L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Il corpo della Dea

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    Imandra
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    00 25/10/2007 12:36
    Come potete vedere sono ancora viva, sono impegnata con l'università, ma non ho smesso di pensarvi, mi siete mancate, nonostante vi conosca così poco, non posso negare come voi tutte per me rappresentate una fattispecie di oracolo materno.
    La lontananza comunque non mi ha impedito di riflettere sulla mia spiritualità e la riflessione ha fatto nascere un pensiero che vorrei condividere con voi. Mi rendo conto che quello che sto postando non dice nulla di nuovo, soprattutto per voi, però mi piace comunque l'idea di condividerlo con chi mi può capire.

    Solo la Grande Madre permane Dalla quale deriviamo. Il suo dito giocoso traccia Nell’aria fuggevole i nostri nomi.” ( Hermann Hesse )

    Ultimamente impiego la maggior parte del tempo a meditare.
    Scruto nelle mie profondità, negli antri scuri ed emblematici del mio essere, alla costante ricerca di un’isola radicata nelle mie viscere marine.
    Ma ho scoperto che tutto intorno, quello che mi conteneva era ben definito e a volte trascurato, tessuto abilmente da un tocco divino, un volere cosmico che lo ha reso anello congiunto con la trama universale, il mio corpo.
    E allora ho meditato ancora e letto e studiato ed ho capito in realtà che esso (il corpo) è il tempio del nostro spirito, il mezzo attraverso il quale percepiamo l’essenza del sacro e con la mente identifichiamo i segnali che ci vengono inviati.
    Corpo e mente inscindibili, compongono un ingranaggio essenziale, con il quale comunichiamo con lo spirito.
    I miti ci raccontano di tessitrici che tessono la vita degli uomini e delle donne, è rassicurante sapere che la stessa medicina parla di tessuti quando si riferisce a una parte fondamentale del corpo umano.
    Le Moire o Parche sono in realtà una della forme trine della Dea che tesse la vita umana e da sempre tessere, intrecciare, annodare sono arti femminili (adesso mi spiego come ultimamente stia in continuazione a farmi trecce nei capelli, è il richiamo della Dea).
    Allora ora è chiaro come la Dea è sia spazio sia tempo a partire dal ciclo lunare a quello strettamente collegato delle donne, il mestruo, quest’ultimo attributo fondamentale dello spirito femminile legato alla Dea, probabilmente all’origine del concetto di sacrificio. Le donne, ognuna di esse, possono divenire voce della Dea primordiale.
    Dopo questa riflessione è chiaro come lo strumento primario della magia è il corpo e che esiste una ragnatela che collega ciascuno di noi a ogni cosa esiste, la Dea come un ragno, tesse la sua ragnatela al centro dell’universo.


    “Ma non è possibile comprendere il cielo se non si è compresa la terra” (Vicki Noble)



    Dalla Dea Oscura del Cielo e dell’Oceano nasce la Madre Terra sempre connotata da caratteristiche femminili come limo da fecondare.
    Una volta fecondata la donna, dovrà dopo i nove mesi partorire, un rito di passaggio fondamentale perché stimola e risveglia in modo naturale il potere addormentato del serpente, la donna in quel momento è sul finissimo filo tra la vita e la morte e porta una nuova anima sulla terra.
    Il serpente reso quindi un simbolo della Madre, è simbolo di conseguenza del ciclo stagionale alla rigenerazione e alla rinascita, mostrando come la Dea ci contenga all’interno del passaggio ciclico del tempo nella ruota delle festività.
    Non a caso il serpente era l’antico totem della saggezza delle donne in tutto il mondo, che ci sussurra i misteri attraverso il corpo istintuale e sensitivo-sessuale.
    L’oroboro narra di come tutto il terreno è sottoposto ad un inizio ed a una fine che a sua volta tornerà all’origine per poi compiere di nuovo un ciclo che non ha fine, ciclo che parte dal cosmo ed è parte di esso attraverso una fitta trama.
    Il tempo della Dea è composto da riti di passaggio, lo scorrere della vita, è circolare, ciclico, spiraliforme, non-lineare, non -razionale, e in questo modo si esprime il nostro corpo, tempio della scintilla divina. Il principio femminile è strettamente legato ad un senso di appartenenza alla Natura, di cui l’individuo ne fa parte, Ungheretti lo descrisse come: “docile fibra dell’universo”.




