OTmigration [DIM]14pt[=DIM][COLORE]#F501CC[=COLORE][G]Lo spazio per le chiacchiere e le risate....l'angolo di web in cui sentirsi a casa![/G][/COLORE][/DIM]

La strampalata storia che sto scrivendo...consigli...

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    Agny81
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    00 07/02/2007 14:21
    dunque 4 anni fa ho iniziato a scrivere una specie di romanzo...una storia d'amore, ma molto strampalata a mio avviso, non noiosa, ricca di colpi di scena, ma forse troppo assurda per essere vera...a 20 anni vedi le cose in un modo, credevo tanto a quello che stavo facendo...a 25 ti accorgi che forse hai perso tanto tempo per raccontare delle cretinate incredibili, così mi ero arresa...avevo lasciato perdere...ma in questi giorni mi sto dicendo: ero quasi arrivata alla fine del mio romanzo...cretinate o no perchè non portarlo a termine?? così ho iniziato a rileggerlo, a riguardarlo, per poter riprendere e scrivere il finale...
    ora mi domandavo..se io postassi qui qualche brano, ci sarebbe nessuno interessato a darmi dei pareri?? [SM=x1293151]
    pareri sinceri tanto so benissimo che è solo una cavolata, ma vorrei tanto portarla a termine...





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  • .Luna6.
    00 07/02/2007 14:32
    io leggerei volentieri [SM=g27821] [SM=g27823]
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    Agny81
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    00 07/02/2007 14:34
    va bè allora posto l'inizio dai...questo è un pò noiosetto ma tanto per capire i protagonisti...se ti annoia puoi sempre lasciare perdere ok??





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    vinkor
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    00 07/02/2007 14:34
    si cambia sempre
    quando leggi cose vecchie, a volte ti sembrano assurde
    perchè nel frattempo sei cambiato, è normale!!
    comunque hai fatto bene a riprenderlo e a volerlo finire
    ho già letto cose tue e mi sono piaciute
    pertanto PROCEDI!!!!
    ma ti consiglio di non postare cose troppo lunghe
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    Agny81
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    00 07/02/2007 14:42
    questo è l'inizio...un pò lunghetto ma non riesco a decidere cosa tagliare così l

