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Scritto da Tana 81 il 28/03/08

Il nostro corpo è il Tempio della Dea, il mezzo grazei al quale interagiamo nel mondo, il mezzo attraverso il quale possiamo salvarlo, agire, pregare, amare,benedire. Conoscerlo fino in fondo è quasi impossibile, anche scientificamente è detto che per esempio del cervello usiamo solo una parte di quello che abbiamo a disposizione... io a parte quello sento di avere un'altra mancanza... non mi so rispettare!
...Sono convinta di dove voglio arrivare, so qual'è la strada che devo percorrere, ma ho paura di iniziare... e non ne capisco il motivo visto che andrei solo a star meglio. Forse ho paura di staccarmi troppo dal mondo in cui sono inserita, forse ho paura solo di non riuscire e di fallire... fatto sta che non so con chi parlarne così volevo chiedere a voi se a qualcuno è capitato?


Ciao Tana, apprezzo la tua sincerità e trovo la tua domanda molto interessante...

anch'io mi sono confrontato spesso con questo problema che, per quanto possa sembrare banale è secondo me il punto di partenza di qualsiasi evoluzione spirituale,
sono convinto che la felicità e l'evoluzione vadano di pari passo e che ci siano diverse forme di felicità,
per me la felicità più alta è connessa in modo indivisibile alla capacità di amare.
Una semplice osservazione di sè ci può mostrare come ogni volta che c'è amore per noi stessi e per gli altri c'è infinita gentilezza e rispetto, prima di tutto per il nostro corpo,
quando invece manca questa amorevolezza, allora si sente il bisogno impellente di "saziarsi di altro" come se ci fosse un fastidioso vuoto da colmare anche a costo di farsi del male.
C'è una domanda quindi che secondo me le riassume tutte ed è: "cosa mi permette di amare il corpo?" amore che poi si rivolgerà spontaneamente verso le persone e il mondo?

Una cosa è certa, più il nostro corpo è intossicato e privo di energia e minore è la nostra capacità di amare.
Come si fa quindi a saziare i nostri bisogni senza farsi del male?

Spesso per rispondere a questa domanda ripeto dentro di me le parole di alcuni maestri i quali dicevano:


"devi tendere agguati a te stesso"
e poi: "l' unica libertà che hai è scegliere le influenze a cui sottoporti"

sono due frasi diverse che indicano la medesima cosa e cioè che noi non siamo delle isole incorruttibili e incontaminabili ma siamo costantemente influenzati dagli ambienti e dalle persone che frequentiamo.
Questo significa che se dentro non riusciamo a trovare la forza dobbiamo farci ispirare da qualcuno che già l'ha trovata nel suo percorso, e frequentare ambienti dove si "respira" ciò che noi stiamo cercando.
"Tendere agguati a se stessi" quindi vuol dire mettersi nelle condizioni in cui la nostra parte "autolesionista" non si esprime spontaneamente.

Probbabilmente leggendo queste parole alcuni potrebbero pensare: " si ma se io vivessi così mi sentirei come un' animale in gabbia",
e qui secondo me sta un'altro punto fondamentale: la Vita ha le sue esigenze, la Vita vuole espandersi, conoscere cose nuove, esplorare territori nuovi, creare cose nuove e avere relazioni
e tutto questo va assecondato non impedito , altrimenti si perderebbe la voglia di fare qualsiasi cosa, spirituale o meno che sia.

è necessario quindi trovare un'equilibrio tra delle "sane abitudini" e la possibilità di "rinnovarsi e trasgredire le abitudini"
questo equilibrio però, come qualsiasi altro richiede una volontà per essere mantenuto e la volontà è una cosa che si sviluppa solo coltivandola,

a tal proposito nella sezione "la magia delle antiche parole" (intento), ho riportato una frase di Carlos Castaneda che descrive in modo chiaro qual'è il passaggio:


"....tutto comincia con un atto solo,che deve essere premeditato,preciso e continuo.
Se questo atto dura per un lungo periodo di tempo,si acquista un senso di intento inflessibile
che si può applicare a qualunque cosa.Se si raggiunge questo,la via è sgombra.
Una cosa porterà all'altra finchè il guerriero non avrà dispiegato tutto il suo potenziale".


Questo atto deve essere la "nostra Scelta" che portiamo avanti quando piove,quando nevica,quando siamo stanchi e quando abbiamo tutto il mondo contro, solo così possiamo allenare la volontà, e solo così possiamo essere liberi in ogni altra circostanza di scegliere se seguire il vento e i mille luccichii che ci abbagliano oppure se cambiare rotta.
Non a caso il primo segno dello zodiaco è l'ariete, che è un'animale ma è anche un' oggetto che si usa per rompere la porta e sgombrare la via per entrare nel castello.
Ovviamente questo atto non può e non deve essere solo uno sforzo, lo sarà in certe circostanze, ma per la maggioranza dovrà permetterci di coltivare sensibilità, creatività e bellezza.

Ogni forma d'arte quindi è adatta, in questo contesto tuttavia, visto che stiamo parlando del corpo come Tempio, va da sè che un' arte che coinvolge il corpo sia lo strumento ideale.
Se dedichiamo tempo ogni giorno a portare armonia e forza nel nostro corpo per poter esprimere la nostra arte, ci penseremo due volte prima di fare qualcosa che può inquinare il nostro strumento di lavoro, e con il tempo magari potremo anche sviluppare amorevolezza verso di esso.

non so se tutto ciò che ho detto abbia un senso, ho riportato il frutto della mia esperienza e spero possa esservi utile [SM=g27821]



Alcuni uomini si adattano alla realtà,altri la creano~



[Modificato da 007arcobaleno 30/03/2008 19:43]