    "...la donna-strega che scoppia di energia, alla ricerca spasmodica del significat della vita. Sente che deve vivere pienamente prima di morire, che in qualche modo deve entrare in contatto con il fuoco della verità o morire nel tentativo".
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    Tana81
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    00 08/02/2008 17:45
    "Per conoscerci abbiamo il tempo che ci è dato di vivere"... ho letto questa frase in un forum e l'ho fatta mia. Era un periodo particolare della mia vita, un periodo che tutt'ora sto vivendo. Ho sempre sentito di avere una grandissima fortuna perchè, come tutte voi, cogliere l'essenza del divino nella vita che ci troviamo a vivere non è da tutti e mi rendo conto che probabilmente senza questo contatto, senza questa sensibilità, sarei persa. Non riesco a immaginare la mia vita lontana da tutto questo, ma per un periodo l'ho dimenticato e stavo davvero male. Ero cieca e sorda, mi ero smarrita, provavo paura, rabbia e non mi riconoscevo nemmeno in me stessa. Mi sono fatta del male, fisico e mentale, ero entrata in collera con tutto ciò che conoscevo sia nel mondo umano che nel mondo superiore. Avevo perso tutto, nessun elemento mi dava alcun tipo di sensazione positiva,davanti a un fiume, in mezzo a un bosco e persino nemmeno in mezzo ai miei amati campi non riuscivo più a provare gioia, ne meraviglia, ne pace, ne amore nemmeno quando ci provavo con tutte le mie forze. Non osservavo più la Luna, non ascoltavo il vento, non mi piaceva più essere bagnata dalla pioggia estiva... io non esistevo più. Era stata una scelta, avevo rinnegato tutto quello che fino a quel momento avevo scoperto nella realtà di tutti i giorni: l'essenza divina creatrice, distruttrice e rigeneratrice di vita... ma poi ho capito che non potevo vivere senza tutto quello che fino a quel momento ero stata. Ma non sapevo cosa fare, avevo rinnegato la mia amata Dea, avevo lasciato dietro di me il mio mondo e lo rivolevo ma sembrava che le nebbie me lo volessero tenere nascosto. Non lo riuscivo più a vedere, potevo a mala pena percepirne l'esistenza ma le sue porte mi erano state chiuse... l'avevo scelto io, ma ora ero disperata. Ho provato in molti modi ma era tutto inutile, ero fuori!
    Poi un giorno ho fatto degli esercizi di respirazione che la mia insegnante di canto mi aveva insegnato, mi sono rilassata, e la mia mente si è concentrata sul mio corpo.... lentamente, piano piano, cominciavo a riconoscerlo, a SENTIRLO, mi sembravo una bambina quando scopre se stessa, le mani, la pancia, il seno, le gambe, i muscoli, il sangue che scorre, gli organi.... la nascita, la vita , la morte.... la mia rinascita, lì in quel preciso momento ero entrata in contatto con la Dea e capii che tutto ciò che noi facciamo sulla Terra è strettamente dipendente dal nostro corpo e dalla nostra mente. Nella condizione umana, solo l'interazione di queste due cose: corpo e mente, possono permettermi di muovermi, di studiare, di pensare, di meditare, di viaggiare, di guardare, di sentire, di gustare, di pregare, di percepire.
    Ora ci sto lavorando ancora sopra, cerco di ascoltarmi, di percepire e capire i messaggi che il mio corpo mi manda, sono abbastanza in sintonia con lui e sono tornata tra le braccia della Dea... più forte, più saggia e più convinta e determinata di prima. Lo tratto come se da esso il mondo debba vedere l'essenza della Madre, non la decadenza umana ma la forza e la bellezza divina che lo sostiene, che ne tesse il destino, che ne determina il ciclo vitale.
    Il lavoro è tanto ma anche in questo cammino da poco intrapreso ad ogni caduta corrisponde una maggiore consapevolezza.
    Un forte abbraccio a tutte.


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    007arcobaleno
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    00 09/02/2008 11:17
    Vi ringrazio tanto per questo post meraviglioso [SM=g27821] ,

    I Volti del Divino Femminino sono per me una strada verso la felicità, una strada che anch'io come Tana ho a volte dimenticato di riconoscere, e come lei non riuscivo più a provare gioia, ne meraviglia, ne pace,
    scorgo questi volti nel mio corpo che è la prima "terra" che incontro, nel sorriso delle donne, e nella natura che mi circonda.
    L'esperienza mi ha portato a scoprire che solo prendendomi cura del mio corpo posso realmente amare un'altra persona e cogliere la bellezza della natura.




    Solo un' amore inflessibile verso ciò che da riparo ai suoi esseri può concedere libertà allo spirito di un guerriero
    Carlos Castaneda

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    Tana81
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    00 28/03/2008 11:40
    [SM=g27824] Ah sorelle... è un macello. Il nostro corpo è il Tempio della Dea, il mezzo grazei al quale interagiamo nel mondo, il mezzo attraverso il quale possiamo salvarlo, agire, pregare, amare,benedire. Conoscerlo fino in fondo è quasi impossibile, anche scientificamente è detto che per esempio del cervello usiamo solo una parte di quello che abbiamo a disposizione... io a parte quello sento di avere un'altra mancanza... non mi so rispettare!
    Forse sono problemi personali da non discutere qui, ma visto che la ritengo una cosa davvero importante onorare la Dea attraverso l'amore, il rispetto e la purificazione del mio corpo chiedo consiglio a voi.
    Forse è banale, ma il fumo delle sigarette, l'alcool, le serate matte.... continuano a darmi motivo di distrazione e perdizione dal cammino che ho scelto di fare. Insomma, non sono capace di controllarmi, sono pigra e l'idea di divertimento per me equivale all'eccesso... è una fase da superare e lo so, ma purtroppo continuo a dire che lo faccio che sono pronta e poi non sono abbastanza forte per resistere... alla sigaretta, o a altro.
    Sono convinta di dove voglio arrivare, so qual'è la strada che devo percorrere, ma ho paura di iniziare... e non ne capisco il motivo visto che andrei solo a star meglio. Forse ho paura di staccarmi troppo dal mondo in cui sono inserita, forse ho paura solo di non riuscire e di fallire... fatto sta che non so con chi parlarne così volevo chiedere a voi se a qualcuno è capitato? Perchè a volte mi sento come un disastro, incapace e riuscita male x' le cose le sò, le sento, le vedo.... ma non riesco a metterle in pratica.
    Scusate se il messaggio è fuori luogo... non sò bene se posso lasciarlo, così lo affido a voi e nel caso sapete cosa farne.
    Intanto vi ringrazio anche solo per avermi permesso di sfogarmi scrivendo... una bacione a tutte
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    007arcobaleno
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    00 30/03/2008 19:42
    Scritto da Tana 81 il 28/03/08

