Qualche precisazione sulla messa di Rai Uno
Salve a tutti. Non pensavo che la tipologia di abbigliamento dei Cantores Beati Ubaldi durante la messa di Rai Uno potesse diventare oggetto di dibattito al bancone di un bar cittadino, nè tantomeno in un forum sul web!
Premetto di scrivere queste righe perchè, come autore delle rubriche religiose di Rai Uno (oltre che essere fieramente eugubino), mi sono occupato fin dall'inizio dell'organizzazione della diretta della messa in onda da Gubbio sul primo canale e dei collegamenti trasmessi sempre dalla nostra città nel programma "A Sua immagine" (sia sabato 6 che domenica 7).
Ci tengo a precisare come sono andate le cose:
- il regista della messa e i vari assistenti hanno chiesto esplicitamente quel tipo di abbigliamento, perchè le messe televisive devono dare l'idea della comune messa parrocchiale, come le tante celebrate ogni domenica nelle migliaia di parrocchie italiane;
- il coro ha proposto anche di venire in divisa (rossa per le donne e nera per gli uomini), ma la cosa è stata subito respinta;
- sempre il regista ha chiesto inoltre di non vestire nè con capi di abbigliamento bianchi, nè neri, nè tantomeno con colori particolarmente sgargianti;
- ecco dunque com'è uscito fuori l'abbigliamento dei coristi: alcuni più semplici altri più curati, ma nessuno di sicuro "conciato come uno sfollato", come scrive il nostro amico "Ghione";
- quindi non c'entrano malcelate esibizioni di francescana semplicità: solo esigenze televisive ragionate da chi di sicuro se ne intende più del lontano parente del nostro websurfer.
Qualche aggiunta:
- mi sembra troppo dire che le inquadrature del coro (per quanto frequenti) siano stata l'unica immagine della città di Gubbio: la trasmissione della messa è iniziata con una "cartolina" della città ritenuta molto ben scritta e filmata (dai commenti di eugubini e non solo), le inquadrature della troupe esterna di Firenze guidata dal regista Dino Cecconi hanno mostrato anche le bellezze della Chiesa di San Francesco, stupendamente illuminata, e particolarità come la lettera autografa del "Poverello", e poi la rubrica "A Sua immagine" ha dedicato 25 minuti di trasmissione al centenario francescano il sabato 6 alle ore 17, sempre su Rai Uno, e un collegamento di 5 minuti dedicato alla fiction "Don Matteo", in onda subito dopo la messa della domenica;
- per chiudere, direi che quando si scrivono cose di questo tipo, sarebbe sempre bene firmarsi con nome e cognome, anzichè nascondersi dietro pseudonimi più o meno fantasiosi, altrimenti - per parafrasare il nostro "Ghione" - "l'immagine che si dà ai navigatori del web è decisamente avvilente".
Saluti.
DM