Insomma, "non ho dubbi", "sono tantissimi al Senato certi di non essere più rieletti".
Ventisei ottobre, giorno della fiducia. Nei confronti dei "galantuomini di centrosinistra che non possono votare una Finanziaria criticata da Fmi e Bankitalia". Quindi, "cadrà il governo e noi andremo dal capo dello Stato". Spiega: "E' una Finanziaria con i condizionamenti dell'estrema sinistra, sapevamo che ci sarebbero state reazioni come quelle che hanno messo sotto il governo sette volte. Ci aspettiamo il ritorno alle urne".
Fine ottobre, inizio novembre, la fase della "spallata". Il Cavaliere smentisce di aver pronunciato quel termine, "non mi appartiene". Poi, i tempi impongono una variazione lessicale. E' tempo di cautela, arriva l'"implosione". "Resto convinto che la crisi sia vicina - dice il 3 novembre - non ho fatto date né parlato di spallate ma credo che imploderanno".
Passano i giorni, la Finanziaria si avvicina. Silvio è rimasto uno dei pochi nel centrodestra a mantenere la granitica certezza che il governo non supererà la prova. Gli alleati - e molti parlamentari azzurri - hanno chiaro che la crisi non è più dietro l'angolo. Cdl scettica, ma sincera con garanzia di anonimato: "Ormai ci crede solo il Cavaliere", dice un deputato forzista. Ci si interroga sul perché il Cavaliere si sia così sbilanciato. Fini gli dà fiducia: "Aspettiamo il 15, poi vedremo". E la Lega: "Se Prodi sarà ancora in piedi il 15 novembre, ci porremo delle domande".
Tre giorni fa, l'ultima battuta. "Non ho mai detto che c'era una data - dice Silvio - può essere in qualsiasi momento. In diversi senatori ho visto stati d'animo e giudizi che non consentono di approvare la Finanziaria". Se invede dovessero votarla? "Si smentiscono. Lo fanno per ragioni che non corrispondono al loro convincimento".
E ora? C'è da chiedersi che ne sarà della leadership di Berlusconi che per tre mesi ha ingessato gli alleati puntando tutto sul bingo "Prodi cade". Missione fallita, tutto da rifare. Sempre che Fini e Casini vogliano ancora stare al gioco. Sempre che il Cavaliere riesca a mettere in piedi un'altra strategia, tanto efficace da cementare il centrodestra a ripartire dai prossimi mesi. Wait and see."
-repubblica.it-
Scusate, e poi dov'è che ha detto di aver sbagliato?? Il suo virgolettato è ""Ieri l'implosione c'è stata". "Non mi sento sconfitto, gli italiani mi appaludono, il resto non conta""
E nel frattempo Fini pretende le scuse da Mediaset per l'intomissione nella sua vita privata.. dai, Silvio non te la prendere: sbagliare capita a tutti, a te (e alle tue aziende) però un pò di più!
"For the Thousand in Attendance,
For the Millions watching around the World,
and for everybody's Reading these Lines,
LET'S GET READY TO S**K IT?!?"