    Il nostro corpo è il Tempio della Dea, il mezzo grazei al quale interagiamo nel mondo, il mezzo attraverso il quale possiamo salvarlo, agire, pregare, amare,benedire. Conoscerlo fino in fondo è quasi impossibile, anche scientificamente è detto che per esempio del cervello usiamo solo una parte di quello che abbiamo a disposizione... io a parte quello sento di avere un'altra mancanza... non mi so rispettare!
    ...Sono convinta di dove voglio arrivare, so qual'è la strada che devo percorrere, ma ho paura di iniziare... e non ne capisco il motivo visto che andrei solo a star meglio. Forse ho paura di staccarmi troppo dal mondo in cui sono inserita, forse ho paura solo di non riuscire e di fallire... fatto sta che non so con chi parlarne così volevo chiedere a voi se a qualcuno è capitato?


    Ciao Tana, apprezzo la tua sincerità e trovo la tua domanda molto interessante...

    anch'io mi sono confrontato spesso con questo problema che, per quanto possa sembrare banale è secondo me il punto di partenza di qualsiasi evoluzione spirituale,
    sono convinto che la felicità e l'evoluzione vadano di pari passo e che ci siano diverse forme di felicità,
    per me la felicità più alta è connessa in modo indivisibile alla capacità di amare.
    Una semplice osservazione di sè ci può mostrare come ogni volta che c'è amore per noi stessi e per gli altri c'è infinita gentilezza e rispetto, prima di tutto per il nostro corpo,
    quando invece manca questa amorevolezza, allora si sente il bisogno impellente di "saziarsi di altro" come se ci fosse un fastidioso vuoto da colmare anche a costo di farsi del male.
    C'è una domanda quindi che secondo me le riassume tutte ed è: "cosa mi permette di amare il corpo?" amore che poi si rivolgerà spontaneamente verso le persone e il mondo?

    Una cosa è certa, più il nostro corpo è intossicato e privo di energia e minore è la nostra capacità di amare.
    Come si fa quindi a saziare i nostri bisogni senza farsi del male?

    Spesso per rispondere a questa domanda ripeto dentro di me le parole di alcuni maestri i quali dicevano:


    "devi tendere agguati a te stesso"
    e poi: "l' unica libertà che hai è scegliere le influenze a cui sottoporti"

    sono due frasi diverse che indicano la medesima cosa e cioè che noi non siamo delle isole incorruttibili e incontaminabili ma siamo costantemente influenzati dagli ambienti e dalle persone che frequentiamo.
    Questo significa che se dentro non riusciamo a trovare la forza dobbiamo farci ispirare da qualcuno che già l'ha trovata nel suo percorso, e frequentare ambienti dove si "respira" ciò che noi stiamo cercando.
    "Tendere agguati a se stessi" quindi vuol dire mettersi nelle condizioni in cui la nostra parte "autolesionista" non si esprime spontaneamente.

    Probbabilmente leggendo queste parole alcuni potrebbero pensare: " si ma se io vivessi così mi sentirei come un' animale in gabbia",
    e qui secondo me sta un'altro punto fondamentale: la Vita ha le sue esigenze, la Vita vuole espandersi, conoscere cose nuove, esplorare territori nuovi, creare cose nuove e avere relazioni
    e tutto questo va assecondato non impedito , altrimenti si perderebbe la voglia di fare qualsiasi cosa, spirituale o meno che sia.

    è necessario quindi trovare un'equilibrio tra delle "sane abitudini" e la possibilità di "rinnovarsi e trasgredire le abitudini"
    questo equilibrio però, come qualsiasi altro richiede una volontà per essere mantenuto e la volontà è una cosa che si sviluppa solo coltivandola,

    a tal proposito nella sezione "la magia delle antiche parole" (intento), ho riportato una frase di Carlos Castaneda che descrive in modo chiaro qual'è il passaggio:


    "....tutto comincia con un atto solo,che deve essere premeditato,preciso e continuo.
    Se questo atto dura per un lungo periodo di tempo,si acquista un senso di intento inflessibile
    che si può applicare a qualunque cosa.Se si raggiunge questo,la via è sgombra.
    Una cosa porterà all'altra finchè il guerriero non avrà dispiegato tutto il suo potenziale".


    Questo atto deve essere la "nostra Scelta" che portiamo avanti quando piove,quando nevica,quando siamo stanchi e quando abbiamo tutto il mondo contro, solo così possiamo allenare la volontà, e solo così possiamo essere liberi in ogni altra circostanza di scegliere se seguire il vento e i mille luccichii che ci abbagliano oppure se cambiare rotta.
    Non a caso il primo segno dello zodiaco è l'ariete, che è un'animale ma è anche un' oggetto che si usa per rompere la porta e sgombrare la via per entrare nel castello.
    Ovviamente questo atto non può e non deve essere solo uno sforzo, lo sarà in certe circostanze, ma per la maggioranza dovrà permetterci di coltivare sensibilità, creatività e bellezza.

