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La vostra religione

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    00 30/08/2007 21:15
    Recenti studi universitari mi hanno condotto sull'interessante tema della religione; non tanto per quanto concerne gli aspetti puramente materialisti/dottrinali della stessa, bensì circa la sua origine e persistenza all'interno della società.

    Lasciandomi andare a diverse riflessioni, ho pensato di rivolgervi qualche domanda per discutere, e magari giungere a una conclusione definitiva, alcuni argomenti: prima di tutto, cos'è per voi una religione? Non fraintendete; non vi sto chiedendo di andare a cercare nei volumi di teologia, filosofia o antropologia una definizione esatta (perchè sono certo che appena letta la domanda avete avuto la tentazione di lanciarvi nelle vostre enormi biblioteche casalinghe), anzi, vi sto chiedendo che cosa sia per voi, per la vostra personalissima esperienza, la religione.
    Magari qualcuno si affiderà alle conoscenze tradizionali, fornendo come banale risposta qualcosa tipo "un insieme di credenze coadiuvato da pratiche e cerimonie atti a glorificare una divinità", o roba simile... ma è realmente così?
    Allora io vi dico: affidarsi a un partito o a un ideale politico, non rappresenta forse una forma di religione? O a un gruppo musicale? O a una squadra di calcio?
    Insomma, quali sono i limiti tra una religione e una passione?

    Se posso dire la mia opinione (sicuraente non definitiva viste le acerbissime idee che ho in proposito) l'epoca moderna è la madre di questi dubbi.
    Una rispettabilissima scuola antropologica (Vd. Durkheim) ha definito "religione" qualsiasi sistema che concerne una differenziazione tra mondo profano e mondo sacro, definendo il primo come quello della vita quotidiana ed il secondo come tutto ciò che, al di fuori delle cerimonie, è intoccabile.
    Questa teoria è stata ormai confutata, o, per meglio dire, superata, ma non è questo il punto; il semplice fatto che sia stata formulata mi ha fatto balzare alla vista come siano cambiati i tempi.
    Questo modo di spiegare la religione era considerato il più accreditato agli inizi del '900. Sarebbe così anche oggi? Forse si, ma in tal caso bisognerebbe inserire anche le categorie che ho citato, perchè una partita importante, un concerto, delle elezioni, danno all'uomo, o a molti uomini, le stesse emozioni che può provocare un rituale, e spesso i protagonisti di queste manifestazioni sono consdierati, metaforicamente o inconsciamente che sia, al pari di piccole divinità.

    Dunque? Qual è la vostra religione? Ne avete una? O non concepite alcuna religione al di fuori di quelle tradizionali?
    In secondo luogo: è corretto che si sia giunti a un simile grado di eccitazione nei confronti di alcune delle categorie da me citate? Possibile che l'indottrinamento morale possa indurre l'uomo a perdere qualsiasi capacità di spirito critico?

    A voi la parola
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    00 31/08/2007 06:33
    premessa: scusate la lunghezza!
    premessa 2: amo firefox: non so come ma quando ho provato all'inizio a scrivere il post, nel momento di pubblicarlo mi è toranta la schermata di rispondi al messaggio vuota.Stavo morendo! ma per fortuna schiacciando la freccia indietro mi è tornato alla schermata in cui era ancora tutto scritto, mentre tutto cio' con explorer non era mai successo!

    vero post semidecente(sto male perdonate se a volte il giuliesco torna!)


    Riguardo la religone il mio pensiero è costantemente in evoluzione, pero' ora come ora se mi si chiede che cos'è la religone per me rispondo che è l'adorazione di qualcosa(oggeti, entita', persone, o stati d'animo anche) che sentiamo come piu' grande di noi sotto un determinato punto di vista, che incarna qualcosa di irragiungibile ma verso il quale sentiamo di tendere o di voler tendere e che speriamo( piu' o meno consciamente) di poterci ingraziare affinchè possia diventare la nostra principale fonte di felicita'\serenita'.

    Per questo io penso che oggi esista la religione del denaro, del calcio e di tutte queste cose che sono appunto, per molta gente, la maggior fonte di felicita'.