    Asia, pensavo di poterti mandare a casa, ma dovrai fermarti un po’ di più. Ci sono ancora alcune cose da ultimare”.
    Ogni sabato la stessa storia. Alle 7 di sera quando mi illudo che la mia settimana lavorativa sia finalmente giunta al termine, arriva la Sig. Conti, la mia principale e come al solito trova qualcosa da ridire sul mio operato.
    “Ma, signora, pensavo fosse tutto in ordine. Sa questa sera avevo anche un mezzo appuntamento e mi dispiacerebbe molto arrivare tardi. Cosa c’è che non va?”.
    “Come cosa c’è?” esclama lei scendendo rapidamente le scale e raggiungendomi al pian terreno “Qui è tutto abbastanza pulito, ma di sopra, al terzo piano le scale e i pavimenti non sono del tutto brillanti e lo sai quanto ci tiene il Signor De Giusti a queste cose. Come minimo dovrai dare ancora una passata di cera. Per non parlare delle cornici dei quadri che sembra non abbiano visto l’ombra di uno straccio da mesi” spiega con il suo fare scorbutico e scontroso
    “Ma signora… Si ricorda, stamattina le avevo anche telefonato per chiederle se almeno oggi potevo andare a casa per le sette…”
    “Asia cara, mi dispiace per il tuo appuntamento ma finchè non imparerai a pulire tutto alla perfezione, come esigono i nostri clienti, dovrai abituarti a lavorare anche oltre il normale orario. Domani De Giusti ritorna e, vista la sua età, gli verrebbe un infarto se vedesse quella ragnatela che c’è su uno dei quadri su al terzo piano. Hai avuto quasi una settimana di tempo e sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio da te”.
    “Non per contraddirla, ma sono tre piani da dieci stanze l’uno ed io ho fatto del mio meglio lo sa?”ribatto io sempre più nervosa
    “Purtroppo non è abbastanza. Ora non perdiamoci in chiacchiere inutili. Prendi mocho e secchio e corri di sopra, così per le nove forse avrai finito. Naturalmente queste ore extra non te le pago, mia cara, hai sbagliato tu e non posso rimetterci io”.
    “Ma…”
    “Niente ma, fila di sopra. Ci vediamo lunedì, passa nel mio ufficio di buon ora per il nuovo incarico e buon divertimento per il tuo appuntamento”.
    Detto questo se ne va sbattendo la porta ed io mi ritrovo per l’ennesimo sabato a fare delle ore straordinarie non pagate. Non ne posso più di fare questa vita.
    Piano piano le lacrime iniziano a rigarmi il volto, ma non posso permettermi il lusso di piangere, così stancamente mi avvio verso il terzo piano, dove 100 metri quadrati di pavimento aspettano la mia seconda passata di cera. Mentre pulisco però la mia mente non può fare a meno di pensare. Gli altri sabati non mi pesava poi tanto continuare a lavorare perché l’unico appuntamento che avevo era quello con il mio divano per guardare un po’ di Tv. Eh già, da quando Luca, che era stato il mio ragazzo fin dai tempi della scuola, mi aveva lasciato per un’altra, mi capitava molto di rado di uscire la sera. Oltretutto anche Sandra, la mia migliore amica, aveva da poco trovato il grande amore della sua vita, ed io mi sentivo davvero molto sola, al punto che qualche volta ero stata contenta di lavorare fino a tardi, almeno avevo qualcosa da fare. Ma non stasera porca miseria! Dopo tanto tempo avevo un appuntamento e per di più con un ragazzo che era la fine del mondo.
    Che gioia avevo provato due giorni fa quando quel bel ragazzo che tutte le mattine prende il mio stesso autobus mi aveva rivolto la parola.
    “Ehi, fermati, ti è caduto qualcosa!” aveva urlato
    Io, che stavo raggiungendo uno dei sedili di mezzo, mi ero voltata ed avevo visto lui, bello e sorridente, con in mano il mio nuovo telefono cellulare.
    “Oh, che sbadata, grazie mille!” avevo balbettato, rossa in viso per l’emozioni di parlargli per la prima volta. Erano anni infatti che io di nascosto, salendo sul pulman, lo osservavo, ammirando quanto fosse bello e sognando il giorno in cui mi avrebbe rivolto la parola. E quel giorno era arrivato, non ci potevo credere.
    Cercando di non farmi intimidire dai suoi stupendi occhi neri (che da vicino erano ancora più belli) avevo continuato dicendo “Sai l’ho appena comprato, mi è costato una fortuna, per cui non so davvero come ringraziarti”
    “Ma ci siamo già visti da qualche parte?” aveva esordito lui dopo avermi fissato per qualche secondo senza dire niente.
    “Bè, sono quasi 2 anni che prendiamo lo stesso autobus per andare in centro a Genova la mattina” avevo ammesso con un pizzico di delusione constatando che non si ricordava di me.
    “Ah, davvero? Sai la mattina sono sempre un po’ addormentato e non mi guardo molto in giro”ammette sorridendo