    Ogni forma d'arte quindi è adatta, in questo contesto tuttavia, visto che stiamo parlando del corpo come Tempio, va da sè che un' arte che coinvolge il corpo sia lo strumento ideale.
    Se dedichiamo tempo ogni giorno a portare armonia e forza nel nostro corpo per poter esprimere la nostra arte, ci penseremo due volte prima di fare qualcosa che può inquinare il nostro strumento di lavoro, e con il tempo magari potremo anche sviluppare amorevolezza verso di esso.

    non so se tutto ciò che ho detto abbia un senso, ho riportato il frutto della mia esperienza e spero possa esservi utile [SM=g27821]



    Alcuni uomini si adattano alla realtà,altri la creano~



    [Modificato da 007arcobaleno 30/03/2008 19:43]
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    Tana81
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    00 02/04/2008 12:02
    Non ho parole Arcobaleno, le tue parole rispondono a molti punti critici che mi si stanno presentando davanti in questo periodo. Ho letto la tua risposta più volte e ogni volta è un brivido lungo la schiena... perchè sento che adesso sto capendo quale dovrà essere il mio bagaglio per questo lungo viaggio, perchè mi hai rivelato la sua intensità e la forza e l'impegno che ci dovrò mettere...

    anch'io mi sono confrontato spesso con questo problema che, per quanto possa sembrare banale è secondo me il punto di partenza di qualsiasi evoluzione spirituale,

    Ma soprattutto perchè ho abbassato le armi contro me stessa, perchè non sono sbagliata ma semplicemente mi sono svegliata da un lungo sonnellino ed è normale che adesso questo cammino mi sembra impossibile e non alla mia portata anche se la voglia di percorrerlo è sempre più grande.
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    "....tutto comincia con un atto solo,che deve essere premeditato,preciso e continuo.
    Se questo atto dura per un lungo periodo di tempo,si acquista un senso di intento inflessibile
    che si può applicare a qualunque cosa.Se si raggiunge questo,la via è sgombra.
    Una cosa porterà all'altra finchè il guerriero non avrà dispiegato tutto il suo potenziale".
    Questo atto deve essere la "nostra Scelta" che portiamo avanti quando piove,quando nevica,quando siamo stanchi e quando abbiamo tutto il mondo contro, solo così possiamo allenare la volontà, e solo così possiamo essere liberi in ogni altra circostanza di scegliere se seguire il vento e i mille luccichii che ci abbagliano oppure se cambiare rotta.
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    Devo trovare il mio punto di partenza, l'atto che da inizio al percorso. Sarà sicuramente dentro di me! potrà essere opporsi a un vizio e toglierselo, oppure prendere abitudini positive per il mio corpo e la mia mente... la Dea mi ha sussurrato che la mia strada adesso sarà diversa da quella percorsa fino ad ora, che sarà più profonda, più viva e più completa ma sarà allo stesso tempo difficile raggiungere quello che mi ha mostrato, che ci saranno momenti buoni e momenti tristi, che in questo cammino all'inizio sarò comunque da sola a fare i conti con me stessa.... non hai mai avuto l'impressione che il tuo corpo vada da una parte e segua una certa via, mentre la tua mente e il tuo spirito segua esattamente un credo diverso e aneli disperatamente a una vita molto più sana? Credo di essere la rappresentazione umana dello squilibrio tra uomo e Terra, dove l'uomo è la mia condizione umana che mi porta a ignorare i misteri della vita per la fretta di fare più cose possibili e fare anche più esperienze possibili, temendo il tempo che mi sfugge dalle mani e rincorrendolo con il fiatone. E la mia parte più segreta e conosciuta solo a me che mi permette, e ringrazio la Madre di questo, di ascoltare la sua voce, di sentire i suoi rimproveri e che ultimamente mi ha spinto a un bivio.... sembra dirmi: cosa vuoi fare? Ora che hai solo percepito la mia bellezza, purezza e potenza vitale, vuoi entrare nel mio cerchio e danzare con quelle che già chiami nel tuo cuore fratelli e sorelle (animali, alberi, elementi, uomini e donne come voi) oppure vuoi continuare a sentirti parte del ciclo solo spiritualmentema ignorarne il legame con il tuo corpo? Lo sai che è impossibile perchè è l'equilibrio l'inizio di tutto e senza quello le paure e le insicurezze rovinano il rapporto tra te e il tuo corpo e dunque ostacolano la comunione totale con la Madre.
    Non pongo la solita domanda: da dove devo cominciare... perchè credo di averlo già capito e che il fatto di essere così in tribulazione con me stessa lo dimostri, ma sò che è il momento giusto per fare un passo un po' più grande rispetto a quelli fatti fino ad ora e devo trovare tutta la forza necessaria per non cedere, per fare mia questa nuova vita che tanto ho cercato, che sento già mia ma che in verità devo ancora provare a livello fisico.... fa paura mettere in gioco il proprio corpo anche quando sai di andare nel meglio, ma è la classica paura di tutte le prime volte, sono certa di come sarà bello, devo solo farlo e convincermi che se fin'ora non l'ho fatto non è perchè sono sbagliata ma solo x' non avevo capito, che adesso le mie esperienze mi hanno portato fino a qui per scegliere la nuova via e se invece proseguissi con il collezionare esperienze uguali a quelle fatte fino ad ora senza invece raccorgliene il frutto, sarebbe tutto fatto inutilmente, non servirà mai a niente e sarebbe come restituire al vento il richiamo della Dea, e so che NON DOVREI AVERE IL CORAGGIO DI FARLO.
    Grazie ancora Arcobaleno, non ho parole per spiegarti qnt le tue riflessioni e risposte mi siano state utili, per chiarire alcuni punti ancora scuri. bussando alle vostre porte sono stata fatta entrare, abiti morbidi, caldi e asciutti mi sono stati dati e una bevanda calda per cacciare il freddo dal di dentro. Era già pronto un posto davanti a un camino acceso dove riposare il mio corpo nel tepore dell'abbraccio della madre... e le vostre frasi sono una dolce ninna nanna che accompagna nel sonno riparatore e resteranno nel risveglio della mia nuova vita.
    [SM=x728039]
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    Imandra
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    00 14/05/2008 14:11
    Ho vissuto un momento molto molto simile al tuo Tana.
    Io sono riuscita a superarlo e non vedo perchè non ci debba riuscire anche tu.
    Mi ha aiutata l'amore per la Grande Madre. Potrà sembrare retorico detto così, ma ti assicuro che se guardo indietro mi rendo conto che solo quello mi serviva.
    Parla alla Dea come parli a te stessa e chiedile/ti un aiuto ad essere più forte e coraggiosa, degna di lei/te...medita, scorgila in ogni istante della tua vita.
    Devi solo ricordare che lei non è al di sopra pronta a giudicarti,non devi decidere di smettere di fumare perchè la Dea non è contenta, semplicemente per essere Lei che è TUTTO...tutto quello che ti circonda e quindi anche te, il tuo corpo, la tua anima.
    E' un percorso difficile e ci vuole tempo e dedizione, bisogna renderci conto che culturalmente per noi è difficile prendere parte ad una realtà divina che non si pone sopra le nostre teste, ma è in noi.
    Per interiorizzarla bisogna riscoprirne i miti e i riti.
    Siamo cellule che compongono il suo corpo.
    Dobbiamo solo ricordare...ricordare che siamo figli della Grande Madre.