    Per quanto riguarda invece me,attualmente sono in una strana situazione.
    NOn mi reputo cattolica, perchè il vero messaggio all'origine di questa religione è stato corrotto troppo nel corso degli anni e in particolare nel medioevo ha dato prova della sua crudelta' e delle sue contraddizioni, con dogmi Inventati ad hoc dai papi di turno,crociate etc..
    Del crisitanesimo mi piace il messagio di amore e d pace ovviamente, ma volgio rileggermi un po' la bibbia per capire esattamente quali difefrenze ha apportato il catotlicesimo etc.

    HO parlato e letto di buddhismo e mi affascina molto, e tuttavia l'ascetismo non concorda molto con la mia (attuale) convinzione che essendo un tuttuno mente e corpo non dobbiamo esaltare ne' mortificare nessunodei due.

    HO anche leggiucchiato di religoni sciamaniche, del neopaganesimo e della wicca: tutte queste dopo una priam esaltazione mi hanno deluso, perchè in realta' i capi riconosciuti di queste religioni sono gli unici, a mio parere, a sapere davvero che cosa adorano e in che modo.Molti si limitanmo alle cose base, tipo, chi sono le divinita' principali etc.. pochi cercano di informarsi davvero su tutto cio' che questo significa e non è facile farlo.Del resto è anche difficle sapere dove andare a cercare.

    Del 'islam so poco, ma mi pare una relgione troppo rigida per me.

    In ogni caso alla fine si possono trovare delle cose comuni in ogni religione e cosi' ho pensato che forse prorpio quella cosa comune è la cosa vera da adorare.La cosa comune è che la creazione ha sempre importanza,la morte ha sempre importanza.vita morte, bene male,giusto sbagliato.GLi opposti ci sono sempre e fanno parte della nostra vita, quindi forse è l'equilibrio ceh compongono cio' che è da adorare. Equilibrio inteso come entrare in armonia con la vita, con il suo scorrere, ma senza arrendersi, solo darsi da fare per creare la prorpia vita e poi essere soddisfatti degli sforzi , ed adorare il mondo.semplicemente perchè è.

    Questo è il mio pensiero.

    Per quanto rigaurda se è giusto o meno che certe categorie vengano adorate dico solo che ciascuno puo' fare quello che vuoi, ma dubito che riuscira'a trovare la felicita',la serenita' e il benessere vero che tutti vanno cercando.



    P.S.
    NON SONO SPIETATAA!!
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    Warlock666
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    00 09/09/2007 20:06
    Sarò breve...

    La religione PER ME (e con questo intendo come la vedo io, come mi comporto io con la religione, non sto facendo un'analisi di come la religione si rapporta alle masse) è qualcosa con cui non mi rapporto praticamente più, sono molto distaccato ormai da essa. Solo ogni tanto, quando la mia mente razionale ha bisogno di qualcosa di inspiegabile, allora ricerco un pò la religione, ma niente di più.
    ___________________________________________________________________________________________________
    You know you're saying lies
    Cause you don't want a sacrifice

    Why the fuck did you take'em away from us you motherfucker ???


  • Benny404
    00 10/09/2007 10:45
    anche le mie idee al riguardo sono mutevoli... fino a 6,7 anni fa ero un normale credente (cristiano cattolico e bla bla...)... o meglio, un normale cattolico di oggi, che va in chiesa la domenica per tenersi buona questa non meglio specificata divinità ed è a posto tutta la settimana... ragionando su questo atteggiamento mi sono accorto che le grandi religioni sono tutte piuttosto materialiste: fai il bravo e andrai in paradiso, fai bene al prossimo e riceverai qualcosa di bello, prega prima di una prova importante...
    Sì, non sono certo queste le grandi verità di una religione. Per altro ognuna di esse, dopo essersi affermata in un territorio, viene trasformata in un vero e proprio strumento di controllo, i principi iniziali vengono distorti e si forma puntualmente quella casta di intoccabili "traduttori della fede", coloro che interpretano "nel modo giusto" la dottrina e la spiegano al popolino, senza lasciare spazio al ragionamento e alla critica di ognuno di noi.
    Tutto questo mi ha denigrare totalmente OGNI RELIGIONE TRADIZIONALE. Preferisco studiarmi le basi dei diversi credo e filosofie per poi trovare affinità e punti in comune, sviluppando una linea di pensiero mia... che è e sarà solo MIA, poichè credo che la religiona sia una cosa ESSENZIALMENTE PERSONALE.

