Scritto da: Lan awn shee 14/06/2007 21.22
E' vero che si tratta delle due scelte che vanno per la maggiore. Però io non le considero "dannose". O meglio, non capisco da che punto di vista le consideri tali, ed è questo quello che mi interesserebbe capire di più. Dannose per l'autore, intendi? Perché sia l'una sia l'altra, grossomodo, non tolgono né aggiungono nulla? Questo sì, è vero. Ma secondo me anche queste soluzioni sono legittime, perché credo che l'unico vero limite di una recensione sia quello di rispettare la persona che scrive. Poi c'è sicuramente una differenza tra una buona recensione e una recensione mediocre o inutile. Però, più che distinguere questo, mi interessava discutere sulla finalità generale della recensione (cioè, la domanda non è "come bisognerebbe scrivere una buona recensione?", ma è "io ti lascio una recensione perché...?" Voglio correggerti? Voglio che la tua storia venga cancellata? Voglio prenderti in giro? Voglio, viceversa, che altri si accorgano di quanto è bella? Voglio semplicemente farti sapere come la penso?)
Non è dannosa in sè, ma lo è quando diventa una tendenza generale. Sempre più spesso si assiste soltanto ad uno dei due comportamenti, e secondo me entrambi dicono poco all'autore. Nel primo caso si cerca di esprimere il proprio apprezzamento, giusto per carità sopratutto quando sincero e decisamente confortante anche per l'autore, ma a parte questo null'altro.
Nel secondo caso si vuole esprimere una critica negativa prendendo una posizione a priori "tanto la storia che leggo so già che è piena di errori".
Entrambe costituiscono un "buon" feedback per l'autore? No.
La prima lo conforta, è vero, ma a parte questo? Va bene per autori poco esigenti, ma a lungo andare ritrovarsi di fronte solo una sequela di giudizi estramente positivi, spesso così smaccatamente positivi da far sorridere per l'ingenuità, lascia piuttosto perplessi.
La seconda alla meno peggio viene ignorata. L'autore, che per carità può anche essere molto carente stilisticamente e quindi meritarsi appieno tutti i giudizi negativi, la sente spesso come un attacco frontale.
Di per sè, come ho detto questi due modi di commentare non sono dannosi, semmai appunto inutili. Nel contesto del fandom, dal momento in cui autoproducono, diventano invece due tendenze dannose. Perché non si riesce a trovare una "via di mezzo".
Sì, questo sì. A patto che questo non venga inteso come fanno spesso i "democratici" - per così dire - dei vari archivi, che contestano certe recensioni in forza di una sostanziale uguaglianza tra autori. Insomma, l'adagio del "tutti sbagliamo". No. Io certi errori non li faccio dalla terza elemantare. Non siamo tutti uguali, ci sono autori e recensori più o meno bravi, però è vero che il parere mio, tuo, di Tizio e di Caio sono pur sempre pareri, e non è che solo perché qualcosa la dico io sia giusta, mentre se la dici tu no. Ho notato che la recensione critica (e più feroce è, più questa cosa si intensifica) viene percepita (e sottolineo, viene percepita. Non posso sapere se venga anche composta con tale intento) come un discorso della montagna. Questo secondo me è un errore. Ma lo fa soprattutto chi investe di tale importanza la recensione. Voglio dire, il recensore sbruffone può sbagliare nel mettersi su un piedistallo, se lo fa, ma sbaglia anche l'autore che si mette a piangere sangue per questo. Nonché chi si indigna.
L'uguaglianza di posizione dovrebbe esserci da entrambe le parti, dici tu, e io sono d'accordo. Adesso io non sono andata a sindacare su chi commenta è bravo o meno bravo, più esperto o meno esperto, con una laurea o meno del commentato.
Ed è anche vero che certi errori non soltanto lessicali ma sopratutto di trattamento della caratterizzazione (punto che io sento moltissimo, come ho più e più volte ribadito) stuzzicano i nervi del lettore.
Ma. Possiamo anche indulgere nella recensione acida, se vogliamo, o in quella accademica montando in cattedra come tanti professori, spinti da questa nostra indignazione (giusta la maggior parte delle volte). Sta di fatto che la nostra recensione rimane sì un parere personale, discutibile e quant'altro ma agli occhi di chi la recepisce diventa una presa di posizione.
Qui non discrimino tanto su cosa è la recensione, ma su chi la recepisce. E' chiaro che non possiamo prevedere la reazione di ogni singola persona, ma almeno impegnarci per far arrivare il nostro messaggio con il giusto tatto: sottolineare gli errori, ad esempio, ma non accanirci su di essi. Sopratutto, al di là delle imperfezioni grammaticali che sono piuttosto ovvie, dal momento in cui discettiamo sulla storia, sui personaggi e su altre scelte dell'autore che ci paiono sbagliate, incoerenti o altro ancora dobbiamo ricordarci che noi possiamo esporre solo una nostro parere non la verità assoluta. Un caso a parte è costituito da quando andiamo a commentare la caratterizzazione di un personaggio in un fanfiction: è chiaro che andiamo a vedere quanto la rappresentazione data discosti da quella canon. Tenendo fermo il fatto che il modo con cui io leggo un personaggio non sarà mai totalmente uguale al tuo, posso (e devo) comunque sottolineare se la caratterizzazione è completamente distorta rispetto all'originale.
Riassumendo la critica, anche negativa, si fa, ma bisogna operare con un minimo di equilibrio e tatto. Un messaggio uguale per contenuto verrà recepito in modo diverso a seconda di come lo comunichiamo. Non parlo quindi di una censura del contenuto (uno sbaglio c'è, lo diciamo), ma di come lo diciamo.
In questo sta l'uguaglianza all'interno del fandom: montare in cattedra è inutile, e anche dannoso se diventa una pratica costante.
Ma questa non è una tautologia? O in alternativa, che cosa intendi tu come "espressione della propria visione" ripetto a "giudizio" o "parere"?
Questo distinguo è molto sottile, e riflette molto ciò che intendo su questi termini.
Giudizio per me implica mettersi nella posizione di montare in cattedra. Un parere solitamente viene richiesto dall'autore e non viceversa. Infatti quando voglio un parere obbiettivo su quanto la mia storia funzioni o meno vado a chiedere a persone di fiducia di leggere e dirmelo. E allora qui il patto tra commentatore e commentato è diverso: è l'autore che richiede di essere (metaforicamente) bacchettato.
Questi sono già "espressioni di una visione personale" (riprendendo la mia espressione) ma implicano un rapporto ben diverso dal commento di un "semplice" lettore. Perché il lettore medio, che conosce l'autore solo attraverso la propria storia o meglio conosce solo la storia, rimane in una posizione neutrale. Per cui una visione personale della storia è il miglior modo di fare recensione, senza implicare il giudizio (che metterebbe sotto processo autore e storia) oppure il parere (che implica una maggiore "familiarità" con l'autore per poter essere recepito in modo utile).
[Modificato da Laurie85 15/06/2007 12.05]
[Modificato da Laurie85 15/06/2007 12.06]
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