    "...la donna-strega che scoppia di energia, alla ricerca spasmodica del significat della vita. Sente che deve vivere pienamente prima di morire, che in qualche modo deve entrare in contatto con il fuoco della verità o morire nel tentativo".
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    Thallein
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    00 21/05/2008 16:12

    Ho sempre provato un nervosismo viscerale nell’accorgermi che si è sempre cercato di oscurare che il potere femminile ,la sacralità della donna risiede nel suo corpo. Un corpo che in principio è stato emblema di venerazione perché evidente riflesso dell’energia creativa che perennemente si rinnova per poi essere declassato a fonte di pericolo e seduzione, ora merce pubblicitaria per vendere qualsiasi prodotto… culturalmente si è radicato nel nostro essere la non curanza , il disinteresse, manca quell’accortezza e quegli insegnamenti che le donne si tramandavano davanti al fuoco… ora non voglio sembrare romantica in parole però se mi fermo a riflettere su persone che come noi si riuniscono in un luogo immaginario come un forum e che ne parlano hanno già confermato a se stesse e alle altre che questo qualcosa ci manca… l’abbiamo perso….
    forse sbaglio a parlare al plurale, e non vorrei far intendere che è colpa di qualcun altro se non mi rispetto bevendo fino a stare male come 2 giorni fa... però sento che un po’ di questo lesionismo proviene da una perdita lontana e comune.