    In ogni caso... cos'è la religione? Essenzialmente il bisogno dell'uomo di credere in qualcosa di talmente grande e inconcepibile che governa tutto l'Universo deriva dal fatto che non sa darsi una spiegazione sul perchè della vita, sulla creazione di tutte le cose (prima del Big Bang?), bene\male e soprattutto l'esigenza di credere in un qualcosa nell'aldilà... spiegazione che se non interviene la scienza può essere spiegata solo attraverso metafore piuttosto fantasiose, si parla di qualcosa di inconcepibile per la mente umana.
    Il problema secondo me è che il divino diviene puntualmente un qualcosa di alienante, un fattore su cui si scaricano le responsabilità, della serie: ho fatto uno sforzo, la vita va bene, è merito del divino che mi è favorevole, perchè sforzarmi per condurre gli altri allo stesso grado di felicità? non ho fatto un cazzo tutta la vita, che infatti va di merda... è mica colpa mia, è il dio che mi vuol male *bestemmia*.

    a questo punto abbiamo le due definizioni di credere:
    credere: essere convinto ciecamente di ciò che dice una religione (e dunque ciò che dice chi dice di rappresentarla)= illusione terrena di avere già salvo il culo una volta morti e possibilità di scaricare tutte le responsabilità su dio o il suo contrario. È il peggior male del mondo e un potenziale strumento di controllo e propaganda.

    credere: avere fede nei dettami di una religione, in quanto metafora di una verità a noi ignota e non spiegabile a parole, che spinge a migliorarsi nella vita, un appiglio per molti che ne hanno bisogno, che personalmente posso non condividere, ma di cui ho un certo rispetto.

    e io in cosa credo? Non mi giudico nemmeno ateo in fondo... e disprezzo la credenza che l'esistenza sia un mero nascere-riprodursi-morire. Troppo facile, troppo banale rispetto alla complessità dell'animo umano. Ora, appunto perchè credo che la religione (meglio dire religione\filosofia in certi e nel mio caso) sia una cosa personale non mi va di spiegare il mio credo, anche perchè è in continua mutazione e i punti oscuri sono tanti, difficile spiegare.
    Diciamo che se c'è un qualcosa di superiore e divino è da ricercare non in alto nè in basso, nè davanti nè (sigh) dietro... ma DENTRO di noi...

    i Tool non mi fanno bene...
    [Modificato da Benny404 10/09/2007 10:46]
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    00 10/09/2007 19:01
    Re:
    Benny404, 10/09/2007 10.45:

    anche le mie idee al riguardo sono mutevoli... fino a 6,7 anni fa ero un normale credente (cristiano cattolico e bla bla...)... o meglio, un normale cattolico di oggi, che va in chiesa la domenica per tenersi buona questa non meglio specificata divinità ed è a posto tutta la settimana... ragionando su questo atteggiamento mi sono accorto che le grandi religioni sono tutte piuttosto materialiste: fai il bravo e andrai in paradiso, fai bene al prossimo e riceverai qualcosa di bello, prega prima di una prova importante...



    Questa non è religione; è superstizione. Pur essendo sostanzialmente polemico verso le religioni "tradizionali", il tuo attacco mi sembra piuttosto gratuito, visto che stai descrivendo la religione vista da quello che mi sembra un pecorone.
    Io stesso sono stato cattolico per tutta la mia infanzia, e ho ben altri ricordi circa ciò che credevo; e trovo molto più probabile che le motivazioni di chi segue oggi la religione siano assai più profonde per due ragioni, relative alle principali tipologie di fedeli:
    - Le persone adulte/anziane, che hanno avuto un'educazione molto più rigorosa di noi in materia religiosa, e che trovo difficile abbiano idee così semplicistiche della loro dottrina
    - I giovani, che, se fanno simili sacrifici (perchè spesso la religione per un giovane si rivela un sacrificio, seppur insignificante), non credo si affidino a simili ragionamenti, per altro tranquillamente smontabili.

