Ho posizionato su YouTube
www.youtube.com/watch?v=ZWILqsgR-RU il video dell’azione che ha suscitato tanto scalpore. Mi sono inoltre confrontato con diversi assessors ed arbitri a livello mondiale perché ho voluto ottenere una quanto più ampia disamina tecnica dell’azione nonostante fossi sicuro della corretta valutazione.
Circoscrivendo l’attenzione sul contrasto tra Vanacore e Vastola si evince che è un netto fallo di ostruzione: Vastola è in vantaggio di barca e Vanacore disinteressandosi completamente di diventare parte attiva nell’azione (es. cercando di offrire un fianco per il passaggio) concentra tutte le sue energie per ostacolare il difensore e pianta la punta sotto la canoa di Vastola. Fuori dai 6 mt. è un fallo di ostruzione, dentro i 6 mt. si rimanda alla regola 5.38, punto 7 che recita:
Entro l’area dei 6 metri un attaccante non deve attivamente impedire ad un difensore di tentare di occupare la posizione del portiere…
Durante una ripartenza sono diverse le situazioni simili e falli del genere sono di quelli che si fischierebbero anche a centrocampo.
Di rilievo anche il fatto che Vastola, se non ostacolato fallosamente, avrebbe potuto recuperare una migliore posizione vicino alla porta e intervenire sul pallonetto tirato a centrocampo, per cui il fallo subito assume importanza fondamentale.
Ho sentito parlare a proposito dello striscione sia durante la giornata in cui è stato esposto che successivamente.
Premessa: ho sul groppone l’arbitraggio di diverse partite top, a livello mondiale, di canoa polo che, unitamente ad 11 anni di conduzione della squadra nazionale, mi permettono di rassicurare chi, come l’amico Albeto, teme che io possa essere suggestionabile a pressioni ambientali e/o di simile genere. Inoltre sono da più di 25 anni che sono al servizio della canoa polo e non ho mai prestato il fianco a nessun genere di cortesie favoritismi a nessun orticello, al punto di diventare spigoloso quando ho difeso valori sportivi che dovrebbero essere condivisi da tutti. Inoltre ho un certo curriculum nell’arbitraggio di rugby, di singole partite dove il budget annuale di una singola squadra supera quello della Federazione tutta (polo, olimpica e slalom insieme) quindi le presunte “pressioni” che ci sarebbero nella canoa polo sarebbero letteralmente ridicole rispetto agli interessi che movimenta il rugby.
Detto questo all’esposizione dello striscione mi è stato chiesto un parere che non esito a ribadire a testa alta, così come sono abituato a fare nella mia vita, assumendomi la responsabilità diretta di quello che faccio e dico: non esiste nessuno sport ove sia permesso a tesserati di ledere l’immagine e la dignità di un altro tesserato.
È inutile che qualche improvvisato avvocatuncolo si inventi di emulare Luther King a difesa della libertà di espressione che sarebbe stata violata, secondo me le persone che hanno preso e condiviso la decisione di rimuovere lo striscione hanno fatto bene il proprio dovere.
Piuttosto credo che si debba riflettere sul futuro di una disciplina, su quali valori si debba fondare. Qualche commentatore ha scritto che bisogna avere più soldi per elevare il rango del nostro sport ma io credo fermamente che ci siano valori ben più importanti da raggiungere e consolidare prima di richiedere un foraggiamento.
Nei 2 giorni di Napoli, prima degli episodi che hanno sollevato le polemiche e quindi in tempi non sospetti, abbiamo avuto modo di rilevare e discutere e riprovare diversi atteggiamenti:
- giocatori che si insultano pesantemente dentro e fuori del campo
- arbitri (di ruolo e ausiliari) in pasto a violenze verbali e minacce varie da atleti e dirigenti
- atteggiamenti antisportivi tra pubblico e atleti – in questo caso l’aggravante sul pubblico è data dalla presenza attiva (negli insulti) di genitori che, si suppone, hanno incoraggiato i loro figli a praticare una disciplina sportiva per trarne degli insegnamenti.
Mi sono chiesto quali siano i veri valori dello sport, qualsiasi disciplina si pratichi, e li ho bene in mente. Uno dei più importanti è il rispetto.
Posso garantire che io continuerò, anche con maggiore impegno di quanto ho fatto finora, a rispettare la canoa polo, giochino cui ho dedicato tanta parte della mia vita, e a rispettare coloro che la praticano a tutti i livelli. E a difendere me, la canoa polo e chiunque la pratichi seriamente, da chi il rispetto pensa di impararlo nelle curve degli stadi o nei bar sport di periferia.