    “Eh già, è durissima svegliarsi presto, anch’io tutto quello che desidero è raggiungere in fretta un sedile per poter sonnecchiare ancora un po’” avevo continuato, mentendo perché ogni giorno il mio unico obiettivo era quello di riuscire a guardare, anche solo per un attimo, questo bel ragazzo che ora stava proprio davanti a me “Però sai, in 2 anni, ogni tanto si butta l’occhio qua e là, giusto?”
    “Hai ragione. Io però devo essere un caso a parte, sembro sveglio, ma in realtà dormo ad occhi aperti. Ah, quanto odio alzarmi presto!”
    “A chi lo dici!” Non ci potevo credere che stavo conversando con lui. Non vedevo l’ora di raccontarlo a Sandra.
    “Ma perché non ti siedi qui?” mi aveva chiesto lui vedendo che, pur essendo quasi a metà viaggio, ero ancora in piedi. Io naturalmente avevo accattato ben volentieri e avevo preso posto nel sedile vicino al suo.
    “Che scemo, non mi sono nemmeno presentato. Mi chiamo Gianni e tu?”aveva detto lui tendendomi la mano.
    “Adelasia, ma tutti mi chiamano Asia, piacere di conoscerti”
    “Adelasia? Che razza di nome è? Non l’ho mai sentito”
    “Bè è una storia un po’ lunga. Diciamo che quando sono nata i miei genitori erano reduci da una bellissima vacanza ad Alassio, erano rimasti molto affascinati dalla storia della principessa Adelasia, colei che ha dato il nome ad Alassio, ed è per questo che mi hanno chiamato così” spiego per l’ennesima volta, non è di certo la prima persona a chiedermi le origini del mio strano nome
    “Non è poi un brutto nome, secondo me, e poi è molto originale” constata Gianni
    “Ma sì dai, non mi lamento. Senti, menomale che stamattina non eri poi così addormentato dato che ti sei accorto che il mio cellulare era caduto” avevo proseguito io “Non so proprio come ringraziarti!”
    “Bè, il minimo che puoi fare è darmi il tuo numero, direi” aveva risposto guardandomi con quegli occhi così belli e profondi da togliere il fiato e sorridendo aveva continuato “E magari offrirmi qualcosa da bere una sera…”
    A quel punto mi ero sentita arrossire e il mio cuore aveva iniziato a battere all’impazzata. Anche se faccio di tutto per nascondere la mia timidezza, in circostanze come questa ritorna fuori. Non riuscivo a crederci che proprio lui mi stava invitando (anche se dovevo pagare io, ma questo, cosa volete, è un dettaglio di poco conto) a bere qualcosa.
    “Oh, volentieri” avevo risposto sorridendo
    “Perfetto, allora che ne dici di sabato sera? Anche se temo che una bella ragazza come te abbia altri impegni…”
    Cosa? Mi aveva detto che sono bella… Io? Da non crederci. Certo, non mi ritengo poi brutta, ma neanche bella, sono troppo banale: bassina, capelli castani, occhi azzurri, insomma niente di speciale.
    “Sai, dovrei consultare la mia agenda, ho talmente tanti ammiratori che vogliono uscire con me” avevo risposto scherzando.
    “Fai con calma, ti do il mio numero così mi fai sapere? E comunque sappi che se scegli me non te ne pentirai” aveva risposto lui serio. Ma come? Non aveva mica capito che stavo scherzando.
    “Guarda che scherzavo!” Ma quali ammiratori? L’unico essere di sesso maschile con cui trascorro le mie serate è il mio cane Bruk, con cui guardo la tv sul divano.
    “Allora sabato sei libera?” mi aveva chiesto lui speranzoso
    “Eh, sì, sono liberissima” ammetto sorridendo
    E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci siamo scambiati velocemente i numeri di telefono e avevamo fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova.
    Pensare alla chiacchierata con Gianni mi ha fatto passare un po’ la tristezza e così inizio a pulire più rapidamente, sperando di farcela in poco tempo. Ma è proprio un impresa impossibile, sono già le otto e non sono neanche a metà. Devo chiamarlo, magari ci potremmo incontrare un po’ più tardi, non credo che per lui ci siano problemi. Così con il cuore in gola digito il suo numero e attendo speranzosa.
    “Pronto” Ah com’è bella la sua voce…
    “Ciao Gianni, sono Asia. Mi dispiace tantissimo, ma sono ancora al lavoro e ne avrò fino alle nove e trenta, però ci poss…”
    “Oh, guarda non c’è problema, anzi stavo per chiamarti io. Sai stasera proprio non posso. La mia ragazza, che studia all’estero, è tornata con un giorno d’anticipo e così voglio stare un po’ con lei, credo che tu possa capirmi” spiega come se fosse la cosa più ovvia del mondo
    Aveva la ragazza, c’era da immaginarselo, ed io come una scema che mi ero fatta tante stupide illusioni.
    “Asia, ci sei ancora?”
    “Ah, scusami, non me l’aspettavo e sinceramente sono rimasta un po’ male, ma non importa. Corro a lavorare che sono molto indietro, ciao