    In tutta onestà, Benny, questa parte del discorso mi pare un po' qualunquista, ed è riferibile magari a una sorta di cerimoniale superstizioso puramente "popolare", o comunque marginale circa la questione.



    Sì, non sono certo queste le grandi verità di una religione. Per altro ognuna di esse, dopo essersi affermata in un territorio, viene trasformata in un vero e proprio strumento di controllo, i principi iniziali vengono distorti e si forma puntualmente quella casta di intoccabili "traduttori della fede", coloro che interpretano "nel modo giusto" la dottrina e la spiegano al popolino, senza lasciare spazio al ragionamento e alla critica di ognuno di noi.



    Certo, ma questo non è dovuto alla religione, bensì alla società, che ne ha bisogno per evitare la violenza. Inoltre, tralasciando le implicazioni sociali, che magari, se verranno fuori, potremmo affrontare in seguito, penso che questa sorta di subordinazione che descrivi, stia andando dissolvendosi col progredire della società; ormai è difficile che le persone si fidino di quello che dice una qualsiasi autorità ciecamente, semplicemente perchè si hanno troppi strumenti per controllare la verità delle sue affermazioni.
    Per farti un solo esempio (mi limito al mondo occidentale essendo l'unico che conosco abbastanza bene), se 50 anni fa un cattolico si diceva in accordo con l'evoluzionismo, veniva additato di eresia (esagerazione); oggi, nonostante le parole di un folle che i vescovi hanno deciso di eleggere a loro guida, è più che accettabile che un uomo vada in chiesa pur criticando aspramente il creazionismo.
    Al di là delle tantissime persone che seguono le parole della loro guida, anche in questo caso il tuo punto di vista è un po' riduttivo, a mio parere...



    Tutto questo mi ha denigrare totalmente OGNI RELIGIONE TRADIZIONALE. Preferisco studiarmi le basi dei diversi credo e filosofie per poi trovare affinità e punti in comune, sviluppando una linea di pensiero mia... che è e sarà solo MIA, poichè credo che la religiona sia una cosa ESSENZIALMENTE PERSONALE.



    Completamente d'accordo. Non credo sia possibile che un uomo (per sua natura mortale, e dunque non divino) sia in grado di interpretare ciò che pensa un Dio.



    In ogni caso... cos'è la religione? Essenzialmente il bisogno dell'uomo di credere in qualcosa di talmente grande e inconcepibile che governa tutto l'Universo deriva dal fatto che non sa darsi una spiegazione sul perchè della vita, sulla creazione di tutte le cose (prima del Big Bang?), bene\male e soprattutto l'esigenza di credere in un qualcosa nell'aldilà... spiegazione che se non interviene la scienza può essere spiegata solo attraverso metafore piuttosto fantasiose, si parla di qualcosa di inconcepibile per la mente umana.



    Non penso siano queste le domande che si pongono gli uomini. Non si spiegherebbe perchè siano nati culti totemici quali quelli della lucertola o del topo d'acqua, che poche di queste risposte possono dare all'uomo. Eppure è comprovato che le prime religioni in tutto il mondo siano state di questo tipo. La questione è molto complessa, in verità.

    In ogni caso ti posso dire cos'è, a detta dei più famosi antropologi, la religione: essa non si basa sulla presenza di una divinità (il bhuddismo non sarebbe una religione in tal caso), nè sulla presenza del sovrannaturale (la magia sarebbe una religione? non credo proprio).
    Un culto, per essere definito religioso, necessita di una sola cosa: l'opposizione tra sacro e profano.



    Il problema secondo me è che il divino diviene puntualmente un qualcosa di alienante, un fattore su cui si scaricano le responsabilità, della serie: ho fatto uno sforzo, la vita va bene, è merito del divino che mi è favorevole, perchè sforzarmi per condurre gli altri allo stesso grado di felicità? non ho fatto un cazzo tutta la vita, che infatti va di merda... è mica colpa mia, è il dio che mi vuol male *bestemmia*.



