Ok, riporto in auge questo thread con le mie proposte:
- Favorevole alla proposta di schierare 7 giocatori di cui tener conto solo dei migliori 6.
- Contrario alle conferme: mi piacerebbe si ripartisse da zero.
- Contrario all'allargamento della lega: per me 16 è il numero perfetto per il fanta NBA.
- Favorevole a mantenere i punteggi così come sono stati usati anno scorso (quindi implicitamente contrario a passare alle categorie).
Inoltre, capitolo partecipanti: spero che si possa contare sulla riconferma di
1) NBA Stars (Nio)
2) Forza Panino (Checco)
3) Le cronache di Buffa (Jean)
4) Trotsky (fratello di Jean)
5) Sant'Antonio Speroun (Berta)
6) Red Emily Rebels (Zeman)
7) Viva la Rita (Marcy)
8) BFC (Biorch)
e dei miei Sharks. Ne mancano quindi altri 7: Jean che conosce il Cugio (LA is the place to be) e John Coltrane6 (I topi non avevano nipoti) potrebbe chiedere loro se hanno voglia di tornare a giocare, il che porterebbe la lega a 11 squadre. Direi che si possano abbandonare le conflittodinteressuose AC Milan e Novara Calcio e l'abbandonata Canary Island, mentre se qualcuno sa chi fossero Mr.Macia e Bullognas può dircelo. Ne consegue che abbiamo bisogno come minimo di 3 squadre in più, ma è molto probabile che ce ne serva anche qualcun'altra (al limite lasciamo la lega aperta a "esterni" come anno scorso, sperando che non si presenti qualche furbone con l'italiano rotto).
Ah inoltre sapevo che Checco voleva candidarsi per il ruolo di commissioner...
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"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un pò dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività... Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma nè di un incendio del Reichstag, nè di un golpe sul palazzo d'Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti". (Indro Montanelli, 1994)