IRON MAIDEN trent'anni dopo
Il mondo è cambiato, la band no
Il piacere di rivedere che tutto è al suo posto.
Che il mondo intorno è cambiato - in musica come non mai - ma loro sono lì a riproporre temi, suoni e orrori come fossimo ancora nel 1982. Loro sono gli
IRON MAIDEN, tornano Milano dopo tre anni, e domani e dopodomani faranno registrare il tutto esaurito.
Fratelli della generazione che li ha visti emergere come fondatori indiscussi del metal moderno al calare degli anni 70, gli
Iron Maiden sono diventati poi gli "zii" di tutte le band venute dopo. Che, gira e rigira, con qualche urlo e mostro in più, rimandono sempre allo schema classico. Quello fissato, nei sobborghi di Londra, dal sempre zazzeruto bassista
Steve Harris e poi dallo scatenatissimo cantante,
Bruce Dickinson, coi Maiden dal 1982.
Ovvero tre chitarre che battagliano l'una con l'altra, batteria picchiata e gran furore e una voce capace di infrangere cristalli di Boemia. Schema da cui gli
Iron Maiden non si sono mai discostati in quattordici album (e 50 milioni di copie vendute) compreso l'ultimo uscito ad agosto.
Il nuovo disco ha subito incontrato i favori del pubblico (in cima alle classifiche anche da noi) e domani e dopo verrà presentato live per la prima volta. Ma non mancheranno tutti i grandi inni del passato e come sempre sul palco ci sarà Eddie. Il cui padre fu il celebre grafico brittanico,
Derek Riggs che disse di essersi ispirato a una macabra immagine televisiva che riprendeva la testa di un soldato americano appesa ad un carrarmato vietnamita.
Fonte:
Corriere della Sera