    [Modificato da Agny81 07/02/2007 14.44]






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  • .Luna6.
    00 07/02/2007 14:46
    macchè! mi piace così tanto leggere.. [SM=g27822]

    Agny posso dirti una cosa OT? quella fotina nell'avatar non ti rende per niente giustizia! [SM=g27821]
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    Agny81
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    00 07/02/2007 14:51
    ecco questo era l'inizio...praticamente la protagonista è Asia una ragazza povera che per mantenersi fa le pulizie...è romantica e sognatrice, ma molto sfortunata in amore...

    ecco in questo pezzo descrive un pò la sua vita:

    Tralasciando il lavoro, che già di per sé è un inferno (6 gg su 7 a rompermi le ossa per una miseria di stipendio), la mia vita privata è una delusione continua. Sono stata quasi un anno per riprendermi dopo che avevo beccato Luca che si sbaciucchiava con una bella bionda in un parco della città. Ho sofferto tanto ma in qualche modo ne sono venuta fuori, anche grazie all’affetto di Michele. Un caro ragazzo con cui sono uscita per un periodo, peccato che quando ha saputo che lavoro faccio non ha più voluto vedermi. Ovviamente capirete che ho detto caro per modo di dire. Ed ora la storia di Gianni… E’ davvero troppo! Sto seriamente pensando di chiuderla una volta per tutte con i ragazzi, ho paura che sotto sotto anche i più gentili siano infondo dei gran bastardi.
    Ma no, non esageriamo, non voglio essere troppo pessimista. Adesso ragiono così perché sono ferita e delusa, ma devo essere fiduciosa e non abbattermi. Sono sicura che un giorno il grande amore arriverà anche per me. Infondo me la merito proprio un po’ di felicità. Lavoro tantissimo, più di 10 ore al giorno se c’è bisogno, senza lamentarmi mai (o quasi) e con la miseria di stipendio che prendo devo mantenermi ed in più lasciare una bella quota in casa dato che la nostra situazione economica non è certo delle migliori. Mio padre ha problemi di salute, non solo non può lavorare ma in più le sue medicine costano un occhio della testa, naturalmente la sua pensione non basta e così anche la mamma quando può cerca di darsi da fare con qualche lavoretto occasionale. Io e mio fratello, che ha quasi trent’anni e fa l’elettricista, vivendo ancora con loro, ci sentiamo quasi obbligati a lasciarli metà dei nostri stipendi, ma anche così è sempre più difficile arrivare a fine mese.
    Ah, come invidio Sandra e le altre mie amiche benestanti! Loro studiano ancora all’università e si fanno mantenere in tutto e per tutto dai genitori, i quali le viziano esaudendo ogni loro desiderio, dai vestiti di marca, all’automobile ultimo modello. Per non parlare del fatto che ogni anno vanno a farsi splendide vacanze, ovviamente finanziate da papino e mammina, ai Carabi o alle Maldive, con le splendide navi da crociera che partono da Genova. E a me non resta altro che fantasticare, guardando le bellissime foto che poi mi portano, sul giorno in cui anch’io potrò permettermi un viaggio del genere. Ma ho paura che per me resterà sempre e solo un sogno perché i prezzi sono davvero proibitivi.
    Lo so, l’invidia non è un bel sentimento, però credo che chiunque in questa situazione ne proverebbe almeno un po’. Loro un anno Grecia, quello dopo Baleari, il successivo Maldive…Ed io che invece non mi sono mai mossa dalla Liguria ed il viaggio più lontano che ho fatto è stato fino ad Alassio. Perché il mondo è così ingiusto? Non pretendo certo di fare ogni anno una vacanza del genere, però darei tutto quello che ho per poterla fare almeno una volta nella vita.





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    00 07/02/2007 14:52
    Caspita!! Complimenti! Me lo sono letto tutto quanto! Mi sembra molto buono!!! tranne un verbo che mi è suonato un po' male...ma forse ho sbagliato io! [SM=x1293139]
    Mi piacerebbe molto leggere il seguito!
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    00 07/02/2007 14:53
    guarda luna, la foto dell'avatar dal vivo era così bellina...che l'ho scelta per quello...solo che sul forum è mostruosa, sarà perchè è tutta ingrandita e storpiata...ma va bè...non vado a disturbare letak per cambiarmi avatar...