    ...nel richiamo di sensazioni persiste il sogno..
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    Tana81
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    00 21/05/2008 17:43
    Questo è il punto!!! [SM=g27836] e rispondo anche a Thallein quotando questa tua frase Imandra. In effetti nel mondo comune siamo lontanissime, da quello che ci portiamo dentro ma... proprio in questo percorso di conoscenza e di apprendimento sto acquistando forza e sicurezza tali da non aver più bisogno di conferme dall'esterno per vivere il mio corpo, la mia vita e la mia spiritualità come sento essere l'unico vero modo per farlo. E' leggendo e riscoprendo i miti e le tradizioni di un tempo e imparando a conoscere i diversi aspetti di questa divina figura femminile, che sto aprendo gli occhi e mi sto rendendo conto che, dietro le nebbie del tempo e della memoria dimenticata, tutto continua ad essere come prima. Seguire i cicli della Madre, ascoltarne la voce, interagire con lei conoscendola piano piano attraverso i suoi svariati doni, conoscerne le erbe,imparare a capire i segnali dati dal volo degli uccelli riguardo al tempo se piove o ci sarà il sole... tutto questo continua a esistere, al di la' della via di distruzione scelta dall'uomo e dal suo allontanamento dalla sua unica Madre. E' con un lungo e faticoso processo di apprendimento (da poco iniziato ma che da già bellissimi frutti) che mi rendo conto di quanto vicino a me sono ancora tutte quelle tradizioni. I nostri nonni lo facevano e non sono passati poi così tanti anni.
    Ora... scusate per l'OT ... ma era per dire che, ricollegandomi a Imandra, è la conoscenza e la riscoperta dell'antica tradizione che automaticamente ci porta a un senso di protezione del nostro corpo. E' il renderci conto che tutto è ancora così che ci fa prendere la forza e ci da la convinzione che non stiamo in un sogno quando siamo su questo forum, ma che tutto continua anche fuori e vogliamo essere al meglio delle nostre forze sempre e sentiamo il bisogno di rispecchiare il più possibile quello che sentiamo perchè possa vivere in ogni istante della nostra giornata dentro di noi. E' da li che viene tutto! Forse sbaglio a interpretare ma da un paio di volte ci sono giorni in cui mi capita una cosa stranissima: sto talmente bene e mi sento talmente in sintonia con la Madre che cerco di vedere meno gente possibile, dico che ho impegni x' mi sento quasi irridiscente (adesso esagero ma è per farvi capire la sensazione, non è che brillo davvero!!!!!! [SM=g27827] ). Sto talmente bene con me e sono talmente coscente del fatto che con la gente con cui dovrei stare non potrei vivermi a pieno, che sto a casa a leggere ciò che più mi interessa, oppure danzo sul cd di Loorena McKennit, oppure curo le mie rose o le mie prime piantine aromatiche, oppure vado nel ranch dietro casa a guardare i cavalli ( ma non c'è verso di farmi tornare a montare [SM=g27829].....quel trauma è insuperabile anche se mi mancano [SM=g27833] ), oppure semplicemente appunto mi prendo cura del mio corpo più direttamente. Sì perchè credo che ognuno di questi gesti sia prendersi cura del proprio corpo, perchè è con la riscoperta di tutto questo che io ho imparato ad amarmi per la prima volta veramente!
    Siamo solo noi stesse che possiamo far continuare a vivere quel mondo, che ormai sembra rinchiuso nel mondo delle favole, con i nostri gesti, con le nostre tradizioni, le stesse che stiamo facendo cosi fatica a reimparare ma che daranno, ne sono convinta, buoni frutti. Il nostro corpo rispecchia ciò che siamo, il modo in cui lo trattiamo rispecchia il modo in cui viviamo il mondo... io per anni non ho accettato la mia femminilità ma perchè non sapevo come viverla e è stato cercando e seguendo il mio istinto che sono arrivata qui e ora vi assicuro che il processo di rigenerazione è iniziato, ma alla base di tutto c'è la conoscenza, sia quella interiore che ci portiamo dentro da sempre, sia quella pratica che ci da la conferma che tutto quello che da sempre sentiamo esiste e persino che fino a poco tempo fa tutti ci credevano!



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    Tana81
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    00 21/05/2008 17:45
    E' un percorso difficile e ci vuole tempo e dedizione, bisogna renderci conto che culturalmente per noi è difficile prendere parte ad una realtà divina che non si pone sopra le nostre teste, ma è in noi.
    Per interiorizzarla bisogna riscoprirne i miti e i riti.
    Siamo cellule che compongono il suo corpo.

    _____________________________________________________________

    ops ....era questa la frase che ho quotato di Imandra....
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    olwen73
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    00 17/03/2009 23:37
    uno nessuno centomila

    fin da piccola ho fantasticato sul corpo della Dea, tutto è iniziato così: durante i lunghi viaggi in macchina con i miei genitori cercavo inutilmente di combattere il mal d'auto con ogni mezzo, farmaci compresi. Per anni ho molto sofferto. Un giorno, eravamo nel bel mezzo degli Appennini -ci eravamo fermati solo 10 min prima per evitare danni all'interno dell'abitacolo...- stavo per ridare il segnale di stop quando, girandomi verso il finestrino laterale l'ho Vista: le Sue cosce erano enormi, verdi, rotonde, piene di vita e di energia, il suo ventre era immenso, placido, accogliente. Non potevo credere a quello che vedevo Lei era lì e anche se noi continuavamo a macinare km, Lei era lì, ed era lì ed era ancora lì, era sempre lì: immensa, maestosa, avvolgente, meravigliosa.
    Non so quanto qs momento possa essere durato, credo fosse 1 di quegli attimi in cui la coscienza si apre e non esiste più lo spazio, nè il tempo... le sue cosce erano montagne con la rotondità delle colline, il suo ventre era un lago di acque verdi smeraldo che sembrava ingrandirsi ad ogni km -anche se ad ogni km ci allontanavamo da esso-la sua testa reclinata all'indietro puntava al cielo e ne era illuminata, il bosco ne delineava i contorni del viso creando zone d'ombra. Quale incanto, quale gioia, quale stupefacente senso di appartenenza, Lei era davanti a me e si mostrava senza pudore, senza incertezze, era lì, da sempre... e... la sofferenza sparì.
    Allora non conoscevo il Suo nome, non avevo consapevolezza che il mondo fosse Gaia, che tutto ciò che ci circonda altro non è che il corpo della Dea.
    Con gli anni ho imparato a riconoscerne i contorni, gli odori, le forme, i movimenti, il pulsare... lì dove il corpo della Dea si mostra per quello che è: Vita, Energia che si fa Forma, luce e colori in movimento, semplice complessità nell'intrecciarsi dell'insieme delle vite che la compongono.
    Nell'adolescenza ho riscoperto la magia dei boschi, il potere delle alture, l'oscurità delle caverne, l'importanza dell'orizzonte e del profilo del cielo, la luminosità della Luna, i suoi volti cangianti, la forza delle maree, la voce del vento, il canto della foresta...
    Ogni mia avventura, ogni mia scoperta, ogni mio passo, l'ho percorso grazie a Lei, il Suo corpo è stato la mia casa, l'aria che respiro, il fuoco che mi avvolge, persino la prima volta che ho fatto l'amore Lei era lì.
    La prima volta che ho fatto l'amore il suo corpo era su di me
    l'odore di wakanke m'inebriava la mente,
    gocce di sudore imperlavano il mio corpo
    e la foresta cantava,
    cantava con me.
    Quella notte l'intero mondo emetteva richiami d'amore.

