L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

PAGANESIMO GRECO: Medea

  • Messaggi
  • OFFLINE
    -Tellus-
    Post: 49
    Registrato il: 15/06/2007
    Età: 39
    Sesso: Femminile
    Viandante
    00 30/08/2007 17:25
    Vi posto qui il mito di Medea, uno dei miti a cui sono più affezionata

    Medea (greco: Μήδεια, Mèdeia) è una figura della mitologia greca. Figlia di Eete, re della Colchide, e di Idia. Era inoltre nipote di Elio (secondo altre fonti di Apollo) e della maga Circe, e come quest'ultima era dotata di poteri magici.

    Figlia di Eeto, re della Colchide, è uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Il suo nome in greco significa "astuzie, scaltrezze", infatti la tradizione la descrive come una maga dotata di poteri addirittura divini. Quando Giasone arriva in Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro, lei se ne innamora perdutamente. E pur di aiutarlo a raggiungere il suo scopo giunge ad uccidere il fratello Apsirto, spargendone i poveri resti dietro di sé dopo essersi imbarcata sulla nave Argo insieme a Giasone, divenuto suo sposo. Il padre così, trovandosi costretto a raccogliere le membra del figlio, non riesce a raggiungere la spedizione, e gli Argonauti tornano a Corinto con il Vello d'Oro. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dando così a quest'ultimo la possibilità di successione al trono. Giasone, malgrado il fatto che Medea gli abbia dato parecchi figli (quattordici secondo alcune fonti) accetta, abbandonando così sua moglie Medea. Vista l'indifferenza di Giasone di fronte alla disperazione della donna, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Creusa, la quale, non sapendo che il dono è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch'egli il mantello, morendo. Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Secondo la tragedia di Euripide, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni. Medea fugge sul suo carro trainato da serpenti.

    Un’antica versione del racconto dice che Medea, ben lungi dall’uccidere la sua prole, la mise sotto la protezione di Era e lascio la città di Giasone. Ma scoppiò la peste e i Corinzi uccisero i bambini come vittime sacrificali, da allora ogni anno offrivano quattordici bambini alla dea come suoi servi. Secondo questa versione, non solo è collegata alla dea del genere femminile, Era, ma viene considerata essa stessa come divina

    Giasone finì male, vagando senza tetto per tutta la Grecia, finchè crollò come un relitto sotto la sua vecchia nave, Argo, compiangendo se stesso e la sua vita senza scopo. Un pezzo del suo scafo marcio improvvisamente si stacco e glispaccò la testa. Medea ebbe miglior sorte.
    Fuggita ad Atene, a bordo del carro del sole, Medea sposa Egeo, ma poi si ingelosì per le attenzioni che questi prodigava a Teseo, preferendolo al figlio di Medea, Medo. Così essa salì sul suo carro e fuggì verso nord, verso la Colchide, sua patria, dove seguitò a esercitare la magia fino al momento in cui decise di lasciare la terra. Una così esperta maga non era costretta a passare attraverso la porta della morte: essa andò direttamente ai Campi Elisi, dove divenne una dea, venerata in Italia come la divinità-serpente che portava il nome di Angizia.

    Fonti: Wikipedia.org e Figure di donna nei miti e nelle leggende di P. Monahan

    Credo che Medea sia l’ennesima figura demonizzata: facendo in modo che uccida i propri figli da figura femminile potente diventa un mostro. Cosa ne pensate?




    Con il nostro pensiero noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda
    Marion Zimmer Bradley

    Ogni momento governato dall’anima è sicuramente un “occasione speciale”
    Clarissa Pinakola Estés


  • OFFLINE
    -Acqua-
    Post: 188
    Registrato il: 17/02/2007
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Fanciulla dell'Isola
    00 30/08/2007 19:31
    E' una figura con cui ho poche affinità ma che mi affascina molto.
    In quanto Sacerdotessa di Ecate conosce le Arti Erboristiche e con le sue mani dispensa morte atroce a coloro che si oppongono al suo volere.
    L'elemento che più mi fa riflettere è però il fatto che nelle sue imprese lei smembra le figure maschili. Il fratello Absirto viene fatto a pezzi e gettato in mare così che gli inseguitori mandati da Eeta, dovettero fermarsi e raccoglierne i pezzi per donargli una giusta sepoltura. Anche Pelia conosce la morte poichè Medea, persuade con l'inganno le sue figlie affinchè lo facciano a pezzi per ridargli una fiorente giovinezza. Lei stessa trucida i suoi stessi figlioletti, sempre per soddisfare i suoi intenti.
    Rappresenta la vendetta e la gelosia estremizzate nell'animo femminile.