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    Agny81
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    00 07/02/2007 14:54
    flabby...dimmi dimmi il verbo che questi testi gli ho copiati sul pc di getto come gli scrivevo per cui è probabile che ci siano degli errori...dimmi pure dove!!





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    Re:

    Scritto da: Agny81 07/02/2007 14.54
    flabby...dimmi dimmi il verbo che questi testi gli ho copiati sul pc di getto come gli scrivevo per cui è probabile che ci siano degli errori...dimmi pure dove!!



    La frase è questa:
    " E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci siamo scambiati velocemente i numeri di telefono e avevamo fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova. "

    Bè io ci avrei messo un "abbiamo"...però per carità....non sono una grande scrittrice!

    Cmq mi piace proprio tanto!!!!!!!

    [Modificato da flabby84 07/02/2007 15.02]

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    00 07/02/2007 15:00
    ora sintetizzo un pò le prossime pagine per non annoiarvi troppo...dunque Asia sogna di poter fare una crociera un giorno, così quando può le piace andare al palacrociera di genova, guardare quei bestioni e fantasticare sulla volta in cui anche lei potrà permettersi di salirci sopra...un giorno partecipa ad una visita guidata all'interno di una di queste navi, consegnano ad ogni partecipante un biglietto perchè tra qualche mese ci sarà un'estrazione ed il fortunato vincitore avrà uno sconto del 50% sul prezzo della crociera...

    ora posto un brano importante perchè succede una cosa che cambierà la sua vita...