    Beh, questa mi sembra più superstizione che religione; inoltre secondo me sono emozioni transitorie, usate per sfogarsi in momenti particolari, che poco hanno a che fare con il reale sentimento religioso delle persone.



    a questo punto abbiamo le due definizioni di credere:
    credere: essere convinto ciecamente di ciò che dice una religione (e dunque ciò che dice chi dice di rappresentarla)= illusione terrena di avere già salvo il culo una volta morti e possibilità di scaricare tutte le responsabilità su dio o il suo contrario. È il peggior male del mondo e un potenziale strumento di controllo e propaganda.
    credere: avere fede nei dettami di una religione, in quanto metafora di una verità a noi ignota e non spiegabile a parole, che spinge a migliorarsi nella vita, un appiglio per molti che ne hanno bisogno, che personalmente posso non condividere, ma di cui ho un certo rispetto.



    si, ci sta.



    e io in cosa credo? Non mi giudico nemmeno ateo in fondo... e disprezzo la credenza che l'esistenza sia un mero nascere-riprodursi-morire. Troppo facile, troppo banale rispetto alla complessità dell'animo umano. Ora, appunto perchè credo che la religione (meglio dire religione\filosofia in certi e nel mio caso) sia una cosa personale non mi va di spiegare il mio credo, anche perchè è in continua mutazione e i punti oscuri sono tanti, difficile spiegare.
    Diciamo che se c'è un qualcosa di superiore e divino è da ricercare non in alto nè in basso, nè davanti nè (sigh) dietro... ma DENTRO di noi...



    concordo



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    Infatti.
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  • Benny404
    00 10/09/2007 21:32
    Re: Re:

    Questa non è religione; è superstizione. Pur essendo sostanzialmente polemico verso le religioni "tradizionali", il tuo attacco mi sembra piuttosto gratuito, visto che stai descrivendo la religione vista da quello che mi sembra un pecorone.
    In tutta onestà, Benny, questa parte del discorso mi pare un po' qualunquista, ed è riferibile magari a una sorta di cerimoniale superstizioso puramente "popolare", o comunque marginale circa la questione.



    Zahk, la storia dimostra che la religione, da una serie di rituali, ideologie e ricerca di risposte ai così detti "grandi perchè" dell'umanità, si trasforma sempre in una vera e propria istituzione con norme precise e gradini di autorità che influenzano in tutto e per tutto la società. Questo volevo dire.


    Certo, ma questo non è dovuto alla religione, bensì alla società, che ne ha bisogno per evitare la violenza. Inoltre, tralasciando le implicazioni sociali, che magari, se verranno fuori, potremmo affrontare in seguito, penso che questa sorta di subordinazione che descrivi, stia andando dissolvendosi col progredire della società; ormai è difficile che le persone si fidino di quello che dice una qualsiasi autorità ciecamente, semplicemente perchè si hanno troppi strumenti per controllare la verità delle sue affermazioni.
    Per farti un solo esempio (mi limito al mondo occidentale essendo l'unico che conosco abbastanza bene), se 50 anni fa un cattolico si diceva in accordo con l'evoluzionismo, veniva additato di eresia (esagerazione); oggi, nonostante le parole di un folle che i vescovi hanno deciso di eleggere a loro guida, è più che accettabile che un uomo vada in chiesa pur criticando aspramente il creazionismo.
    Al di là delle tantissime persone che seguono le parole della loro guida, anche in questo caso il tuo punto di vista è un po' riduttivo, a mio parere...



    Il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero Romano soppiantando gli dei in difesa dei quali fino a 100'anni (o meno) prima i cristiani venivano massacrati orribilmente, questo perchè un Imperatore un po' furbo, visto che non si trovava più modo di tenere unito l'Impero, si accorse che l'unica mossa era abbracciare una religione che lasciava ampio spazio al rispetto dell'autorità... con qualche "piccola" opportuna modifica... E la stessa cosa è stata per tutte le altre grandi religioni.
    Qui mi pare che sei piuttosto ottimista, abbiamo gente al governo che si fa problemi ad affrontare un dato di fatto come le nuove realtà di coppia perchè al papa non sta bene che le cose vadano così...e la gente segue gregge, lo abbiamo visto. E meno male che qualcosa inizia a muoversi in altro senso, anche se effettivamente a volte si esagera pure nell'altro senso...
    Si fa politica sulla religione: come negare che abbia ancora una portata non indifferente?