    Silius nelle Punicae (libro VIII, 495-501) scrive:

    Angitia, figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe,
    così dicono, e maneggiava da padrona
    i veleni e traeva giù la luna dal cielo;
    con le grida i fiumi tratteneva e,
    chiamandole, spogliava i monti delle selve.

    Questo pezzo mi piace particolarmente perchè Angizia è l'archetipo di Colei che agisce con coscienza della propria natura. Lei trae la Luna giù dal cielo, la sua voce muove le Acque e la sua essenza è connessa visceralmente con la Terra che la circonda. E' dispensatrice di vita e morte, di luce e ombre.

    Acqua



    Intorno alla Terra, purifichiamo la rete di luce. Prima di tornare fra le nostre Genti, dovrete farlo anche voi, dal suolo stesso ove camminate.

  • OFFLINE
    Andromaca75
    Post: 3
    Registrato il: 10/09/2007
    Età: 48
    Sesso: Femminile
    Viandante
    00 24/10/2007 16:04
    Medea è una figura che mi affascina moltissimo; quello che spesso mi chiedo è se il fatto che uccida i figli non sia un atto di crudeltà e di vendetta, come Euripide sottolinea nella sua tragedia, ma il modo che Medea di "preservarli", cerco di spiegarmi : pur di non farli cadere nell' influenza nefasta di Giasone li uccide.
    Un po' mi ricorda Medb, come caratteristiche.
    **************************************************
    Certo bisogna farne di strada, da una ginnastica d' obbedienza, fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza, però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni, da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni.
  • OFFLINE
    ValerieLeFay
    Post: 385
    Registrato il: 22/11/2006
    Età: 40
    Sesso: Femminile
    Fanciulla dell'Isola
    00 23/02/2008 11:27
    Un piccolo appunto sul nome di Medea...
    da quello che so io (ma per carità, potrei benissimo sbagliare) il nome deriverebbe dalla radice "Meda" e cioè Medicina.

    Medea inoltre possiede il calderone, e tramite esso può donare la vita e la giovinezza, o la morte.
    é una Dea Vita morte Vita.

    La citazione di Acqua è davvero bellissima!


    L'ile de voirre

    NUTRICE: La Colchide è lontana, di tuo marito non ti puoi fidare
    del tuo potere non resta più nulla.
    MEDEA: resta Medea. In lei c'è mare e cielo,
    e ferro e fuoco,
    i fulmini e gli Dei.
    Seneca "Medea"


  • OFFLINE
    AlessandroSkryer
    Post: 123
    Registrato il: 18/02/2008
    Età: 65
    Sesso: Maschile
    Apprendista
    Sognatore dell'Isola
    00 27/08/2008 18:07



    Di Medea si narrava che aveva appreso tutte le proprietà delle erbe da sua madre, Hecate, e da sua sorella, Kirke, e che molto spesso le impiegava per apportare benessere, salute e giovinezza. Era una dèa tanto antica che il ricordo della sua divinità, quasi dimenticato, si celava dietro le narrazioni che la presentavano umana, sebbene dotata di grandi poteri magici. Eppure la sua natura numinosa traspare se si considerano proprio tali poteri, in particolare la sua capacità di ripristinare la giovinezza: opera che può essere compiuta soltanto dai numi, unici in grado di fermare il tempo. E tale miracolo fu compiuto da Medea proprio mediante le erbe, come narra Ovidio («Metamorfosi», VII, 179 e ss.).

    In una notte di luna piena, con la veste sciolta e i capelli sparsi sulle spalle, nel silenzio profondissimo in cui soltanto le stelle palpitano, inginocchiata, Medea invoca la Notte, ed Ecate tricipite, e la Terra, e tutti i numi dei boschi e della notte, per procurarsi i filtri che rinnovano la giovinezza. Con un cocchio trainato da draghi alati, esplora le campagne per nove giorni e per nove notti alla ricerca delle erbe che le occorrono, e allorché le trova, le strappa dalle radici, oppure le recide con la lama ricurva di una falce.