    Il corpo della Dea, la sua espressione -le innumerevoli vite che lo compongono- sono il concetto più alto di sacralità che io possa immaginare. La mia mente non può arrivare oltre, oltre c'è solo la Dea, tutto il resto non è altro che una Sua emanazione... ma non voglio annoiarvi.

    All'inizio, quando ho letto i post, pensavo di raccontarvi di ciò che ho provato durante il mio primo corso di meditazione Vipassana -e un gg lo farò- ma mentre mi accingevo a scrivere sono stata travolta da una marea di immagini, di ricordi nascosti, dimenticati -come quel magico viaggio sugli Appennini- e, sebbene molto personali, ho pensato di condividerle con voi proprio perchè quest'Isola -per me- non è altro che un ulteriore aspetto del Suo corpo.
    è lo spazio che accoglie, è il tempo che si ferma per poi riprendere il suo cammino. E' sempre e solo il Suo corpo che anche qui ha trovato una nuova espressione, che anche qui si è mostrato in una nuova forma.

    Sarò ripetitiva ma.... grazie a tutti voi

    )O(
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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 18/03/2009 01:03
    ...e con ciò che hai raccontato così splendidamente, hai dato Voce a quel Corpo che da sempre ti ha incantata, tramandandone le parole impresse nella terra antica.
    Grazie a te, dolcissima Olwen... [SM=g27819]



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    olwen73
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    00 18/03/2009 01:31
    cara Violet,
    grazie per le tue parole.
    Il post non era proprio così -non so come ma sono riusita a cancellarne una parte....imparerò..prima o poi...- ma non è importante.

    Ora vado a nanna ma non prima di invitarvi a verdi sogni con l'ascolto e la visione di Lisa Gerrard in qs splendido video che credo ben rappresenti non solo il corpo ma anche la voce della Dea, di cui Lisa, ne sono convinta, è una "sacerdotessa contemporanea"

    Verdi sogni a tutti noi


    )O(
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    olwen73
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    00 18/03/2009 01:32
    abbiate pazienza....

    non avevo inserito il link.........

    www.youtube.com/watch?v=6WdYe8Z98OI


    verdi sogni

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    luna_nuova
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    00 13/08/2009 02:03
    Ammetto di non aver letto con estrema attenzione ogni post (purtroppo la mia vista non è buona, e leggere al computer non mi riesco troppo semplice, perdonate), ma sono stata colpita da una parte dell'intervento di Tana81, del modo in cui è riuscita a riappropriarsi del suo corpo.
    Capisco bene cosa intendeva quando scriveva circa la rabbia nei confronti di tutto, o l' incapacità di avvertire la Bellezza nel mondo.
    Perchè purtroppo è quello di cui soffro anche io. Ed è uno dei motivi che mi hanno spinta fino a qui, lo ammetto, in cerca di pace.
    Quello che attualmente mi sconvolge è la dualità con cui vedo le cose. So bene che il Corpo Femminile è Sacro, avverto questa sacralità vicino ad alcune donne a volte, e la sento fortissima quando penso e visualizzo la Donna, l'astrazione femminea di cui a volte mi sento parte. Sento la sua bellezza, la sua forza creatrice, la sua capacità di dare amore e forza e protezione e nutrimento. Sento quel corpo, qualunque esso sia, come una meravigliosa fonte di vita, e di bellezza. Sento in questo amore di amare La Madre, qualunque sia il nome o l'aspetto che vogliamo attribuirle. In questi momenti di pace e di bellezza e di gioia nel sentirmi, in quanto donna, facente parte di questa grandiosa potenza, scatta qualcosa in me che mi allontana, che mi urla con violenza che non è così.
    Ciò mi rendo conto necessita una spiegazione. A causa di una malattia genetica, fin da piccola ho avuto numerosi problemi alle ossa. Cosa che adesso non mi comporta praticamente nessun problema, ne di deambulazione o altro, ma che ha comunque inevitabilmente deformato il mio scheletro. Così guardandomi allo specchio non vedo più una bambina, non vedo ancora una donna (e so che non la vedrò mai) e vedò già la vecchia che sarò, priva della bellezza dello sboccio e della maturità. Questo, benchè molti possono sostenere essere un problema magari di poca importanza, ridurlo a un complesso adolescenziale (cosa che, permettetemi, mi sembra una mancanza di rispetto per la mia sensibilità) ha creato ultimamente in me un problema di identità: cosa sono io? Questo corpo non è il riflesso della Donna per come io la sento nella parte più profonda di me. Questo corpo non riesco a ritenerlo sacro. In questo corpo non sento di poter esprimere molto di quello che la mia anima vorrebbe, in questo corpo non posso esprimere la mia anima e la mia femminilità. E questo disagio arriva a diventare paura quando temo che questo corpo non sarà un giorno adatto a cullare e generare una nuova vita.
    Perdonate lo sfogo, forse ho esagerato. Ma come è possibile trovare pace e equilibrio anche quando non ci si riconosce come donne? Come se in me sento il riflesso della luce della madre brillare dentro il cuore senza mai riuscire a illuminare il resto?
    Ancora una volta vi chiedo di perdonare il mio sfogo, ma in tanti anni credo che siate le uniche che possiate capire cosa sento, e le uniche che potrebbero trovare le giuste parole che la mia rabbia stessa mi nasconde, e che chi a questo dolore ha risposto con una risata non ha mai nemmeno cercato di trovare.
    Grazie per avermi ascoltata (o letta) e avermi dedicato il vostro tempo.


