Sulla scia dei post monotematici creati recentemente da Zeman, mancando ancora un post interamente dedicato al gruppo preferito di noi giovani (anche se poi è vero che qualsiasi discussione degenera puntualmente in uno scambio di citazioni eliche...) ho deciso di aprirne uno onde ampliare la mia cultura in materia, facendo affidamento sulla sterminata preparazione di altri forumisti onde poter raggiungere, un giorno, il loro livello.
Comincio parlando della recente (auto)biografia di Elio e soci, Vite bruciacchiate, che probabilmente diversi di voi avranno letto.
Mi è capitato tra le mani a casa del mio amico che mi ha ospitato a Parigi e non ho potuto fare a meno di sfogliarlo, sebbene non l'abbia letto tutto sistematicamente. E' la riprova che la scrittura in prosa del complessino ha un potenziale comico non inferiore a quello della loro musica. Rocco Tanica mi sembra il migliore in questo senso. Memorabile il suo capitolo sulla collaborazione con l'altro Rocco (Siffredi), soprattutto per la fantasia nell'uso degli eufemismi. Da notare che Siffredi viene dipinto come un idiota totale, un tipo sempre gioviale e buono come il pane ma che fondamentalmente non capisce un cazzo. Almeno questa è stata la mia impressione. Il buon Tanica però dà prova di ottime capacità di prosa anche quando l'argomento si fa più serio, nei capitoli dedicati a Feiez.
Voglio anche riportare un episodio narrato dallo stesso Tanica che quando l'ho letto mi ha fatto piegare in quattro dalle risate perché non potevo fare a meno di immaginarmi la scena.
Il complessino, in compagnia dei Litfiba, si era recato in una discoteca di Firenze e Rocco, stupitosi del silenzio che proveniva dall'interno, si era rivolto a un pr dicendogli
con voce impostata da dj (è questa la cosa che mi ha fatto morire dal ridere):
"Ehi, come mai non c'è musica? Non va bene, perché noi siamo giovani e vogliamo sentire sempre tanta tanta tanta musica!" Alla fine si scoprì che il pr era in realtà un agente di polizia in borghese e nel locale era in corso una retata...
Dei grandi, sono troppo dei grandi.
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