    In una tragedia perduta, «Rhizotomoi», di cui restano pochi frammenti tramandati da Macrobio nei «Saturnali», Sofocle descrive Medea nel momento in cui si procura quelle erbe e quei fiori rari di cui è l’unica a conoscere le proprietà e gli usi. Nuda, distogliendo il viso per non respirarne gli odori mefitici e coprendosi gli occhi con una mano, recide con falci di bronzo alcune piante malefiche e raccoglie il succo che ne cola in bacili di bronzo. Le virtù prodigiose delle erbe officinali e magiche raccolte in tal modo erano tali da consentire alla dèa di operare a distanza, diffondendole dal cestello in cui le conservava e le trasportava.

    (Ovidio, «Metamorfosi», Introduzione e traduzione di Mario Ramous, Milano, Garzanti, 2000; Daniel Ogden, «Magic, Witchcraft, and Ghosts in the Greek and Roman Worlds: A Sourcebook», Oxford, Oxford University Press, 2002, pp. 82-83; Momolina Marconi, «Da Circe a Morgana», «Rendiconti del Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Vol. LXXIV, n. 5, Milano, Hoepli, 1940-1941, pp. 546-547.)






    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


    Crevice Weeds






  • OFFLINE
    stregaviolet )O(
    Post: 4.347
    Registrato il: 26/08/2002
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 28/08/2008 01:54
    Alessandro, questi tuoi appunti sono bellissimi... uniscono le Erbe alla Dea Strega, ad Ecate, alla Notte... alla Donna Notturna... [SM=g27822]
    Medea la conoscevo poco e il suo mito non mi ha mai attirato molto...
    Ma ne sono rimasta folgorata quando ho letto una citazione da un libro sulla Storia della Stregoneria (di P. G. Maxwell-Stuart) tratta da le Metamorfosi di Ovidio.

    Ve la riporto in due versioni meravigliose, in cui si percepisce appieno la natura e la bellezza libera della Strega. La seconda, quella riportata dal testo di stregoneria, è quella che nonostante tutto è rimasta per me la fonte d'ispirazione...

    "Mancavano tre notti perchè la falce lunare
    si richiudesse a cerchio pieno. E quando splendette pienissima,
    e guardò la terra con l'immagine tonda,
    Medea uscì di casa indossando una veste slacciata,
    a piedi nudi, coi capelli liberi e sparsi
    sulle spalle, e vagò nel silenzio della mezzanotte,
    sola. Uomini, fiere ed uccelli erano addormentati
    in una quiete profonda; insinuatasi senza un sussurro,
    le fronde tacciono immobili, l'aria umida tace
    e splendono solo le stelle: tenendo a loro le braccia,
    si gira tre volte e tre volte bagna i capelli
    con acqua presa dal fiume, tre volte apre la bocca
    urlando, inginocchiatasi sulla dura terra,
    dice: "Notte, custode fedelissima dei segreti, auree stelle che insieme
    alla luna succedete le luci del giorno;
    tu, Ecate triforme che, complice della mia impresa
    vieni in aiuto alle formule e alle arti dei maghi,
    e tu, Terra che fornisci ai maghi erbe potenti;
    voi brezze, venti, monti, e fiumi e laghi,
    dèi delle selve e dèi tutti della notte, assistetemi. (...)"

    Tratto da Le Metamorfosi, Ovidio, Traduzione di Guido Paduano, Edizione I Classici Collezione, Mondadori.

    e questa è l'altra versione:

    "Allorchè la luna rifulse nel cielo tonda e guardò con l'intera figura la terra di sotto, uscì di casa Medea con le vesti succinte, coi piedi nudi e con nude le chiome disciolte sugli omeri, e a mezza notte vagò per cupi silenzi senz'altre compagne: l'alta quiete sopiva la gente, gli uccelli e le fiere, non sussurravano le siepi, tacevano immote le fronde, l'umido cielo taceva e brillavano solo le stelle. Ella, tenendo nel cielo le braccia tre volte, gira su se stessa e tre volte si spruzza le chiome con l'acqua presa dal fiume e tre volte gridando, sul duro terreno inginocchiata, fece questa preghiera (...)."