    Ogni domenica mattina per la forza dell’abitudine alle sei apro gli occhi ed è davvero una cosa stupenda constatare che è un giorno di festa e che mi aspettano ancora tante ore di sonno, quante ne voglio. I mie genitori insistono perché vada a messa ma io non ci penso nemmeno. Non che non sia religiosa, credo in Dio e tutto il resto, ma ho troppo bisogno di dormire. Per una come me, che se potesse ronferebbe tutto il giorno, essere obbligati ad alzarsi all’alba è il peggiore degli incubi. Piano piano mi sto abituando, ma guai se non ci fosse la domenica per rifarsi di tutto il sonno perso.
    E così mi alzo in tutta tranquillità verso mezzogiorno e decido di fare una passeggiata con Bruk. Magari provo ad andare fino a casa di Sandra per farle un salutino. Da quando ha il ragazzo vederci è diventato sempre più raro e devo dire che mi mancano molto le vecchie domeniche passate fra di noi a chiacchierare e scambiarci confidenze. Purtroppo questa è la vita, quando anch’io incontrerò il mio principe azzurro si potrà finalmente uscire tuttti e quattro insieme. Ma aspetta e spera, prima che io mi trovi qualcuno ne deve passare di acqua sotto i ponti, ho bisogno di riprendermi dopo tutte le delusioni che ho subito ultimamente. In futuro poi non mi lascerò più abbindolare dal primo cretino che ci prova con me, come è successo con Gianni (anche se c’è da dire che Gianni è un cretino davvero bello), ma inizierò a trattarli come si deve questi ragazzi!
    Io e Bruk iniziamo la nostra passeggiata tra le vie poco popolate dell’estrema periferia di Genova. Che bello, la primavera è quasi alle porte, lo senti nell’aria, asciutta e piacevole, quasi un toccasana dopo i freddi venti invernali che per mesi ci hanno tormentato. Dalle case provengono i gustosi aromi dei pranzetti domenicali che i loro abitanti stanno preparando. Molta gente ha questa abitudine la domenica di cucinare qualcosa di succulento, vestirsi a festa e riunire tutta la famiglia per passare la giornata insieme. Anche a me piacerebbe fare una cosa di questo tipo ma purtroppo è impensabile: mio padre quasi non si alza dal letto, mia madre spesso viene chiamata da qualche vicino per fare da babysitter, e mio fratello, figuriamoci, torna alle cinque del mattino dalla discoteca e prima delle quattro di pomeriggio non mette piede fuori dalla sua camera. Restiamo solo io e il mio inseparabile Bruk. Non so come farei senza di lui. E’ un bastardino intelligentissimo, capisce tutto quello che gli dico, gli manca solo la parola. Ma lui si esprime con gli occhi, ci conosciamo talmente bene che so interpretare ogni suo sguardo. E penso che anche lui sappia leggere i miei pensieri perché quando mi sento sola e ho bisogno di affetto lui subito mi viene vicino per farsi coccolare un po’. I cani sono incredibili, ti danno davvero tanto amore senza pretendere niente in cambio, a parte il cibo e qualche passeggiatina.
    Mentre camminiamo verso casa di Sandra, in una zona un po’ isolata della città, vedo in lontananza i classici fari lampeggianti blu della polizia e un’ambulanza. E’ probabile sia successo qualche grave incidente, anche se vorrei che non fosse così perché queste scene mi mettono sempre una tristezza infinita addosso, sia che ci siano solo dei feriti, o peggio ancora dei morti. Mi angoscia tantissimo pensare che un attimo prima queste persone erano sane, felici e andavano per la loro strada con quella macchina che sembrava affidabile e forte, e un secondo dopo l’auto è diventata un rottame e loro alla meglio sono in gravi condizioni o addirittura non ci sono più.
    Nonostante tutto la curiosità mi spinge a raggiungere il luogo dell’incidente. La scena è agghiacciante: delle due macchine coinvolte restano ora solo delle lamiere contorte e chissà cosa ne è stato dei loro passeggeri mi domando. C’è un poliziotto che cerca nella borsetta di una delle persone coinvolte, presumo, qualche documento. Sta osservando la carta d’identità quando io mi avvicino e gentilmente domando se è successo qualcosa di grave.
    “Eh, lei cosa ne dice? Questa è morta, e un altro è in gravi condizioni. Ah queste dannate strade creano più morti di tutte le malattie di questa terra” mi risponde con aria seria e un po’ arrabbiata. Bè lo capisco, non dev’essere un mestiere facile il suo, specialmente in queste situazioni. Dopo di che prende la carta d’identità che aveva in mano e la getta via alle sue spalle,urlando che tanto ormai non serve più a nessuno. Che strano comportamento, pensavo non si potessero buttare via così dei documenti ufficiali. Non so perché ma vado a recuperarla. La apro, tanto per leggere le generalità della povera vittima, e per qualche secondo resto impietrita difronte alla sua foto: è identica a me, forse è solo un po’ più bionda, ma l’ovale del viso, gli occhi grandi e azzurri, il naso, sono uguali ai miei. Incredibile! Questa, andiamo a vedere il nome, Emma Muller, era in tutto e per tutto la mia sosia. Anche l’altezza era simile ed aveva solo qualche anno più di me. Poveretta! Leggendo gli ultimi dati vedo che era sposata, risiedeva in Germania, a Monaco, ed era nientepopodimeno che una contessa. Deve aver avuto una vita bellissima, tra ricchezze e comodità di tutti i generi, ed ora guarda un po’ che brutta fine.