    Completamente d'accordo. Non credo sia possibile che un uomo (per sua natura mortale, e dunque non divino) sia in grado di interpretare ciò che pensa un Dio.



    esatto.


    Non penso siano queste le domande che si pongono gli uomini. Non si spiegherebbe perchè siano nati culti totemici quali quelli della lucertola o del topo d'acqua, che poche di queste risposte possono dare all'uomo. Eppure è comprovato che le prime religioni in tutto il mondo siano state di questo tipo. La questione è molto complessa, in verità.



    beh, anche gli Indiani d'America hanno la loro "Genesi"...anche se il creatore di tutto sarà, che ne so, Manitou in forma dell'Uccello Tuono... che c'entra? Si ricorre al mito... le Genesi Cristiana cos'è?


    In ogni caso ti posso dire cos'è, a detta dei più famosi antropologi, la religione: essa non si basa sulla presenza di una divinità (il bhuddismo non sarebbe una religione in tal caso), nè sulla presenza del sovrannaturale (la magia sarebbe una religione? non credo proprio).
    Un culto, per essere definito religioso, necessita di una sola cosa: l'opposizione tra sacro e profano.



    infatti il Bhuddismo è più una filosofia ed è probabilmente il credo alla quale mi avvicino di più. [SM=g27828]



    si, ci sta.



    Beh, ma la prima definizione per come la vedo io può benissimo essere parallela a quella di superstizione... Un interrogativo che mi pongo è questo: è così ampio il confine tra superstizione e religione, se quest'ultima viene vissuta senza porsi effettivamente domande, senza essere continuamente posta in esame dallo spirito critico del credente?




    i Tool non mi fanno bene...



    Infatti.
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    [Modificato da Benny404 10/09/2007 21:33]
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    belzebu87
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    00 11/09/2007 00:31
    Ora userò un sacco di figure retoriche, ma credo che sia l'unico modo per rendere l'idea, d'altronde i testi sacri di quasi tutte le religioni sono composti da figure retoriche...
    quando penso alla mia spiritualità penso all'orizzonte, un'utopia. Come un'utopia, per me la fede e la religione, servono a dirti in che direzione camminare. Servono per indicare la strada verso l'orizzonte. Non ti dicono cosa fare, questo dovrebbe essere libero di sceglierlo ognuno (compreso l'errore), ma ti dicono il modus operandi. Non credo assolutamente che il mondo possa essere solo compreso attraverso la razionalità (suca hegel), così come non credo che la panacea per tutti i miei problemi sia andare a confessarmi e firmare l'8x100 alla CC (chiesa cattolica - o cannabis club, come preferite). Recentemente ho sciolto diversi dubbi relativamente alla mia fede. La maggior parte di essi erano proprio dovuti al rapporto con le istituzioni della Chiesa. Questo è il risultato di un percorso travagliato: nella chiesa c'è tanta merda, ma proprio tanta, tuttavia non esiste nulla di puro e perfetto in questo mondo - anche l'anarchia ha i suoi difettucci, sigh - per cui tanto vale rimboccarsi le mani e darsi da fare per migliorare le cose. Non sarà certo io che cambierò il mondo, ma posso fare qualcosa e la religione è appunto quel qualcosa che mi da il motivo per mettere in moto la macchina.
    C'è un altro punto che mi viene in mente: i diversi tipi di religione. Sappiamo tutti (o almeno chi lo ha studiato, ma è alla portata di tutti) perchè nascono le religioni, le motivazioni antropologiche e successivamente le strumentalizzazioni politiche&economiche. Su questo non ci piove. Eppure sono sempre più convinto che ogni religione presente sul pianeta terra fino alla nascita di gesù cristo abbia +o- lo stesso messaggio, solo adattato alle caratteristiche culturali della popolazione in cui è praticata. Che esista o meno una vita dopo la morte, l'iperuranio, il nirvana o il valallha non lo so e non mi importa saperlo, credo davvero che siamo troppo piccoli per capire davvero la "vera verità". Interrogarmi se la divinità cui sono devoto sia o meno una creazione del mio bisogno incoscio di far piacere a feuerbach, non mi ineteressa. Sono convinto che nella vita serva un obbiettivo, un filo conduttore per qualsiasi cosa tu stia facendo. Personalmente, la religione mi aiuta proprio in questo.