    Questo pezzo, tratto come dicevo dal libro Storia della Stregoneria di P. G. Maxwell-Stuart, segue con un'interpretazione di Medea come Strega, di cui riporto qualche parola:

    "Ogni cosa è affrancata dai regolari vincoli che reggono il comportamento appropriato, vale a dire ammesso ufficialmente. Le donne portavano di solito i vestiti stretti alla vita con una cintura; Medea si è liberata di questa costrizione. Le donne rispettabili raccoglievano i capelli sulla nuca, o li arricciavano e li ornavano; Medea li scioglie. Di giorno, uomini e animali agiscono seguendo gli obblighi sociali (...); di notte, ne sono svincolati grazie al sonno. Di giorno, la gente parla e la loro vita è pervasa da vari rumori; qui Ovidio sottolinea il silenzio della notte, quando perfino la natura si astiene da qualsiasi rumore, per quanto plausibile. Anche il linguaggio è abitualmente retto da una serie precisa di leggi e convenzioni, mentre Ovidio dice che Medea "libera la bocca" per dare sfogo ai suoi lamenti. (...)
    Si sovverte anche la luce solare, dato che Medea rivolge le sue invocazioni alla luce della luna piena, a mezzanotte."

    E Medea raccoglie nella notte illuminata dalla Luna le sue erbe magiche... poichè ella è una Signora delle Erbe, un'Erbaria divina...

    Splendida... [SM=g27819]




    [Modificato da stregaviolet )O( 28/08/2008 01:56]


    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    "Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
    Lord Dunsany

    Il Tempio della Ninfa

  • OFFLINE
    stregaviolet )O(
    Post: 4.469
    Registrato il: 26/08/2002
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 25/09/2008 03:20

    Ecco un pezzettino tratto da "Il Libro delle Streghe", di Serena Foglia, Ed. Rusconi, 1981. [SM=g27822] [SM=g27823]

    "Medea sacerdotessa di Ecate, Dea degli Inferi, usa per i suoi sortilegi ogni sorta di erbe provenienti dalla fertile terra e dal fluttuante mare. Grazie ad esse può placare le fiamme del fuoco più invitto, può fermare il corso dei fiumi impetuosi, può incatenare gli astri e mutare il corso dell'argentea Luna e farla discendere dal cielo.
    Medea conserva le erbe in uno scrigno: alcune sono salutari, altre funeste. La più potente proviene da una pianta che cresce nella terra caucasica (...).
    Il fiore di questa pianta è color zafferano, le radici si espandono con rigoglio protervo, il succo è nero, denso come quello della quercia. La terra geme ogni volta che la si coglie (...). Questa pianta misteriosa (...) più tardi si è venuti ad identificarla con la mandragora."

    Con tale pianta Medea preparerà l'unguento magico con il quale ungerà Giasone, e grazie al quale egli riuscirà a superare prove altrimenti impossibili.

    Ecco quanto, se vi sarà altro aggiungerò in seguito [SM=g27822]
    Violet




    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    "Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
    Lord Dunsany

    Il Tempio della Ninfa

  • OFFLINE
    Ithilla
    Post: 847
    Registrato il: 14/05/2006
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Madre dell'Isola
    00 28/09/2008 11:15
    Vanna De Angelis,
    "Dalla parte delle streghe",
    Ed. PIEMME
    pp 233 e sg:


    "Nel suo dramma Medea, Seneca le attribuì come maestro Prometeo, da cui sangue fiorì l'aconito, pianta del potente veleno. Il mito la raffigurò accompagnata dai serpenti, nell'intento di esaltare l'orrore che doveva ispirare la sua figura di donna assassina, e cancellò il significato originario del serpente, animale sacro alla Grande Dea quale simbolo della rigenerazione, simbolo del ciclo vita-morte-vita, dell'unitario ciclo cosmico raffigurato dalla circolarità dele sue spire. Il serpente era originariamente associato a Medea nel segno della salute del corpo e dell'anima, non in quello dell'orrore.

    Medea, il cui calderone rappresentava i principi di trasformazione e di rigenerazione, nel mito greco diviene maga facitrice di sortilegi capaci di suscitare dissidi, rivalità, odio, sangue, omicidio. Donna di morte. Arcaia dea che nei suoi sette figli raffigurava il succedersi dei giorni della settimana, venne trasformata in assassina dei suoi figli per vendetta amrosa.