    Anche se non la conoscevo mi sento davvero triste per la sua morte. Quando alzo gli occhi dal documento mi rendo conto che se ne sono già andati tutti, l’ambulanza, la polizia, tutti spariti. Ci siamo solo io e Bruk tra le lamiere delle auto di cui ora resta ben poco. Non riesco a gettare la carta d’identità dove l’ho trovata e così me la infilo in tasca e proseguo la passeggiata con l’umore tutt’altro che allegro.
    Raggiungo dopo qualche minuto la villa di Sandra e strano ma vero la trovo in casa.
    “Oh Asia” mi accoglie piagnucolando “Tu non sai che cosa terribile mi è successa oggi”
    Sono sicura che non è niente di grave perché la conosco bene. E’ da quando eravamo bambine che scoppia in lacrime per ogni sciocchezza che le capita. E’ tanto una cara ragazza, certo, ma ha questo vizio di ingigantire i problemi e di disperarsi appena le cose non vanno come vorrebbe.
    “Dai, sentiamo che catastrofe ti è accaduta stavolta” dico io ironizzando e prendendo posto sul suo comodo divano
    “C’è poco da scherzare, guarda…” dice togliendosi il cappello che non so per quale motivo portava in testa “guarda i miei capelli…”
    “Sinceramente non ci vedo niente di strano” commento osservando attentamente la sua folta chioma bionda.
    “Ma come, non vedi che coloraccio che mi ha fatto quella stronza di parrucchiera. Io volevo il solito biondo chiaro, quasi platino, sai come piace a me ed invece… guarda che schifo… ho degli orribili riflessi rossastri”
    “Stai tranquilla, è la tua suggestione, io personalmente li trovo come sempre… Forse è un biondo un pelino più scuro, ma ti stanno benissimo lo stesso, credimi”
    “No, no, sono orribile. Adesso Marco non mi vorrà più, mi lascerà all’istante lo sento! Diceva sempre che adorava il mio biondo platino, perché mi rendeva molto, come dire, appariscente. Ed in effetti era vero, tutti si voltavano a guardarmi, insomma facevo la mia porca figura. Ora invece sono così comune…”
    “Sandra, non fare la bambina, lui ti vuole bene e questo non può cambiare niente. Dai retta a me, non noterà nemmeno che hai fatto la tinta” cerco di consolarla in qualche modo, ma con scarsi risultati.
    “Ah, di male in peggio! Se non se ne accorge vuol dire che non mi guarda più, che non mi osserva più attentamente come ai primi tempi, che si sta stufando e quindi che presto mi lascerà!”
    Oddio, quando Sandra ha queste è meglio lasciarla da sola. Non per cattiveria, ma diventa veramente intrattabile. Tento un’ultima frase per tirarla su di morale.
    “Le disgrazie vere nella vita sono ben altre. Ringrazia Dio che tu dalla vita hai avuto tutto, l’amore, l’amicizia, il denaro e soprattutto la salute”
    “Asia, quando fai questi discorsi da predicatrice religiosa proprio non ti reggo, anche perché sono già abbastanza nervosa di mio. Ho capito ho avuto tutto, ok, ma in questo momento i miei capelli sono inguardabili e del resto non me ne può fregar di meno, capito?” urla sempre più alterata.
    “I capelli li puoi sempre tingere di nuovo. Niente è irreparabile, perché finchè c’è vita c’è speranza. Ma quando la vita non c’è più? Sono appena passata sul luogo di un incidente, dove una giovane e ricca ragazza ha perso la vita. Ecco queste sono tragedie, non le tue” dico, con nella mente ancora quelle brutte immagini.
    “In effetti hai ragione” dice lei e sembra essersi calmata “Povera ragazza…. Però i miei capelli ora sono rovinati ed io ci sto troppo male” continua, di nuovo visibilmente alterata.
    “Guarda, mi sono un po’ stufata di sentire i tuoi lamenti per una tintura sbagliata. Vado a casa, anche perché sono qui con Bruk e non vorrei faccia qualche danno in giardino”
    “Portalo via prima che sia troppo tardi Asia. Quell’ammasso di peli ambulante l’ultima volta che è stato qui, ha scambiato per una palla una preziosissima biglia di cristallo che mio padre tiene fuori e l’ha tutta graffiata”
    “Oh, mi dispiace tantissimo. Lo chiamo subito. E perdonami se vado via così ma l’incidente mi ha lasciato un’amarezza tremenda”
    “Ma la conoscevi quella poveretta?”
    “No, però, guarda…”le dico estraendo dalla tasca la carta d’identità “ho trovato questo suo documento e mi ha colpito il fatto che mi assomigli tantissimo”
    “E’ davvero identica a te. Solo un po’ più bionda” dice Sandra osservandola “Staresti bene anche tu con qualche colpo di sole. Se vuoi ti do l’indirizzo di quella santa donna della mia parrucchiera che mi ha rovinato la testa, porca miseria!”
    “Non ricomincerai mica, eh!”
    “No, tranquilla. Però pensa che bello, potresti spacciarti per lei ora che hai la sua carta d’identità, tanto chi vuoi che sappia che è morta”
    “Ma dai, non dire cavolate!”
    “e’, anzi, era una contessa, che meraviglia! Potresti partecipare a quei balli esclusivi che fanno nei palazzi di Genova dicendo che sei la contessa Emma Muller. Ti farebbero entrare subito…”
    “Tu stai fantasticando un po’ troppo. Non sarei mai capace di una cosa del genere, anche perché a quei balli non andrei nemmeno se mi invitassero”
    “Ti prego provaci, così poi mi racconti tutto, io al contrario di te ho sempre sognato di poter entrare in quegli ambienti così esclusivi”
    “Non se ne parla nemmeno! Tu vuoi farmi andare in galera, ecco cosa vuoi. Ora devo proprio andare. Ti saluto…”
    Che idee bizzarre che ha Sandra ogni tanto, penso mentre faccio ritorno a casa. Non so nemmeno come le vengano in mente. Però su una cosa ha ragione: qualche mesch bionda mi starebbe proprio bene. Me le farò fare da mia madre perché soldi da spendere per la parrucchiera proprio non ne ho. Chissà se magari questo pomeriggio ha un po’ di tempo…