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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 26/08/2009 01:37

    Carissima Luna Nuova, mi dispiace risponderti solo adesso, non credevo fosse così importante ciò che avevi scritto e dunque avevo rimandato la lettura. Ma ora ho letto e finalmente ti scrivo.
    Sono sincera... non saprei rispondere alle tue domande, perchè so che qualsiasi cosa io possa dirti non sarebbe all'altezza, sembrerebbero cose vuote e banali... e sono certa che tu ne abbia sentite abbastanza di queste banalità, dette da chi non ha nemmeno idea di cosa voglia dire passare ciò che tu stai passando, vivere ciò che tu stai vivendo.
    Tutto ciò che mi sento di dirti è di coltivare l'Amore dentro di te, nelle forme che più ami e che più ti fanno sognare e commuovere... Questo Amore immenso per Natura in tutte le sue forme, se coltivato e alimentato sempre, forse ti potrebbe far percepire la tua vicinanza, che può diventare una somiglianza, alle espressioni naturali, e alla Bellezza stessa, al di là del corpo nel quale la tua anima sta vivendo.
    La pace e l'equilibrio, anche se è difficile consapevolizzarsi di questo e metterlo in pratica profondamente, non hanno quasi nulla a che vedere con il corpo, perchè si tratta di pace ed equilibrio profondi, raggiunti probabilmente attraverso una conoscenza che prescinde (e deve prescindere) il corpo stesso. E coltivare, sentire l'Amore naturale, e cercare sempre di più di identificarsi in esso porta questo equilibrio e questa pace.
    Io purtroppo più di questo non posso dirti, perchè non conosco una "cura" migliore, più vera e luminosa dell'Amore naturale, che fa dimenticare tutto, chi siamo, come siamo fatti, cosa abbiamo storicamente vissuto, ecc. Fa dimenticare chi siamo in questa vita per farci percepire chi siamo al di là di essa e sempre...
    E non esiste verità più profonda e vera di questa.
    Mi dispiace se sono stata banale e se non ti ho saputo rispondere... però qualcosa mi dice che se coltiverai questo amore lo riscoprirai piano piano anche per te stessa... sono sicura che attraverso i tuoi occhi lo vedrai, e che quella luce illuminerà anche tutto il resto.
    Piano piano...

    Un abbraccio grande e perdona se, davvero, non sono all'altezza di risposte migliori... [SM=g27819]

    Violetta



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    stregaviolet )O(
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    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 27/10/2009 15:48

    Io credo semplicemente che la bellezza sia la naturalità di ogni donna... La Grande Madre arcaica era formosa perchè era una Mamma, dunque in tal modo richiamava forse la sua immensità, ma poi se si tratta di donne, ogni donna è bella e perfetta così com'è, che sia robusta o filiforme. L'ideale di bellezza in effetti non esiste, esiste solamente nelle menti umane, ma in Natura non esiste proprio... dunque è splendida e divina una Donna rotonda (che magari ha un totem che ne riprende giustamente le forme, perchè tanto dipende da questo, credo io) ed una Donna che è magrolina, perchè sono così per loro natura e sarebbe per loro impossibile essere diverse.
    I canoni non esistono... [SM=g27822]



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    AlessandroSkryer
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    00 27/10/2009 17:18


    Se un punto di vista maschile può essere utile, sono d’accordo con Violet… La bellezza coincide con la naturalità ed è unica come ogni donna è unica (od ogni uomo)… I canoni sono astrazioni e tendono a trasformare la bellezza in qualcosa d’innaturale e di generico, annullando le specificità individuali, come ad esempio nell’arte egizia, in cui le persone non erano raffigurate realisticamente, bensì rispettando canoni di astrazione che le facevano apparire tutte uguali…

    Questo secondo me è forse l’aspetto più innaturale e violento dei canoni di bellezza imposti dal mondo in cui viviamo: nei modi più diversi, sempre violenti anche quando l’apparenza è «morbida», si tenta di convincere le persone, in primo luogo le donne, il cui corpo e la cui immagine sono le più sfruttate nel nostro mondo, ma anche gli uomini, che per essere belli bisogna adeguare il proprio aspetto a ideali di bellezza che costituiscono immagini standardizzate, in base alle quali standardizzare i corpi…

    In poche parole, per essere belli ci si dovrebbe adeguare a ideali astratti, diventare tutti uguali, negare la propria naturalità, in sé bella e perfetta, come ha scritto Violet… E questo significa fare violenza al proprio corpo, fino agli estremi della chirurgia plastica, delle diete esasperate, della ginnastica ossessiva e delle cure ormonali… Insomma, il nostro mondo impone alle donne di rinunciare alla loro bellezza unica e naturale per diventare tutte uguali e tutte innaturali… Lo impone anche all’uomo, che però ha meno bisogno di apparire bello perché il potere di cui socialmente dispone gli consente spesso di comprare, o di procurarsi con la violenza, la bellezza delle donne…






    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


    Crevice Weeds