    Medea rappresenta il matriarcato che tramonta soggiogato dal potere del patriarcato. Il patriarcato tolse ogni valore, ogni positività all'antica maga guaritrice, attribuendole poteri tutti negativi e riducendola a strega. Nel destino di Medea, ogni donna accusata di stregoneria perchè esperta di erbe curative, vide riflesso il proprio destino, che da guaritrice la trasformò in strega.

    Medea conosceva l'arte di guarire; le venne attribuita l'arte di uccidere e quella dell'intrigo e dell'inganno. Il mito che la rese strega, la narra due volte in fuga sul suo carro trainato da serpenti alati, la prima da Corinto, [...], e la seconda da Atene, [...].

    Nel mito di Medea, dea della guarigione e delle erbe, l'arrivo e la fuga prima a Corinto e poi ad Atene rappresenta l'arrivo nelle due città dei culti della Grande Dea e la loro successiva distruzione da parte del potere maschile.

    Era lei, Medea, sciamana per eccellenza, la primordiale conoscitrice di botanica, medicina, magia. Eppure Apollonio le attribuì uno sguardo terribile, simile a quello della Medua, che paralizzi chi la fissa negli occhi, sguardo di morte e non di vitale ricerca di virtù della Natura. Euripide la chiamò "leonessa" per la sua facoltà di trasformarsi in un immenso gatto dai lunghi artigli, operando una spaventevole metamorfosi. Bellissima e sensuale, il suo erotismo venne paragonato ad un ingorgo fatale che inghiotte il maschio. Medea divenne maga che annulla la volontà dell'uomo anche se eroe e tenta di distruggerlo e assoggettarlo.
    Eppure fu figlia del Sole, fu figlia della Luna in un'epoca in cui il Sole e la Luna usavano dell'alba e del tramonto per incontrarsi, e non per sfuggirsi."

    ...mi fermo nella trascrizione su questa frase che mi ha emozionata...
    spero che l'autrice non vada su tutte le furie per quest'ampia citazione e per quelle che seguiranno...




    I come from the darkness and in the darkness rest.
    My appearance is black, my spirit is white and red is my flow.

    With a hand I wound and with the other cure, my lips enchant and my eyes bind.
    I am not good and am not bad, am not hatred and am not love. I live from always,
    I was born yesterday and I will die tomorrow,

    showing my light to who has the courage to catch up me ...
    Do not follow me, you would not find I ...

    Guess me in of you, in that dark place of the soul where the conscience shines without beliefs ...
    I will so show myself at your side patiently smiling to your tender fears ...

  • OFFLINE
    AlessandroSkryer
    Post: 169
    Registrato il: 18/02/2008
    Età: 65
    Sesso: Maschile
    Fanciulla dell'Isola
    Sognatore dell'Isola
    00 28/09/2008 18:59



    È bellissima l’immagine del crepuscolo come momento d’incontro…

    Un momento di armonia, di silenzio, di contemplazione, di ascolto, di mutamento, di possibilità…






    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


    Crevice Weeds






  • OFFLINE
    Ithilla
    Post: 849
    Registrato il: 14/05/2006
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Madre dell'Isola
    00 01/10/2008 09:45
    AlessandroSkryer, 28/09/2008 18.59:



    È bellissima l’immagine del crepuscolo come momento d’incontro…

    Un momento di armonia, di silenzio, di contemplazione, di ascolto, di mutamento, di possibilità…




    esattamente... solo che l'umanità ha smesso di vedere quest'armonia ed ha scisso questi due poli, dividendo la notte dal giorno e questi momenti d'incontro e di magia sono diventati il regno del nulla, i momenti in cui il sole scappa dalla luna e la luna scappa via alla vista delle prime luci del sole...

    continuo con la trscrizione:

    "Fu signora delle streghe di Tessaglia, regione della Grecia settentrionale, terra d'incantatrici e guaritrici e maghe. Regione che venne chiamata "terra delle prime streghe", patria della stregoneria e della magia, ricca di funghi dalle virtù allucinogene usati dalle maghe di Tessaglia come farmaci di vita e di morte, come sostanze compagne di sogni profetici e di visioni.
    Le maghe di Tessaglia sapevano catturare le forse spirituali della luna e indirizzarle nelle piante sotto forma di rugiada, dalle potenti virtù curative. La luna era un vaso traboccante ambrosia, nettare destinato agli dei.
    Ricche del magico influsso lunare, le streghe di Tessaglia furono abilissime facitrici di filtri amorosi e di afrodisiaci, capaci di scatenare la gioia di vivere e la passione, e di aumentare il piacere.
    Di esse il mito greco ispirato al patriarcato narrò che con i loro sortilegi rendevano impotenti i maschi, narrò che con voracità frenetica si cibevano di carne umana, narrò che per comporre le loro pozioni sottraevano alle tombe i cadaveri appena sepolti: la loro sacrilega furia nei confronti dei defunti raccomandava di piantonare i cimiteri.
    Il mito greco narrò di loro che componevano le loro pozioni, non con erbe selezionate ma con escrementi e carni in decomposizione; narrò che sorprendevano i maschi nel sonno per orinare loro in facia; narrò che uccidevano i bambini.
    Medea, che era maestra di vita, si vde trasformata in istigatrice di riti omicidi. I delitti che le vennero imputati sarebbero ricaduti sulle "streghe" perseguitate dall'Inquisizione.

    Nel giardino di Medea crescevano piante inquietanti perchè dalle duplici caratteristiche: potevano far guarire se abilmente dosate e altrettanto abilmente dosate potevano far morire. Potevano essere piante di vita o piante di morte ed erano epifania del doppio volto di Medea, [...]. La sua sapienza delle qualità spirituali delle piante venne stravolta in magia nera volta a uccidere.
    [...]
    Nascevano nel giardino di Medea la mandragola, il giusquiamo, la cicuta, la primula, la belladonna, piante usate dalle "streghe", piante di vita e di morte.
    [...]
    La mandragola veniva chiamata la "pianta di Medea", pianta regina nel giardino della primordiale guaritrice.
    [...]
    L'arte ceramica attica rappresenta Medea accanto al calderone, intenta a ringiovanire e a donare giovinezza eterna al decrepito padre di Giasone. Dal calderone dell'eterna giovinezza emerge l'ariete, animale che simboleggia la rigenerazione, sacro alla Grande Dea della Natura, che nelle sue corna ricurve vede rappresentata la circolarità del ciclo vita-morte-vita e la falce lunare.
    [...]
    Da Medea gli sciamani impararono a spalmarsi il corpo con olio di aconito - come facevano le "streghe" nei loro voli notturni - per andarsene fin sopra le nubi e da qui far piovere o scatenare tempeste."


    mi fermo qui...
    credo di aver rubato tanto all'autrice e non credo che questi saranno gli ultimi brani che trascriverò... hehehe...
    mi fermo qui anche perchè vorrei rileggere la discussione sulla "scopa" che Violet ha messo in evidenza in questi giorni...
    meno male che ci sei tu a tirare le fila di questa disussione, che da un post è diventata una cartella e ormai ha invaso tutto il forum...
    bellissimo, stimolante e illuminante!

    [SM=g27838]





    [Modificato da Ithilla 01/10/2008 09:49]

    I come from the darkness and in the darkness rest.
    My appearance is black, my spirit is white and red is my flow.

    With a hand I wound and with the other cure, my lips enchant and my eyes bind.
    I am not good and am not bad, am not hatred and am not love. I live from always,
    I was born yesterday and I will die tomorrow,

    showing my light to who has the courage to catch up me ...
    Do not follow me, you would not find I ...

    Guess me in of you, in that dark place of the soul where the conscience shines without beliefs ...
    I will so show myself at your side patiently smiling to your tender fears ...

  • OFFLINE
    Rebecka
    Post: 316
    Registrato il: 08/07/2004
    Sesso: Femminile
    Fanciulla dell'Isola
    00 01/10/2008 10:29