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    00 07/02/2007 15:02
    Re: Re:

    Scritto da: flabby84 07/02/2007 14.59


    La frase è questa:
    " E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci siamo scambiati velocemente i numeri di telefono e avevamo fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova. "

    Bè io ci avrei messo un "abbiamo"...però per carità....non sono una grande scrittrice!

    Cmq mi piace proprio tanto!!!!!!!



    sono indecisa...perchè qui si narra un fatto accaduto il giorno prima...forse dovrei mettere tutti i verbi al passato:

    E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci ERAVAMO scambiati velocemente i numeri di telefono e avevamo fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova. "

    che dici??





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    00 07/02/2007 15:04
    Bohhh!!!!! [SM=x1293163] io lascerei il "ci siamo" e l'"abbiamo".


    Aspettiamo qualche esperto in verbi! [SM=x1293134]

    [Modificato da flabby84 07/02/2007 15.04]

    Stupisco sempre me stesso. E' l'unica cosa che renda la vita degna di essere vissuta.Oscar Wilde
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    00 07/02/2007 15:06
    Bello Agny! Si "sente" molto fresco, molto -giovanile-

    Poi, sai, facendo attenzione, Flabby, secondo me, ha ragione, forse, dico, nemmeno so io scrivere a grandissimi livelli, ma penso che "abbiamo" sia il verbo + adatto, si.

    Continua, continua!!! [SM=x1293141]

    (a proposito, spero che tutto vada molto bene, Agny!) [SM=x1293127]
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    00 07/02/2007 15:10
    Ahh re-ciao!

    Solo ora ho letto l tua spiegazione, Agny...
    Allora si, hai ragione, se è qualcosa di "passato"; meglio avevamo... Credo.

    Pensavo fosse diversa l'idea, scusatemiiiiiiiiiiiiiii!!! [SM=x1293162]
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    00 07/02/2007 15:15
    anch'io sto scrivendo un romanzo rosa...rosa...oddio...un po' più sul rosso... [SM=x1293133]
    No dai a parte gli scherzi devo finire di scriverlo cacchio sono solo al 3° capitolo ferma da 1 anno!! [SM=g27820]:
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    00 07/02/2007 15:15
    se leggete l'ultima parte capirete in che direzione si sta andando...e perchè la storia si fa strampalata...asia sul luogo di un incidente trova la carta d'identità di una contessa tedesca che in quel luogo ha perso la vita...la donna le assomiglia tantissimo...lei si tiene quel documento..che presto le tornerà utile...





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    00 07/02/2007 15:18
    mi è venuta un'idea...per non annoiarvi con brani poco interessanti, magari faccio così...prima di postare qualcosa metto vicino il riassuntino, poi chi vuole legge il brano se no potete leggere il riassuntino ok??
    quando invece il brano è importante ve lo dico...





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    00 07/02/2007 15:22
    Re: Re: Re:

    Scritto da: Agny81 07/02/2007 15.02


    sono indecisa...perchè qui si narra un fatto accaduto il giorno prima...forse dovrei mettere tutti i verbi al passato:

    E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci ERAVAMO scambiati velocemente i numeri di telefono e avevamo fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova. "

    che dici??



    Tagliando la testa al toro :

    E così dato che ormai il tragitto insieme stava finendo, ci siamo scambiati velocemente i numeri di telefono e fissato l’appuntamento per sabato alle nove in centro a Genova. "

    [SM=x1293148]
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