Direttamente dal sito di Quarzoialino:
quarzoialino.livejournal.com/14649.html?view=17209#t17209
"Quando ero piccola in me viveva il desiderio ardente di trovare un Lusurèn di Santa Luzzia.
Me ne aveva parlato mio padre di questa minuscola, misteriosa "lumachina" capace di eliminare dagli occhi qualsiasi corpo estraneo all'istante.
Io non avevo assolutamente idea di come fosse fatto questo "lusurèn" e giravo per i campi cercando tra la terra le piccole conchiglie di lumaca.
Poi le portavo ai miei e questi, immancabilmente, mi dicevano che quello non era la magica lumachina.
Quando lessi il libro di Nerina Vitali "Briciole dello sconfinato banchetto che è la poesia folklorica raccolte nelle campagne Centesi", nella sezione dedicata a magie, credenze e superstizioni, ritrovai il Lusurèn di Santa Luzzia, finalmente lo vidi, e finalmente ebbi la certezza della sua esistenza.
Poi, ormai adulta, venne ritrovato tra le vecchie cose di mio nonno, il mitico Lusurèn appartenuto a mia nonna di cui raccontava sempre mio padre, ricordando di quando da ogni parte della zona, arrivavano persone in cerca di cura per problemi di corpi estranei finiti negli occhi che nessuno era stato in grado di eliminare o, semplicemente, ogni volta che capitava un incidente del genere, anche lieve, si andava da mia nonna per ricorrere al portentoso rimedio.
Non potete immaginare l'emozione di vedere quell' oggetto che tanto mi aveva affascinata da piccola!
Questa particolare conchiglia veniva introdotta all'interno dell'occhio che poi, doveva restare chiuso per un po' di tempo.
Quindi, il "paziente" riapriva l'occhio e il Lusurèn usciva fuori portandosi appresso la causa del dolore/disturbo.
Qualcosa di quasi miracoloso...
Mio padre usò il Lusuren di mia nonna quando venne ritrovato ed io lo potei vedere in azione.
Mi fece un po' impressione vedere un affarino che, seppur piccolo e piatto aveva comunque sempre una dimensione discreta (5 mm circa) essere messo dentro l'occhio e non arrecare alcun disturbo o ferita e poi uscire come nulla fosse portandosi dietro il corpo estraneo...
Quando quest'oggi ho compiuto ricerche riguardanti l'uso delle conchiglie come Amuleti/Talismani ho ritrovato "l'occhio di Santa Lucia" della mia infanzia in un'altra veste sempre e comunque, magica e "miracolosa".
Questo tipo di conchiglia, che dalle mie parti era sempre legata alla Santa protettrice degli occhi e veniva come già detto usata per curare gli stessi, in Sardegna è usata per fabbricare Amuleti protettivi contro il malocchio. Chiamato occhio di Santa Lucia o occhio di Shiva, è considerato in tutto il mondo un portafortuna. Indossarlo come gioiello o tenerlo nel portafoglio allontanerà il malocchio.
Dal libro "Il manuale dei portafortuna" di Enzo Acampora:
Dato che molte conchiglie richiamano, con la loro forma, i genitali femminili, sono considerate uno tra i più antichi simboli di fecondità. Si ricordi che, nell'iconografia neopagana ripresa dalla cultura rinascimentale, Venere sorgente dalla spuma del mare è portata a riva, sospinta dagli Zefiri, da una conchiglia.
La conchiglia è quindi un amuleto di venere, perciò d'amore.
In Spagna invece, un tempo la conchiglia era considerata un efficacissimo Amuleto per i viaggi, essendo simbolo di San Giacomo (Iago) di Compostela, al cui Santuario si effettuavano lunghi e faticosi pellegrinaggi.