    Medea, del Nero Mare principessa, della Colchide incontrastato Splendore, Astuzia il tuo segreto nome. Della stirpe di Helios porti sulla lucente fronte il segno, di Kirke pare ti vogliano figlia, come Cassifone, fratricida. Sebbene Neaira, del Novilunio, sia Madre di tutte le Figlie del Sole, d’Asterodeia hai nel destino il vagare. Ma Idyia, più di tutte Esperta, ti lega al Segreto Mondo del tuo Sapere, Colei che al mondo lunare intreccia il Magico mondo pharmakon, come la terribile Hecate, Signora dei Filtri, Colei che è Madre delle Misture Segrete.
    Che di te Luna scorga il destino, vagante per le strade notturne in cerca di Giasone, scalza e splendente. Che nei tuoi occhi scorga il paglierino oro la Kirke belle trecce, nella tua carne di tenebra, danzante sposa del traditor Giasone.
    Tutto sei in bellezza ed incanto, Nera Notte, barbara principessa dal funesto destino, chi t’ha incrociato sul suo cammino ha saputo dai tuoi occhi di fiamma quale Furore Divino avrebbe spezzato le leggi ch’appartengono all’umano sentiero.
    Rifuggi il mondo che incarni, il grande Eete, quel che conosci e l’Oscurità a Giasone mostri. Spinge Afrodite, graffia le fragili pareti del tuo cuore, soffia Eolo sulle dispiegate vele del imponente legno di Argo. Apsirto, per tuo inganno raggiunge le porte di Ade, per mano di Giasone, colui che l’amor non comprende.
    Ma ombra cupa insegue Argo, come la notte che vela le stelle e forte il tuo sangue nelle vene ribolle. Ribelle, astuta, dall’immane potere, solo ad Aiaie il tuo cuor si 'purifica' nelle dolci fiamme di Eros. Kirke, delle Metamorfosi Signora, come te Figlia del Sole, delle amorose pozioni spinge oltre i limiti, ma tu più di Lei, sei abile nel condurre i tuoi scopi alla Primordiale Perfezione.
    Della Tenebra figlia, nemmeno la grotta di Dioniso presso i Feaci può cancellar ciò che è tua Essenza profonda. Ti pieghi per amor di Giasone al greco pensare, annulli il tuo Magico Cammino e l'esser Signora, Padrona di Pozioni e Segrete Misture.
    Oscuro pare all’umana ragione il tuo gesto, ma solo nel falso infanticidio attorno a te creato, liberata dal giogo nuziale, Incantata Principessa dal barbarico culto, sul Carro di Helios che lontano ti porta, potrai ritrovar la tua Naturale Armonia, Primordio d’Essenza, alla Sacra Fonte ancora attinger potrai incantando le Notti, nei Giardini della Terribile Hecate, danzando a fianco della Kirke Pharmakis.


    Le cose che avete riportato sono incredibilmente stupende. Quello che riporto io, è solo un canto, così come alle mie orecchiuzze è giunto. E' un pò lo stesso lavoro che ho fatto con le quattro donnine del mio primo librino in pubblicazione.




    Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando.
    - Li Yutang -



    Dama de "La Contea Incantata"
  • OFFLINE
    AlessandroSkryer
    Post: 255
    Registrato il: 18/02/2008
    Età: 65
    Sesso: Maschile
    Fanciulla dell'Isola
    Sognatore dell'Isola
    00 11/02/2009 01:11





    Joseph Mallord William Turner, «Vision of Medea» (1828).





    Eugene Delacroix, «La furia di Medea» (1862).






    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


    Crevice Weeds






  • OFFLINE
    mausci
    Post: 43
    Registrato il: 05/01/2012
    Età: 41
    Sesso: Femminile
    Viandante
    00 10/04/2012 23:45
    amo molto euripide, ed ho tanto pianto per e con medea..mi ricorda la llorona anche..come la llorona, anche medea si ritrova vittima di qualcuno che la vuole dominare..proprio lei, primitiva veggente!proprio lei emblema del popolo antico!
    se leggo questi miti in senso letterale (cosa che, calvinianamente, di solito faccio con sincero piacere [SM=g27822] ), allora non riesco ad immaginare il dolore che può aver preso queste donne quando hanno realizzato di aver ucciso i figli..ma in chiave metaforica capisco che la Sacerdotessa senta la necessità di "uccidere" quelli che sono figli di una figura dispotica e negativa (Giasone per Medea, l'hidalgo per la llorona) ed una figura che pur essendo positiva è stata momentaneamente debole, poco lungimirante, come colei che ha sposato Barbablù..
    Se la luna piena poi diviene, è perché il bambino dorme bene, ma se sta piangendo Lei se lo trastulla: cala e poi si fa culla...

    Mecano, "Figlio della Luna"