    Vi confesso che non ho letto i post precedenti, solo l'incipit. Se ho ripetuto qualcuno, se ne ho offesi altri, scusatemi.
    - No fronteras, no banderas, no a la autoridad No riqueza, no pobreza, no desigualdad! Rompamos la utopía, dejemos de soñar, arriba el mestizaje, convivir en colectividad. GRITARÉ QUE ARDAN LAS BANDERAS POR LA FRATERNIDAD QUE CAIGA EL PATRIOTISMO Y LA HOSTILIDAD RACIAL CULTURA POPULAR! - Il mio pensiero è sempre lo stesso: PER IL FASCIO IN ME NON C'É POSTO! Dal mattino e fino alla sera, DISONORA LO STATO E BRUCIA LA BANDIERA!- sobre el manto de la noche esta la luna chispeando. Así brilla fulgurando para establecer un fuero: "Libertad para los negros cadenas para el negrero" -

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    WAR? NOT IN MY NAME. LO STESSO VALE PER LE GRANDI OPERE PORTATRICI DI UN MODELLO DI SVILUPPO IMPERIALISTICO E CONSUMISTICO CHE NON SOLO NON CONDIVIDO MA OSTACOLERÒ SEMPRE. Per saperne di più clicca qui

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    Re: Re: Re:
    Benny404, 10/09/2007 21.32:


    Zahk, la storia dimostra che la religione, da una serie di rituali, ideologie e ricerca di risposte ai così detti "grandi perchè" dell'umanità, si trasforma sempre in una vera e propria istituzione con norme precise e gradini di autorità che influenzano in tutto e per tutto la società. Questo volevo dire.



    Beh, su questo sono anche d'accordo, ma da come l'avevi messa giù prima non si capiva. O almeno, io non l'avevo capito. Ma a questo punto io ti chiedo... perchè la religione influenza così tanto la società? Cosa accadrebbe se... non lo facesse? Io stesso, che non sono legato ad alcuna chiesa e ne aborro l'esistenza, nutro dubbi che gli sviluppi sarebbero del tutto favorevoli... o almeno, credo che dovrebbe esserci un processo lento. Troppi valori sono radicati nella mentalità occidentale; la loro disgregazione a livello di autorità penso porterebbe a un delirio globale.


    Il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero Romano soppiantando gli dei in difesa dei quali fino a 100'anni (o meno) prima i cristiani venivano massacrati orribilmente, questo perchè un Imperatore un po' furbo, visto che non si trovava più modo di tenere unito l'Impero, si accorse che l'unica mossa era abbracciare una religione che lasciava ampio spazio al rispetto dell'autorità... con qualche "piccola" opportuna modifica... E la stessa cosa è stata per tutte le altre grandi religioni.
    Qui mi pare che sei piuttosto ottimista, abbiamo gente al governo che si fa problemi ad affrontare un dato di fatto come le nuove realtà di coppia perchè al papa non sta bene che le cose vadano così...e la gente segue gregge, lo abbiamo visto. E meno male che qualcosa inizia a muoversi in altro senso, anche se effettivamente a volte si esagera pure nell'altro senso...
    Si fa politica sulla religione: come negare che abbia ancora una portata non indifferente?



