Benny404, 10/09/2007 10.45:
anche le mie idee al riguardo sono mutevoli... fino a 6,7 anni fa ero un normale credente (cristiano cattolico e bla bla...)... o meglio, un normale cattolico di oggi, che va in chiesa la domenica per tenersi buona questa non meglio specificata divinità ed è a posto tutta la settimana... ragionando su questo atteggiamento mi sono accorto che le grandi religioni sono tutte piuttosto materialiste: fai il bravo e andrai in paradiso, fai bene al prossimo e riceverai qualcosa di bello, prega prima di una prova importante...
Questa non è religione; è superstizione. Pur essendo sostanzialmente polemico verso le religioni "tradizionali", il tuo attacco mi sembra piuttosto gratuito, visto che stai descrivendo la religione vista da quello che mi sembra un pecorone.
Io stesso sono stato cattolico per tutta la mia infanzia, e ho ben altri ricordi circa ciò che credevo; e trovo molto più probabile che le motivazioni di chi segue oggi la religione siano assai più profonde per due ragioni, relative alle principali tipologie di fedeli:
- Le persone adulte/anziane, che hanno avuto un'educazione molto più rigorosa di noi in materia religiosa, e che trovo difficile abbiano idee così semplicistiche della loro dottrina
- I giovani, che, se fanno simili sacrifici (perchè spesso la religione per un giovane si rivela un sacrificio, seppur insignificante), non credo si affidino a simili ragionamenti, per altro tranquillamente smontabili.
In tutta onestà, Benny, questa parte del discorso mi pare un po' qualunquista, ed è riferibile magari a una sorta di cerimoniale superstizioso puramente "popolare", o comunque marginale circa la questione.
Sì, non sono certo queste le grandi verità di una religione. Per altro ognuna di esse, dopo essersi affermata in un territorio, viene trasformata in un vero e proprio strumento di controllo, i principi iniziali vengono distorti e si forma puntualmente quella casta di intoccabili "traduttori della fede", coloro che interpretano "nel modo giusto" la dottrina e la spiegano al popolino, senza lasciare spazio al ragionamento e alla critica di ognuno di noi.
Certo, ma questo non è dovuto alla religione, bensì alla società, che ne ha bisogno per evitare la violenza. Inoltre, tralasciando le implicazioni sociali, che magari, se verranno fuori, potremmo affrontare in seguito, penso che questa sorta di subordinazione che descrivi, stia andando dissolvendosi col progredire della società; ormai è difficile che le persone si fidino di quello che dice una qualsiasi autorità ciecamente, semplicemente perchè si hanno troppi strumenti per controllare la verità delle sue affermazioni.
Per farti un solo esempio (mi limito al mondo occidentale essendo l'unico che conosco abbastanza bene), se 50 anni fa un cattolico si diceva in accordo con l'evoluzionismo, veniva additato di eresia (esagerazione); oggi, nonostante le parole di un folle che i vescovi hanno deciso di eleggere a loro guida, è più che accettabile che un uomo vada in chiesa pur criticando aspramente il creazionismo.
Al di là delle tantissime persone che seguono le parole della loro guida, anche in questo caso il tuo punto di vista è un po' riduttivo, a mio parere...
Tutto questo mi ha denigrare totalmente OGNI RELIGIONE TRADIZIONALE. Preferisco studiarmi le basi dei diversi credo e filosofie per poi trovare affinità e punti in comune, sviluppando una linea di pensiero mia... che è e sarà solo MIA, poichè credo che la religiona sia una cosa ESSENZIALMENTE PERSONALE.
Completamente d'accordo. Non credo sia possibile che un uomo (per sua natura mortale, e dunque non divino) sia in grado di interpretare ciò che pensa un Dio.
In ogni caso... cos'è la religione? Essenzialmente il bisogno dell'uomo di credere in qualcosa di talmente grande e inconcepibile che governa tutto l'Universo deriva dal fatto che non sa darsi una spiegazione sul perchè della vita, sulla creazione di tutte le cose (prima del Big Bang?), bene\male e soprattutto l'esigenza di credere in un qualcosa nell'aldilà... spiegazione che se non interviene la scienza può essere spiegata solo attraverso metafore piuttosto fantasiose, si parla di qualcosa di inconcepibile per la mente umana.
Non penso siano queste le domande che si pongono gli uomini. Non si spiegherebbe perchè siano nati culti totemici quali quelli della lucertola o del topo d'acqua, che poche di queste risposte possono dare all'uomo. Eppure è comprovato che le prime religioni in tutto il mondo siano state di questo tipo. La questione è molto complessa, in verità.
In ogni caso ti posso dire cos'è, a detta dei più famosi antropologi, la religione: essa non si basa sulla presenza di una divinità (il bhuddismo non sarebbe una religione in tal caso), nè sulla presenza del sovrannaturale (la magia sarebbe una religione? non credo proprio).
Un culto, per essere definito religioso, necessita di una sola cosa: l'opposizione tra sacro e profano.
Il problema secondo me è che il divino diviene puntualmente un qualcosa di alienante, un fattore su cui si scaricano le responsabilità, della serie: ho fatto uno sforzo, la vita va bene, è merito del divino che mi è favorevole, perchè sforzarmi per condurre gli altri allo stesso grado di felicità? non ho fatto un cazzo tutta la vita, che infatti va di merda... è mica colpa mia, è il dio che mi vuol male *bestemmia*.
Beh, questa mi sembra più superstizione che religione; inoltre secondo me sono emozioni transitorie, usate per sfogarsi in momenti particolari, che poco hanno a che fare con il reale sentimento religioso delle persone.
a questo punto abbiamo le due definizioni di credere:
credere: essere convinto ciecamente di ciò che dice una religione (e dunque ciò che dice chi dice di rappresentarla)= illusione terrena di avere già salvo il culo una volta morti e possibilità di scaricare tutte le responsabilità su dio o il suo contrario. È il peggior male del mondo e un potenziale strumento di controllo e propaganda.
credere: avere fede nei dettami di una religione, in quanto metafora di una verità a noi ignota e non spiegabile a parole, che spinge a migliorarsi nella vita, un appiglio per molti che ne hanno bisogno, che personalmente posso non condividere, ma di cui ho un certo rispetto.
si, ci sta.
e io in cosa credo? Non mi giudico nemmeno ateo in fondo... e disprezzo la credenza che l'esistenza sia un mero nascere-riprodursi-morire. Troppo facile, troppo banale rispetto alla complessità dell'animo umano. Ora, appunto perchè credo che la religione (meglio dire religione\filosofia in certi e nel mio caso) sia una cosa personale non mi va di spiegare il mio credo, anche perchè è in continua mutazione e i punti oscuri sono tanti, difficile spiegare.
Diciamo che se c'è un qualcosa di superiore e divino è da ricercare non in alto nè in basso, nè davanti nè (sigh) dietro... ma DENTRO di noi...
concordo
i Tool non mi fanno bene...
Infatti.
tvb
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