    Ce l'ha a livello sociale, ma penso che a livello individuale sia molto più leggera di quanto credi. Il gregge è formato da CLini e anziani. Non sarà così per sempre. Anzi, sarà così per ben poco. Per fortuna, oserei aggiungere. E poi non puoi tirare in mezzo la politica; in Italia su quel fronte siamo ridicoli a priori, così è troppo facile [SM=g27828]



    beh, anche gli Indiani d'America hanno la loro "Genesi"...anche se il creatore di tutto sarà, che ne so, Manitou in forma dell'Uccello Tuono... che c'entra? Si ricorre al mito... le Genesi Cristiana cos'è?



    Miti? E cosa sono i miti, se non racconti trasfigurati di avvenimenti reali? La genesi degli indiani d'America non è qualcosa di così semplice...
    No, io non credo che la religione sia nata per rispondere alle "grandi domande". Anzi, credo che le grandi domande siano nate dalla religione, solo quando questa si è sufficientemente evoluta. Non è credibile che i "primitivi" avessero una simile curiosità: non ne avevano alcuna necessità, nè stimolo.



    infatti il Bhuddismo è più una filosofia ed è probabilmente il credo alla quale mi avvicino di più. [SM=g27828]



    Mah; ti dirò che anche io mi ci avvicino abbastanza, ma la vedo come una religione, secondo il modo in cui la definisco.



    Beh, ma la prima definizione per come la vedo io può benissimo essere parallela a quella di superstizione... Un interrogativo che mi pongo è questo: è così ampio il confine tra superstizione e religione, se quest'ultima viene vissuta senza porsi effettivamente domande, senza essere continuamente posta in esame dallo spirito critico del credente?



    La superstizione differisce secondo me dalla religione per diversi motivi, di cui il principale è il fine: la superstizione è sempre orientata a qualcosa di utile e di vantaggioso (o inutile e svantaggioso) nell'immediato concreto.
    Se mi passa un gatto nero davanti, non ho paura di andare all'inferno; temo, che so, di perdere il portafogli, di essere investito, di scivolare. Incrocio le dita perchè il mio biglietto vinca alla lotteria, non per essere graziato da Dio.
    La superstizione è facilmente messa in discussione perchè, presupponendo risultati immediati... fallisce. La religione è un sistema sociale molto più complesso; il fedele non lo mette in esame semplicemente perchè non ha alcun bisogno di farlo.


    E per concludere [SM=x1363666]
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    00 11/09/2007 08:56
    Re: Re: Re: Re:
    Zahk, 11/09/2007 00.50:

    Benny404, 10/09/2007 21.32:


    No, io non credo che la religione sia nata per rispondere alle "grandi domande". Anzi, credo che le grandi domande siano nate dalla religione, solo quando questa si è sufficientemente evoluta. Non è credibile che i "primitivi" avessero una simile curiosità: non ne avevano alcuna necessità, nè stimolo.




    A me ad antropologia culturale (visto che l'hai citata) l'hanno insegnata un po' diversa, ma cmq...

    Stimolo: un fulmine colpisce un albero e lo manda a fuoco.
    Stimolo: una donna muore di parto.
    Stimolo: un bambino muore in culla.


    Ma il titolo del thread era "La vostra religione" o "Cosa pensate che sia la religione, cos'è, cosa dovrebbe essere"?
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    Re: Re: Re: Re: Re:
    montselles.com, 11/09/2007 08.56:




    A me ad antropologia culturale (visto che l'hai citata) l'hanno insegnata un po' diversa, ma cmq...

    Stimolo: un fulmine colpisce un albero e lo manda a fuoco.
    Stimolo: una donna muore di parto.
    Stimolo: un bambino muore in culla.


    Ma il titolo del thread era "La vostra religione" o "Cosa pensate che sia la religione, cos'è, cosa dovrebbe essere"?




    Dipende dal punto di vista; il fatto che da simili avvenimenti nascano sentimenti religiosi (e anche questo è tutto da dimostrare) non significa automaticamente che nascano le "grandi domande".

    Quanto al thread, il discorso è evidentemente sviato, ma non perde a mio parere il suo interesse; se necessario il primo mod che passa cambi il titolo, ma a me non sembra ci sia quest'urgenza,
    In fondo la nostra religione credo sia fondamentalmente ciò che per noi dovrebbe essere, quindi i temi si intrecciano...
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